Titolo originale | The Killing of a Sacred Deer |
Anno | 2017 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Gran Bretagna, USA |
Durata | 109 minuti |
Regia di | Yorgos Lanthimos |
Attori | Colin Farrell, Nicole Kidman, Barry Keoghan, Raffey Cassidy, Sunny Suljic Alicia Silverstone, Bill Camp, Denise Dal Vera. |
Uscita | giovedì 28 giugno 2018 |
Tag | Da vedere 2017 |
Distribuzione | Lucky Red |
MYmonetro | 3,01 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 3 luglio 2018
La vita di un carismatico chirurgo e quella di un adolescente inquieto s'incrociano e non saranno mai più come prima. Il film è stato premiato al Festival di Cannes, ha ottenuto 3 candidature agli European Film Awards, ha ottenuto 2 candidature a Spirit Awards, In Italia al Box Office Il Sacrificio del Cervo Sacro ha incassato 644 mila euro .
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Steven è un cardiologo: ha una bellissima moglie, Anna, e due figli, Kim e Bob. All'insaputa di costoro, tuttavia, si incontra frequentemente con un ragazzo di nome Martin, come se tra i due ci fosse un legame, di natura ignota a chiunque altro. Quando Bob comincia a presentare degli strani sintomi psicosomatici, la verità su Steven e Martin sale a galla.
Come per la versione originaria di 2001 - Odissea nello spazio, è un minuto di buio a introdurre The Killing of a Sacred Deer, sulle note dello Stabat Mater di Schubert. L'immagine immediatamente successiva è quella di un intervento a cuore aperto, inquadrato senza veli dalla macchina da presa.
Veniamo calati così, in maniera brusca e disturbante, in una vicenda tragica di espiazione e vendetta.
Ma è già il titolo a raccontarci questo, con un riferimento esplicito alla tragedia di Euripide Ifigenia in Aulide, una delle pagine più crudeli della letteratura greca e occidentale in genere. Al resto ci pensa la messa in scena di Yorgos Lanthimos, che nasconde in ogni frame un'insidia psicologica. Dapprima la sensazione costante che qualcosa di terribile stia per accadere, quindi la rappresentazione della tragedia in atto e del suo intensificarsi man mano che la storia procede. Due sono gli atti principali. Nel primo è forte come mai prima d'ora l'ascendente kubrickiano (sottolineato dal ricorso a musiche di Gyorgi Ligeti): inquadrature impeccabili e uniche nella loro insolita angolazione e nella disposizione dei personaggi nel campo visivo, gesti di automi che rispondono direttamente agli impulsi di un regista-dio, alla rappresentazione di un concetto che si fa carne.
Una volta tradotta la sensazione di pericolo in un effettivo dramma, il sangue, la violenza e la crudeltà che si nascondono nell'animo umano hanno la meglio, alterando anche ritmo dello script e postura dei personaggi. Mentre il riferimento mitologico-letterario muta dal testo ellenico a quello biblico, tra la scelta di Abramo e il giudizio di Salomone.
"Non c'è niente da risolvere per nessuno" pronuncia l'inquietante Martin nel dialogo di passaggio tra i due segmenti principali. Il razionalismo esasperato che guarda a Kubrick e vive nel personaggio di Steven, convinto di poter controllare ogni cosa a costo di mentire o alterare la realtà, lascia spazio all'irrazionale più estremo, inspiegabile e non spiegato, che ha in Martin il suo fulcro.
E se la rivelazione fatale toglie qualcosa in termini di sorpresa e radicalità, alterando l'equilibrio di accecante razionalismo della prima parte, subentra una sinistra ironia macabra, man mano che Steven e Anna scendono a patti con l'assurdo scenario che li riguarda. Nell'indagine delle nostre fobie Lanthimos va oltre la sindrome da home invasion su cui Haneke ha costruito una carriera, per entrare in un terreno che abolisce totalmente la causa scatenante, trasformandola in un puro espediente narrativo. La paura e il senso di colpa sono immanenti, inestirpabili e non possono che accompagnare la perfetta vita borghese di Steven e Anna. Tutto ciò che abbiamo bisogno di sapere su quel che accade è che non ci sono vie di uscita praticabili, che possano alterare l'oscuro percorso del fato. Tranne una, la più impossibile e dolorosa di tutte.
Quando il punto di vista sembra trasferirsi su Anna, che intende mettere ordine in quanto avvenuto e ristabilire un equilibrio pagando il prezzo necessario, ecco che la donna traduce in parole il pensiero più orrendo e crudele in una ipotesi di soluzione. Come in The Lobster, non ci sono "buoni" né innocenti nell'universo di Yorgos Lanthimos, qui alle prese con un passo ambizioso della propria carriera, nel tentativo di far sua l'eredità di Kubrick e Haneke e spingersi oltre. Finché l'operazione riesce, la sensazione è di un cinema lucidamente spietato, ossia di ciò di cui i tempi di perpetua inquietudine che stiamo vivendo hanno bisogno.
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Lanthimos guarda a Kubrik ma col telescopio: siamo davvero lontani. Non bastano un po' di inquadrature eccentriche, semplicemente non possiede la stessa capacità visionaria del maestro; Il confronto non puo' che deludere. Idem per la scelta del commento sonoro che risulta artificiale ed eccessivo. La prima parte del film è la meglio riuscita; ricorda più i thriller alla [...] Vai alla recensione »
Yorgos Lanthimos ci fa viaggiare nelle paure e nei desideri inconsci di un adolescente, mettendo in scena il dramma dell’io diviso tra il senso di colpa per il desiderio incestuoso della madre e della morte del padre e la paura di essere ucciso o castrato dal padre. Le inquadrature dal basso e dall’alto, le riprese dal di fuori, fuori della stanza d’ospedale, fuori della villa, [...] Vai alla recensione »
Idea eccellente, struttura e fotografia pure (non nel senso della "bella fotografia" ma della sua capacità di dare senso). Rovinosi sono i dialoghi e gran parte delle soluzioni di sceneggiatura. Paradossale quindi che sia stata premiata proprio quella. Il registro ora naturalistico ora di astrazione fa andare in frantumi il film, con l'esito di dialoghi ridicoli e insorgenza di [...] Vai alla recensione »
E' vero! Ormai quando un film riceve un premio (nel caso la migliore sceneggiatura al festival di Cannes) per forza deve essere uno spettacolo mediocre o pessimo. La trama [ SPOILER]: Steven (Colin Farrel) è un affermato cardiochirurgo di Cincinnati sposato con Anna (Nicole Kidman) con due figli Bob di 12 anni e Kim di 14: Steven incontra Martin (Barry Keoghan) un ragazzo di 16 anni figlio [...] Vai alla recensione »
Ennesima delusione hollywoodiana, servita con piatti di metafore simbologie poteri sovranaturali, il tutto per giustificare la solita critica sociale alla buona famiglia borghese americana. Sono 50 anni che si rimescola la solita salsa per offrire un prodotto adatto ad intellettualoidi e sociologi. Ogni tanto pensate anche allo spettatore, che ha bisogno di realtà, di carne e sangue, di ottimi [...] Vai alla recensione »
La storia del film è tutta incentrata sul naturale senso di vendetta da parte di un ragazzo che ha visto morire suo padre a seguito di un atto di imprudenza di un chirurgo, sul quale riversa i suoi sentimebti di rivalsa. Il chirurgo tenta con ogni escamotage di aggirare questo malefico senso di vendetta ma non vi riesce e alla fine questa malefica vendetta lo raggiunge [...] Vai alla recensione »
Il sodalizio Yorgos Lanthimos-Efthymis Filippou sta alla cinematografia contemporanea greca come il sodalizio Battisti-Mogol sta alla canzone italiana degli anni '70. Uno regista, l'altro sceneggiatore, ci hanno già regalato il precedente The Lobster.Qui si cerca di alzare l'asticella, rievocando in modo evidente il cinema del maestro Kubrick (soprattutto quanto ci ha fatto vedere in Odissea nello [...] Vai alla recensione »
Lanthimos viene considerato il nuovo Kubrick. Magari sarà proprio così, peraltro è lampante la sua emulazione nell'uso delle luci, degli attori e dei tempi cinematografici. Ma la domanda da porsi è questa: abbiamo davvero bisogno di un nuovo Kubrick? Possiamo considerare bello un film che segue le tracce di un genio in modo così spudorato? Cosa c'è di nuovo? Il taglio originale della pellicola sta [...] Vai alla recensione »
Dopo “The Lobster”, ritorna nelle sale cinematografiche il regista Yorgos Lanthimos con un altro film altrettanto particolare, intitolato “Il Sacrificio del Cervo Sacro”. La storia ruota tutta intorno ad una coppia benestante di affermati medici (Colin Farrell e Nicole Kidman) con due figli, una ragazza adolescente ed un bambino.
Compitino in classe: fai un film surrealista con riprese alla Kubrick. Voto: buono, il ragazzo si applica. Ma è questo il cinema? Zoommate e carrellate ridondanti. Non si può ripetere per tutto un film "adesso attento". Recitazione piatta. Bravi gli interpreti che si prestano al gioco. Sceneggiatura piatta. Gli ingredienti per creare un film faticoso e disturbante ci sono. Vai alla recensione »
Il sacrificio del cervo sacro bisogna fare il sacrificio di vederlo anche se è un film da cui si esce con una profonda angoscia. Dall'inizio, dalle sonorità scelte e dal ritmo dei dialoghi, si comprende che saranno due ore difficili ma che scaveranno dentro di noi ponendoci domande che non hanno mai la risposta giusta. Chi amo di più? Chi merita la morte e la sofferenza? Chi ha la colpa in un incidente? [...] Vai alla recensione »
In una famiglia perfetta, agiata, i cui membri hanno rapporti equilibrati e positivi, genitori che appartengono al mondo della scienza, lui cardiochirurgo, lei oftalmologa, figli impegnati e in perfetta salute, si insinua a poco a poco l'elemento irrazionale e destabilizzante. Ciò che rompe l'armonia prende la forma della malattia mentale nella persona di un mediocre ragazzotto [...] Vai alla recensione »
Premetto che questo è un film un pò difficile da commentare. allora niente da dire sugli attori che sono tutti bravissimi a farci vivere i loro sentimenti di angoscia rabbia paura e timore e neanche alla sceneggiatura del film o alla fotografia e al fatto che sia un film motlo teso , ma vorrei presente però che il film "L'atelier" di Laurent Cantet era [...] Vai alla recensione »
Fin dalla prima inquadratura, che mostra un cuore che batte durante un’operazione, si capisce che il protagonista, un chirurgo dall’aspetto rispettabile, e dunque prevedibile, è un uomo della Materia. Coi piedi per terra, ha belle mani con cui ha costruito nel tempo una famiglia perfetta e altrettanto prevedibile: una bella moglie oftalmologa, una figlia obbediente e un figlioletto dai capelli fluenti [...] Vai alla recensione »
“The Killing of a Sacred Deer” un film di Yorgos Lanthimos Quando diciamo che i figli non possono pagare le colpe dei padri quanto meno non devono subirne le conseguenze ,allora diamo valore ad una visione religiosa dell’esistenza del genere umano. Anche il regista grecoYorgos Lanthimos propone un punto di vista morale delle vicende [...] Vai alla recensione »
La benevolenza ed i regali che il cardiochirurgo Steven elargisce all'adolescente Martin, nascondono una scomoda verità che riguarda la professione dell'uomo, la famiglia del ragazzo e le responsabilità che quest'ultimo sembra attribuirgli. Quando la manifestazione di inspiegabili infermità inizia a colpire i due giovani figli del medico, le inquietanti minacce di Martin diventano sempre più concrete [...] Vai alla recensione »
Da dove cominciare? Da Kubrick direi, visto che il film di Lanthimos è pieno di riferimenti all’opera del Grandissimo. “Shining”, ovviamente, sia per il profilo della storia, che si fa horror in crescendo, sia per la continua riproposizione di corridoi (qui di ospedale, là di un hotel) lunghissimi, silenziosi, disabitati, ripresi qui come là da una mdp che spesso [...] Vai alla recensione »
Dei tre film di, il peggiore dei tre è Alpis (2011), anche se mi resta il dubbio di non averlo capito. Paragonando, invece, questo film a The Lobster (2015) , bisogna rilevare che si tratta di una provocazionemonotematica, che ritrae un gruppetto di famiglia in un inferno, in una situazione ai limiti del paradossoronta ad esplodere in ogni momento.
“The Killing of a Sacred Deer”, il film del regista greco Yorgos Lanthimos, può essere considerato una commedia dark che ma mano vira nell’horror. Molte sono le cose che ci sono dentro, che però non appesantiscono la visione scandita e precisa del racconto. Ci sono dentro i miti greci, la vita e la morte, il concetto di colpa e di giustizia, l’espiazione, la vendetta, [...] Vai alla recensione »
Sfiora il capolavoro. E più che a Kubrick, mi ha fatto pensare a Nicholas Roeg, quello di 'A Venezia... un dicembre rosso shocking' ('Don't look now', 1973), di 'L'uomo che cadde sulla Terra' (1976), di 'Insignificance' ('La donna in bianco', 1985)... Dietro all'apparente normalità della vita borghese di una famiglia di dottori [...] Vai alla recensione »
Yorgos Lanthimos è un regista poliedrico, audace e visionario, che non ha paura a creare attraverso le sue pellicole degli universi carichi di simbolismi, delle storie che restano sempre in bilico tra la dimensione reale e quella surreale, e talvolta, come nel caso in questione, metafisica. Lanthimos lo ricorderemo sempre per il divisivo Kynodontas ( Dogt ooth ) dove attraverso [...] Vai alla recensione »
Dunque, mosso innanzitutto dalla presenza della Kidman prima ancora del film, ho visto IL SACRIFICIO DEL CERVO SACRO (a cui dedico il sottotitolo: LA MACUMBA). ATTENZIONE AGLI SPOILER sotto! Ora, al di là che la Kidman senza filtri e senza veli appare ANCORA tonica e liscia come nel '99 ai tempi di Kubrick e questo (forse) basta a pagare il biglietto, meno certezze mi ha lasciato [...] Vai alla recensione »
Ho pagato per il film che ho visto su Sky ... due attori famosi che normalmente fanno film degni di nota... sono talmente rimasto stupido dopo averlo guardato che mi sono iscritto a mymovkrs per recensirlo. Penso che questi attori abbiano bisogno di soldi ed i registi ed i produttori abbiamo perso la testa... siamo alla frutta!!
È sufficiente creare tensione, inquietudine, sconcerto nello spettatore per fare di un film una pellicola memorabile? Sono sufficienti inquadrature ricercate, una colonna sonora ansiogena, richiami vaghi alla tragedia greca, al surreale, alla alla magia, alla psicanalisi? Il sacrificio del cervo sacro è l'esempio di come non bastano ingredienti a effetto per produrre un film che abbia [...] Vai alla recensione »
La cretinata più grande vista nella mia vita !!!!! Due ore buttate nella spazzatura 😡
Se ci fossero 50 stelle. Lanthimos tra i migliori al mondo
Film assolutamente paradossale. Troppo cruento, si fa sacrificio a vederlo. Speriamo che nessuno copierà le scene perché il ragazzo nel film non è un adolescente ma si può definire psicopatico.
Una sorta di horror da possessione demoniaca che elimina qualunque elemento soprannaturale, ma lascia in scena solo gli effetti sui corpi e sulle relazioni tra gli uomini di decisioni irrevocabili, prese in una dimensione altra, inavvicinabile e imperscrutabile. Una sorta di horror dove ad essere occupato da forze sconosciute non è il sentimento, bensì il privato nelle sue dinamiche. La [...] Vai alla recensione »
La recensione di johnny 1988 mi sembra del tutto incomprensibile e appare come una autograticazione
Film magnifico, coinvolgente. Le musiche appropriate, come un incombere di angoscia sullo spettatore. A mio parere, da laica quale sono e da atea convinta quale sono, è una magistrale interpretazione della coscienza. La capacità di riconoscere i propri errori e cercare di emendarsene, a qualunque costo . Io l' ho interpretato così,film di questo tipo danno l' opportunità [...] Vai alla recensione »
Lasciate il piacere di gustarsi questo "capolavoro" a qualche cinefilo mentalmente disturbato.Mi sono fatto ingannare dalla recensione di mymovies, questa volta decisamente fuori tema, per vedere un film insulso e inutilmente pretenzioso.In linea la recitazione delle Kidman e di Farrell, piatta e monoespressiva; piu convincente la prova recitativo dei 3 giovani protagonisti, considerando il contesto [...] Vai alla recensione »
L'angoscia che riesce a trasmettere con più mezzi è fantastica. Affronta temi fortissimi, come l'onnipotenza, il senso di colpa, la trasmissione della colpa, l'istinto vitale, la superstizione, l'idolatria, la giustizia umana, pagana, primitiva e ancestrale, che non è capace di immaginare misericordia. Non svelerei nulla della trama, anche se si intuisce dove vada a finire, perché i protagonisti sono [...] Vai alla recensione »
La vita di un carismatico chirurgo... così inizia la presentazione di mymovies. Dove sia questo carisma non si sa, visto che il protagonista Colin Farrell, come Sergio Leone diceva di Clint Eastwood (ha due sole espressioni: col sigaro e senza sigaro) ha due sole espressioni: col camice da chirurgo e senza. Ma la faccia nascosta da un gran barbone è sempre quella, scolpita nela pietra. [...] Vai alla recensione »
Ho visto il film solo ieri e ho letto i commenti solo oggi. La lettura psicanalitica, secondo me, del film è esatta. E' giusto anche dire che in realtà è la nostra situazione in cui lo spettatore diventa il soggetto del film. Tuttavia vi è un'altra chiave di lettura piuttosto evidente. Il tema è il nostro rapporto con la legge.
Steven Murphy è un affermato cardiochirurgo con una famiglia perfetta composta da una splendida moglie e due giovani figli. L'uomo giornalmente si sofferma a parlare con un ragazzo, Martin, le visite del ragazzo col tempo continunano ad essere sempre più insistenti, fra scambi di inviti a cena e incontri vari. L'apparente calma dei personaggi, la vita tranquilla che essi conducono [...] Vai alla recensione »
Due note dissonanti e due zoomate non fanno Kubrick. Uno dei film più insulsi che abbia mai visto.
Che dire?richiami kubrikiani e fassbinderiani a parte...una vera tragedia greca in chiave moderna...un capolavoro!
Poichè come diceva qualcuno, la rete dà spazio a legioni di imbecilli, sulle prime non ho voluto ascoltare le tue parole. Ora che però ho veduto il film sento di dovermi in qualche modo sdebitare. Non soffocare più, te ne prego, il tuo sentire nell'angusto modello di una recensione. Se non per soldi o per altra materiale ricompensa, lasciane il gusto ai tuoi [...] Vai alla recensione »
Paura psicologica fatta con la musica, è un film con un argomento bruto e con delle cose che non c’entrano niente tipo il segreto che racconta il papa al figlio o la manualità di NK... ho perso il tempo vedendolo
Film, lento ed incomprensibile in alcuni suoi passaggi,al limite del grottesco in alcuni (la scena della mastrubazione in macchina??).Ed il solito vecchio problema della traduzione del titolo in italiano che letteralmente sarebbe "L'uccisione di un cervo sacro", che richiamerebbe meglio la scelta che il protagonista si è trovato a dover fare.Film che mi ha profondamente deluso.
Zero, i nudi esibizionistici di kidman penso che ormai in un film si possano evitare, mah?
Forse i film che escono in estate sono proprio questo: tempo sprecato. Sono completamente d'accordo con la recensione di Samanta. Aveva a disposizione un cast eccezionale e l'ha buttato alle ortiche. Penoso!
Ho apprezzato la fotografia, ricorda qulla di Kubrick, razionale nelle simmetrie ma d'impatto emotivo nel mantenitmento della distanza assicurato dall'uso del grandangolo, crea una distanza che non ti permette di intervenire, ti costringe ad essere solo uno spettatore di un destino che è già arrivato e ti circonda, che vorresti cambiare ma non puoi.
Buongiorno, è la prima volta che mi prendo la briga di scrivere una recensione, ma non ho saputo resistere. Il trailer infatti, complice la fattura (regia, recitazione, fotografia) di buona qualità, mistifica il genere dando l'idea che sia un thriller, con una trama avvincente e sensata, metre altro non è che un horror senza neanche colpi di scena. Sull'apprezzamento della trama mi rendo conto di poter [...] Vai alla recensione »
Yorgos Lanthimos ha messo a punto nei suoi primi film una visione del mondo e uno stile di sicuro effetto presso il pubblico da festival (ha vinto vari premi a Venezia e Cannes, è stato candidato all'Oscar come miglior film straniero), e negli ultimi due lavori l'ha lucidata con budget e cast internazionali. La sua è una visione abbastanza tipica di certo cinema nichilista d'autore, che si può sintetizzare [...] Vai alla recensione »
Il sacrificio del cervo sacro», visto e discusso al festival di Cannes del 2017, conferma la difficoltà d'inserire Yorgos Lanthimos in una nicchia stabile del cinema europeo d'autore. Riprendendo con più mezzi e un cast di lusso le cerimonie distruttive tanto apprezzate in «The lobster», il suo primo film girato in inglese, il regista greco s'ispira alla tragedia di Euripide «Ifigenia in Aulide» per [...] Vai alla recensione »
Potrà piacere o non piacere - e di certo il suo è un cinema che tocca note disturbanti - ma è indubbio che il greco Yorgos Lanthimos è uno degli autori più interessanti della scena internazionale, un regista la cui singolare visione poetica, pur rispecchiando il clima inquieto e destabilizzato del tempo, nulla concede alle mode attuali. In The Killing of the Sacred Deer, sceneggiato con l'usuale collaborazi [...] Vai alla recensione »
Colpevole di negligenza, un cardiochirurgo di fama (Farrell) è ricattato dall'orfano del paziente, un adolescente con il potere di imporgli un "saldo" spaventoso. Nota sul greco Lanthimos, abbonato a premi festivalieri (ma il nome può non dire nulla in sala): nelle relazioni umane vede estremi di corruzione immedicabile e gli piace studiarle in un gioco simbolico di pene, castrazioni, vendette, simulazioni, [...] Vai alla recensione »
Occhio per occhio. II chirurgo Colin Farrell ha operato, dopo aver bevuto, il padre del sedicenne Martin. Risultato? L'uomo è morto e il ragazzo cerca vendetta. «O uccidi uno della tua famiglia, o moriranno tutti». Così, i due figli del medico si ammalano e mamma Nicole Kidman tocca ferro. Sarà stato un rito vodoo? Boh. A Lanthimos non importa il come e il perché.