Il Sacrificio del Cervo Sacro |
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Un film di Yorgos Lanthimos.
Con Colin Farrell, Nicole Kidman, Barry Keoghan, Raffey Cassidy.
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Titolo originale The Killing of a Sacred Deer.
Drammatico,
durata 109 min.
- Gran Bretagna, USA 2017.
- Lucky Red
uscita giovedì 28 giugno 2018.
MYMONETRO
Il Sacrificio del Cervo Sacro
valutazione media:
2,98
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Il colto Lanthimos vira verso l'horror
di Emiliano Morreale La Repubblica
Yorgos Lanthimos ha messo a punto nei suoi primi film una visione del mondo e uno stile di sicuro effetto presso il pubblico da festival (ha vinto vari premi a Venezia e Cannes, è stato candidato all'Oscar come miglior film straniero), e negli ultimi due lavori l'ha lucidata con budget e cast internazionali. La sua è una visione abbastanza tipica di certo cinema nichilista d'autore, che si può sintetizzare nella formula: odio verso i personaggi più ostentazione di eleganza formale. Il risultato è paradossalmente consolatorio nei confronti dello spettatore, che osserva sadicamente un'umanità descritta senza pietà, ma con tutti i crismi della confezione d'autore. Con il precedente The lobster la visione del mondo e del cinema di Lanthimos s'innestava su una trama fantascientifica, e con quest'ultimo il sacrificio del cervo sacro, premiato per la miglior sceneggiatura a Cannes nel 2017, siamo invece all'incrocio tra horror e tragedia classica. La vita di un affermato (Colin Farrell) chirurgo scorre tranquilla e ovattata, con la bella moglie (Nicole Kidman), la figlia adolescente e un altro figlio più piccolo. Rituali borghesi, qualche giochino erotico di coppia che sembra uscire da L'orribile segreto del dottor Hichcock di Freda. Ma c'è una presenza inquietante: un adolescente sconosciuto, che l'uomo incontra di nascosto, presenta alla famiglia e si fa portatore di una misteriosa maledizione. La storia avanza verso situazioni sempre più sinistre, accompagnata da musiche che sottolineano la suspense, e con uno stile leccato: sinuosi movimenti di macchina (carrelli indietro nei corridoi, lenti zoom in avanti) o da campi lunghi di sottolineata composizione pittorica. Poi si finisce nell'horror di torture, con un sadismo che in un B movie farebbe parte delle regole del gioco (e il modello a tratti sembra quello, con grandangoli che sembrano venire dai film di Lucio Fulci o da La casa). Al contrario, lo status d'autore viene continuamente ribadito, con riferimenti al mito d'Ifigenia, o irruzioni della Passione secondo Giovanni di Bach in colonna sonora. L'elemento di maggior interesse, oltre al casting azzeccato (a parte Farrell, sempre molto moscio) è l'uso del paesaggio urbano di Cincinnati. Come ogni vero misantropo (per quanto, nel suo caso, la misantropia sappia un po' di posa), Lanthimos è anzitutto misogino e sessuofobo: il sesso è una cosa sporca, e le femmine sono se possibile un po' più malvagie dei maschi. E visto che i personaggi sono così antipatici, non ci si riesce ad appassionare davvero alla loro sorte, e anche il meccanismo sadico funziona a metà.
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