Titolo originale | Il bambino di vetro: The Son |
Anno | 2015 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 85 minuti |
Regia di | Federico Cruciani |
Attori | Paolo Briguglia, Vincenzo Ragusa, Chiara Muscato, Vincenzo Albanese, Fabrizio Romano Maziar Firouzi. |
Uscita | giovedì 14 aprile 2016 |
Distribuzione | Lab 80 Film |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,64 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 15 giugno 2016
Il rapporto fra un padre e il figlio di dieci anni è messo in crisi dalle verità che l'uomo nasconde alla sua famiglia.
CONSIGLIATO NÌ
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Esiste per ogni bambino un momento in cui arriva la maturazione di quei concetti che fino al giorno prima appartengono solo al mondo degli adulti. Accade così che a Palermo un bambino in poco tempo assista ad alcune scene che lo porteranno a capire cosa siano le famiglie mafiose. Tra il padre, la madre e la vita in strada non potrà fare a meno di rendersi conto del mondo che lo circonda.
Potrebbe essere un romanzo di formazione mafiosa, genere inventato ma che bene racchiuderebbe diversi film che abbiamo visto in questi anni con in comune delle storie di maturazione della consapevolezza criminale. Il cinema siciliano (non solo quello girato da siciliani) è molto concentrato a raccontare la mafia dal punto di vista infantile, come perdita dell'innocenza e scoperta del male. Il bambino di vetro però non sembra avere lo spirito duro che la materia richiede.
Non si può certo dire che Il bambino di vetro non sia onesto, l'adesione incondizionata alla fragilità e al pietismo nei confronti del protagonista il film li manifesta fin da un titolo che mette lo spettatore immediatamente sui binari della compassione. Lo sguardo dall'alto verso il basso nei confronti del suo protagonista tuttavia non è mai contaminato da un senso di giustizia sociale (com'era per il cinema della liberazione), di una profonda comprensione umana (com'era per Truffaut) o ancora da un forte senso etico (com'era per Rossellini).
Nel maneggiare i bambini al cinema è infatti facile cadere nella trappola dello smielato, idealizzare il loro mondo contrapposto a quello reale o trovare un tono eccessivamente apologetico. Il bambino di vetro non sfugge a questi difetti, centra la sua storia su una famiglia e un bambino che segue con sguardo paternalistico senza avere la forza di dipingere anche le tinte più fosche del suo mondo.
Il male è tutto intorno e mai dentro, come tale è stigmatizzato, facile da identificare e nettamente contrapposto al bene. Tutto è manicheo, poco sembra riuscire a parlare della complessità della realtà e molto ricalca la favola, anche se si sta parlando di mafia.
dal trailer e dalla trama pensavo divedere un film sulla mafia. Invece ho visto un film confuso, senza capo nè coda e per i suoi 85 minuti interminabile! Si salva Vincenzo Ragusa per la sua interpretazione