Titolo originale | Tori et Lokita |
Anno | 2022 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Francia |
Durata | 80 minuti |
Regia di | Luc Dardenne, Jean-Pierre Dardenne |
Attori | Mbundu Joely, Pablo Schils, Alban Ukaj, Tijmen Govaerts, Nadège Ouedraogo Marc Zinga, Claire Bodson, Baptiste Sornin, Charlotte De Bruyne. |
Uscita | giovedì 24 novembre 2022 |
Tag | Da vedere 2022 |
Distribuzione | Lucky Red |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,26 su 35 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 23 novembre 2022
Un ragazzo e una ragazza si trovano in Belgio dopo esser scappati dall'Africa. Il film è stato premiato al Festival di Cannes, In Italia al Box Office Tori e Lokita ha incassato 97,7 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Lokita è una ragazza che, nell'arrivo in Europa, ha incontrato un bambino, Tori. I due sono diventati di fatto, pur provenendo l'una dal Camerun e l'altro dal Benin, fratello e sorella. Per la legge del Belgio però devono poterlo dimostrare e, non riuscendovi, il lato peggiore della vita è in loro attesa.
I fratelli Dardenne raccontano una fratellanza apparentemente impossibile perché non dettata dal sangue ma dalla vicinanza affettiva e dal comune bisogno.
Dinanzi al cinema dei Dardenne, da qualche film a questa parte, si verifica quella che si potrebbe definire una divaricazione. Chi ricorda le loro opere cinefilicamente 'dure e pure' oggi sembra fare fatica a riconoscerli e ad apprezzarli. Li trova quasi normalizzati non facendo lo sforzo (o non volendolo fare) di chiedersi perché il loro stile non sia più quello di Rosetta o di Il figlio.
C'è poi chi invece, come è accaduto per la prima di Cannes 75, li fischia perché li ritiene troppo di sinistra e 'di parte'. Sarebbe invece utile chiedersi perché il loro linguaggio filmico si sia apparentemente semplificato mentre il loro umanesimo integrale non abbia arretrato di un millimetro. Una delle risposte potrebbe risiedere nel desiderio dell'arrivare al più ampio pubblico possibile con vicende che traggono la loro ispirazione dalla realtà e che, come in questo specifico caso, non hanno bisogno di nomi di richiamo ma debbono trovare la loro verità proprio in un casting il più anonimo (per lo star system) possibile.
Allora la vicenda di questa sorella e fratello divenuti tali su un barcone o in un centro di prima accoglienza ma non autorizzati ad esserlo da un sistema che pretende di tutelarsi quando invece crea disadattamento e microcriminalità, diventa reale anche quando sembra che la sceneggiatura, a un certo punto, giri a vuoto.
Perché non è la pagina scritta e poi portata sullo schermo a non trovare la giusta dimensione. È la vita dei due protagonisti che non riesce ad uscire da uno schema privo di senso che la società ha costruito per loro. Lokita un altro fratello ce l'ha davvero e deve piegarsi a ciò che l'evoluta Europa le chiede per aiutarlo negli studi. Tori a tratti diviene il suo fratello maggiore ed entrambi trovano nel canto quella condivisione che altri cercano di vanificare.
"Alla fiera dell'Est" diventa così l'emblema di una catena di punizioni apparentemente ineluttabili che potrebbe essere spezzata solo che lo si volesse davvero. Ma lo si vuole veramente? In questi tempi di pandemia e di guerra le vite dei migranti sono passate in secondo piano anche per molti di quelli che prima ne sostenevano le ragioni. I Dardenne tornano a ricordarci che quelle vite ci riguardano.
TORI E LOKITA disponibile in DVD o BluRay |
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Jean-Pierre e Luc Dardenne, due volte premiati con la Palma d'oro a Cannes per il miglior film (“Rosetta” e “L'Enfant”), portano al cinema il loro dodicesimo lungometraggio di fiction, “Tori e Lokita”. Dopo una carriera in cui hanno alternato parecchi documentari con opere a soggetto, i fratelli Dardenne tornano a raffigurare nuovamente, e con coerenza stilistica [...] Vai alla recensione »
Nel complesso "Tori e Lokita" è, a parer mio, da considerarsi più come docufilm che una posa cinematografica. Realizzato in modo crudo e schietto, fa comprendere realmente le enormi difficoltà dei protagonisti nell'affrontare le avversità che gli si pongono davanti all'arrivo in Europa. Un dramma che conclude con sapore amaro, così com'è amara la realtà che circonda chi vive queste esperienze.
Migliaia di ragazzini africani attraversano ogni anno da soli il Mediterraneo a bordo di barconi. Solitamente le loro vite diventano soltanto freddi numeri per statistiche alle quali ci siamo assuefatti. I fratelli belgi Luc e JeanPierre Dardenne danno nome a due di loro e li mettono nel titolo del loro dodicesimo lungometraggio, «Tori e Lokita», vincitore del Premio speciale del 75° anniversario [...] Vai alla recensione »
Tori e Lokita, lui un bambino lei qualche anno di più, sono legati come fratello e sorella, affermano di essere fratello e sorella, ma non è vero. Si sono incontrati sul barcone nel Mediterraneo, sono transitati per la Sicilia dove hanno imparato Alla fiera dell'est col topolino e tutto, e ora vivono in Belgio, fanno il karaoke in un ristorante, lui ha i documenti e va a scuola, lei non è in regola [...] Vai alla recensione »
C'è fratellanza tra Lokita, premurosa sedicenne, e Tori, bambino già uomo per necessità di sopravvivenza. È un legame profondo che diventa scudo nella quotidiana battaglia per resistere all'infanzia negata e riverbera come sentimento cardine per indicare, all'umanità intera, una via di salvezza dalla morsa dell'indifferenza. Tori e Lokita cantano «Alla Fiera dell'Est», presagio d'una catena d'eventi [...] Vai alla recensione »
È netto e doloroso come una freccia che ci colga in petto, Tori e Lokita (Tori et Lokita, Belgio e Francia, 2022, 88'). Nelle immagini di Jean-Pierre e Luc Dardenne non c'è niente di più di quanto serva, e niente di meno. Pochi film sono così puliti, così essenziali, e allo stesso tempo così colmi di condivisione morale, di simpatia tenera per i personaggi.
I soliti fratelli Dardenne, implacabili a caccia di ingiustizie, bambini venduti, migranti maltrattati, ragazzine che mangiano terra, licenziande disperate che tentato di convincere gli altri lavoratori a ridursi la paga per solidarietà. Una volta Ken Loach si è concesso un film più leggero e con un lieto fine, "La parte degli angeli": un ragazzo-padre uscito dal riformatorio che diventa assaggiatore [...] Vai alla recensione »
Tori e Lokita sono due giovani dell'Africa subsahariana che hanno viaggiato fino in Belgio per cercare una vita migliore. Tuttavia, la realtà in cui sono calati ora è colma di insidie e i due dovranno far fronte a innumerevoli prove per sopravvivere. Sempre riconoscibili per merito di uno stile di regia al contempo secco e incisivo, i fratelli Dardenne firmano un nuovo tassello del variegato mosaico [...] Vai alla recensione »
Cantano «Alla fiera dell'Est», la canzone più famosa di Angelo Branduardi («ce l'hanno insegnata in Sicilia»), Tori e Lokita, lui poco più che un bimbo e lei una ragazza appena, i protagonisti che danno il titolo al nuovo film dei fratelli Dardenne - appena passato anche al Parma Film Festival - che porta sullo schermo il dramma degli immigrati, dopo averlo già sfiorato ne «La ragazza senza nome». Vai alla recensione »
Il nuovo film dei Dardenne riprende una formula già sperimentata dai fratelli belgi: bambini, caparbietà, una missione da compiere, realtà minacciose. Arrivati in Belgio dopo aver attraversato il Mediterraneo, Tori e Lokita si presentano come fratello e sorella. Ma le autorità mettono in dubbio questo legame dal primo momento e Lokita deve fornire un racconto coerente di come lei e il suo fratellino [...] Vai alla recensione »
Con "Tori e Lokita" Premio Speciale per il 750 anniversario del Festival di Cannes, i mitici fratelli Dardenne (Palma d'oro per "Rosetta" e per "L'enfant Una storia d'amore") raffigurano ancora una volta il reale e le difficoltà degli emarginati attraverso una storia di sentimenti, in questo caso tra una ragazza adolescente e un bambino fuggiti dall'Africa e arrivati in Belgio.
Una fratellanza nata su un barcone di migranti. Lokita è una ragazza, Tori un bambino. Non hanno un legame di sangue ma qualcosa di più forte che li ha uniti: la disperazione e la voglia di riscatto ora che hanno trovato riparo in Belgio. Qui sono costretti a spacciare droga per ripagare i trafficanti che li hanno portati in Europa e inviare un po' di denaro alla vera famiglia di Lokita che, intanto, [...] Vai alla recensione »
Lei viene dal Camerun, lui dal Benin. Si amano ma non sono fidanzati. È diversa la forma di questo amore e si chiama amicizia. Nasce su un barcone in un atto della trama che non interessa perché Tori e Lokita non è la solita storia di emigrazione che, vista dalla prospettiva opposta, diventa immigrazione. È il racconto di un'amicizia che va oltre l'età.
Vengono da due diversi Paesi africani Lokita, adolescente di una quindicina d'anni, e Tori, un bambino di dieci. Però, in un centro belga per minori stranieri non accompagnati, si fingono fratello e sorella. Mentre Tori ha ottenuto i documenti che ne regolarizzano la posizione, la ragazza conduce una vita da clandestina, che la costringe ad accettare lavoretti rischiosi e ad avere contatti con la malavita [...] Vai alla recensione »
Vent'anni di video militanti e di documentari sociali e altri venti, da La promesse (1996) a L'età giovane (2020), di lungometraggi sociali&militanti in un linguaggio asciutto e nervoso che combina Bresson e Ken Loach. I Dardenne hanno imposto allo sguardo borghese soddisfatto la crudeltà dell'emarginazione, un cinema «estremo, radicale, sulla dignità e sull'efferato cinismo legale del mondo di oggi, [...] Vai alla recensione »
Alla luce di un'emergenza migratoria che i sovranisti sventolano a mo' di spauracchio approfittando dell'incapacità dell'Europa di trovare un accordo su come gestire i flussi sulle frontiere esterne, Tori e Lokita è un film più che mai necessario. E non solo in questione della sua tematica: a contare è il modo con cui questo piccolo gioiello a firma dei fratelli Dardenne l'affronta, raccontando l'odissea [...] Vai alla recensione »
Tori e Lokita, che danno il titolo al nuovo film di Jean Pierre e Luc Dardenne, si considerano fratello e sorella, si amano, si sostengono, cercano di stare vicini, di affrontare insieme la sfida difficile di crescere senza genitori in un paese straniero. Si sono incontrati da qualche parte lungo le rotte seguite dai migranti provenienti dall'Africa e il loro sodalizio è solidissimo, invincibile, ma [...] Vai alla recensione »
Sono convinto, sono estremamente convinto che la semplicità sia una dote somma nell'arte (e non solo lì). Semplicità - si badi bene - non significa semplificazione, semplicismo, banalità, pauperismo d'idee, ecc. bensì qualcos'altro: la meravigliosa capacità di arrivare al nocciolo delle cose (o dei sentimenti) con tocchi di pollice minimi, quasi impercettibili.
L'11enne Tori (un magnetico e insuperabile Pablo Schils) e la 16enne Lokita (Joely Mbundu) vivono in un centro di accoglienza in un quartiere di Podunk vicino a Liegi e Condroz, in Belgio. Si sono conosciuti sul barcone che dall'Africa li ha portati in Europa, prima in Italia e poi al Nord. Hanno deciso di dichiarare di essere fratello e sorella, per restare insieme.
Lokita non si ricorda di come ha riconosciuto Tori all'asilo in cui lui era creduto un bambino-strega, semplicemente sapeva che fosse suo fratello. Ed era disposta a tutto pur di dargli la possibilità di andare a scuola come tutti gli altri bambini e la serenità in un paese completamente straniero che può dare una sorella. In realtà lei sa esattamente che Tori non è il suo vero fratello, ma un bambino [...] Vai alla recensione »
"Squadra che vince non si cambia", sembra questo il motto dei fratelli Jean-Pierre e Luc Dardenne, amatissimi dal Festival di Cannes, due volte Palma d'Oro con Rosetta e L'enfant, Migliore sceneggiatura per Il matrimonio di Lorna, Grand Prix per Il ragazzo con la bicicletta e Miglior regia per L'età giovane. Questo Tori e Lokita, ennesima storia molto realistica delle difficoltà che soffrono gli emarginati [...] Vai alla recensione »
Il titolo è secco, preciso, dritto al punto. Umanista e didascalico. A tesi: due nomi propri, Tori e Lokita, ad appropriarsi di un film il cui obiettivo è dare voce, volto, parola, dignità a due persone invisibili, emarginate, non riconosciute. Due ingranaggi minori e umiliati della macchina capitalistica, due esseri umani non a misura, non abbastanza, per la democrazia e la sua burocrazia.
In questi tempi assuefatti allo sperpero i fratelli Dardenne praticano un'arte rara: quella della concentrazione. Dove altri aggiungerebbero una scena, loro asciugano e comprimono. Dove molti vorrebbero un dialogo, a loro basta uno sguardo. Se la norma prevede una spiegazione, meglio limitarsi a un'allusione. Eppure nei loro film nitidi come cristalli tutto è cosi chiaro e incalzante che non si vorrebbe [...] Vai alla recensione »
Il nuovo film dei fratelli Dardenne è come sempre costruito attorno a una trama che prosegue per tappe, per progressivi passaggi dei personaggi. L'ennesima fiaba, insomma, che nella sua crudezza ed efficacia replica l'efficiente crudeltà del mondo. Tori et Lokita è fatto, come il ti- tolo, dei suoi due protagonisti, e niente di più: un bambino e una ragazza dell'Africa subsahariana, entrambi arrivati [...] Vai alla recensione »
Con i fratelli belgi è come con l'inglese Ken Loach: quando arriva un loro nuovo film, si tende a liquidarli come «I soliti Dardenne», ma non è come dire «Il solito Morandi» davanti a uno dei quadri di vasi del pittore? Tori e Lokita racconta la vicenda di due giovanissimi profughi approdati dal Benin in Belgio. Essendo orfano, il ragazzino Tori ha avuto il permesso di soggiorno; per ottenerlo Lokita [...] Vai alla recensione »
Tori e Lokita sono arrivati in Belgio su un barcone, lasciando il Benin in cerca di un'idea di vita in più. Lei è una giovane donna che potrebbe diventare infermiera; lui è ancora un bambino, costretto a un'esistenza in stridente contrasto con la sua età. Tori e Lokita sono inseparabili ma la legge belga deve indagare: sono davvero fratello e sorella come dicono - a noi non importa, a loro non importa, [...] Vai alla recensione »
I fratelli Dardenne, due Palme d'Oro all'attivo (la prima per Rosetta, la seconda per L'Enfant) tornano in Concorso sulla Croisette con un altro film, Tori e Lokita. Più che "nuovo", infatti, viene ormai da dire "un altro", l'ennesimo, come se i due avessero trovato la formula per realizzare un'opera, l'avessero brevettata e la riproducessero con qualche ingrediente differente ma per ottenere più o [...] Vai alla recensione »
È un cinema di movimento quello dei fratelli Dardenne, o di pedinamento - se volete. Un cinema in cui lo spettatore viene portato per mano precisamente, senza grandi possibilità di deviazione. Un cinema che chiede empatia, prima di tutto. Lo conferma anche il loro ultimo film, Tori e Lokita, che segue le vicende di due giovani immigrati africani accolti in un centro di accoglienza in Belgio e che si [...] Vai alla recensione »
Tornano a Cannes anche i festivalieri Jean-Pierre e Luc Dardenne, la cui carriera è indissolubilmente legata alla Croisette, con due Palme d'Oro, per Rosetta e L'enfant, e vari premi collaterali. Da tempo ormai il mondo marginale degli ultimi, da sempre fulcro del loro cinema, è rappresentato da immigrati, costretti a combattere ogni giorno per un tozzo di pane, in Belgio come in tutti i paesi europei [...] Vai alla recensione »
Lokita è una giovane ragazza, Tori è ancora un bambino. Entrambi provengono dall'Africa subsahariana, arrivati in Belgio. Si fingono fratello e sorella, per farsi coraggio entrambi. Cercano occupazione, ma finiscono nel giro dello spaccio e di malavitosi. Vengono separati, cercano di ribellarsi e la loro vita è sempre in pericolo. I fratelli Dardenne, che qui a Cannes amano da sempre alla follia (anche [...] Vai alla recensione »
I fratelli Jean-Pierre e Luc Dardenne sono ormai frequentatori abituali del Festival di Cannes, in questa 75ma edizione sono tornati in Concorso con un film, Tori and Lokita, che conferma la loro cifra distintiva pulita, drammaticamente significativa e intensa. I due registi belgi portano sul grande schermo una nuova storia tanto dolorosa quanto delicata e ricca di umanità.
Si sono conosciuti in un barcone di migranti, vengono da paesi diversi anche se la loro pelle ha lo stesso colore: fingono di essere fratelli. Il minorenne Tori ha le carte in regola per vivere in un paesino della Vallonia, la poco più che adolescente Lokita lo sarebbe solo se fosse sua sorella. Le difficoltà quotidiane aumentano e spacciare droga non basta per procurarsi falsi documenti.
Visione elettrizzante quella di Tori et Lokita dei Fratelli Dardenne, dramma sociale girato come un action movie mozzafiato (si spara e ci si prende a bastonate). I due ragazzini africani del titolo (lei alta e bellissima, lui piccolo e sgusciante) spacciano, si prostituiscono e custodiscono una serra di marijuana. Li comandano a bacchetta e loro agiscono come disperati automi.
Tori e Lokita sono due ragazzini africani arrivati in Belgio coi trafficanti, si presentano come fratello e sorella, e di fatto lo sono perché il loro è un legame nato nel «viaggio» che li ha portati in Europa durante il quale si sono sempre aiutati e sostenuti per non essere sopraffatti. Ma le leggi e la burocrazia europee funzionano diversa- mente, a questa «fratellanza» - tutta laica, che riguarda [...] Vai alla recensione »
Lokita è inquadrata dietro la nuca mentre dorme. È una delle rare immagini di un pedinamento emotivo prima che fisico. È anche uno dei pochi momenti dove non è in fuga ma invece è ferma. Solo in quel frammento lo sguardo dei Dardenne diventa autenticamente vicino alla protagonista e tralascia per un attimo l'insistita sottolineatura delle sue azioni e quelle di Tori.
I belgi Jean-Pierre, classe 1951, e Luc, classe 1954, ovvero i fratelli Dardenne, sono la crème de la crème di Cannes. Hanno vinto la Palma d'oro con Rosetta nel 1999 e L'Enfant - Una storia d'amore nel 2005, con Il ragazzo con la bicicletta il Grand Prix Speciale della Giuria del 2011 e tanti altri riconoscimenti: insomma, aristocrazia della Croisette.