63esima edizione del Festival dei Popoli, il programma dei 73 film. Firenze - 5/13 novembre 2022. Le recensioni, trame, listini, poster e trailer, ordinabili per:
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Un doc che riesce a portare nella realtà dell'isola-carcere di Gorgona con la giusta discrezione e il necessario equilibrio. Documentario, Italia, USA2022. Durata 91 Minuti.
Un sguardo sull'isola-carcere della Gorgona, unico esempio europeo di questo tipo di penitenziario. Espandi ▽
Sull'isola di Gorgona, che si trova a 19 miglia dalle coste della Toscana, c'è un penitenziario del tutto particolare che è concepito come una colonia agricola dove i detenuti svolgono diverse attività come quella, per esempio, di coltivare l'orto, fare il pane oppure occuparsi del bestiame. Sul posto non c'è praticamente nulla. L'unica residente è Luisa Citti, discendente di una delle famiglie che hanno vissuto nel luogo dall'Ottocento. Nella casa di reclusione c'è il direttore Carlo Mazzerbo che dialoga con i detenuti. A Gorgona non possono essere ammessi chi fa parte della criminalità organizzata né chi ha problemi di tossicodipendenza.
Sembra un film fermo nel tempo. Gorgona però non è, soltanto, né un documentario carcerario, né sul luogo. Emergono piuttosto le persone che si trovano lì. I volti, le attività quotidiane già raccontano molto della loro storia, integrata poi dai racconti davanti la telecamera.
Premiato come miglior documentario al 63°Festival dei Popoli, Gorgona porta dentro la realtà dell'isola-carcere con la giusta discrezione, il necessario equilibrio. Il documentario, il cinema, sono però soltanto un passaggio temporaneo. Ciò che sembra contare, per Tibaldi, è mostrare un'esperienza che resterà per sempre. Recensione ❯
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Guzman racconta le proteste di piazza del 2019 in Cile attraverso lo sguardo delle donne. Documentario, Cile2022. Durata 83 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
La storia recente del Cile che portato alla riscrittura della costituzione. Espandi ▽
Nell’ottobre del 2019 qualcosa di enorme accade di nuovo in Cile, dopo tanti anni. Un movimento di massa nuovo, apartitico e senza leader di sorta, porta in piazza un milione e mezzo di persone. Giovani, soprattutto, ma non solo. Domandano rispetto dei diritti umani, sostegno dallo stato, in una parola democrazia. È la seconda rivoluzione cilena e, per il regista, la realizzazione inaspettata di un desiderio profondo. Per raccontare gli eventi dell’autunno del 2019 a Santiago, e ciò a cui hanno portato, c’erano tanti modi possibili e tante, tantissime immagini a disposizione. Patricio Guzmán decide di leggerli da una prospettiva ben precisa, quella femminile. Attraverso le loro narrazioni, il regista pone la questione delle donne a monte e a valle di tutto ciò che è avvenuto e sta avvenendo, suggerendo che la condizione di povertà ed urgente necessità delle madri in Cile sia stata tra le micce più incendiarie della protesta popolare, a tutti i livelli sociali, dalle università alle baraccopoli, che la loro rabbia abbia motivato e raccolto le tante anime del movimento, e che non ci sia un destinatario più urgente e centrale delle donne, nello scacchiere sociale, cui il nuovo corso politico dovrà guardare e rispondere. Recensione ❯
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Un originale e spiazzante giro per il mondo attraverso la spazzatura e i metodi in cui viene smaltita o riutilizzata. Documentario, Austria2022. Durata 100 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un film sui rifiuti in aree remote e sulle persone che cercano di ripulire: un lavoro simile al sisifo dei netturbini e dei gestori dei rifiuti in tutto il mondo. Espandi ▽
L’accumulo e lo smaltimento dei rifiuti sono al centro di un documentario che mostra come viene affrontato (o trascurato) il problema e quale sia il suo impatto ambientale, in varie zone del mondo. Il tema viene indagato saltando da un continente all’altro, e passando per aree remote e diversissime tra loro: dalle vette innevate della Svizzera alle coste della Grecia e dell’Albania, dal Nepal alle Maldive, fino al Nevada. Le immagini della spazzatura che contamina il paesaggio naturale, invadendo le montagne, le spiagge, fino alla profondità degli oceani, si accompagnano alle riprese delle azioni di chi tenta di occuparsi della gestione dei rifiuti nelle varie realtà locali. Geyrhalter esplora il tema dello smaltimento dei rifiuti senza intenti didattici, ma affidandosi ad una fotografia suggestiva e al potere delle immagini). Il suo intento non è dimostrare ma semplicemente mostrare, e in questo risiede il limite ma anche il fascino di un documentario che parla quasi solo per immagini e adotta vari registri, dall’iperrealistico al visionario, sfiorando anche il grottesco e la fantascienza. Recensione ❯
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Un ritratto toccante delle battaglie di una generazione. E uno sguardo originale su Firenze. Documentario, Italia2022. Durata 80 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
La storia di come è nato il quartiere Isolotto di Firenze. Espandi ▽
Con filmati d'epoca e attraverso il ricordo di molti testimoni, Federico Micali racconta la storia singolare del quartiere dell'Isolotto, a Firenze. Dove un prete coraggioso si schierò con decisione dalla parte del "popolo", degli operai che lottavano per il loro posto di lavoro, e arrivò ad offrire loro gli spazi della chiesa per le riunioni sindacali. Mentre lui portava la Messa all'aperto, in piazza. Un esperimento rivoluzionario di una Chiesa locale più autenticamente cristiana, con lo sguardo rivolto agli ultimi, in aperta disobbedienza alle gerarchie ecclesiastiche.
Federico Micali sa raccontare i movimenti,i pensieri, i respiri di una comunità. Il suo cinema è attratto da ciò che è "collettivo", dai fili invisibili che uniscono le persone.
Stavolta racconta la sintonia di un quartiere operaio e di un prete anticonformista, che pagherà caro il suo schierarsi con gli ultimi. Ne emerge un ritratto toccante delle speranze e delle battaglie di una generazione che credeva di poter cambiare il mondo. Uno sguardo originale su Firenze: una Firenze lontana anni luce da quella delle "camere con vista" a cui il cinema ci ha abituato. Recensione ❯
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Un'autofiction rigorosa che riscrive e rimette a fuoco un decennio di conquiste sociali supersoniche. E altrettante contraddizioni. Documentario, Drammatico - 2022. Durata 61 Minuti.
La scrittrice francese Annie Ernaux, Premio Nobel 2022 per la Letteratura, ci apre il baule dei ricordi, tirando fuori video amatoriali girati tra il 1972 e il 1981. Espandi ▽
Nel 1972 Annie Ernaux e suo marito Philippe, rispettivamente insegnante (non ancora scrittrice) e segretario comunale, vivono ad Annecy. Quando acquistano una cinepresa Super 8, tra le novità tecnologiche portatili di quegli anni, a filmare è quasi sempre Philippe. Dopo la separazione tra i due, nei primi anni '80, quelle immagini rimangono a lungo non viste, finché non vengono riportate alla luce dal figlio David. Si tratta di istantanee di vita familiare, ricorrenze, escursioni all'aperto e di alcuni viaggi compiuti dai quattro tra il 1972 e il 1981. Il figlio David (1968) ne immagina un nuovo assemblaggio, se pure osservando l'ordine cronologico e propone alla madre di apporre ad esse un commento critico, antidescrittivo, da incidere con la propria voce narrante.
Una nuova narrazione, con l'occhio dell'autrice riconosciuta, che ha il lusso e l'onere di potersi riguardare con la distanza non solo temporale ma emotiva con cui scrive i propri libri.
Una autofiction rigorosa, quasi un documentario naturalista, scientifico, non privo di punti di tensione, che sul piano della colonna audio non lascia spazio a facili commozioni - moderati gli interventi sonori e rumoristici sulle immagini altrimenti mute (ma la playlist di riferimento è nominata, a favore di chi vuole recuperarla). Recensione ❯
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I Dardenne raccontano una fratellanza apparentemente impossibile, semplificando lo stile ma senza rinunciare al loro umanesimo integrale. Drammatico, Francia2022. Durata 80 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un ragazzo e una ragazza si trovano in Belgio dopo esser scappati dall'Africa. Espandi ▽
I fratelli Dardenne raccontano una fratellanza apparentemente impossibile perché non dettata dal sangue ma dalla vicinanza affettiva e dal comune bisogno. La domanda che sorge spontanea ècome mai il loro linguaggio filmico si sia apparentemente semplificato mentre il loro umanesimo integrale non abbia arretrato di un millimetro. Una delle risposte potrebbe risiedere nel desiderio dell'arrivare al più ampio pubblico possibile con vicende che traggono la loro ispirazione dalla realtà e che, come in questo specifico caso, non hanno bisogno di nomi di richiamo ma debbono trovare la loro verità proprio in un casting il più anonimo (per lo star system) possibile. In questi tempi di pandemia e di guerra le vite dei migranti sono passate in secondo piano anche per molti di quelli che prima ne sostenevano le ragioni. I Dardenne tornano a ricordarci che quelle vite ci riguardano. Recensione ❯
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Il sogno di Genova 2001 è ancora vivo, perché presenti sono ancora i temi e i problemi di quei giorni. Espandi ▽
Serve un tempo di sedimentazione, è necessario prima dimenticare per poter ricordare e cercare di rimettere in fila, superare le tappe di un trauma. Anche se il quadro non si ricomporrà, se le immagini che riemergeranno non daranno mai pace né troveranno armonia. Con buona sintesi di montaggio, una distanza pudica e grande rispetto per il dolore, è questa l'idea che ad ogni inquadratura ci ricorda il film di Collizzolli e Gaglianone.
È un documento naturalmente scioccante ma che la distanza temporale dai fatti consegna con generosa fiducia a chi ai tempi del Social Forum non era ancora nato: il film si apre infatti con un confronto con giovani invitati a riflettere sul senso di quel movimento. Se le didascalie finali ci ricordano la prescrizione per i colpevoli del processo di Bolzaneto, iniziato nel 2005, piace tenere in mente, per la tensione ideale che nonostante tutto trasmette, la citazione da Eraclito che apre il film: "Chi non spera l'insperabile non lo scoprirà, poiché è introvabile e ad esso non apre nessuna porta". Recensione ❯
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Un documentario sul ruolo dell'acqua nella formazione del modus vivendi delle popolazioni del mondo. Espandi ▽
La documentarista Jennifer Baichwal, che aveva già collaborato nel 2006 con il fotografo Edward Burtynsky per un documentario sull'impatto dell'industrializzazione sull'ecosistema torna nel 2013 a testimoniare con immagini in movimento il processo che porta alla pubblicazione di un libro ricco di foto dal titolo "Water". Si tratta di un film che mostra come l'elemento fondamentale per l'esistenza dell'essere umano sia stato da questi utilizzato ma anche sprecato. Dopo l'impatto considerevole che un documentario come Antropocene ha avuto su coloro che hanno avuto l'opportunità di vederlo è importante che la distribuzione nel nostro Paese proponga questo lavoro del 2013 che, purtroppo, non è per nulla invecchiato e che si presenta come un monito che ha bisogno di essere reiterato sperando che qualcuno lo ascolti ed intervenga.
Le immagini che aprono il film forniscono la chiave di lettura di ciò che seguirà. Alle insistite riprese di vortici d'acqua di altezza considerevole vengono brutalmente (e per questo ancor più significativamente) contrapposte le immagini di una vasta area inaridita che un tempo, come ci viene descritto da una donna nativa le cui rughe sul volto sembrano riprodurre le fratture del terreno, era il letto di un fiume. Recensione ❯
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Immagini spettacolari dal forte impatto visivo in un documentario sviluppato in maniera organica e complessa. Documentario, Canada2018. Durata 87 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un viaggio alla scoperta di come l'uomo abbia cambiato la natura. Espandi ▽
Dopo Manufactured Landscapes e Watermark, Anthropocene è il completamento di una trilogia di documentari sull'impatto delle attività umane sul nostro pianeta. Un viaggio in sei continenti, narrato dalla voce di Alicia Vikander, per accostare i diversi modi in cui l'uomo sta sfruttando le risorse terrestri e modificando la Terra, più di quanto facciano i fenomeni naturali. Un film con una tesi non nuova, ma sviluppata in maniera organica e complessa con immagini spettacolari, dal forte impatto visivo, e suono che sottolinea ed enfatizza.
L'uomo ha superato i limiti e questo assunto emerge da ogni immagine filmata in 43 luoghi di 20 diversi Paesi. Ma il film si fa apprezzare per il tono, che non è di denuncia, ma finalizzato a creare consapevolezza. Recensione ❯
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Un linguaggio impudente e coraggioso per raccontare l'infanzia incompresa. Drammatico, Belgio, Francia, Italia2011. Durata 87 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Il film dei fratelli Dardenne partecipa al Festival di Cannes 2011 in Concorso. Espandi ▽
Cyril ha dodici anni, una bicicletta e un padre insensibile che non lo vuole più. 'Parcheggiato' in un centro di accoglienza per l'infanzia e affidato alle cure dei suoi assistenti, Cyril non ci sta e ostinato ingaggia una battaglia personale contro il mondo e contro quel genitore immaturo che ha provato 'a darlo via' insieme alla sua bicicletta. Durante l'ennesima fuga incontra e 'sceglie' per sé Samantha, una parrucchiera dolce e sensibile che accetta di occuparsi di lui nel fine settimana. Recensione ❯
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Lorna è una giovane immigrata albanese a Liegi che, per ottenere la cittadinanza, si mette nelle mani di un malavitoso. Espandi ▽
Lorna è una ragazza albanese che, pur di realizzare i suoi sogni e vivere in Belgio, si adatta a sposare un giovane drogato. La sua è una decisione consapevole e cinica perché lei spera che, una volta morto suo marito per un'overdose, lei possa essere finalmente libera di fare ció che desidera. Ma il suo giovane marito, invece, vuole continuare a vivere... Recensione ❯
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I Dardenne tornano, con il loro stile inconfondibile, a raccontare gli "ultimi" della società con un occhio di riguardo per i più giovani. Drammatico, Francia, Belgio2005. Durata 95 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +16
La storia di un padre, Bruno, e di come egli scopra l'amore grazie a Sonia e al loro bambino. Palma d'Oro a Cannes 2005. Espandi ▽
Bruno, vent'anni, e Sonia, diciotto. Dalla loro relazione nasce un bambino, Jimmy, che Bruno riconosce. Ma Bruno vive di furti che compie con la collaborazione di un ragazzino. Bruno crede di amare Sonia ma è privo di sentimenti paterni. Approfittando di un'ora in cui Jimmy è affidato a lui, va a venderlo. Questa storia è nata, affermano i Dardenne, un giorno durante le riprese de Il figlio: "Al mattino, al pomeriggio, la sera, abbiamo visto passare e ripassare una ragazza che spingeva una carrozzina con un neonato dentro. Non sembrava avere una meta. Si limitava a camminare spingendo la carrozzina. Recensione ❯
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L'esordio al cinema di finzione dei Dardenne: un film non 'umanitario' ma semplicemente umano. Drammatico, Belgio1996. Durata 93 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +16
Nel Belgio dei nostri giorni, Igor, un giovane che lavora con il padre in una piccola ditta di costruzioni, assiste a un incidente mortale capitato a ... Espandi ▽
Nel Belgio dei nostri giorni, Igor, un giovane che lavora con il padre in una piccola ditta di costruzioni, assiste a un incidente mortale capitato a un immigrato extracomunitario in un cantiere. Il padre di Igor, sfruttatore di mano d'opera clandestina, tenta di mettere a tacere l'accaduto, suscitando però nel figlio un sentimento di ribellione per la disumanità con la quale vengono trattati i lavoratori clandestini. Recensione ❯
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Il film dei fratelli Dardenne più distante dai canoni di fruizione abituale, una richiesta allo spettatore di partecipazione. Drammatico, Francia1999. Durata 91 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +16
Periferia di Bruxelles. Rosetta vive con la madre in una bidonville. La madre è alcolizzata e si prostituisce per una bottiglia. Espandi ▽
Periferia di Bruxelles. Rosetta vive con la madre in una bidonville. La madre è alcolizzata e si prostituisce per una bottiglia. Rosetta è il capofamiglia, lavora ma viene licenziata, si arrabatta fra mille espedienti, vende vecchi abiti, pesca in una riserva. Ha dolori insopportabili alla pancia (si scalda col fono) e corre, corre sempre. C'è un ragazzo che l'aiuta, la fa anche lavorare (in nero), ma lei fa la spia e lo fa licenziare per rubargli il lavoro. E corre. Viene di nuovo licenziata. La madre è andata a farsi disintossicare, torna e ricade. E Rosetta è ancora d'accapo, sola, nella bidonville. Recensione ❯
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Un film che narra la storia di Olivier, un maestro falegname, che addestra alla professione giovani disadattati di in programma di riabilitazione Espandi ▽
Luca Dardenne, il regista di Rosetta vincitore a Cannes nel 1999) torna con un film che narra la storia di Olivier, un maestro falegname, che addestra alla professione giovani disadattati di in programma di riabilitazione e che adesso accoglie un giovane appena uscito al carcere minorile. Il giovane ha ucciso un bambino durante un furto, il bambino è il figlio di Oliver. Verso il ragazzo, che non sa chi sia Olivier, l'uomo alterna momenti di risentimento con altri di desiderio di capire sempre combattuto tra un impulso di vendetta e uno di pietà. Il drammatico chiarimento finale sfocerà in un perdono sincero e in un ravvedimento che nessuna istituzione repressiva e riabilitativa avrebbe potuto ottenere. Recensione ❯
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