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Ultimo aggiornamento lunedì 19 ottobre 2015
La vera storia di Maria Altmann e della sua lotta per ottenere dallo stato austriaco il quadro di Klimt che decenni prima i nazisti sequestrarono alla sua famiglia. Il film ha ottenuto 1 candidatura a SAG Awards, In Italia al Box Office Woman in Gold ha incassato 1,2 milioni di euro .
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Uno dei dipinti più famosi d'Austria, Ritratto di Adele Bloch-Bauer di Gustav Klimt, è detenuto dallo stato indebitamente, in seguito al sequestro operato dai nazisti ai danni dei legittimi proprietari, una famiglia ebrea. Alla fine degli anni '90 la morte di una delle due sorelle ultime eredi della stirpe, fa scoprire all'altra l'esistenza di una lotta per riavere il quadro, proprio in coincidenza con la decisione dello stato austriaco di inaugurare una politica di restituzione delle opere d'arte rubate dai nazisti.
Determinata a riavere il quadro come forma di risarcimento per tutto quello che lei e la sua famiglia hanno subito dagli austriaci, Maria Altmann, da decenni residente in America, si reca in loco con un avvocato e scopre che in realtà lo stato non vuole assolutamente dare via il suo quadro più importante. Parte così una battaglia legale di Davide contro Golia.
Dietro a Woman in gold si intravede la sagoma di Philomena, il sorprendente film di Stephen Frears del 2013. Nella vera storia della dolce anziana Maria Altmann e del suo riluttante desiderio di ottenere giustizia, coadiuvata da un avvocato inizialmente poco convinto, non è difficile riconoscere la struttura del film con Steve Coogan e Judi Dench. Anche l'obiettivo, un racconto che scaldi il cuore e infervori gli animi, sapendo alleggerire quando serve e addolcire quando necessario (sempre attraverso la protagonista, eroina della quotidianità), appare il medesimo, solo sostituendo agli abusi di un convento contro una madre l'ancor più toccante tema della persecuzione degli ebrei ad opera dei nazisti.
Ma Simon Curtis non è Stephen Frears, nè i suoi sceneggiatori sono all'altezza della sagacia di Steve Coogan e Jeff Pope. Nelle loro mani questa materia molto popolare si scioglie nella ruffianeria invece che brillare nell'equilibrio tra intelligenza di scrittura e equilibrio narrativo.
Pensato tutto intorno a Helen Mirren, il film indugia su di lei, si affida alla sua capacità di comunicare ogni stato d'animo senza mai cercare di farlo da sè. L'individuazione della più nobile delle cause e il ritratto del più perfido dei nemici (la burocrazia di una nazione che non si cura dei dolori individuali), completano la facile parabola di un film mai capace di affermare con forza quel che desidera dire. Woman in gold si limita a scorrere, a lasciarsi guardare e dimenticare, senza trasformare la vera storia in grande epica oppure in piccola e toccante quotidianità, senza cioè individuare nelle pieghe della vita reale qualcosa sul quale porre la propria attenzione. Simon Curtis sembra documentare l'accaduto (romanzando quando serve) invece che mettere la lente d'ingrandimento su cosa, in tutti questi eventi, sia in grado di suggerire più dei semplici fatti esposti con simpatia.
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Storia vera portata sullo schermo con eleganza in un mosaico di misurata drammaticità intervallata da ricordi di una infanzia dolce e serena alle soglie di una guerra che tutto avrebbe cancellato La lotta apparentemente impari, per recuperare cio' che apparteneva alla propria famiglia, si risolve in una vittoria che tuttavia non viene giustamente esaltata e osannata : dietro [...] Vai alla recensione »
Più mi aggiorno sul fatto vero accaduto con inizio nel 1996 a Los Angeles e conclusasi con la vittoria e la restituzione delle opere rubate dai nazisti alla legittima proprietaria Maria Altamann, più mi inquieto sul giudizio negativo che da del film Gabriela Nola, paragonando il regista Simon Curtis a Stephan Frears con un film Philomena, che ho visto e che parla di tutt'altra cosa.
Il film, a mio avviso, è stato un po’ bistrattato dalla critica. Woman in gold ripropone tematiche, epoche, luoghi, orrori che non si possono e non si devono dimenticare. La Vienna dell’inizio del Novecento era una capitale colta e ricca, il luogo di sperimentazione delle arti e delle scienze: dalla Secessione alla musica dodecafonica, fino ad arrivare alla psicoanalisi. Vai alla recensione »
Simon Curtis prende lo spunto da una storia vera e propone un film bello, interessante e delicato che nei ritmi e nelle forme ricorda Philomena. Ma quello è un capolavoro, questo un bel film. La shoà ed il delirio nazista non si è concluso nei campi di sterminio, perché una volta normalizzatasi la situazione, il diritto di proprietà alle opere d’arte dei legittimi [...] Vai alla recensione »
Tratto da una storia vera,il film racconta la vicenda di Maria Altmann,ebrea austriaca,discendente da una facoltosa famiglia viennese,rifugiatasi negli Stati Uniti durante l'occupazione nazista dell'Austria nella seconda guerra mondiale.Nel 1998 la signora Altmann intento' una complessa azione giudiziaria contro il governo austriaco al fine di farsi restituire il famoso dipinto,opera di Gustav Klimt,che [...] Vai alla recensione »
Un buon film che ha anche il merito di aver fatto conoscere una storia vera. Quanti sapevano che uno dei capolavori di Klimt fosse stato oggetto di una clamorosa battaglia legale, in cui a vincere è stata la parte più debole? Strepitosa Helen Mirren, che interpreta Maria, fragile anziana signora determinata a far valere i diritti suoi e di migliaia di ebrei austriaci, spogliati, durante [...] Vai alla recensione »
Le storie vere si raccontano da se, quindi capire se si è stati fedeli alla storia originale e questo non lo sò. Quindi, si passa alla parte esclusivamente tecnica Fotografia ottima, scenografia che nei flash back fa rivedere una vienna pre nazista in maniera magistrale, che dire di Helen Mirren la amo quindi non sono lucido, ma posso dire grande, grande, grande.
Bel film. Molto ben girato, con un'ambientazione perfetta e una notevolissima attrice ( Helen Mirren ) nella parte del protagonista principale. Anche se - mi piace pensare - il quadro ( la persona ritratta e tutto ciò che vi è correlato sul piano sentimentale, artistico, familiare ) come il vero protagonista. Il centro di interesse, una specie di fulcro, da cui scaturiscono sentimenti, passioni, [...] Vai alla recensione »
Un film che avrebbe potuto essere un ottimo per tutto se soltanto fosse stata fatta giustizia non solo al quadro bellissimo di Gustav Klimt che ritrae Adele moglie di Ferdinand Bloch Bauer,zia di Maria Altmann,ma all’intera sua famiglia. Maria Altmann, egregiamente interpreta tata da Helen Mirren,regina inglese del cinema(vedi The queen del 2006),vincerà la sua lunga battaglia proprio invocando che [...] Vai alla recensione »
La combinazione vincente il regista Simon Curtis l'aveva sicuramente tra le mani abbinando due icone come Gustav Klimt ed Helen Mirren. Ma se la giustizia è senza prezzo, come recita la locandina, i sentimenti ne hanno sicuramente uno e non può essere così alto come quello che si paga per simpatizzare con lei. Helen Mirren è qui diretta da Curtis e i panni della [...] Vai alla recensione »
Simon Curtis prende spunto da una storia vera, peraltro molto interessante, per trarne un soggetto che inevitabilmente si presta a molteplici fraintendimenti, sia per il contesto storico in cui è inserita, sia per l’approccio emotivo e non ragionato che in genere si ha verso un film in cui di solito si cerca di empatizzare con i protagonisti per restare coinvolti.
Il film è basato sulla storia vera di Maria Altmann (Helen Mirren) signora austriaca di origine ebraica che nel 1938, a causa dell’occupazione nazista a Vienna, fu costretta a scappare negli Stati Uniti insieme al marito. Nel 1998, alla morte della sorella, Maria recupera delle lettere di famiglia e interpella un giovane avvocato Randol Schoenberg (Ryan Reynolds) conferendogli l’incarico [...] Vai alla recensione »
Alla fine degli anni 90 il governo austriaco decide di avviare una politica di restituzione delle opere trafugate o sottratte con la forza dai nazisti ai legittimi proprietari. L'ultima erede della famiglia che possedeva il celebre Ritratto di Adele di Klimt decide allora di far valere i propri diritti. Un buon film che getta le radici su una pagina brutta e oscura come quella nazista e si interroga [...] Vai alla recensione »
Un celebre quadro di Klimt sequestrato dai nazisti è conteso dalla legittima proprietaria ben quarant'anni dopo la fine della guerra. La vera storia di Maria Altamann è narrata con estrema delicatezza, facendo leva sui sentimenti umani più genuini dell'anziana signora, interpretata dall'ottima Helen Mirren. Una battaglia legale sullo sfondo di una splendida Vienna, tenuta costantemente in bilico da [...] Vai alla recensione »
Rifacendosi al famoso quadro di Gustav Klimt , "Woman in Gold" racconta la vera storia di Maria Altmann , ebrea emigrata dall'Austria negli Stati Uniti al tempo della Seconda Guerra Mondiale, la quale intraprese una lunga e difficile battaglia legale contro il governo austriaco al fine di reimpossessarsi del suddetto quadro appartenente in origine alla propria famiglia e confiscato, [...] Vai alla recensione »
il dipinto di klimt è di rara ed intensa bellezza. Se non esistesse, il film non starebbe in piedi. L'emozione di cui è capace il film è solo la coda dell'emozione provocata dal quadro. Ciò non toglie che il racconto si dipana con lucida tragicità e rappresenta bene l'orrore e le conseguenze dell'orrore che nella memoria ebraica ha così inciso. [...] Vai alla recensione »
Non capisco le critiche, ho appena visto il film in versione originale e, se in italia non lo doppiano malamente, non credo proprio che risulterà banale o da dimenticare! Prima di tutto la "monumentale" Hellen Mirren, che dipinge magnificamente la figura della anziana Altmann, con le sue paure e i suoi dubbi, ma infine volitiva e testarda.
Il dovere di ricordare e di lottare perche la memoria non si disperda. Splendido film. Emozionante. Ottimi attori. Consigliato!
Non sono assolutamente d'accordo con chi, come la vostra recensione dice, che questo film è scarso se paragonato a Philomena. Cosa centra Philomena? Questo è un bellissimo film per almeno 5 motivi. 1) ha una fotografia bellissima. 2) Pare sia una storia vera, intendo a tal proposito informarmi con precisione. 3) E' portato avanti con un bel ritmo e con una certa grazia, senza "urlare".
Un film che si vede con piacere e riesce ad appassionare. Non entrerà nella storia del cinema, ma che si limiti a farsi vedere e dimenticare mi sembra un giudizio troppo riduttivo. Che non a caso non è condiviso dal 78%...
Film ben recitato che mette in luce ancora una volta gli errori del passato come monito al presente e come si debba non arrendersi all'ingiustizia. Per me il film pone anche riflessioni sull'importanza della dignità che oggi manca in Italia dove una politica di accoglienza dissennata rischia di far tornare tempi bui! Non si tratta di essere razzisti ma di cercare anche di capire cosa ha previsto [...] Vai alla recensione »
Veramente un monito, questo"Woman in Gold"/Simon Curtis, soggetto di E.Randol Scho"nberg, sceneggiatura di Alexi Kaye Campbell, 2015)racconta di come le opere d'arte rubate dai nazisti ai legittimi proprietari ebrei viennesi, ora residenti negli States(Maria Altmann, magistalmente interpetata da Helen Mirren) anche per l0intervento fermo e convinto dell'avvocato Randol [...] Vai alla recensione »
Non è semplicemente la storia dei dipinti di Klimt, sottratti dai nazisti durante l'Anschluss, del ritratto di Adele Bloch-Bauer oggi esposto alla Neue Galerie di New York, di Randy figlio della cara amica Barbara, avvocato con poca esperienza che oggi è specializzato in restituzione di opere d'arte. -- E' la storia di Maria, che ha continuato a vivere [...] Vai alla recensione »
Maria tiene vivi i nostri ricordi. Non è semplicemente la storia dei dipinti di Klimt, sottratti dai nazisti durante l'Anschluss, del ritratto di Adele Bloch-Bauer oggi esposto alla Neue Galerie di New York, di Randy figlio della cara amica Barbara, avvocato con poca esperienza che oggi è specializzato in restituzione di opere d'arte.E' la storia di Maria, che ha continuato a vivere nella stessa casa [...] Vai alla recensione »
Un pezzo di storia che nessuno deve dimenticare E' la storia vera di un'anziana signora ebrea nata a Vienna nel 1916, diventata cittadina USA nel 1945 e morta all'età di 95 anni nel 2011. Maria Altmann a cinquant'anni intraprende, con l'aiuto di un giovane avvocato di origine ebreo-austriaca e di un giovane giornalista di Vienna, una [...] Vai alla recensione »
Evidentemente il vostro recensore ha visto un altro film o la sua visione è stata alterata dall'etteffo di qualche strana sostanza, perchè questa pellicola, piu che discreta, non ha nulla a che fare con "Philomena". Film godibile in cui si ricostruisce l'epoca storica del nazismo in Austria, la vicenda drammatica della protagonista e la vita americana degli anni 90 [...] Vai alla recensione »
INTANTO UN FILM SULL’OLOCAUSTO VA VISTO A PRESCINDERE, IN QUESTO CASO LE PECCHE SONO LA RECITAZIONE, POCO INCISIVA, LA STORIA DELLA RESTITUZIONE, NON AVVINCENTE, LA REGIA, BLANDA NELLE SEQUENZE E NEL MONTAGGIO E COMUNQUE NELL’INSIEME UNA PELLICOLA CHE SI PUO’ DIMENTICARE IN FRETTA.
Una storia vera riportata sullo schermo in modo magistrale . Uno dei piu bei film visti in questi ultimi anni.
Solo un'ottima Helen Mirren riesce a tenere insieme i due piani del film di Simon Curtis, a rendere credibile una convivenza altrimenti stridente fra l'aspetto brillante e quello drammatico. Che il genere giudiziario sia genere di eccellenza del cinema statunitense è cosa arcinota, al pari della sua duttilità quale contenitore adatto a tematiche diverse, ma qui si esagera nel [...] Vai alla recensione »
È la vera storia di Maria Altmann. Nata viennese nel 1916 e morta negli Stati Uniti, di cui era diventata cittadina nel 1945, alla bella età di 95 anni nel 2011. Ciò che non le aveva impedito anni prima, quando di anni ne aveva già tanti, di intraprendere con l'aiuto (almeno nel film) di un giovane avvocato anche lui di origine ebreo-austriaca e di un giornalista, una apparentemente insormontabile [...] Vai alla recensione »
Era il 2011 quando la 95enne Maria Altmann veniva a mancare nell"adottiva" Los Angeles. Una vita straordinaria la sua: fuggita in quanto ebrea dalla Vienna nazista, trova dimora negli Stati Uniti col marito finché nel 1998, alla morte della sorella Luise, scopre che questa si era adoperata nel recupero del ritratto di zia Adele fattole da Gustav Klimt e "scippato" alla famiglia dai nazisti.
Un'anziana ebrea viennese, Maria Altmann, che vive da tempo in Usa, intraprende cinquant'anni dopo i fatti una battaglia legale contro il governo austriaco per rientrare in possesso del ritratto di sua zia Adele Bloch Bauer, dipinto dal grande Gustav Klimt: quadro trafugato dai nazisti nel 1938 insieme ad altri preziosi oggetti d'arte appartenenti alla sua famiglia.
Sempre grande e ancora fascinosa la neosettantenne Helen Mirren. Che fornisce l'ennesima dimostrazione di classe nel ruolo di Marie Altman, una signora ebrea di Vienna, fuggita negli Stati Uniti. E decisa a battersi per la restituzione di un quadro di Klimt sottratto dai nazisti alla sua famiglia. Una lunga, emozionante guerra legale, in cui è assistita dal giovane, sulle prime perplesso, avvocato [...] Vai alla recensione »
Un capolavoro trafugato dai nazisti (un ritratto di Klimt), come migliaia di altre opere d'arte appartenenti ad ebrei. Un'anziana austriaca (Helen Mirren) espatriata da decenni negli Usa che intraprende una battaglia legale perché l'Austria "democratica" restituisca il quadro ai suoi legittimi eredi, cioè a lei, e non per lucro ma per principio. Più la strana amicizia che si crea tra il giovane avvocato [...] Vai alla recensione »