Woman in Gold |
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Un film di Simon Curtis.
Con Helen Mirren, Ryan Reynolds, Daniel Brühl, Katie Holmes.
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Titolo originale Woman in Gold.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 110 min.
- USA, Gran Bretagna 2015.
- Eagle Pictures
uscita giovedì 15 ottobre 2015.
MYMONETRO
Woman in Gold
valutazione media:
2,83
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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La vera storia di una battaglia civiledi enzo70Feedback: 45310 | altri commenti e recensioni di enzo70 |
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domenica 18 ottobre 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Simon Curtis prende lo spunto da una storia vera e propone un film bello, interessante e delicato che nei ritmi e nelle forme ricorda Philomena. Ma quello è un capolavoro, questo un bel film. La shoà ed il delirio nazista non si è concluso nei campi di sterminio, perché una volta normalizzatasi la situazione, il diritto di proprietà alle opere d’arte dei legittimi proprietari diventa un’eventualità; infatti i furti perpetrati dai nazisti negli anni 40 hanno disperso gran parte dei capolavori dell’arte tra i parenti dei ladri e le grandi gallerie d’arte tedesche ed austriache. E così il ritratto di Adeele Bloch Bauer, la zia di Maria Altman, di Gustav Klimt è conservato al museo Belvedere di Vienna. Maria, Hellen Mirren, vive negli Stati Uniti, non è mai tornata a Vienna, ma in occasione della morte della sorella decide di rivendicare il diritto alla restituzione del dipinto; e per farlo si affida ad un giovanissimo avvocato, Ryan Reynolds, per attivare le procedure legali per richiedere il diritto di proprietà al dipinto. E così il processo si sovrappone ai ricordi di Maria dell’inizio delle angherie dei nazisti viste da una ricca famiglia austriaca. E in primo piano il regista pone il tema del rapporto tra l’Austria ei il suo passato, con il bilanciamento tra l’atteggiamento di un giovane giornalista, Daniel Bruhl, che cerca di espiare con l’impegno contro gli atti del regime l’appartenenza del padre alle SS, e quello del governo austriaco che alla fine tende a negare i residui diritti civili dei superstiti al regime. Un film di riflessione e di grandissima godibilità che si avvale di due tra i migliori attori emergenti del cinema mondiale, il cui unico limite è la naturale comparazione con Philomena.
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