Anno | 2006 |
Genere | Guerra |
Produzione | USA |
Durata | 130 minuti |
Regia di | Clint Eastwood |
Attori | Ryan Phillippe, Jesse Bradford, Adam Beach, Barry Pepper, John Benjamin Hickey John Slattery, Paul Walker, Jamie Bell, Robert Patrick, Neal McDonough, Gordon Clapp, Scott Eastwood, Jayma Mays, Stark Sands, Tom McCarthy. |
Uscita | venerdì 10 novembre 2006 |
Tag | Da vedere 2006 |
MYmonetro | 3,31 su 18 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 3 novembre 2016
Seconda guerra mondiale: la cruenta battaglia di Iwo Jima, tra americani e giapponesi. Il film ha ottenuto 2 candidature a Premi Oscar, 1 candidatura a Golden Globes, 1 candidatura a Critics Choice Award, In Italia al Box Office Flags of Our Fathers ha incassato nelle prime 6 settimane di programmazione 1,3 milioni di euro e 455 mila euro nel primo weekend.
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CONSIGLIATO SÌ
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Ci sono immagini che fanno parte della memoria storica, istantanee che hanno letteralmente fatto le guerre. Gli esempi recenti sono piazza Tiennamen, dove il 4 giugno del 1989 lo studente cinese affrontava il carro armato. Oppure la statua di Saddam abbattuta dagli americani nell'aprile del 2003. All'inizio del '45, ormai sul finire della guerra, sei marines vennero fotografati mentre issavano, sulla cima di una collina dell'isola di Iwo Jima, la bandiera americana. Iwo, territorio vitale e sacro giapponese, fu battaglia cruentissima. Quella fotografia divenne il simbolo dell'azione e del cuore di chi combatteva e ci fu chi disse che quello scatto aveva fatto vincere la guerra contro il Giappone. Dei sei marines, tre morirono nel giorni successivi, gli altri tre furono adottati dalla nazione come eroi e come mito. Si chiamavano Ira Hayes, René Gagnon e Jhon Doc Bradley. Ira era un indiano.
Il film di Eastwood racconta questa storia, come si svolse davvero. Il narratore è James Bradley, figlio di Doc, che ha scritto il libro che ispira il film. Emerge una verità inattesa, quasi grottesca: la foto è un falso. Succede che la bandiera viene issata dai soldati, lassù, visibilissima da tutti, con applausi generali e sirene spiegate delle navi ormeggiate. Succede che un politico voglia assolutamente quella bandiera come propaganda, e che il capitano della compagnia che ha versato sangue per salire lassù, voglia tenersela. E dunque la fa sostituire. Viene così issata la nuova "falsa" bandiera col fotografo che riprende l'evento. I tre tornano a casa, vengono ricevuti dal presidente Truman e iniziano un giro di raccolta di fondi per la guerra. Il più fragile è l'indiano, sempre ubriaco e pieno di rimorsi, proprio non si sente un eroe, ma solo un sopravissuto fortunato. Nel loro tour i ragazzi sono costretti a performances umilianti, come quando devono ripetere l'azione della bandiera in uno stadio su una collina di cartapesta.
La tesi è che non avevano nessuna voglia di essere eroi, volevano soltanto rimanere coi loro compagni. Ciò che viene mostrato e venduto è ciò che la gente vuole ed è fasullo. I media la facevano da padrone già allora, e come. Eastwood ha cercato uno stile epico, ma ha troppo spiegato con quel racconto fuori campo capillare e quasi opprimente. E spesso si è incrociato con Spielberg, che del resto è co-produttore del film. Lo sbarco sulla spiaggia di Iwo Jima sembra quello del soldato Ryan rimontato, e l'iperrealismo della battaglia è lo stesso. Anche il finale, col figlio narratore che assiste il padre morente, percorre il versante lirico-sentimentale tanto caro ai finali di Spielberg. Certo, il film è importante, amaro e umano, e molto ricco, lo spettacolo c'è. Con qualche confessione e qualche lacrima di troppo.
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Clint Eastwood come sempre ci regala un'altro capolavoro,amaro,realistico,spettacolare nelle scene d'azione e struggente in quelle dialogate...paradossalmente il film non ha ricevuto la pienezza positiva in occidente al contrario della controparte orientale,cosa secondo me profondamente sbagliata,se si apprezza Lettere Da Iwo Jima non si può non apprezzare Flags Of Our Fathers,da notare il fatto che [...] Vai alla recensione »
Un bellissimo film, ingiustamente passato in penombra, che merita veramente. Non parla del classico nazionalismo americano, ma di Uomini, semplici uomini, che catapultati sul palcoscenico della vita mondana dopo aver issato la bandiera a stelle e strisce sul picco più alto dell'isola roccaforte dei giapponesi, si rendono conto di quanto sia pesante la parola Eroe.
La missione di Clint stavolta è quella di desacralizzare l'impresa che fece l'esercito americano nella battaglia di Iwo Jima, mostrandoci il vero volto dei marines impegnati in quel cruento scontro: non eroi pronti a morire per la patria, ma gente normale, non battagliera,pronta a morire per loro stessa e per i propri compagni; attuando così un'operazione di velato anti-patriottism [...] Vai alla recensione »
FLAGS OF OUR FATHERS (USA, 2006) diretto da CLINT EASTWOOD. Interpretato da RYAN PHILIPPE, JESSE BRADFORD, ADAM BEACH, JOHN SLATTERY, BARRY PEPPER, JAMIE BELL, PAUL WALKER, ROBERT PATRICK, JUDITH IVEY, THOMAS MCCARTHY, BENJAMIN WALKER, HARVE PRESNELL, CHRIS BAUER, NEAL MCDONOUGH Tema centrale della vicenda è una fotografia che viene scattata sul cocuzzolo della monte Suribachi, nel dicembre [...] Vai alla recensione »
Fa tremare i polsi, letteralmente, il sol pensiero che un uomo come Clint Eastwood, arrivato ad una certa età, e con un bagaglio culturale di un certo livello, allegato ad un’esperienza in campo cinematografico invidiabile e senza pari, possa aver realizzato una pellicola come questa, Flags of Our Fathers, primo atto di quello che sarà poi il dittico che prende a cuore [...] Vai alla recensione »
Clint Eastwood dirige con grande abilità una pellicola straordinaria. La storia è quella di tre soldati americani, Ira Hayes, Renè Gagnon e John DOC Bradley - narrata dal figlio di quest ultimo - che vengono catapultati, loro malgrado, in un turbinio di gloria e propaganda, poiché immortalati nell'atto di issare la bandiera americana su un monte a Iwo Jima.
Grandissimo Eastwood. Da vedere per tutti gli amanti del cinema. Il film, insieme a "Ultime lettere da Iwo Jima", è una buona testimonianza di ciò che è successo nel Pacifico durante la seconda guerra mondiale.
sbarchi belissimi pari a "salvate il soldato ryan",un film crudo, vero e potente come la scena in cui un soldato cade dalla nave...e nessuno lo salva,bella la fotografia un ottimo film,anche perchè io adoro clint eastwood,vedetelo insieme a "letters from iwo jima.
Film di guerra con una critica positiva.Io sinceramente mi sapettavo di piu' anche se il film non e' male.Nel complesso film simpatico .Voto 7
Una delle tante storie strepitose, col sangue e col cuore pagando soprattutto per il fratello, nell'immobilità di quel sentimento di battaglia che è qualcosa di più. Mitico.
Un film storico, una conquista fatto col cuore e col sangue..bello!!
guardare il film vuol dire rendersi immediatamente conto del buon costrutto pellicolare e siamo a 10 anni fa, vedere questo film comunque da 5 stelline, proprio per il motivo che abbiamo indicato rende più ricco lo spettatore di quel qualcosa che in molte altre pellicole sembrava mancare, sollevando animi forse contraddittroi tra loro, non però per l'arte e lo spettacolo; caotico [...] Vai alla recensione »
il film basato sull’omonimo libro scritto da James Bradley racconta la battaglia, che si svolse durante la seconda guerra mondiale, tra statunitensi e giapponesi sull’isola di Iwo Jima in Giappone. Protagonista principale del film è il padre di James, il marinaio John Bradley: nella pellicola sentiremo gridare tante volte “infermiere.
da vedere per diversi motivi, elencandoli, forse primo però non di meno e altrettanto importante perchè visibile come la monotona routine... del milite e come sembri uno sberleffo e poi come in america e patria poi cambi qualcosa per responsabilità loro..., ricordiamolo per secondo... e utlimo, vedere gli infiniti limiti delle loro azioni spiega anche il declinare [...] Vai alla recensione »
Sguardo "oggettivo"della cinepresa , in questo "Flags of your Fathers"di"uncle Clint"? No: anche se non risparmia(se indulgervi, peraltro)i particolari più terribili della guerra e dell'atroce massacro connesso ad ogni guerra, senza alcuna compiacenza"anti-japs"(poco dopo Eastwood ha diretto un film"reciproco", visto dall'angolo visuale [...] Vai alla recensione »
Film lentissimo che ha poco a vedere con Lettere da Iwo Jima di gran lunga superiore...qua di bello ci sono solamente le scene di battaglia sull'isola.
Film in puro stile Clint ERastwood, con buoni da una parte e cattivi dall'altra. Qui i cattivi devono salvare la faccia della patria e lo fanno senza mezze misure. Gran regia e non secondario dolore per le vicende umane intrise di inutile eroismo, di assurdo sacrificio. Recitazione sopra il livello medio.
Noia. Piattume. Come gli altri due film di Eastwood che ho visto. Non una vibrazione. Sì, meglio di Pearl Harbour... ma quelli almeno hanno provato a sbilanciarsi, a fare un film di un certo genere. Secondo me ora c'è il genere Eastwood, ma non è un merito. La seconda stella, immagino, sia per la produzione.
Sessant'anni fa John Wayne trasformò Iwo Jima, deserto di fuoco in un'arma di propaganda per l'arruolamento dei marines. E funzionò anche per la sua carriera: prima nomination all'Oscar. La meditazione filmata di Clint Eastwood è invece il manifesto dell'orrore e della futilità della guerra, di ogni guerra. Il massacro di Iwo Jima (100mila marines contro ventimila giapponesi in campo; anche se dei [...] Vai alla recensione »
Non lasciatevi ingannare dal titolo. Quelle "bandiere" e quei "padri" che campeggiano sulla locandina indurrebbero facilmente a credere che il vecchio Eastwood, 76 anni, sia tornato sulle posizioni conservatrici e patriottiche dei decenni passati. E invece mai film fu più bipartisan e politicamente corretto di questo, primo capitolo di un doppio racconto che intende narrare la guerra dal punto di vista [...] Vai alla recensione »
Una flotta sterminata riempie lo schermo di Flags of our Fathers (Usa, 2006, 132'): così la macchina da presa mostra, in campo lunghissimo, la potenza della marina degli Usa, in rotta verso Iwo Jima. Sulle navi, fieri di quella potenza che tutti li avvolge e li tiene, i marine esultano. Ai loro occhi la guerra è questo procedere insieme, verso una meta totale piena di senso e di valore.
Joe Rosenthal dell'Associated Press scattò la foto sul monte Suribachi il 23 febbraio 1945. Il piccolo promontorio di pietra pomice gettava sul mare uno sguardo distratto, quello di un gruppo di soldati che allacciava un collegamento telefonico per il comando e che issò per la seconda volta la bandiera america sull'isola giapponese. Era il secondo ciak perché un ufficiale smanioso di souvenir pretese [...] Vai alla recensione »
La memoria e la rimozione, il coraggio e la paura, i padri e i figli, il passato e il presente, il patriottismo e l'amicizia. E, su tutto il resto, la verità e la menzogna. È un film ambizioso, ma non del tutto all'altezza dei suoi propositi, Flags of our fathers («Le bandiere dei nostri padri»), ultima fatica di Clint Eastwood, 76 anni, che lo ha concepito quale prima parte di un dittico sulla tremenda [...] Vai alla recensione »
C'è una bella congiura di talenti all'origine di Flags of Our Fathers: Clint Eastwood regista, Paul Haggis (Oscar per Crash) sceneggiatore, co-produttore Steven Spielberg, che sulla seconda guerra mondiale aveva già dato il suo punto di vista in Salvate il soldato Ryan. Prosciugato all'essenziale, il soggetto presenta analogie con quello del film di Spielberg, nel senso che si concentra anch'esso [...] Vai alla recensione »
"Mi piace Clint Eastwood perché è un attore che ha solo due espressioni: una con il sigaro e una senza", sogghignava affettuosamente, fra un sigaro e l'altro, l'italianissimo Sergio Leone, colui che più di tutti aveva contribuito a lanciare l'ormai celebrato e celeberrimo attore, ora non solo regista e lentamente Autore con la maiuscola, ma anche produttore e musicista statunitense (è nato a San Francisco, [...] Vai alla recensione »
Nota per gli anglofobi: Flags of our fathers significa "Le bandiere dei nostri padri", ma poiché per qualcuno gli italiani hanno paura anche delle parole da noi il film di Clint Eastwood (e perfino il libro che lo ha ispirato!) mantengono il titolo in inglese, e tanto peggio per chi non lo sa. Evidentemente "bandiera" è parola imbarazzante in Italia, specie se accoppiata a "padri".
Protagonista di Flags of Our Fathers è la famosa fotografia scattata da Joe Rosenthal il 23 febbraio 1945 ai sei soldati che a Iwo Jima innalzarono l'Old Glory sul Monte Suribachi, un'immagine in seguito stampata dappertutto, riprodotta in milioni di esemplari e trasformata nel monumento bronzeo del cimitero di Arlington. Se Allan Dwan aveva trasformato la cruenta battaglia (35 giorni, 7 mila morti [...] Vai alla recensione »
"Flags of our fathers" ovvero le bandiere del nostri padri. I padri sono i soldati americani che combatterono (e s'immolarono) nella seconda guerra mondiale. Uno dei figli sulle gesta del padre ha fatto il bestseller (che ha servito di base al film). Il figlio si chiama James Bradley. Suo padre Doc era uno dei settantamila marines che nel febbraio del 1945 si rovesciarono sulle spiagge di Iwo Jima. [...] Vai alla recensione »
La foto con i sei militari americani che inalberavano la bandiera a stelle e strisce sull'isolotto giapponese di Iwo Jima il 23 febbraio 1945, dopo un assalto sanguinoso, fa parte ormai della nostra memoria collettiva. Al suo autore, il fotoreporter Joe Rosenthal, fece vincere il premio Pulitzer, finì sui francobolli e sui dollari e servì a Washington come modello per una statua celebrativa dell'evento. [...] Vai alla recensione »
Clint Eastwood è uno che la Guerra di Corea l'ha fatta. Lui, da tempo, è uomo del crepuscolo, affronta lo scorrere degli anni guardando al passato. Flags of our fathers (che oggi aprirà il Torino Film Festival) è appunto un'immagine di ciò che è stato, una foto della conquista americana di Iwo Jima, durante la II Guerra Mondiale. Quel momento immortalato dal fotografo Joe Rosenthal è entrato nella [...] Vai alla recensione »
In un'epoca in cui a invocare l'eroismo, specie quando si parla di soldati e di guerra, si rischia di esser impallinati da pacifisti non troppo pacifici, è arrivato, a sorprendere e disorientare il pubblico e la critica, il nuovo film di Clint Eastwood che, sotto un titolo che più patriottico non si può, riesce a costruire una riflessione tutt'altro che banale sulle contraddizioni di un concetto che [...] Vai alla recensione »
Non sopportano di essere chiamati eroi. Loro hanno solo cercato di non farsi ammazzare. I veri eroi sono i ragazzi che sono morti su quell'isola. È con queste parole che i tre superstiti della fotografia che immortalò la conquista del monte Suribachi a Iwo Jima cercano di difendersi dalla folla che li circonda, di proteggersi la coscienza da una popolarità che forse non vogliono, di ricordare quello [...] Vai alla recensione »
Un film solido, rifinito e a tratti anche spettacolare: eppure non all'altezza delle ultime opere di Clint Eastwood, ormai riconosciuto come uno dei capiscuola di Hollywood. Flags of Our Fathers («Le bandiere dei nostri padri») sceglie come protagonista - insieme letterale e metaforica - la fotografia dei sei soldati che il 23 febbraio del '45 innalzarono la bandiera a stelle e strisce sul monte Suribachi [...] Vai alla recensione »
Attenzione: "Le bandiere dei nostri padri" contiene più retorica di quanta sia umanamente sopportabile in due ore. Noi ci siamo sacrificati. Non è detto che voi dobbiate fare lo stesso. Per esempio, se non avete voglia di vedere un flash back introdotto da un gelato che riproduce l'alzabandiera di Iwo Jima, con tanto di salsa alla fragola – così il soldato prima di affondare il cucchiaino può ricordare [...] Vai alla recensione »
Tutta l'America ha gridato al capolavoro, di fronte all'ultima fatica di Clint Eastwood Flags of our Fathers, da oggi anche nelle sale italiane. Un miracolo effettivamente c'è, ed è quello di un Eastwood arrivato alla magnifica età di 76 anni con la voglia ancora di provocare, o anche solo di provare a raccontare l'America dal suo punto di vista. Quello di un fiero repubblicano, un patriota; che non [...] Vai alla recensione »