L'ultima intervista a Gerry Conlon, accusato di essere un terrorista IRA e scarcerato dopo 15 anni, in uno dei più gravi errori giudiziari della storia Gran Bretagna. Espandi ▽
Gerry Conlon è stato il protagonista di uno dei più clamorosi errori giudiziari nella storia del Regno Unito. Insieme ad altre tre persone, venne arrestato e condannato all'ergastolo per l'attentato dell'IRA del 1974 a un pub di Guildford, vicino Londra, in cui morirono cinque persone e sessantacinque rimasero ferite. In questo documentario, Gerry ripercorre i quindici anni trascorsi ingiustamente in carcere e le vicende successive al rilascio, tra droga, depressione e l'impegno a favore delle vittime di errori giudiziari. La sua storia assume un senso ancora più urgente in un momento storico in cui i diritti umani sono regolarmente ignorati e calpestati. Recensione ❯
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L'universo etereo di Cenerentola, fatto di fate madrine e carrozze di zucca. Espandi ▽
L'adattamento di Ashton di un classico delle fiabe fu presentato per la prima volta il 23 dicembre del 1948, con i ballerini del Royal Ballet Moira Shearer e Michael Somes nei ruoli principali. La produzione, che rielaborava il famoso testo di Charles Perrault, fu accolta con entusiasmo e vista come un esempio irresistibile sia della musicalità del coreografo che della trascendente partitura di Sergey Prokofiev.
Dopo oltre un decennio di assenza dal palcoscenico della Royal Opera House, ora il celebre balletto torna al Covent Garden, ridisegnato da un team creativo pluripremiato, esperto di teatro, cinema, danza e opera che comprende lo scenografo Tom Pye, la costumista premio Oscar Alexandra Byrne, il lighting designer David Finn, il video designer Finn Ross e l'illusionista Chris Fisher. Recensione ❯
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Un padre si trova a dover fronteggiare l'amore malato di un adolescente violento per sua figlia. Espandi ▽
Sergio, infermiere del 118 inizia a notare comportamenti strani in sua figlia Mia, alle prese con il suo primo amore. Un amore ossessivo e possessivo, morboso, che minaccia seriamente la sua serenità e finisce per usarle violenza fisica e psicologica. Qual è il ruolo di un padre in tutto questo? Si può proteggere una figlia dai pericoli e dalle esperienze più dolorose della vita? Sono gli interrogativi che solleva questo dramma familiare angosciante che procede in un crescendo di tensione, sfruttando la bravura dei suoi interpreti. Un film doloroso, umano, tenero e raccapricciante al tempo stesso, angosciante come pochi nella sua screziata verosimiglianza. Eppure, grazie alla sua ostinazione a mettere in questione ogni certezza senza dare nulla per scontato nel delicato mondo degli affetti familiari, capace di rimanere impresso a lungo. Recensione ❯
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Un film pamphlet, da prendere e maneggiare con cura, che racconta i loghi-runa di Nike e Air Jordan attraverso il processo umano e capitalistico. Biografico, Drammatico - USA2023. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Segue la storia del venditore di scarpe Sonny Vaccaro e come ha guidato Nike nella sua ricerca del più grande atleta nella storia dello sport: Michael Jordan. Espandi ▽
È il 1984, Reagan sta alla Casa Bianca, la Apple lancia il suo primo Macintosh e Michael Jordan deve ancora mettere piede su un parquet NBA. Ma con quale scarpe? Converse e Adidas si spartiscono il mercato delle squadre in cima alle Conference, delle stelle sui poster e dei senior universitari. Nike, l'azienda che prende il nome dalla dea della vittoria e che nessuno sa pronunciare, arranca molto più indietro. E per Phil Knight, suo co-fondatore e runner al college e nell'anima, non può andare bene.
È per questo che da qualche tempo ha assunto nella divisione basket Sonny Vaccaro, talent scout che ha varcato i palazzetti liceali e universitari di mezzi Stati Uniti, dove ha stretto la mano a tutti i coach, agli assistenti e ai giocatori a cui è riuscito ad arrivare. L'obiettivo è uno e soltanto uno, firmare la prossima star NBA sulla rampa di lancio verso il tabellone. L'obiettivo, in vista del draft del 1984, quello con in lista Hakeem Olajuwon, Charles Barkley, John Stockton e - perché no? - Oscar Schmidt, è uno e soltanto uno: Michael Jeffrey Jordan, da Brooklyn, New York, junior di North Carolina. The GOAT.
I loghi-runa di Nike e Air Jordan raccontati attraverso il processo umano e capitalistico che li crea e li sostiene. C'è tutto l'eccezionalismo e la contronarrazione, l'enfasi e la critica, il rimpianto e il rimorso degli Stati Uniti e di come si rappresentano in un film come Air, un titolo da prendere e maneggiare con cura, da sbirciare di traverso, come fai con "Born in the U.S.A.", che prima ascolti senza ritegno e poi ti fermi a sentire cosa dice davvero. 'Cause you spend half your life just to cover up. Recensione ❯
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Un'opera d'intrattenimento capace di rinverdire i fasti del romanzo di Dumas. Forte di un cast straordinario. Avventura, Francia2023. Durata 121 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +10
Un adattamento cinematografico del romanzo "I tre moschettieri" di Alexander Dumas che introduce anche un nuovo personaggio: Hannibal basato sulla vera storia di Louis Anniaba, il primo moschettiere di colore della storia francese. Espandi ▽
Il giovane D'Artagnan ambisce a diventare un moschettiere del re Luigi e si reca a Parigi per mettersi al servizio del capitano de Tréville. In viaggio incappa nel rapimento di una ragazza e rischia la vita per cercare di salvarla. Arrivato nella capitale, si rende conto di come sia facile litigare con i moschettieri ma soprattutto di quanto intrighi e corruzioni corrodano la nobiltà di Francia. Mentre i moschettieri sono fedeli al re, il cardinale Richelieu è disposto a tutto pur di screditarli e acquisire sempre più potere.
Con un budget cospicuo alle spalle - 70 milioni di euro - e un cast ragguardevole che raccoglie il meglio dello star system francese, I tre moschettieri - D'Artagnan si pone un obiettivo semplice nella sua audacia: rinverdire i fasti dell'eterno romanzo di Dumas, con aggiornamenti minimi alla contemporaneità, che non ne intacchino lo spirito.
Vincent Cassel, Pio Marmaï e Romain Duris incarnano alla perfezione gli Athos, Porthos e Aramis della tradizione, seppur con qualche deviazione dal solco di Dumas (il Porthos odierno non disdegna la bisessualità). Ma sono i comprimari a dare il loro meglio, con Louis Garrel e Vicky Krieps nei panni di Re e Regina e una straordinaria Eva Green a incarnare Milady Recensione ❯
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La morte dell'imam segna l'inizio di una battaglia per la sua successione. Espandi ▽
Boy from Heaven è un thriller politico e una spy story, e la figura del Colonnello Ibrahim, magnificamente interpretato dall'attore libanese naturalizzato svedese Fares Fares, è degna dei personaggi di John Le Carré o Graham Greene. Ma il tema si amplia ad includere il complicato rapporto fra laicità e religione nei Paesi arabi, e vede al centro la figura di un animo puro con un problema in più, rispetto ai "tipi qualunque" gettati in circostanze difficili di altre spy story: è cresciuto in una cultura e una fede che sanciscono che "nessuno può decidere del proprio destino". A centro della storia non c'è né l'Islam (e le sue radicalizzazioni) né il governo egiziano ma un Potere assoluto e metaforico che corrompe e rende gli uomini capaci delle peggiori nefandezze, in contraddizione alla loro retorica e ai loro ruoli di guide, secolari o spirituali. L'antidoto è l'istruzione, che porta a leggere "quei libri che fanno paura ai tiranni e ai re" e che non può essere indottrinamento, laico o religioso. La regia di Saleh è talvolta grezza e scolastica, ma conserva un'onestà di fondo nel mettere in scena una storia di scollinamenti morali progressivi che mettono alla prova, e a nudo, la vera natura di ogni persona e di ogni istituzione, soprattutto quelle preposte a decidere delle vite dei cittadini. Recensione ❯
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Un ex militare torna a cercare la sua prima vittima nella speranza di essere perdonato. Espandi ▽
Asja, una donna quarantenne di Sarajevo, si iscrive ad un'organizzazione che si occupa di favorire l'incontro con persone dell'altro sesso. Quando Zoran, il suo partner selezionato, si presenta avrà modo di scoprire un'amara verità: è l'uomo che, nel 1993, le sparò ferendola in modo grave. Recensione ❯
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Una famiglia è in grave crisi economica quando si scopre che il padre ha nascosto per anni un segreto. Espandi ▽
Il cinema iraniano ha in Saeed Roustayi un valido conoscitore di generi che, in questa occasione, sa mettere a frutto la lezione della più classica commedia all’italiana. L'inizio di questo lungo film per il quale però non si avverte la stanchezza della visione è di quelli che inseriscono immediatamente lo spettatore nell'azione. Si assiste al blocco dell'attività produttiva di una fabbrica con l'irruzione delle forze dell'ordine che impongono l'interruzione dei lavori. Da questo evento prende l'avvio della conoscenza dei caratteri dei componenti di una famiglia in cui la figura dominante è costituita dalla sorella senza però ridicolizzare i componenti maschili. Roustayi riesce a compiere un'operazione di forte critica della società iraniana non dimenticando mai il compito di intrattenere avvalendosi anche di colpi di scena che risultano tutti giustificati. Non solo denuncia l'abisso che separa le classi sociali mostrando l'avidità di chi è già benestante e lo stato di perenne umiliazione di chi invece ha poco o nulla ma mette una donna, Leila, al centro dell'azione. Recensione ❯
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Co-prodotto da Illumination e Nintendo, il film racconta lo scontro tra Super Mario e il terribile Bowser, determinato a conquistare il mondo. Espandi ▽
Coloratissimo, ipercinetico e farcito di “easter egg” dal primo all'ultimo minuto, Super Mario Bros – Il film dà al pubblico di fan esattamente quello che si aspetta, con poca fantasia e nessuna profondità. L'obiettivo del film è chiaramente intrattenere i milioni di appassionati dell'omonimo videogame e in particolare il pubblico delle famiglie, dunque è difficile fare una colpa alla Illumination per il risultato finale. Visivamente l'animazione in CGI è poi perfetta per trasporre il videogame al cinema e già all'inizio viene realizzata una sequenza in cui Mario supera ostacoli per strada, inquadrato come in un videogame a scorrimento laterale. Nella sua bizzarria, lo sconcertante film con Bob Hoskins del 1994 aveva avuto senz'altro più coraggio, ma proprio per evitare di ripetere il flop la produzione è andata del tutto nella direzione opposta, fino all’eccesso. Super Mario Bros – Il film è infatti un adattamento innocuo che accontenta i fan e i bambini, ma che risulta più o meno senz'anima. Non sgradevole e molto ritmato (dura solo novanta minuti, una rarità oggigiorno) ma mai memorabile. Recensione ❯
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Storia d'Italia all'epoca della tossicodipendenza e di Carlo Rivolta, il giornalista che capì tutto ma non riuscì
a starne alla larga. Espandi ▽
Negli Anni Settanta si diffonde il consumo e il commercio di eroina in Italia. Il giovane giornalista Carlo Rivolta è fra i primi a indagare e raccontare il fenomeno. Finirà ben presto anche lui risucchiato nel vortice dell'eroina, diventando a suo modo testimone e simbolo di un’epoca. Nel documentario La generazione perduta (premiato con il Nastro d’Argento), il regista Marco Turco torna di nuovo agli anni 70, il decennio più presente nella sua filmografia, la stagione di grandi conflitti e contraddizioni dopo la rivoluzione mancata del '68. Alternando testimonianze di tossicodipendenti riprese da materiale d'archivio, interviste a persone vicine a Rivolta e le parole dello stesso protagonista, tratte dai suoi articoli e diari, e lette dalla voce di Claudio Santamaria , si delinea un ritratto denso e problematico che non scade nell'agiografia ma scava nell'animo tormentato e scisso di un uomo, consapevole della morte precoce che lo attende. Recensione ❯
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Un docufilm che mira a toccare con toni rarefatti e un'aura da leggenda l'anima più autentica di Venezia. Documentario, Italia2023. Durata 85 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Grazie a un racconto leggendario e con immagini spettacolari della laguna di Venezia, il film racconta problematiche attuali come il cambiamento climatico di un luogo unico al mondo. Espandi ▽
Avvolta da un’aura epica e di mistero, Venezia è la protagonista di un documentario raccontato in chiave fantastica e ancestrale. Una voce narrante femminile, che sembra provenire da un tempo remoto, accompagna le immagini della laguna e del centro storico, chiedendosi se quella città magica sorta sulle acque sia mai esistita davvero. Uno sguardo mitico e insieme attuale ad un luogo unico al mondo ma capace di evocare sensazioni e temi universali, incitando anche alla riflessione su questioni sempre più urgenti come il cambiamento climatico e l’overtourism.
Il docufilm di Giovanni Pellegrini mira a toccare l’anima più autentica di Venezia, avvolgendo il racconto con toni rarefatti e un’aura da leggenda, ma stimolando anche la riflessione sulla sua sopravvivenza). Si percepisce un amore assoluto e inquieto per una città che potrebbe già essere diventata il museo di sé stessa e che tutti si affrettano a visitare prima che possa affondare come una vecchia nave. Recensione ❯
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Un capolavoro capace di appagare lo sguardo dello spettatore dei nostri giorni. Musicale, USA1939. Durata 101 Minuti. Consigli per la visione: Film per tutti
Del libro di Frank L. Baum. Avventure della piccola Dorothy e del suo cagnolino Totò in un mondo fantastico in cui sono stati trasportati da un ciclone. Espandi ▽
Le avventure della piccola Dorothy e del suo cagnolino Totò in un mondo fantastico in cui sono stati trasportati da un ciclone. In compagnia di tre simpatici amici, il leone, lo spaventapasseri e l'omino di ferro, Dorothy sconfiggerà una brutta strega e conoscerà la verità sul misterioso mago di Oz, prima di scoprire che si è trattato solo di un sogno e che la vera felicità sta nel cortile dietro casa. Recensione ❯
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Un viaggio attraverso l'Italia alla scoperta dei grandi capolavori del Perugino, dagli affreschi della Cappella Sistina alle due sale a lui interamente dedicate alla Galleria Nazionale dell'Umbria. Espandi ▽
Armonia e Bellezza. Con queste due parole, pronunciate dalla voce narrante di Marco Bocci, si chiude il documentario su Perugino. Il regista Giovanni Piscaglia racconta la lunga vita del pittore umbro con l'equilibrio giusto per accompagnare e analizzare la sua produzione artistica densa e, appunto, armoniosa. Il Perugino è stato infatti l'artista dell'equilibrio e del racconto contemporaneo basato sul colore e sulla perfezione degli sguardi dei suoi soggetti e dei paesaggi naturali e avvolgenti.
Mai drammatico, per nulla estremo o fazioso, antipolitico e uomo schivo, Perugino ha dipinto fino all'ultimo giorno come un talentuoso professionista e imprenditore che è stato al passo coi suoi tempi.
Architettura, natura, geografia, storia, religione, ritratto... alcune delle parole chiave che aprono e chiudono il cerchio di questa vita lunga che termina con una malattia cattiva, la peste, che fa morire Perugino con il pennello in mano nella piccola chiesa di Fontignano, a Città della Pieve, la città di origine del pittore. Recensione ❯
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La cronaca dettagliata del terrificante calvario vissuto da vittima di un marito megalomane e gelosissimo. Basato sul romanzo omonimo (1926) di Mercedes Pinto. Espandi ▽
Francisco Galván de Montemayor è un ricco borghese che un giorno, durante la celebrazione dei riti del Giovedì Santo vede in chiesa la giovane Gloria e se ne innamora immediatamente. Lei è fidanzata con un ingegnere che lascia per sposare Francisco. Non sa che l'attende una vita coniugale con un uomo affetto da gelosia morbosa.
Pochi registi sono riusciti a descrivere il delirio psicotico paranoico della gelosia come Buñuel in questo film. Il regista è andato oltre con questo personaggio a cui aveva attribuito alcuni dei suoi elementi caratteriali e psicologici.
El, come talvolta accade con le opere di valore, resta quindi un film aperto che, visto a settanta anni di distanza, non ha perso nulla delle sue qualità sia estetiche che narrative. Va ricordato che il soggetto di base si ispirava al romanzo "Pensamientos" scritto, non a caso, da una donna: Mercedes Puito. Recensione ❯
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Film postumo del grande regista scomparso nel 2020. Al centro della storia c'è una ragazza alle prese con un amore lacerante. Espandi ▽
Girato in Kirghizistan nel 2019, concluso e montato da amici e colleghi, La chiamata dal cielo è l’ultimo film di Kim Ki-duk, scomparso nel dicembre 2020. Un dono postumo e inatteso, su cui occorre bilanciare il giudizio e tener conto delle difficoltà di budget incontrate dall’autore, alle prese con una profonda crisi personale e professionale seguita alle accuse di abusi sessuali ricevute da più parti. Al centro c’è ancora una volta una relazione tormentata e distruttiva, che Kim cerca di rendere esemplare dell’inscindibile legame tra Amore e Odio, sesso e perversione, possessività e autolesionismo. I detrattori si soffermeranno sull’evidente misoginia del punto di vista di Kim o sulla fragilità e ambiguità di molti passaggi di sceneggiatura. Ma è giusto, anche perché l’autore e la sua carriera lo meritano, guardare al film come a un doloroso tentativo di introspezione senza giustificazioni né filtri, come lascia intuire l’incipit – una frase di Kim Ki-duk sugli errori del passato e l’impossibilità di intervenire sul Tempo. Recensione ❯
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