Anno | 2023 |
Genere | Documentario |
Produzione | Italia |
Durata | 85 minuti |
Al cinema | 1 sala cinematografica |
Regia di | Giovanni Pellegrini |
Uscita | martedì 4 aprile 2023 |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 4,00 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento domenica 2 aprile 2023
Grazie a un racconto leggendario e con immagini spettacolari della laguna di Venezia, il film racconta problematiche attuali come il cambiamento climatico di un luogo unico al mondo. In Italia al Box Office Lagunaria ha incassato nelle prime 5 settimane di programmazione 42,8 mila euro e 3,2 mila euro nel primo weekend.
ASSOLUTAMENTE SÌ
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Avvolta da un'aura epica e di mistero, Venezia è la protagonista di un documentario raccontato in chiave fantastica e ancestrale. Una voce narrante femminile, che sembra provenire da un tempo remoto, accompagna le immagini della laguna e del centro storico, chiedendosi se quella città magica sorta sulle acque sia mai esistita davvero. Uno sguardo mitico e insieme attuale ad un luogo unico al mondo ma capace di evocare sensazioni e temi universali, incitando anche alla riflessione su questioni sempre più urgenti come il cambiamento climatico e l'overtourism.
Il docufilm di Giovanni Pellegrini mira a toccare l'anima più autentica di Venezia, avvolgendo il racconto con toni rarefatti e un'aura da leggenda, ma stimolando anche la riflessione sulla sua sopravvivenza.
Da diversi anni il regista veneziano Giovanni Pellegrini, con la propria casa di produzione e distribuzione Ginko Film, sta raccontando la sua città nel progetto audiovisivo "Venezia Liquida", che attraverso corti e lungometraggi vuole restituirne l'anima più autentica e il suo rapporto speciale e fondativo con l'acqua. Se il precedente documentario La città delle sirene era incentrato sull'inondazione avvenuta a Venezia nel novembre 2019, in Lagunaria Pellegrini alza l'asticella slegando del tutto il racconto dalla cronaca e accentuandone la dimensione mistica.
Parlare al passato di una città presente, tentando di intravederne il futuro: probabilmente, non esiste città più adatta a questo approccio di Venezia, eterna eppure fragile, luogo senza tempo e sospeso come da un incantesimo. Qualunque persona sia mai stata almeno una volta a Venezia, sa come sia impossibile descrivere pienamente l'esperienza. In questo senso, la scelta del regista di ammantare il racconto di leggenda si rivela azzeccata e originale.
La voce fuori campo della narratrice Irene Petris, le musiche di Filippo Perocco, e soprattutto le immagini (frutto di cinque anni di girato) dei canali e della laguna, dove il cielo si confonde nel mare, contribuiscono all'atmosfera rarefatta e al senso di mistero attorno a Venezia, città alla ricerca costante di un equilibrio tra acqua e terra, ambiente naturale e urbano. Lì dove, citando Proust, "le abitazioni fanno pensare a luoghi naturali, ma di una natura che ha creato le proprie opere con un'immagine umana".
Si percepisce un amore assoluto e inquieto per una città che potrebbe già essere diventata il museo di sé stessa e che tutti si affrettano a visitare prima che possa affondare come una vecchia nave. Le minacce che aleggiano all'orizzonte su Venezia, dall'inquinamento ai mutamenti del clima fino al sovraffollamento turistico, non vengono esplorate in maniera divulgativa ma, coerentemente, solo evocate con toni sfumati.
In alcuni passaggi si rischia di perdere un po' il filo del discorso, ma nel complesso l'intento suggestivo dell'opera colpisce e trova la sua sublimazione nella parte finale, nelle straordinarie riprese di una Venezia deserta e pietrificata durante i periodi di lockdown, ma che poi torna a rivivere. Mentre nelle sue acque, nella loro mutevole danza, si riflettono tutte le città possibili.
Documentario molto affascinante dal punto di vista fotografico sulla fragilità e l'unicità di una città leggendaria. Ho apprezzato il racconto, le similitudini, gli esempi, meno la musica e la voce narrante. In complesso, uno spettacolo da dedicare a chi va e viene in un giorno a Venezia, senza conoscerne nè la bellezza, nè la delicata vita.
Quello di Lagunaria è un racconto pieno di nostalgia. Una voce narrante di inflessione mitica guida il ricordo di comunità invisibili dentro luoghi misteriosi nascosti da un reticolo di canali acquatici, sorvola le rovine di una civiltà che a causa di un appiattimento commerciale sembra scomparsa, venduta a favore del profitto, vittima del moto ondoso provocato dalle grandi navi da crociera.
La Storia, il Mito, la Leggenda, la prosaicità. Guardando la sua Venezia da due punti di vista ben definiti - dall'alto sondandone l'incanto estetico, dal basso entrando nel cuore delle calli, dei palazzi, della gente -, Giovanni Pellegrini (assieme alla sodale Chiara Andrich, montatrice del documentario) esplora con la benevolenza del figlio e il tormento del cittadino la città, dove la bellezza è [...] Vai alla recensione »