Trascendente. Avvincente. Una storia non storia raccontata con molti dettagli (ovviamente tecnici, ma anche umani) nonostante il poco tempo della proiezione (77 minuti): il protagonista non è l'oggetto - scultura che esce dalla fonderia, ma l'uomo - soggetto che ripete gli stessi gesti e la stessa tecnica da migliaia di anni (allo stesso modo sono stati fatti i bronzi di Riace) imparandola non a scuola o su internet, ma per tradizione orale e pratica sul campo. La fonderia milanese, volente o nolente, assume il significato di ultimo baluardo contro la massificazione, la standardizzazione, la meccanizzazione, la digitalizzazione e tutti gli altri processi che hanno portato e porteranno un indubbio benessere, ma una altrettanto indubbia spersonalizzaizone di molti lavori e la conseguente marginalizzazione della gran parte dei lavoratori.
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Trascendente. Avvincente. Una storia non storia raccontata con molti dettagli (ovviamente tecnici, ma anche umani) nonostante il poco tempo della proiezione (77 minuti): il protagonista non è l'oggetto - scultura che esce dalla fonderia, ma l'uomo - soggetto che ripete gli stessi gesti e la stessa tecnica da migliaia di anni (allo stesso modo sono stati fatti i bronzi di Riace) imparandola non a scuola o su internet, ma per tradizione orale e pratica sul campo. La fonderia milanese, volente o nolente, assume il significato di ultimo baluardo contro la massificazione, la standardizzazione, la meccanizzazione, la digitalizzazione e tutti gli altri processi che hanno portato e porteranno un indubbio benessere, ma una altrettanto indubbia spersonalizzaizone di molti lavori e la conseguente marginalizzazione della gran parte dei lavoratori. Nonostante l'assenza quasi assoluta di dialoghi, la progressione degli eventi (le varie fasi di lavorazione) sono coinvolgenti, soprattutto per chi (la quasi totalità del pubblico) è completamente ignaro di questa tecnica. Ad un mondo frenetico che sappiamo esietere al di fuori del cortile della fonderia si contrappongono i ritmi di lavorazione, necessariamente lenti e meditati. I lavoratori della fonderia, non certo attori navigati, riescono a non guardare mai nella cinepresa: un altro merito del regista entrato in punta di piedi in questo microcosmo particolare, regista cui va riconosciuto il merito più grande ancora di aver portato sullo schemo una storia senza tempo.
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