Titolo originale | Le fils |
Anno | 2002 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Belgio, Francia |
Durata | 103 minuti |
Regia di | Luc Dardenne, Jean-Pierre Dardenne |
Attori | Olivier Gourmet, Morgan Marinne, Isabella Soupart . |
Tag | Da vedere 2002 |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,30 su 8 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 30 ottobre 2014
Un film che narra la storia di Olivier, un maestro falegname, che addestra alla professione giovani disadattati di in programma di riabilitazione Il film è stato premiato al Festival di Cannes,
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CONSIGLIATO SÌ
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Olivier è un falegname che insegna in una scuola di avviamento alle professioni. Da quando suo figlio è stato ucciso da un undicenne e sua moglie lo ha lasciato l'uomo si dedica totalmente al lavoro. Un giorno arriva nella scuola Francis, l'assassino del figlio, scarcerato dopo alcuni anni di detenzione e ora immesso in un percorso di recupero. Olivier, dopo qualche incertezza, chiede di averlo nella sua classe. Lui sa bene chi è mentre il ragazzo ignora di essere di fronte al padre della propria vittima.
Ancora una volta i Dardenne decidono di utilizzare la tecnica del pedinamento che in questa occasione assume il valore simbolico di una ricerca. Olivier, anche se ancora lacerato da un desiderio di vendetta, di fatto sta cercando quel figlio che non ha più proprio in chi glielo ha sottratto e Francis in fondo ha bisogno di un padre. Potrebbe sembrare innaturale e troppo 'cinematografica' la decisione di Olivier di rinunciare a vendicarsi di chi gli ha devastato la vita. Ma i Dardenne ne sono consapevoli e costruiscono (e seguono) il tormento dell'uomo senza forzature. Non è un caso che ci sia un dialogo con la ex moglie (ora incinta di un altro) che gli chiede che senso abbia comportarsi così nei confronti dell'omicida del figlio. La risposta di Olivier non è immediata proprio perché si sta ancora sviluppando un percorso.
La forza del cinema dei due registi belgi sta proprio in questo: nel non offrire mai soluzioni facili e che non provengano dallo sviluppo di un pensiero che finisce col farsi azione. Si osservi con attenzione la sequenza in cui Olivier entra nell'abitazione di Francis di nascosto e si sdraia sul suo letto e ci si chieda quale intenzione nasconda. Si vedrà che quell'intenzione sta al centro di tutto il cinema dei Dardenne: cercare di comprendere (che non significa affatto semplicisticamente 'giustificare') l'altro. La confidenza tra i due si sviluppa per quasi impercettibili passi in avanti dove non c'è qualcuno che vuole educare anche perché l'altro non vuole essere educato.
C'è piuttosto una convergenza sulla messa a disposizione di competenza e passione che finisce con il trasmettersi dall'uno all'altro divenendo poi fisicità in cui può riemergere l'odio ma finisce con il prevalere una possibilità: quella che i Dardenne non negano mai ai loro personaggi senza per questo adagiarsi su facili happy end.
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Film ostico, impegnativo, minimale, fatto di rumori e fisicità in movimento, in cui la vita vissuta è il fare, è l'agire, il produrre, il condividere, ben lontana da ogni speculazione. Film splendido. Un uomo cui è stato ucciso il figlio da un ragazzino undicenne durante un banalissimo furto di un'autoradio si ritrova 5 anni dopo l'assassino nel suo laboratorio [...] Vai alla recensione »
Magnifica pellicola splendidamente essenziale, ennesimo pezzo di bravura dei fratelli Dardenne. Dal soggetto interessante, disvela i suoi cardini con lentezza, invita esplicitamente all'ipotizzare, riversando le risposte con inaudita violenza, improvvise come fendenti alle spalle, dolorose al pari degli eventi tragici di cui tratta. I rumori di fondo, il baccano degli attrezzi da lavoro, si insinuano [...] Vai alla recensione »
A parte la macchina da presa "a spalla" che mi fa venire il mal di testa (l'avesse usata solo a mirate dosi avrei messo cinque stelle), sono rimasto esterrefatto di fronte ad una pellicola così intensa e tagliente su un argomento così delicato e "forte". Non è facile da parte dello spettatore calarsi nella parte, ogni sequenza è un impatto [...] Vai alla recensione »
Olivier insegna falegnameria in una scuola di avviamento al lavoro. L'uomo è segnato da un tragico evento del passato; il figlio è stato assassinato da un ragazzino. Quando l'omicida si presenta in officina, per Olivier sarà il momento della verità. Olivier ha perso tutto e si è attaccato disperatamente al lavoro unica ancora di salvezza per non sprofondare. [...] Vai alla recensione »
Olivier ha una falegnameria che funge anche da centro di rieducazione sociale per ragazzi "difficili". Un giorno arriva Francis, ragazzino di 16 anni, già con un trascorso in carcere per furto e omicidio. Olivier non lo prende con sé e ha un motivo molto valido: il ragazzino uccise proprio suo figlio. Ma poi decide di imparargli il mestiere, sempre con la tentazione di vendicarsi [...] Vai alla recensione »
Quando si parla di film come quelli dei fratelli Dardenne si inciampa spesso su temi quali il cinema indipendente, politica del budget zero per la sceneggiatura,attori sconosciuti tematiche profonde nonostante l'apparente semplicità che sommate danno come risultato l'attacamento morboso che la pellicola vuole avere con la realtà.Realismo allo stato puro.
Quando si parla di film come quelli dei fratelli Dardenne si inciampa spesso su temi quali il cinema indipendente, politica del budget zero per la sceneggiatura,attori sconosciuti e tematiche profonde (nonostante l'apparente semplicità), che sommate danno come risultato un attacamento morboso della pellicola con la realtà.Realismo allo stato puro.TS ( tempo della storia) e TR ( tempo del racconto [...] Vai alla recensione »
"Il figlio", a dispetto del titolo, racconta la storia di un padre tanto disperato quanto generoso. Olivier è il vero homo faber, sia nel lavoro che nei sentimenti. Non condivido lo stile volutamente essenziale dei fratelli Dardenne, che rende la pellicola simile ad un documentario: non mi stancherò mai di dire che secondo me il cinema è anche magia.
La convinzione che lui, l'uomo, sia un pedofilo e i bambini le vittime, è talmente forte che la visione del film incomincia a creare un'atmosfera disturbante. In verità è il contrario: lui, l'uomo, è la vittima; il bambino il carnefice. Nessun film potrà più, a mio avviso, regalare lirismo e protezione ai suoni brutali di una falegnameria, quasi a marcare il dolore chiassoso e sistematico di un padre [...] Vai alla recensione »
Chiedo venia a chi ha attribuito 5 stelle a questo film. Personalmente l'ho trovato di una noia mortale. Mi ha stancata, ma parecchio! Le riprese continue in primissimo piano, francamente non l'ho capite, nè tanto meno l'uso perpetuo della telecamera a mano, che inquadrava il protagonista sempre dal collo. No, non mi è piaciuto affatto questo film.1 stella, non di più
È rarissimo incontrare un film che riunisca, come Il figlio, temi di una densità che sfiora la metafisica con un senso così preciso, così fisico, della concretezza delle cose e dei corpi. Il soggetto, degno di Dostoevskij (il delitto, il castigo, il perdono), è incentrato sul rapporto tra il padre di un bambino morto e il ragazzo che lo ha ucciso. Olivier forma apprendisti carpentieri in un centro [...] Vai alla recensione »
Luc e Jean-Pierre Dardenne sono il cinema ma europeo alla massima espressione serietà e rigore e fondamento. La finzione, con loro, non è mai stata così vera, il cinema, con loro, non è mai stato, da dieci anni a questa parte, così profondamente legato all'etica dello sguardo e al rigore del dramma. Il figlio, l'ultima prova dei registi belgi dopo La promessa e Rosetta, ruota intorno a un doppio pedinamento [...] Vai alla recensione »
È un occhio disorientato, quello che si apre sul film di Jean-Pierre e Luc Dardenne. Fin dalle prime inquadrature, la macchina da presa sta addosso a Olivier (Olivier Gourmet), come se arrivasse a toccarlo. Spesso lo inquadra di schiena, rincorrendolo nella falegnameria dove, sollecito e brusco, segue il lavoro dei suoi ragazzi. Non lo riprende mai a figura intera, e neppure in primo piano.
I protagonisti de Il figlio, film molto bello, civilissimo, dei registi fratelli belgi Dardenne già autori di Rosetta, sono almeno due. Uno è Olivier Gourmet, premiato all´ultimo festival di Cannes come miglior attore. L´altro è la A-Minima, una nuova macchina da presa manovrata a mano della Aaton, che segue nel modo più ravvicinato e mobile l´inquietudine, gli affannati andirivieni di un falegname, [...] Vai alla recensione »
In un istituto per il recupero dei ragazzini usciti dal riformatorio, l'educatore Olivier (Olivier Gourmet) accoglie con inquietudine un nuovo allievo. È Francis (Morgan Marinne), sedicenne pallido e assorto assegnato alla falegnameria. Olivier lo spia, stringe con lui un rapporto di vicinanza, poi parla alla ex moglie (Isabella Soupart) di questo complesso relazione, e tutto diventa drammaticamente [...] Vai alla recensione »
Palma d'oro al miglior attore (Gourmet) a Cannes, è un'implacabile inchiesta comportamentale sul bisogno di vendetta, a partire dalla questione: che cosa fai se ti trovi ad accudire l'assassino di tuo figlio? Cultori del pedinamento sul dorso del personaggio (qualcuno ricorderà Rosetta), i fratelli Dardenne non mollano un istante il carpentiere Olivier quando scopre che il nuovo apprendista della scuola [...] Vai alla recensione »
Qual è il segreto di Olivier? Perché il protagonista di Il figlio, di Luc e Jean-Pierre Dardenne, si comporta in modo così strano? Insegnante di falegnameria in un istituto riservato ai ragazzi usciti dal riformatorio, ha un modo di fare che davvero preoccupa: spia gli allievi, salta come un felino da un bancone all’altro, ha scatti di nervi a prima vista inspiegabili.