State of Play |
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Un film di Kevin Macdonald.
Con Russell Crowe, Ben Affleck, Rachel McAdams, Helen Mirren, Wendy Makkena.
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Titolo originale State of Play.
Azione,
Ratings: Kids+13,
durata 125 min.
- USA 2009.
- Universal Pictures
uscita giovedì 30 aprile 2009.
MYMONETRO
State of Play
valutazione media:
3,03
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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One way or anotherdi RescartFeedback: 8315 | altri commenti e recensioni di Rescart |
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domenica 24 maggio 2020 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Consiglio, almeno a chi capisce un po' d'inglese, di seguire questo film in lingua originale con i sottotitoli. Con la traduzione infatti si perdono alcuni doppi sensi, come quello contenuto nella parola "One way" che letteralmente significa "a senso unico", ma che associata a "or another" preannuncia senza spoilerarlo il finale del film. Anche io quindi vorrei evitare di togliere la suspense volando alto sul significato più etico, oggi diremmo sul "messaggio", contenuto in questo film. Sì tratta dell'importanza della libera stampa, che è un portato della rivoluzione borghese che è stata alla base del passaggio da una società oligarchica autoritaria a una democratica basata sulla possibilità di chiunque di dimostrare quello che vale ed entrare così nella "stanza dei bottoni". Ma un ruolo imprescindibile in queste nuove regole del gioco, ovvero State of play, è da attribuirsi al giornalismo, soprattutto a quello investigativo, che fa le pulci al potere politico inevitabile condizionato da un tasso di competizione e di mancanza di scrupoli morali che nelle monarchie come nelle dittature è sostituito da limiti imposti a priori dall'etichetta o dal regime ei polizia. Le democrazie moderne non possono fare a meno del Quarto potere, che è la terra di mezzo tra il potere economico e quello poilitico. Laddove la libertà di stampa è negata o soggetta ad esagerate restrizioni, al di là delle normali regole di convivenza civile, come è stato nella Germania nazista o nella Russia sovietica, le élite delle volpi vengono rapidamente soppiantate da quelle dei leoni, di paretiana memoria, i cui comportameni e atteggiamenti autoritari sono condizionati solitamente da traumi infantili irrisolti: Hitler vedeva nella Germania dei suoi tempi la madre minacciata da un padre violento; Stalin, cresciuto in un istituto per bambini abbandonati, aveva imparato sin da piccolo la regola del sospetto e le tecniche di controllo della corrispondenza a cui era stato sottoposto in modo ossessivo.
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