Un viaggio all'interno l'Universo dell'artista segantini, come artista e come persona. Espandi ▽
Pittore, anarchico, emarginato, clandestino, Giovanni Segantini è riuscito a creare opere monumentali che celebrano un'immagine allo stesso tempo reale e ideale della natura e del paesaggio alpino. Nel corso della sua vita è salito sempre più in alto alla ricerca di una luce sempre più pura e la morte l'ha colto a soli quarantuno anni proprio sulle montagne dell'Engadina, a 2700 metri.
Il film è un prezioso, appassionante e rigoroso ritratto del maestro di origini trentine, tra le figure più carismatiche della pittura europea di fine Ottocento. Giovanni Segantini, nato ad Arco in provincia di Trento nel 1858, ha trascorso una vita intensa e tormentata, che lo ha portato a cercare e ricreare nei suoi quadri la vertigine dell'altitudine, la tensione vitale della vita a contatto con la natura, la luce unica delle alte quote. Giovanni Segantini - magia della luce racconta la difficile infanzia e adolescenza del Maestro, condivide i processi e le crisi interiori da lui affrontate come artista, esplora i rapporti contraddittori con l'amore materno e l'erotismo. Un percorso teso a indagare la personalità di un artista unico, attraverso le sue stesse parole, le celebri opere e le immagini dei luoghi della sua vita, tra il Trentino, la Lombardia e la Svizzera.
Il regista Christian Labhart rifiuta di concedersi al facile bozzetto e sceglie di fare riemergere la figura dell'artista dalle lettere e dai diari, affidando i testi nella versione tedesca alla voce di Bruno Ganz e nella versione italiana a quella del grande attore ticinese Teco Celio, premiato per la sua carriera al Festival di Locarno 2015. In Italia sono disponibili entrambe le versioni (la prima con sottotitoli italiani).
«Distruggete tutte le accademie, che rovinano tanti talenti! Solo i capolavori di artisti che vanno oltre i banali dettami della moda non vacillano, poiché questi hanno sempre saputo creare opere che nessuna moda potrà mai distruggere. Gli uni lavorano per l'arte, gli altri sono artigiani e creano per i soldi».
(Dai diari di Giovanni Segantini)