La grande bellezza |
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Un film di Paolo Sorrentino.
Con Pamela Villoresi, Franco Graziosi, Pasquale Petrolo, Serena Grandi, Maria Laura Rondanini.
continua»
Drammatico,
durata 150 min.
- Italia, Francia 2013.
- Medusa
uscita martedì 21 maggio 2013.
MYMONETRO
La grande bellezza
valutazione media:
3,36
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Tanto fumo e poco arrostodi RescartFeedback: 8315 | altri commenti e recensioni di Rescart |
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domenica 21 luglio 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
A dodici anni dal suo esordio alla regia cinematografica con “L’uomo in più”, Paolo Sorrentino ripropone per la terza volta Tony Servillo come suo attore protagonista preferito. Questa volta è nei panni di un maturo intellettuale oriundo campano, cui Roma ha spalancato le porte dei suoi palazzi mettendolo al centro della sua vita notturna, che è il cuore pulsante e forse l’industria più redditizia della capitale. Per fare la sua personale breccia di porta Pia, Jep Gambardella un libro ha dovuto scriverlo, uno solo, che è stato letto anche dalla ultracentenaria suora in odore di santità. Sarà lei, insieme al collega interpretato da Verdone, a ricordargli l’importanza delle radici. La collaudata accoppiata Servillo-Bucirosso aveva funzionato alla grande ne “il Divo”, dove il mingherlino compare di Servillo faceva le parti di un politico democristiano, che di nome fa Cirino. Quel Pomicino che ultimamente è sempre più di frequente invitato nei talk show televisivi, in uno dei quali recentemente è stato anche elogiato dal coetaneo Mughini, che lo ha definito un gigante rispetto agli attuali politici italiani. Con la Dc è finito anche il coprifuoco e sono caduti alcuni tabù, ma sempre in nome di una santità ora riconosciuta in vita, perché non è più tempo delle sante bambine. Anche la santità ormai si è dovuta adeguare all’invecchiamento della società. Chissà che nell’elenco dei beati ci si un posto anche per il vecchio cardinale appassionato di culinaria. Di certo non c’è posto per artiste più apprezzate dal pubblico e meno dalla critica, che non sa riconoscerne le “vibrazioni” extrasensoriali. Ma in un altro libro dei santi, scritto più a nord, potrebbe trovare posto una milanese aspirante fotografa, sedotta e poi abbandonata dal re delle feste romane, che con l’ispirazione ha perso anche la voglia di fare qualcosa solo per compiacere il prossimo. Salvo che si tratti di compiacere ai suoi istinti e al suo tabagismo. Spicca su tutti il cameo della Ferilli, qui incaricata del ruolo della vittima predestinata, del capro espiatorio. E’ forse lei in questo film, a differenza di altri dello stesso regista, l’unico ruolo cui far corrispondere una personaggio reale, quello di Moana Pozzi? Ma probabilmente il vero messaggio di Sorrentino in questo film è che per scrivere libri, come d’altronde per fare film, non basta la parlantina e nemmeno la presenza di scena. Per quello basta saper accendere una sigaretta con eleganza. Per scrivere ci vogliono le palle.
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