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Ultimo aggiornamento lunedì 24 febbraio 2020
Sfogare la propria aggressività in 12 ore durante le quali tutto è concesso. Com'è arrivata la società a decretare questa legge? In Italia al Box Office La prima notte del giudizio ha incassato 1,6 milioni di euro .
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Gli Stati Uniti d'America sono schiacciati da crisi economica, sovrappopolazione, criminalità e miseria dilagante. Un partito di estrema destra salito al potere, i Nuovi Padri Fondatori, pensa che l'unica possibilità di risanare il Paese stia nella istituzione, con cadenza annuale, di una notte in cui ogni reato sia lecito, chiamata Lo Sfogo. Il primo esperimento ha luogo a Staten Island, New York, seminando il terrore tra gli abitanti.
Dal thriller claustrofobico del primo film, in cui lo Sfogo - in originale The Purge - era poco più di un pretesto narrativo, a una vera e propria saga che intende raccontarci un futuro che non vorremmo mai vedere. E che gli eventi odierni annunciano come possibile, in un mondo che sembra aver perso il senno.
La serie di film di James DeMonaco - che qui si limita a produrre, affidando la regia a Gerard McMurray - è un cavallo di battaglia delle promozioni Blumhouse, che si nutre di questi accostamenti inquietanti con il presente per tradurre le nostre paure in paradossi da B movie. Un'esasperazione e semplificazione di comportamenti spesso subdoli e doppi, ricondotti a una più chiara identificazione di dove stia il Male. È quel che si chiede e si è sempre chiesto al cinema di genere, d'altronde, e che la serie de La notte del giudizio ha generosamente restituito, con un legame così stretto con il presente politico da trasformare il suo ultimo atto in una sorta di anteprima della temuta elezione di Donald Trump. La prima notte del giudizio parte da qui, con tanto di battuta elementare e intraducibile che fa riferimento al presidente in carica: e se tecnicamente il film di McMurray costituisce un prequel, nei fatti è il risultato di come la saga si sia (inaspettatamente) evoluta in questi anni.
Il fascino della scoperta del mistero legato alla notte dello Sfogo, dell'inquietudine irreale che precede il suo arrivo e che caratterizza ogni suo momento, rischia ormai di scolorire nella prevedibilità. La componente thriller passa talmente in secondo piano rispetto alla rivolta sociale da portare alla rinuncia di colpi di scena e soluzioni di sceneggiatura che sembrerebbero quasi inevitabili (come lo spreco del potenziale di suspense del folle Skeletor nel finale). Ma il coraggio di mettere in scena un film in cui i personaggi di razza caucasica rappresentino sempre il male e in cui i protagonisti siano tutti afroamericani indigenti colpisce in ogni caso. E continua a rappresentare una sferzata in un mondo ripiegato su abitudini così radicate da nascondere la loro natura discriminatoria. Neppure l'ultimo Spike Lee è arrivato a tanto. Se Scappa - Get Out, altra produzione Blumhouse, ci aveva aperto gli occhi sulla percezione della questione razziale, La prima notte del giudizio aumenta il carico, svolgendo il suo sporco lavoro con generose dosi di piombo.
Nel 2018, con l'idea di abbassare il tasso di criminalità per il resto dell'anno, i Nuovi Padri Fondatori d'America decidono di mettere alla prova una teoria sociologica, lasciando l'aggressività libera di scaricarsi per una notte in una comunità isolata. Ma quando la violenza degli oppressori si scontra con la rabbia degli emarginati, il contagio esplode oltre i confini della comunità e rischia di incendiare la Nazione.
Ho incontrato Gerard McMurray e siamo subito diventati una coppia artistica perfetta. La sceneggiatura è mia ed è un film al novanta percento con un cast nero. Ho temuto di non essere adatto per la mia prospettiva di bianco italoamericano, ma credo che questa sia una storia universale. Inoltre mi sono informato molto e ho lavorato duro per entrare in una prospettiva diversa dalla mia.
James DeMonaco
Lo sceneggiatore e regista di tutti i precedenti capitoli, James DeMonaco, ha scritto anche questo prequel che sarà però diretto da Gerard McMurray, un autore nero come gran parte del cast, che ha vissuto in prima persona l'esperienza di Katrina a New Orleans. Il modo in cui le forze governative hanno trattato le persone del nono distretto della città ha per altro influenzato lo stesso DeMonaco nella scrittura del primo La notte del giudizio.
Ancora una volta coinvolti come produttori della serie Jason Blum, vero e proprio patrono del cinema di genere a basso costo americano, e Michael Bay. La svolta black della serie con questo prequel non deve per altro stupire, visto che proprio Blum è dietro a Scappa - Get Out, il film che prima di Black Panther, ha indicato come tirasse una nuova aria al box office americano.
Per McMurray si tratta dell'opera seconda dopo Burning Sands: il codice del silenzio, esordio presentato al Sundance Film Festival 2017 e dedicato all'omertà e ai brutali riti di iniziazione tra le confraternite dei college americani. McMurray può vantare inoltre una partecipazione come producer a Prossima fermata Fruitvale Station di Ryan Coogler con Michael B. Jordan, cosa che lo include nella new wave black del cinema Usa.
Ambientato a Staten Island, dov'è cresciuto DeMonaco, The First Purge spiega come siano nate le "notti del giudizio" al centro degli altri film. Lo sceneggiatore racconta qual è stato il problema principale da risolvere: «La gente di Staten Island può facilmente andarsene a Brooklyn per la serata, quindi ho deciso che gli organizzatori avrebbero dovuto offrire denaro alle fasce più povere della comunità perché restassero nella comunità. Si tratta insomma una monetizzazione dell'omicidio e della violenza, si incentiva la gente a uccidere e si fa in modo che ci siano persone intorno che possano fare da vittime. È un'idea del tutto grottesca e purtroppo molto attuale considerato il clima dell'attuale amministrazione americana».
Visto che il personaggio di Frank Grillo, al centro del secondo e del terzo capitolo, è ancora di là da venire, serviva un nuovo protagonista: William, interpretato da Y'lan Noel, vagamente noto solo per un ruolo ricorrente nella comedy Insecure. Il suo personaggio, secondo DeMonaco, è un anti-eroe ispirato al Clint Eastwood di Gli spietati ed è al centro della storia più di quanto accaduto con i protagonisti dei capitoli precedenti. Al film partecipano inoltre il premio Oscar Marisa Tomei e Patch Darragh, recentemente fattosi notare come il preside in Everything Sucks! Su Netflix.
Riguardo all'elemento politico di The First Purge DeMonaco dice di sentirsi come i registi degli anni 40 e 50 che dovevano fare western e film di guerra per contratto, ma cercavano di usarli per veicolare comunque contenuti di attualità. Allo stesso modo i film della serie La notte del giudizio vogliono essere divertenti e ben iscritti all'interno del genere, ma comunque portatori «di un discorso su quello che sta succedendo nella americana, per chi voglia vederlo».
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(Attenzione contiene spoiler) L’idea che un periodo di 12 ore di impunità assoluta durante il quale è possibile commettere qualunque reato, anche il più efferato, possa rappresentare una valvola di “sfogo” positiva con benefici influssi sul tasso di criminalità, sembra già a prima vista una cavolata, nonostante le presunti giustificazioni [...] Vai alla recensione »
Quarto film della serie,e prequel dei primi 2.Diretto da un regista nero(con DeMonaco alla sceneggiatura)che decide per il quasi esclusivo all black .Le tematiche sono strarisapute,dalla ghettizzazione all'usurpazione,ai soprusi politici al gioco della sopravvivenza nel tutti contro tutti.E i personaggi più sterotipati che mai(saluti da ghetto,movenze da rapper,dialoghi sboccati come se [...] Vai alla recensione »
"THe Fist Purge"di Gerard Mc Murray(2018), certo preconizza(?) tempi apocalittici, ma d'altro canto sembra riferirsi, machiavellianamente: al netto delle rerprimende religiose e morali, la sovrappopolazione è un problema, che può essere controllato e limitato non solo con le classiche misure anticoncezionali(che però incontrano limitazioni forti da parte, almeno [...] Vai alla recensione »
"E ora?" chiede alla fine la vivace morettina dalle treccine attorcigliate. "Si combatte" promette l'astuto e palestrato eroe, sempre imbracciando l'arma con cui ha steso un bel po' degli scherani mandati dalla Casa Bianca. Dalla parlata, slavi: una variante nella connotazione del male assoluto. Sembra che James DeMonaco nella sua quadrilogia ce l'abbia col pittoresco [...] Vai alla recensione »
Ho visto gli altri film della saga con l'occhio da spettatore neutro, mi spiego meglio, negli States questi film dovrebbero far riflettere il pubblico sul messaggio : una iperbole di quello che realmente è la società statunitense, ingiustizia sociale , razzismo, politica allo sbando, una crisi economica pronta ad esplodere da un momento all'altro, tremendamente più [...] Vai alla recensione »
se qualcuno non ha visto ancora il film consiglierei di astenersi dal continuare leggere. come avevo già detto per il precedente questo film è un robusto film d'azione che consiglio a chi piace il genere. sbavate per banlieu 13 e per die hard e fantasmi da marte? andate vedere questo film che copia a mani basse dai film di carpenter .
La prima notte del giudizio, sulla carta, si mostrava come un capitolo interessante, ricercare nelle motivazioni morali, sociali e politiche gli step che hanno portato all’approvazione di questo decreto, senza evitare di cadere nella trappola del sequel sempre più grosso, pomposo e insipido. Questo aspetto resta abbastanza reticente e ci viene, invece, presentato il programma già [...] Vai alla recensione »
L'Attesa e la curiosità per questo Prequel si trasforma col trascorrere dei minuti in qualcosa di già visto e che porta ad un finale poco valido che non tiene testa ai precedenti capitoli dedicati alla Notte del giudizio. Il finale diventa una vera e propria guerriglia che chiarisce ben poco sulle origini dello sfogo, se non una semplice ma infame diavoleria politica fine a se stessa. [...] Vai alla recensione »
Film spettacolare all’altezza dei predecessori, realizzato con meticolosità e recitato alla perfezione, consiglio a tutti non ve ne pentirete!
Al fine di abbassare il tasso di criminalità i Nuovi Padri Fondatori d’America concedono una notte di aggressioni presso una comunità isolata. L’origine dello sfogo annuale tra disagio sociale e violenza urbana, l’ordinaria corsa alla sopravvivenza diviene un intreccio di retorica, carneficina e critica politica.
Lo statement è esplicito, come il nesso con l'America di Trump (e non solo con quella). E non è ovviamente un caso se negli Stati Uniti La prima notte del giudizio (The Fist Purge), quarto capitolo e prequel del-a saga firmata Blumhouse, raggiunge le sale il 4 luglio, durante i festeggiamenti dell'Independence Day. Quello che vediamo è un Paese in ginocchio: disoccupazione alle stelle, crisi economica [...] Vai alla recensione »
Missione compiuta. "We made this country great", strilla il trailer della serie "The Purge" futura tappa della saga iniziata nel 2013 con il film di James DeMonaco "La notte del giudizio". "Purge" sta per pulizia, sacrificio, espiazione - stessa radice di purgatorio. I Nuovi Padri Fondatori d'America hanno abolito il 4 luglio e la festa del Ringraziamento istituendo la ricorrenza chiamata nel titolo [...] Vai alla recensione »
I Padri fondatori del caso non sono John Adams o Thomas Jefferson, ma un truce partito di ultradestra che istituisce il giorno dello Sfogo per consentire ogni eccesso e placare la sete di sangue del popolo alle prese con criminalità, crisi economica e miseria. Dal cocktail esce un'indigestione di violenza gratuita con annessa immotivata allusione a Trump.