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Oltre settanta milioni di euro, mica poco. Il budget dell’ultimo, ennesimo, adattamento de I tre moschettieri (come dimenticare l’ultimo da ridere di Veronesi con Favino con il suo improponibile accento?), la storia di d’Artagnan, stupisce ma dovrebbe essere sintomatica dell’esigenza, oggigiorno, di tornare al cinema di cappa e spada, privo di elaborati effetti speciali e forse più fisico, con un contatto solido e avvincente in una trama di intrighi di corte che fa tanto feuilleton.
In questo contesto si inserisce la pellicola sceneggiata da Matthieu Delaporte e Alexandre de la Patellière che con il regista Martin Bourboulon, abbastanza fedelmente riprende il romanzo di Dumas, ovvero le vicende del guascone D’Artagnan (Francois Civil) che arriva alla corte del re Luigi XIII (Louis Garrel) solo e senza figli, insidiato dal bieco Richielieu (Eric Ruf) che trama alle sue spalle con la spia Milady (Eva Green), per mettersi al servizio del capitano de Tréville. Già durante il viaggio rischia la vita per salvare una ragazza, poi litiga e finisce a duello con i tre moschettieri e non contento si tira pure dietro l’ira delle guardie del cardinale, pronto a tutto per screditare i tre moschettieri, accusando Athos (Vincent Cassel) di un delitto mai commesso.
In questo turbillon di intrighi di corte e corruzione, dove la lealtà pare paradiso effimero, incarnato dai sodali moschettieri, I tre moschettieri D’Artagnan racconta senza tanti sofismi, una storia classica e in fondo solida che abbiamo imparato ad apprezzare a scuola. E va dato merito a Bourboulon di averlo reso un buon prodotto di intrattenimento, con un sapiente uso scenografico, costumi coerenti e una convincente interpretazione degli attori, una su tutte una Milady straordinariamente ben caratterizzata e spietata.
Certo, il film non è esente da difetti come i siparietti sentimentali tra D’Artagnan e Costanza, sin troppo ingenui, nell’indugiar in retoriche riprese che rallentano il dinamismo, eppure, la contemporaneità di questo romanzo scritto oltre duecento anni fa, che pone al centro la guerra di religione, gli attacchi intestini al cuore del regno, appaiono quanto di più apodittico oggigiorno, sotto il cielo di una nazione patriottica che non disdegna liceità (Porthos bisessuale) e consapevolezza.
Continua quindi, perché, I moschettieri torneranno in una trilogia alla Jackson (già annunciato il secondo con Milady assoluta protagonista), e siamo certi che daranno di nuovo spettacolo. Anche solo col budget.
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