Una storia d'amore cinematografica piena di speranza unita a un'emozionante avventura epica che segue il viaggio di un uomo verso la redenzione. Espandi ▽
Le vicende di un fuggitivo di nome Lin Ford (Charlie Hunnam) che cerca di far perdere le sue tracce nella vibrante e caotica Bombay degli anni Ottanta. Da solo in una città sconosciuta, Lin lotta per sfuggire ai problemi da cui sta scappando in questo nuovo luogo. Dopo essersi innamorato di una donna enigmatica e intrigante di nome Karla, Lin deve scegliere tra la libertà o l'amore e le complicazioni che ne derivano. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Bellocchio affronta la serialità come il più geniale degli showrunner. Una pagina 'ignobile' della nostra storia raccontata con impeto sanguigno e indignazione. Drammatico, Italia2022. Durata 330 Minuti.
Una serie interamente dedicata al rapimento e all'assassinio di Aldo Moro. Espandi ▽
“Aldo Moro è l’Italia”, si dice in Esterno Notte, la serie in sei puntate con cui Marco Bellocchio rimette mano al racconto del caso Moro, vent’anni dopo il suo Buongiorno, notte. Ed è proprio come cartina di tornasole del nostro Paese che Bellocchio affronta di nuovo quel vulnus, rifrangendo la vicenda attraverso vari prisma. Bellocchio affronta la serialità come il più geniale degli showrunner, perché invece di puntate crea stazioni della Via Crucis per un morituro predestinato dalle sue scelte politiche e personali: e il ticchettio con cui comincia il racconto segnala l’inizio del conto alla rovescia della sua parabola cristica. La maestria di Bellocchio e dei suoi cosceneggiatori sta nel raccontare con impeto sanguigno e indignazione, nel giustapporre momenti e immagini (il montaggio impeccabile è di Francesca Calvelli), nell’evocare fantasmi, nel trovare gli accompagnamenti musicali giusti (compresa un’Internazionale “wagneriana”), nell’intessere immagini di archivio e frammenti di TG che ci ricordano lo stupore annichilito con cui tutti abbiamo seguito la vicenda. Il registro con cui Bellocchio ripercorre questa “storia ignobile” da par suo si muove fra il grottesco e il ridicolo, fra l’impasse istituzionale e il delirio ideologico delle BR. Un mondo che “si ci fosse luce sarebbe bellissimo”, ma che invece è l’esterno notte della nostra coscienza. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Per Anna ogni giorno è uguale all'altro. Quando un uomo e sua figlia si trasferiscono dall'altra parte della strada, Anna inizia a credere di poter cambiare la propria vita. Espandi ▽
Fin dalla trama, questa miniserie Netflix, prodotta da Will Ferrell (direttamente dal Saturday Night Live) lascia il lettore in uno stato di confusione. È forse questo il carattere più distintivo di La donna nella casa di fronte alla ragazza dalla finestra, titolo che a molti farà venire in mente una domanda catartica: "come prego?". Ma qui sta la genialità della miniserie: il lungo titolo fa riferimento, nella storia, a un romanzo giallo che la protagonista sta leggendo, permettendo di individuare così un percorso metanarrativo che, a un occhio attento, risulterà anche dalla raffinatissima mescolanza di generi che la serie di Ferrell realizza. La donna nella casa di fronte alla ragazza dalla finestra disarticola il rapporto tra narratore e spettatore, con un racconto che non può né essere definito assurdo né verosimile. La miniserie mette costantemente lo spettatore in difficoltà, facendo sorgere domande desuete nel cinema e nella serialità: “ma come?”, “sul serio?”, “ma cosa sto guardando?” ed è proprio questa la geniale, e sottile, caratteristica che trasforma la parodia in un piacevole esercizio stilistico. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
L'incredibile storia di Nino Scotellaro, pubblico ministero siciliano che ha dedicato tutta la sua vita alla lotta contro la mafia e che improvvisamente viene accusato di essere uno di coloro che ha sempre combattuto: un mafioso. Espandi ▽
Il ponte sullo Stretto di Messina è divenuto realtà... ovviamente con l'intercessione della malavita. In questa Italia dell'immediato futuro il magistrato Nino Scotellaro, viene accusato ingiustamente di essere colluso con il boss di Cosa Nostra Mariano Suro, responsabile della morte di un suo collega e padre di sua moglie Luvi Bray. Dopo un'imprevista fuga dalla detenzione, il magistrato deciderà di trovare giustizia passando per un'altra strada: quella della vendetta di sangue.
The Bad Guy è un'ottima serie sotto moltissimi punti di vista: a livello formale non sbaglia di una virgola, l'ottima fotografia e le scelte registiche sono molto interessanti, il montaggio serrato e la giusta, attenta, congiunzione musicale che spazia da Mina agli Swans, passando per Battiato e Santana, offrono un buon esempio di cosa la produzione italiana - se messa nelle giuste condizioni di lavoro - può offrire anche nel mercato locale.
Sorprendente inoltre è il lavoro di Pandolfi, che ci dona forse una delle sue migliori interpretazioni e alcuni spaccati psicologici di un'avvocata dura, razionale e al contempo ferita e vulnerabile. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Ha vent'anni Daniele quando, in seguito a una violenta esplosione di rabbia, viene sottoposto a un TSO: trattamento sanitario obbligatorio. Espandi ▽
Daniele si risveglia in un ospedale psichiatrico e scopre di essere oggetto di un trattamento sanitario obbligatorio, o TSO, della durata di una settimana. All’inizio non capisce il perché del suo ricovero, ma gradualmente i ricordi riaffiorano, compreso l’episodio di violenza in cui è culminato il suo comportamento oppositivo. Giorno dopo giorno Daniele si confronterà con i suoi compagni di stanza, cinque anime in pena come lui con vissuti ed età diversi ma la stessa difficoltà di stare al mondo. E quella che sembrava essere una punizione si rivela una possibilità di ammetter a se stesso e agli altri la propria fragilità e il proprio senso di inadeguatezza. Ci sarà spazio anche per un rapporto speciale con una giovane degente che ha cercato di togliersi la vita.
Tutto chiede salvezza, debutto alla regia nella servilità di Francesco Bruni, tratto dall’omonimo romanzo di Daniele Mencarelli, si distingue per una scrittura efficace anche se a tratti troppo aderente alla sua fonte letteraria. Lo schema è quello classico del film ospedaliero che ha la sua punta di diamante in Qualcuno volò sul nido del cuculo
La sceneggiatura imposta un crescendo rispettato dalla coralità del cast e molto abile nell’agganciare lo spettatore e portarlo con sé di puntata in puntata, come si conviene ad una serie che funziona, sfruttando bene la possibilità di stratificare i personaggi ad ogni episodio successivo. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Il racconto degli ultimi giorni di Aldo Moro Espandi ▽
Il racconto dei tragici giorni del rapimento di Aldo Moro, visti attraverso i molteplici punti di vista dei personaggi che di quella tragedia furono protagonisti e vittime. Marco Bellocchio, dopo Buongiorno, notte, torna su quelle drammatiche pagine della nostra storia con un nuovo originale sguardo: 'Ho voluto stavolta farne una serie per raccontare l'Esterno di quei 55 giorni italiani stando però fuori dalla prigione tranne che alla fine, all'epilogo tragico. Esterno notte perché stavolta i protagonisti sono gli uomini e le donne che agirono fuori della prigione, coinvolti a vario titolo nel sequestro: la famiglia, i politici, i preti, il Papa, i professori, i maghi, le forze dell'ordine, i servizi segreti, i brigatisti in libertà e in galera, persino i mafiosi, gli infiltrati". Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Una serie importante ed estremamente appassionante su un sistema perverso. Per tutti, non solo gli amanti dello sport. Drammatico, Sportivo, Thriller - Italia2022.
Una serie thriller tratta dall'omonimo libro di Ilaria Bernardini. Espandi ▽
Corpo libero, nell'indagare il rapporto mai sano tra adolescenza e agonismo, propone a chi guarda il viaggio (tutt'altro che solo sportivo) di una squadra di ginnaste artistiche verso il loro agognato torneo. Classificarsi altro che prime non è un'opzione pensabile: l'imperativo categorico è vincere e per arrivare allo scopo è dichiaratamente percorribile ogni mezzo. Delitto compreso.
Siamo di fronte ad una serie appassionante anche per i non amanti dello sport, perché denuncia un sistema corrotto non solo dal doping, ma dalla stessa determinazione a trattare gli adolescenti come degli oggetti da modellare per i propri scopi, ignorandone i sentimenti, le esigenze e le metamorfosi di una crescita inevitabile.
Una serie importante per riflettere non sole sulle storture dell'agonismo contemporaneo, ma sulla discrepanza incolmabile tra mondo degli adulti e mondo degli adolescenti. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Un supernatural crime drama con il vincitore del David di Donatello Edoardo Pesce, ambientato in una Roma ultra-periferica di Corviale, un edificio lungo 986 metri. Espandi ▽
La serie Christian è liberamente ispirata alla graphic novel “Stigmate” di Lorenzo Mattotti e Claudio Piersanti, dalla quale Roberto “Saku” Cinardi aveva già tratto un cortometraggio. La (nutrita) squadra di sceneggiatori ha il compito non facile di far accettare al pubblico un livello alto di sospensione dell’incredulità, e affronta questa difficoltà radicando la storia in una realtà urbana degradata e mantenendo un linguaggio estremamente concreto, con atmosfere a metà fra il Dogman di Matteo Garrone e Lo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti (peraltro attore protagonista del corto Christian da cui è gemmata la serie). Funziona? Dipende dai diversi livelli di tolleranza di chi guarda: per l’improbabilità della situazione; per il romanesco insistito; per la reverenza ai mondi di Garrone e Mainetti, che tolgono originalità alla messinscena; per gli eccessi melodrammatici, dato che Christian flirta con “Romeo e Giulietta” e con “Macbeth”, per citare solo due titoli scespiriani. La sua chiave più efficace resta l’ironia crudele, alternata ad una tenerezza autentica (ma non necessariamente omni perdono) fra madri e figli, amanti, amici e fratelli. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Una serie che parla di cibo, di famiglia, della follia della routine, della bellezza del Senso di Urgenza e dei ripidi e scivolosi inconvenienti. Espandi ▽
Carmen "Carmy" Berzatto (Jeremy Allen White) riceve in eredità il ristorante di famiglia in seguito al suicidio del fratello. Il suo re-inserimento in un ambiente popolare, dopo essersi formato in cucine di alto livello mondiale, è problematico e frenetico. Ma le difficoltà più grandi del giovane cuoco saranno tutt'altro che economiche o gestionali. La nuova serie Fox firmata Christopher Storer e giunta in Italia grazie a Disney+, propone un tipo di serialità decisamente complessa e non del tutto accessibile: la sceneggiatura di The Bear è infatti scarna di eventi essenziali – poco accade, tutto cambia – e perciò si contrappone alla linearità tipica di un racconto che, a primo acchito, appare familiare, forte di riferimenti comuni e di “un’abitudine visiva” al cibo, causata dall’inflazione televisiva di factual e reality show culinari. Ciò che contraddistingue la serie è il suo ritmo – che potremmo definire imprevedibile, sconclusionato – volto a straniare lo spettatore con immagini frenetiche di cibo, fornelli, pietanze inquadrate spesso in dettagli caotici, ben lontani dalle lunghe inquadrature sul cibo (il cosiddetto food porn) che stuzzicano il desiderio dello spettatore. La cucina “The Original Beef” diventa il luogo dell'aspirazione personale, un luogo da sovvertire per raggiungere un ideale, che deve essere trasformato (e in parte tradito) da un punto d'origine esistenziale, di cui si prova vergogna, a un agognato punto d’arrivo, elevato e ideale. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
La serie, partendo dal terribile caso di cronaca del 1975, ripercorre tutte le fasi del processo, raccontando quanto abbia cambiato radicalmente la società italiana dell'epoca e contribuito alla lotta per i diritti delle donne. Espandi ▽
La serie rielabora il processo contro gli aguzzini di Donatella Colasanti (Ambrosia Caldarelli) e Rosaria Lopez, due giovani amiche che, nella notte tra il 29 e il 30 settembre 1975, vennero rapite e brutalmente seviziate, attirate con l'inganno da Gianni Guido (Marco Tè), Angelo Izzo (Guglielmo Poggi) e Andrea Ghira (Leonardo Mazzarotto) a San Felice Circeo (LT). Delle due, solo una ne uscirà salva e la sua testimonianza, durante il processo conseguente al suo ritrovamento, sarà un momento fondamentale nella giurisprudenza italiana e nella lotta per i diritti delle donne.
Sin dal primo episodio, infatti, il racconto - affidato alla regia di Andrea Molaioli - si concentra sull'importanza storica e giurisprudenziale dell'evento, rendendo la serie un raro esempio di legal drama italiano ben riuscito.
Da notare l'eccelsa recitazione di Pia Lanciotti nel ruolo dell'avvocata Tina Lagostena Bassi, figura e personaggio che funge da catalizzatore nel processo di acquisizione di una consapevolezza sociale sullo stupro - fino ad allora considerato un reato morale. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Nuova serie originale italiana di Netflix tratta dall'omonimo romanzo di Marco Missiroli Espandi ▽
Finalmente. Dobbiamo iniziare con questa parola il commento alla nuova serie Netflix realizzata da un cast tecnico e artistico interamente italiano; finalmente una storia sull’amore e non d’amore; finalmente un ragionato impiego delle risorse, sia economiche ma anche e soprattutto attoriali, che il nostro paese ha, forti e concrete, lasciate in attesa da troppo tempo e troppo spesso in sospeso; e finalmente Milano, soprattutto Milano, che sorge più che in ogni altra (anche piuttosto recente) serie prodotta dai colossi dello streaming compulsivo. Scordatevi le classiche storie d’amore all’italiana e addentriamoci in una relazione stabile e (im)perfetta, dove sono i dettagli a fare la differenza. E scordatevi quella distraente necessità di trasferire l’eterogeneità linguistica tutta italiana in un chiassoso pot-pourri di dialetti e accenti, una “fonologia” troppo spesso confluente nel romano e oggi quasi sempre causa di facili stereotipizzazioni. Che siate voi in coppia, single o poliamorosi, che apprezziate o meno (come chi scrive) il soggetto narrativo dell’amore, Fedeltà è una serie riuscita da ogni punto di vista, che merita una visione attenta da parte di un pubblico esteso. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Un period drama inglese a tinte thriller ambientato in Italia. Espandi ▽
Hotel Portofino è una produzione girata fra Portofino e la Croazia, il cast principale è britannico e solo in piccola parte italiano, con molte comparse croate. Lo stile del racconto si pone a metà fra Downton Abbey, con il suo mix di alta borghesia e servitù, e l’opus Merchant-Ivory, da Camera con vista a Casa Howard: dunque location magnifiche e costumi raffinati, tè delle cinque e cucina anglosassone colorata da tocchi mediterranei, atteggiamenti altezzosi (con l’occasionale riferimento classista o xenofobo) ed educazione formale. Posti questi parametri (e posto il dispiacere di vedere tante maestranze croate su una serie narrativamente ambientata in Italia), Hotel Portofino è godibile e visivamente attraente, e inserisce qua e là tocchi di modernità che, pur tenendo conto della political correctness e delle nuove necessità inclusive, non tradisce l’epoca in cui la vicenda è ambientata. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Una fiction Rai che intrattiene e informa su un tema scottante non sempre trattato con sufficiente attenzione. Drammatico, Italia2022. Durata 50 Minuti.
Le vicende di Elena Zonin, una poliziotta che vive a Roma dove si occupa di crimini informatici e, in particolare, di reati contro l'infanzia. Espandi ▽
Vittoria Puccini costituisce il nome di richiamo per una serie che assolve a uno dei compiti che la Rai, in quanto televisione pubblica, dovrebbe avere nel proprio DNA. Cioè fare informazione che, con metodi divulgativi, arrivi al grande pubblico su tematiche anche scottanti ma forse non troppo presenti all’attenzione quotidiana. In questo caso si tratta della pedopornografia in rete, un’insidia di cui molti genitori sottovalutano la pericolosità lasciando navigare i propri figli in rete senza alcun controllo. Ciro Visco, con alle spalle un nutrito gruppo di sceneggiatori, sa come articolare la materia tenendo presenti più livelli di attrazione. Non capita poi così spesso che fiction RAI siano pronte, pensate e scritte per l’esportazione. Questa lo è. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Irma Vep torna sullo schermo con una seria atipica, stratificata e riflessiva, che ci chiede di abbandonarci all'universo di Olivier Assayas. Drammatico, USA2022.
Una famosa attrice hollywoodiana arriva a Parigi per girare una serie d'autore, remake di un cult del cinema muto. Una serie che adatta l'omonimo film del 1996 firmato da Olivier Assayas. Espandi ▽
26 anni dopo il primo Irma Vep, creato attorno alle riprese di un remake cinematografico del capolavoro muto di Feuillade e all'epoca interpretato dalla vera star del cinema di Hong Kong Maggie Cheung, Olivier Assayas riprende l'idea di quel progetto e la adatta ai nostri tempi, girando per HBO la sua prima serie internazionale. La nuova Irma Vep di Alicia Vikander, bravissima protagonista di questa atipica serie, viene da lontano. Nell'incontro fra reminiscenze e rifacimenti, e nel confronto fra corpi veri e fantasmatici, di fronte allo spettatore più paziente si dischiude un gioco di scatole cinesi che prosegue in modo libero e dispersivo lungo otto episodi. Alicia Vikander prende il posto di Maggie Cheung, che non scompare veramente Dalla scena. Due donne, due corpi, due film, e in realtà un sogno solo: quello del cinema, che oggi appare offuscato dalla serialità, ma vive sempre negli occhi degli spettatori pronti a innamorarsi di Alicia Vikander come un tempo di Maggie Cheung e prima ancora di Musidora. La vera, non unica Irma Vep. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Come i giganti dell'industria hanno realizzato delle fortune alla fine del diciannovesimo secolo a New York. Espandi ▽
Marian Brook (Louisa Jacobson) deve fare il suo ingresso nella società aristocratica newyorkese della fine del Diciannovesimo Secolo. L'ingresso è forzato: reduce della perdita di un padre assente e indebitato, si troverà senza alcuna risorsa e così costretta a raggiungere le sue anziane zie (Christine Baranski e Cynthia Nixon), esponenti di una classe sociale in forte cambiamento e nei suoi ultimi anni di "reggenza". Il suo arrivo sarà concomitante all'ascesa dei Russell, una famiglia borghese arricchita che intende farsi valere in un sistema chiuso quale è quello dell'aristocrazia di fine secolo.
In molti hanno equiparato la "serie del momento" a due importanti produzioni che hanno attirato molta attenzione negli ultimi anni: da un lato Bridgerton, prodotta in casa Shonda Rhymes, che ha rianimato il racconto in costume, dall'altro Downton Abbey, di cui condivide il creatore, Julian Fellowes, ormai esperto del period drama e che forse per questo ha raggiunto una certa saturazione creativa. Della prima ha in realtà ben poco, della seconda invece fin troppo.
The Gilded Age riguarda un periodo storico ma, ancor più, il conflitto di classe. Recensione ❯
[2022 - in corso] - Stagioni: 2. Episodi: 17. Serie a lunga narrazione
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.