eugenio
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martedì 25 aprile 2023
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una riuscita trasposizione del romanzo di dumas
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Oltre settanta milioni di euro, mica poco. Il budget dell’ultimo, ennesimo, adattamento de I tre moschettieri (come dimenticare l’ultimo da ridere di Veronesi con Favino con il suo improponibile accento?), la storia di d’Artagnan, stupisce ma dovrebbe essere sintomatica dell’esigenza, oggigiorno, di tornare al cinema di cappa e spada, privo di elaborati effetti speciali e forse più fisico, con un contatto solido e avvincente in una trama di intrighi di corte che fa tanto feuilleton.
In questo contesto si inserisce la pellicola sceneggiata da Matthieu Delaporte e Alexandre de la Patellière che con il regista Martin Bourboulon, abbastanza fedelmente riprende il romanzo di Dumas, ovvero le vicende del guascone D’Artagnan (Francois Civil) che arriva alla corte del re Luigi XIII (Louis Garrel) solo e senza figli, insidiato dal bieco Richielieu (Eric Ruf) che trama alle sue spalle con la spia Milady (Eva Green), per mettersi al servizio del capitano de Tréville.
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Oltre settanta milioni di euro, mica poco. Il budget dell’ultimo, ennesimo, adattamento de I tre moschettieri (come dimenticare l’ultimo da ridere di Veronesi con Favino con il suo improponibile accento?), la storia di d’Artagnan, stupisce ma dovrebbe essere sintomatica dell’esigenza, oggigiorno, di tornare al cinema di cappa e spada, privo di elaborati effetti speciali e forse più fisico, con un contatto solido e avvincente in una trama di intrighi di corte che fa tanto feuilleton.
In questo contesto si inserisce la pellicola sceneggiata da Matthieu Delaporte e Alexandre de la Patellière che con il regista Martin Bourboulon, abbastanza fedelmente riprende il romanzo di Dumas, ovvero le vicende del guascone D’Artagnan (Francois Civil) che arriva alla corte del re Luigi XIII (Louis Garrel) solo e senza figli, insidiato dal bieco Richielieu (Eric Ruf) che trama alle sue spalle con la spia Milady (Eva Green), per mettersi al servizio del capitano de Tréville. Già durante il viaggio rischia la vita per salvare una ragazza, poi litiga e finisce a duello con i tre moschettieri e non contento si tira pure dietro l’ira delle guardie del cardinale, pronto a tutto per screditare i tre moschettieri, accusando Athos (Vincent Cassel) di un delitto mai commesso.
In questo turbillon di intrighi di corte e corruzione, dove la lealtà pare paradiso effimero, incarnato dai sodali moschettieri, I tre moschettieri D’Artagnan racconta senza tanti sofismi, una storia classica e in fondo solida che abbiamo imparato ad apprezzare a scuola. E va dato merito a Bourboulon di averlo reso un buon prodotto di intrattenimento, con un sapiente uso scenografico, costumi coerenti e una convincente interpretazione degli attori, una su tutte una Milady straordinariamente ben caratterizzata e spietata.
Certo, il film non è esente da difetti come i siparietti sentimentali tra D’Artagnan e Costanza, sin troppo ingenui, nell’indugiar in retoriche riprese che rallentano il dinamismo, eppure, la contemporaneità di questo romanzo scritto oltre duecento anni fa, che pone al centro la guerra di religione, gli attacchi intestini al cuore del regno, appaiono quanto di più apodittico oggigiorno, sotto il cielo di una nazione patriottica che non disdegna liceità (Porthos bisessuale) e consapevolezza.
Continua quindi, perché, I moschettieri torneranno in una trilogia alla Jackson (già annunciato il secondo con Milady assoluta protagonista), e siamo certi che daranno di nuovo spettacolo. Anche solo col budget.
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(di samanta)
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samanta
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domenica 16 aprile 2023
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quando la fantasia deborda ...
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Molti film sono stati tratti o ispirati dal romanzo di Dumas, spesso prendendosi delle liberalità più o meno consistenti rispetto alla trama del romanzo, ricordo la versione del 1948 con Gene Kelly (D'Artagnan), Lana Turner (Milady) Van Heflin (Athos) e Vincent Price (Richelieu) e la versione del 1973 con Michael York (D'Artagnan) che l'anno dopo ebbe il seguito (Milady) come in questo film. Il buon Anton Giulio Majano, regista di film e di tanti sceneggiati TV tratti da romanzi famosi (L'alfiere, L'isola del tesoro, Delitto e Castigo, La freccia nera, David Copperfield ...) era solito dire ai suoi sceneggiatori "Non lavorate troppo di fantasia basta quella dell'autore".
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Molti film sono stati tratti o ispirati dal romanzo di Dumas, spesso prendendosi delle liberalità più o meno consistenti rispetto alla trama del romanzo, ricordo la versione del 1948 con Gene Kelly (D'Artagnan), Lana Turner (Milady) Van Heflin (Athos) e Vincent Price (Richelieu) e la versione del 1973 con Michael York (D'Artagnan) che l'anno dopo ebbe il seguito (Milady) come in questo film. Il buon Anton Giulio Majano, regista di film e di tanti sceneggiati TV tratti da romanzi famosi (L'alfiere, L'isola del tesoro, Delitto e Castigo, La freccia nera, David Copperfield ...) era solito dire ai suoi sceneggiatori "Non lavorate troppo di fantasia basta quella dell'autore". Il giudizio di Majano non è stato preso certamente in considerazione con la versione francese uscita in questi giorni con la regia Martin Bourbolon (direttore di pochi film e che ebbe successo con la commedia Papa ou Maman) e che ha massacrato la trama di Dumas che, a sua volta, aveva massacrato la storia.
[Spoiler] Nel film viene inserito un giallo: dopo che D'Artagnan (François Civil) ha fatto amicizia con 3 moschettieri sfidati da lui a duello e aiutati a sconfiggere la guardie del Cardinale Richelieu, uno dei 3 Athos (Vincent Cassel) viene dal Cardinale intrappolato: ubriaco mentre dorme viene sorpreso a letto dalle guardie con il cadavere di una donna assassinata, processato è condannato a morte. D'Artagnan che sa Athos innocente perché conosce la donna fa evadere Athos ed insieme vanno in Inghilterra a recuperare una collana di diamanti che la Regina Anna aveva regalato al suo spasimante il Duca di Buckingham Primo ministro inglese e che re Luigi XIII istigato dal Cardinale pretende che esibisca al matrimonio del fratello. Ovviamente i due non solo riportano la collana ma al matrimonio salvano il re e il fratello da un attentato ordito dal Cardinale, in questo sono aiutati da Porthos (Pio Marmai) e da Aramis (Roman Duris) che in questo film hanno una parte marginale. Il film finisce con il rapimento di Constance (Lyna Koudri) di cui è innamorato D'Artagnan, nei titoli di coda c'é l'annuncio che continuerà una seconda parte e la visione di un trailer del seguito.
Preliminarmente si osserva che il film non ha una buona fotografia, con una predilizione per l'oscurità, ad esempio il duello iniziale alla locanda si svolge in un'oscurità tale che non si comprende chi siano gli aggressori e gli aggrediti; Il regista poi utilizza per le riprese di giorno il metodo di sfumare il fondo (ad esempio un palazzo) per mettere in chiaro e in risalto il primo piano degli attori, ma l'effetto non è positivo. Inoltre per evitare ridicolaggini una maggiore attenzione all'epoca: le pistole sparano un colpo dopo l'altro senza interruzione come un revolver, ma nel 1627 per sparare un secondo colpo ci volevano 3 o 4 minuti, aggiungi costumi brutti con gli uomini che tengono la camicia aperta con il collo e il torace in mostra, le divise dei moschettieri sono poi di un colore grigio topo sporco: sono le guardie personali del Re non avventurieri da strapazzo! Sarebbe stato meglio vedere le stampe e i dipinti dell'epoca: i costumi erano sfarzosi e colorati (nei moschettieri prevaleva il rosso e il blu). In omaggio poi al politically correct il buon Porthos diventa bisessuale, che sia in transizione a cambiare genere nella seconda parte? In conclusione il film è lento, il "giallo" di Athos appesantisce la linearità della trama senza creare è suspence,la sceneggiatura del film nello svolgersi della storia sembra abborracciata alla meglio, ma non era più conveniente un buon film di cappa e spada come ad esempio tra i tanti: La maschera di ferro con Di Caprio anche lì la storia (come il romanzo di Dumas Il visconte di Bragelonne ) è massacrata, ma almeno è un divertente passatempo realizzato bene come ambiente e costumi. Quanto alla recitazione c'è un bravo Vincent Cassel circondato da modesti attori lo stesso François Civil ci mette molto impegno a fare D'Artagnan con pochi risultati ed Eric Ruf è un Richelieu spento e senza alcun guizzo di vivacità.
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[+] pistole ad avancarica che sparano come i revolver
(di nunzio)
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