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Ultimo aggiornamento lunedì 30 marzo 2020
La storia vera di Franz Jägerstätter, un contadino austriaco che si ribellò con tutta la sua forza all'invasione nazista. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Spirit Awards, In Italia al Box Office La vita nascosta - Hidden Life ha incassato 48 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Ubicato nell'Alta Austria, Radegund è un'oasi di pace dove Franz e Fani si sono incontrati e innamorati. La loro vita scorre lieta scandita dalle stagioni e dalle campane della chiesa, dal lavoro nei campi e la ricreazione sui prati. Ma la guerra allunga la sua ombra e rovescia il loro destino. Franz è chiamato alle armi e a giurare fedeltà al Führer. Incapace di concepire la violenza obietta, procedendo in direzione ostinata e contraria. Arrestato per tradimento, viene processato e condannato a morte nell'agosto del 1943.
Lasciata alle spalle la preoccupazione della narrazione, Terrence Malick si era avventurato sempre più lontano nell'esplorazione mistica dello spazio e del tempo. Voyage of Time sviluppava il racconto delle origini di The Tree of Life, rivelandosi l'esito logico della traiettoria del suo cinema: un assemblaggio di immagini improntate alla realtà fisica del mondo e di altre generate dal computer.
In questo viaggio temporale tra sequenze superbe e ricostruzioni naïf, tra dinosauri sintetici e grandi scimmie, lo spettatore non aveva altra guida che un commento pronunciato come una melopea religiosa da Cate Blanchett. Senza più personaggi, finzione e presa sul reale, Voyage of Time era un vero delirio megalomane. Poetico forse ma filosoficamente modesto e metafisicamente lontano dalle scimmie di 2001: Odissea nello spazio. Insomma, più Malick invocava l'umanità a parole e più le sue immagini se ne allontanavano, campate in aria e in compagnia di dio. Ma il mistero malickiano è infinito e gira a pieno regime. A Hidden Life rimette l'autore in asse, nel suo asse di predilezione: il dramma storico dentro il contesto rurale e la celebrazione della natura. Malick ritorna in maestà e con la serena evidenza del suo talento, torna soprattutto ai fondamentali, riconciliando i fan della prima ora con quelli incondizionati che l'hanno seguito fino all'estremo del suo neocinema elegiaco e panteista. A Hidden Life, storia (vera) di un contadino austriaco accusato di tradimento dal regime hitleriano, annuncia un cambiamento di forma. Un cambiamento che toglie il fiato e ritrova il romanticismo dell'autore, quella sua visione di una natura viva che esprime i sentimenti dei personaggi e i loro legami col mondo. Resistente e abbarbicato alla terra come il suo villaggio, Franz Jägerstätter è un eroe tenace che non beve birre con chi si lancia in tirate invasate e resiste sotto il peso della guerra come le montagne sotto quello delle nuvole, nere come il corvo e le divise delle SS. Franz vive la subordinazione dell'Austria alla Germania nazista come un dramma personale, narrato in voce off, una meditazione che prosegue da un coniuge all'altro, convergendo in un solo monologo melanconico. Franz e Fani sono al cuore del film ma non si esprimono mai 'in primo grado'.
È un carteggio assiduo a leggere le loro anime, i dubbi che li assalgono e i principi che li salvano. Franz non può risolversi a portare le armi, Fani ad abbandonarlo quando tutti intorno li scongiurano di rinunciare ai loro principi e all'amore assoluto che li lega. È nella loro unione e nell'altezza morale della loro ispirazione che risiede tutta la bellezza di un film che deve il suo titolo a George Eliot, scrittrice britannica che ha celebrato in un verso l'irriducibilità di chi lotta in silenzio per preservare la grazia e l'umanità. Il rifiuto trasforma la loro vita in una passione spirituale che conduce al sacrificio. Malick cuce il sudario di un resistente e della sua sposa convocando le sperimentazioni formali di To the Wonder, Knight of Cups, Song to Song e la dimensione metafisica, i grossi piani improvvisi di flora e fauna, i campi di grano, i cambiamenti del cielo, il lavoro collettivo, la coesistenza opaca e splendida tra l'attività umana e il mondo naturale di La rabbia giovane e I giorni del cielo. Illuminati dall'interno, i santi-eroi di Malick acquistano una verità che non ha bisogno di grandi atti e di grandi discorsi. La loro dignità trascende nel sublime e passa per piccoli gesti: una valigia deposta, un ombrellino raccolto, una mela sbucciata, un boccone offerto. Nel décor di un poema bucolico, Malick trova ancora una volta la sottile linea rossa che brucia nei suoi personaggi. Quella del fronte e quella interiore che conduce al fondo della coscienza di Franz, dove si scontrano il suo ideale pacifista e il suo amore per Fani. August Diehl, febbrilmente sobrio, fa vibrare la convinzione di un'azione sconosciuta e la radicalità morale di un'opera spirituale che chiede allo spettatore una disponibilità a misura della sua ambizione. Il grandangolo, la voce off e l'energia panteista sono questa volta al servizio di un racconto lineare, di una pastorale che volge in passione. La narrazione in A Hidden Life ritrova un posto fondamentale, dimostrando che Terrence Malick realizza i suoi migliori film quando ha un soggetto da affrontare, una montagna da scalare, una guerra da denunciare, un obiettore da beatificare perché non sa e non vuole sparare.
Radegund era il titolo originale dell'ultimo lavoro di Malick, proprio come l'omonimo paesino dove visse Franz Jaggerstatter di cui la pellicola in questione celebra le gesta. Ma La Vita Nascosta (o A Hidden Life in originale) è un titolo decisamente più adatto e azzecato che cattura in sintesi quella che fu la vita di Franz, dapprima semplice contadino austriaco come tanti, [...] Vai alla recensione »
Lungo le strade della vita, una forte storia di fede cattolica e dignità umana, ci viene restituit dall’ultimo film di Terrence Malick, ambientato in un periodo storico assai triste e complesso per la nostra storia recente: la seconda guerra mondiale. Guerra che, come fosse “Il silenzio del mare” di Vercors, rimane avulsa, sullo sfondo, cristallizzata nell’aura silente [...] Vai alla recensione »
Dolente elegia che illustra con emotiva partecipazione la lotta granitica di un uomo mite per conservare il suo credo e la sua autonomia di Uomo. In un mondo dominato da un Male pervasivo e che ha messo Dio alle corde, in un mondo bellissimo fatto di un verde fulgido e di montagne avvolte da nubi, ma il cui cielo è quasi sempre pieno di nuvole nere e minacciose, Franz e Fani sono una coppia [...] Vai alla recensione »
A Hidden Life è un film che respira, si espande nel suo senso universale, morale, e si contrae conservando la dimensione intima della vita che racconta e delle esistenze a questa direttamente collegate. La sovrapposizione fra questi due piani è possibile solo attraverso l’esasperazione della vita e delle scelte dell’individuo, così il nuovo film di Terrence Malick è [...] Vai alla recensione »
Ottimo film, originale e avvincente; lungo però mai noioso. L'ho visto con partecipazione emotiva condividendo la sofferenza del protagonosta. Però alla fine non mi ha convinto, mi resta il dubbio che Franz sia tutt'altro che un sincero pacifista, tutt'altro che un cattolico duro e puro fino al martirio; sia piuttosto un visionario psicotico fisso in un'idea delirante. [...] Vai alla recensione »
Sui più importanti temi del film questa volta Malick ha fatto buca. Iniziamo con il più evidente. Onestamente un film che dura tre ore (173 minuti) è difficile da seguire e "sopportare" quando la composizione del montaggio non varia tanto. Altro aspetto da non sottovalutare, non me ne abbia il diretto interessato, ma l'attore protagonista non è stato all'altezza! Una maschera immodificabile dall'inizio [...] Vai alla recensione »
Che gli ultimi anni della produzione di Terrence Malick siano stati fraintesi è a dir poco un eufemismo. In questo senso La Vita Nascosta non cambierà probabilmente molto il modo in cui il cinema del regista statunitense viene considerato. Ed è un vero peccato, visto che il film si può annoverare senza problema alcuno fra gli esiti maggiori di una ricerca formale e filosofica che non ha eguali nel [...] Vai alla recensione »
Siamo nel 1940 a Sankt Radegund, un paese a meno di un'ora d'auto a nord di Salisburgo. Qui vive il contadino Franz Jägerstätter, con la moglie Fani e le figlie, che all'arrivo delle truppe hitleriane, si rifiuta di combattere al loro fianco, finendo per essere arrestato, processato e ghigliottinato nel 1943. Tratto da una storia vera, "A hidden life", che all'origine doveva chiamarsi proprio "Radegund", [...] Vai alla recensione »
Il 26 ottobre del 2007 Franz Jägerstätter è diventato beato. A riconoscere il suo martirio per essersi rifiutato di combattere per i nazisti è stato Benedetto XVI. È quasi incredibile pensare che fosse originario del distretto di Braunau am Inn, in Alta Austria, dove diciassette anni prima era nato Adolf Hitler. Giochi di opposti, su cui il regista Terrence Malick costruisce La vita nascosta.
Il percorso di Malick negli ultimi anni (da The Tree of Life) si è fatto sempre più preciso, rigoroso, ineluttabile quasi: esplorare la profondità (umana, spirituale, universale) sotto la superficie della realtà (quotidiana, relazionale, scientifica anche). Sgombrando ogni dubbio: non un grande regista che ha perso l'ispirazione, ma un poeta che si è autoimposto una regola artisticamente monacale. Vai alla recensione »
Sarebbe banale cedere alla tentazione di pensare che il magnifico A Hidden Life rappresenti un'abiura dei film realizzati da Malick dopo The Tree Of Life. Questo nuovo fondamentale tassello nel percorso del regista statunitense opera infatti una straordinaria fusione fra le esigenze di un racconto lineare e uno sguardo in grado di esplorare lo spazio come in volo perenne, teso fra cielo e terra.
Sentito e moralmente impegnato, il film di Malick è ispirato a una vita poco conosciuta, forse nascosta. L'obiettore di coscienza austriaco Franz Jägerstätter, reclutato nella Wehrmacht si rifiutò di prestare il giuramento di fedeltà al Führer e di conseguenza fu giustiziato. Malick è sempre preoccupato della vita spirituale dei suoi protagonisti. E in questo Jägerstätter non è così lontano dai personaggi [...] Vai alla recensione »
Se c'era un anello mancante tra le domande suscitate nei soldati dalla guerra di La sottile linea rossa e gli interrogativi legati al mistero della creazione di The Tree of Life, ecco che A Hidden Life - capolavoro in Concorso in questa edizione di Cannes - assolve al ruolo di cerniera rispetto al dispiegamento della duplice ricerca umana, scandaglio dell'intimità al confronto con la Storia.
Austria, 1939. Mentre nel mondo circostante iniziano a tuonare i cannoni della Seconda Guerra Mondiale, la vita continua a scorrere placida a Sankt Radegund, un villaggio immerso in una valle tra le montagne al confine con la Germania. Lì Franz Jägerstätter e sua moglie Franziska si amano e procreano, fino a quando il conflitto bellico richiama gli uomini alle armi.
Nato e cresciuto nel piccolo villaggio di St. Radegund, Franz Jägerstätter è un contadino e un convinto credente. Sposato con Franziska, è un membro importante della comunità. Franz e Franziska vivono una vita semplice con le loro tre bambine. Franz deve allontanarsi dalla sua famiglia per un addestramento militare: quando la Francia si arrende e tutto sembra volgere al meglio, viene rimandato a casa. [...] Vai alla recensione »
«Vorrei volare come un uccello, verso le montagne». Voce fuori campo? Ecco Terrence Malick. Siamo in Austria seguendo il fattore Franz Jägerstätter (August Diehl), sua moglie Fanny e le loro tre bimbe. Piantare patate, giocare a mosca cieca. «Heil Sole!» si saluta il cielo con un amico. Poi arrivano i nazisti e Franz non vuole dire: «Heil Hitler». Prigione e ostracismo del sindaco, amici, preti, madre, [...] Vai alla recensione »
Il titolo perfetto per un film perfetto. E soprattutto da parte del più nascosto dei grandi cineasti contemporanei. Terrence Malick potrebbe vincere la sua seconda Palma d'oro, perché A Hidden Life (Una vita nascosta), è un'opera importante quanto meravigliosa. Quasi a dire che il leggendario cineasta texano è (finalmente) tornato grande e per farlo - paradossalmente - ha scelto un film girato in Europa. [...] Vai alla recensione »
"Il bene a venire del mondo dipende in parte da azioni di portata non storica" (G. Eliot): si chiude con questa citazione A Hidden Life, opera di cui difficilmente si può sottostimare l'importanza nella cinematografia di Malick. L'azione di portata "non storica" è quella di Franz Jägerstätter, contadino austriaco che si rifiuta di prestare giuramento a Hitler, e che per questo è processato per tradimento. [...] Vai alla recensione »
Chissà se davvero un giorno capiremo perché viviamo. Chissà se l'atto di fede con cui termina A Hidden Life, nelle parole di Fani Jägerstätter, comprende l'ipotesi del nulla, di un buio assoluto che richiuda tutto come nel segreto di uno scrigno perduto. Se ci si può rassegnare, in pace, anche all'idea di un'insignificanza, di una vanità di tutti i pensieri, parole, opere e omissioni.
Resistere al male. Anche quando diventa legge e consuetudine, anche se lo vuole lo Stato o la Chiesa, e lo spirito del tempo rischia di travolgere la vita delle persone che ami (e toglierti la tua). Se siamo liberi, possiamo dire "no". Anche all'Eden, se necessario. Perché il cinema di Terrence Malick continua a evocare quell'armonia perduta, quel tempo fuori dal tempo in cui «la vita era più semplice» [...] Vai alla recensione »
Un eroe senza poema, persino senza storia, se l'americano Gordon Zahn, visitando il villaggio di Sankt Radegund negli Anni Settanta, non l'avesse scoperta. Proprio Radegund s'è chiamato per molto tempo il nuovo film di Malick, che ora approda in Concorso a Cannes 72 quale A Hidden Life, mutuato dal finale del settimo e ultimo romanzo di George Eliot, Middlemarch: ".
L'attualità di una Destra nostalgica e xenofoba che mette sotto assedio l'Europa intera potrebbe giocare non poco per ritagliare un posto nel "Palmarès" a "A Hidden Life" di Terrence Malick, autore di culto che da un quindicennio, più o meno, ho inserito nella mia personale 'Accademia dei Sopravvalutati'. I critici - finora orientati a tifare per una Palma ad Almodovar (sarebbe la prima della sua carriera) [...] Vai alla recensione »
Terrence Malick, con le quasi tre ore di A hidden life, recupera solo in parte rispetto agli ultimi titoli sfortunatamente deludenti, in particolare l'ultimo, Song to song, che quando uscì nelle sale avevamo recensito come se sfiorasse l'autoparodia. Storia vera del pastore e contadino austriaco Franz Jägerstätter che si oppose al regime nazista e soprattutto alla guerra (beatificato da Benedetto XVI [...] Vai alla recensione »
Nemmeno ventiquattrore dopo la prima proiezione pubblica di A Hidden Life, il nuovo film di Terrence Malick ha trovato un distributore americano, la Searchlight, lo stesso studio che, nel 2011, aveva comprato il film della Palma d'oro di quell' anno, Tree of Life. I quattro film realizzati da Malick tra allora e oggi -nota con perfidia Variety- combinati insieme, hanno incassato poco più di uno dei [...] Vai alla recensione »
Che cosa ci fanno negli alpeggi della Val Pusteria degli anni '30 del secolo scorso, ai piedi delle Dolomiti e dei campanili a cipolla del Sud Tirolo, due bellissimi strafighi identici a Michael Fassbender e Cate Blanchett travestiti da contadini che si rincorrono giulivi tra larici e spighe di grano dandosi affettuosamente delle pacche sul sedere, come in uno qualsiasi degli ultimi film di Terrence [...] Vai alla recensione »
Da regista parchissimo (tre capolavori in 25 anni) Malick è diventato un prolifico ripetitore di se stesso, con film che trasformano il sublime in un kitsch d'alto bordo. Se negli ultimi lavori si era lasciato andare a una deriva lirica e antinarrativa, in questo torna a mettere al centro una storia forte, e a confrontarsi con la Storia. La vicenda, vera, è quella di un contadino austriaco obiettore [...] Vai alla recensione »