La grande bellezza |
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Un film di Paolo Sorrentino.
Con Pamela Villoresi, Franco Graziosi, Pasquale Petrolo, Serena Grandi, Maria Laura Rondanini.
continua»
Drammatico,
durata 150 min.
- Italia, Francia 2013.
- Medusa
uscita martedì 21 maggio 2013.
MYMONETRO
La grande bellezza
valutazione media:
3,36
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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IL GATSBY PARTENOPEO NATURALIZZATO CAPITOLINOdi Fabiana DantinelliFeedback: 750 | altri commenti e recensioni di Fabiana Dantinelli |
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lunedì 3 giugno 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Non ha vinto niente a Cannes, ma ha sbancato al botteghino e come poteva d’altra parte questo film amaro e narciso di Sorrentino, non risultare gradito al grande pubblico? Una Roma viziosa e decadente con i suoi fasti opulenti e volgarotti, che pure non smettono di stregare dopo millenni, un giornalista cinico e sferzante che pare la versione invecchiata di Marcello ne La Dolce Vita e poi uno stuolo di attori dai volti noti, che tuttavia sembrano confondersi nella folla cafon-chic di dagospiana memoria. Queste le carte vincenti de La grande bellezza, una pellicola che vuole omaggiare la capitale senza nasconderne gli aspetti più grotteschi e osceni, perché Roma “fa perdere tempo”, non ti lascia immaginare, né tantomeno scrivere, come forse vorrebbe la parte ancora incontaminata di Jep Gambardella, un Toni Servillo sempre grandissimo, qui novello Gatsby da terrazza romana. E allora che sia festa, incontro, voyeurismo esacerbato, mentre tutto intorno scorre lo scenario stregante di questa capitale del vizio e dell’arte, dove ogni cosa sembra sempre estrema, eppure così accattivante, perfino quando banale. Così il personaggio di Verdone, scrittore fallito ma ancora genuino, o Lorena, la soubrette sfatta e rifatta che veste i panni assolutamente credibili di Serena Grandi, senza dimenticare l’imprenditore lascivo e la ricca casalinga annoiata. Non manca nessuna delle tipiche macchiette da party mondano, forse questa la pecca di Sorrentino, che dopo un incipit folgorante si lascia prendere la mano e “sfa”, permettendosi perfino la Sabrinona-stripper fairlady inverosimilmente inerme nelle braccia del Jep-Pigmalione. Trasuda citazioni, volute o meno, questa pellicola della Indigo-Medusa-Pathè, realizzata fra l’altro con la collaborazione di France 2 Cinéma, la versione francese della Rai ed in ultimo il personaggio di Jep, così perfettamente cosciente di sé stesso e del mondo, con un unico mai bissato romanzo di successo alle spalle, scivola via, senza lasciarci null’altro, se non l’eco discotecaro dell’ultimo rendezvous capitolino, mentre il nostro beneamato Servillo si allontana in completo scuro sul lungotevere alle prime luci dell’alba. Ottima la fotografia, buona la sceneggiatura, perfetto il montaggio, ma si poteva fare di più, o forse meno.
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