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valerie_vla
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domenica 9 giugno 2013
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quando un film è davvero bello
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lascia muti e non fa sguinzagliare la fantasia di chi si arrampica sui vetri e riesce a scrivere "un forte pezzo" . Perchè il "forte pezzo" è prima di tutto quello che il film dovrebbe essere. I nostri riverberi sono al limite dell'indicibile. Per cui tutti questi commenti esaltanti sono lunghissimi..per spiegarci l'intellettualismo di Sorrentino...e poi per favore mischiare Herlitzka con la Ferrari o con il patetico...qui...Verdone.!!!Anche con This must be the place nessuno ci aveva capito una acca e tutti a spiegare...il problema è che non c'è niente da capire o da sentire. Perchè quando tutto diventa troppo intellettuale non è più arte cinematografica e non
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franco57s
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domenica 9 giugno 2013
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una roma barocca dai toni pseudo felliniani
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Jep Gambardella interpretato da un bravissimo Toni Servillo è uno scrittore di costume per una rivista la cui direttrice é una nana decisionista e determinata, ha scritto un solo romanzo giovanile e arrivato al suo 65 compleanno si interroga su quello che é stata la sua vita e su cosa gli riserva il futuro. Se il regista avesse sviluppato queste tematiche con la sua genialità, con gli altri bravi attori, l'aiuto di una Roma romantica e struggente ne sarebbe venuto fuori un bel film.
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Jep Gambardella interpretato da un bravissimo Toni Servillo è uno scrittore di costume per una rivista la cui direttrice é una nana decisionista e determinata, ha scritto un solo romanzo giovanile e arrivato al suo 65 compleanno si interroga su quello che é stata la sua vita e su cosa gli riserva il futuro. Se il regista avesse sviluppato queste tematiche con la sua genialità, con gli altri bravi attori, l'aiuto di una Roma romantica e struggente ne sarebbe venuto fuori un bel film. Ma per nostra sfortuna, dopo un inizio incoraggiante, ci perdiamo in tante scenette che ci presentano varia umanità che passa il tempo in feste più o meno licenziose, borghesi cocainomani, prelati mondani, spogliarelliste improbabili e come ciliegina sulla torta la 104enne suora in odore di santità. Il tutto dalla finestra dell'appartamento di Servillo che si affaccia sul Colosseo. Ma è l'alba, lontano dalle macchiette che pervadono il film, in cui si vedono le cose più belle, le suorette nel chiostro, il lungo Tevere, la gente nei bar che fa colazione. Il tutto attraverso gli occhi meravigliati del nostro istrionico Servillo. L'assessorato al turismo romano ringrazia.
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alpacino73
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domenica 9 giugno 2013
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noia mortale
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Come si possa dire della grande bellezza che è un capolavoro, non lo capirò mai! vogliamo dire che Servillo è un attore spettacolare.... sono d'accordo, vogliamo dire che Roma ha fascino....va bè...ma che questo film sia un capolavoro, per favore, l'uso delle parole quando non è il caso le depotenzia, le fa perdere di significato, e questo non è un capolavoro, ma un mediocre film su una parte della italianità. Senza capo ne coda, senza un chiaro messaggio, senza patos, senza sceneggiatura, senza Bellezza. Non sono un critico di cinema, ma appassionato decisamente Si, ci sono stati film che hanno fatto storia pur senza una perchè ma questo...non ha nemmeno il come. E propio perche adoro il cinema, non potevo restare in silenzio di fronte a diversi commenti positivi, secondo me dettati solo dal grande Servillo (immenso come sempre) e dal fatto che il film fosse piatto e adatto per un certo tipo di cinofilo intellettualoide e cieco.
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Come si possa dire della grande bellezza che è un capolavoro, non lo capirò mai! vogliamo dire che Servillo è un attore spettacolare.... sono d'accordo, vogliamo dire che Roma ha fascino....va bè...ma che questo film sia un capolavoro, per favore, l'uso delle parole quando non è il caso le depotenzia, le fa perdere di significato, e questo non è un capolavoro, ma un mediocre film su una parte della italianità. Senza capo ne coda, senza un chiaro messaggio, senza patos, senza sceneggiatura, senza Bellezza. Non sono un critico di cinema, ma appassionato decisamente Si, ci sono stati film che hanno fatto storia pur senza una perchè ma questo...non ha nemmeno il come. E propio perche adoro il cinema, non potevo restare in silenzio di fronte a diversi commenti positivi, secondo me dettati solo dal grande Servillo (immenso come sempre) e dal fatto che il film fosse piatto e adatto per un certo tipo di cinofilo intellettualoide e cieco. Se questo è un capolavoro, le conseguenze dell'amore cos'è? la presenza di dio? fatemi il favore....Ravvedevi col cinema e fate pace con la cinepresa.
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degiovannis
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domenica 9 giugno 2013
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complimenti
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non intendo lasciare un commento, ma fare i complimenti a Zonta per la sua recensione. Se non altro a qualcosa il film è servito. Riterngo comunque che il giudizio sia troppo liquidatorio e staccato dalla visione più complessiva che oggi si può avere, non solo di Roma, ma dell'intera società italiana.
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jaylee
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domenica 9 giugno 2013
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la grande bellezza – viaggio al termine di tutto
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Dopo This Must Be The Place, Sorrentino ritorna a parlare del nostro Paese con La Grande Bellezza, un carnevale di immagini e colori ambientato a Roma, con al centro l’ormai monumentale Toni Servillo, nei panni del 65enne scrittore/giornalista Jep Gambardella, che a dir la verità, di libri ne ha scritti uno, e di articoli non si sa cosa scrive… e infatti si muove in una Roma illustrata a tinte forti, le feste degne di un circo con nani, bestie e ballerini… dove non si sa che lavoro facciano le persone… scrittori potenziali o foraggiati (mai letti) da qualcuno, attrici mai decollate, ex soubrette della tv, ricchi, nobili a pagamento.
Roma, Paese per Vecchi, per parafrasare Cormac Mc Carthy: una città fatti di monumenti e sepolcri, una bellezza regalata dalla storia e della natura, in qualche modo abusata dai Romani stessi.
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Dopo This Must Be The Place, Sorrentino ritorna a parlare del nostro Paese con La Grande Bellezza, un carnevale di immagini e colori ambientato a Roma, con al centro l’ormai monumentale Toni Servillo, nei panni del 65enne scrittore/giornalista Jep Gambardella, che a dir la verità, di libri ne ha scritti uno, e di articoli non si sa cosa scrive… e infatti si muove in una Roma illustrata a tinte forti, le feste degne di un circo con nani, bestie e ballerini… dove non si sa che lavoro facciano le persone… scrittori potenziali o foraggiati (mai letti) da qualcuno, attrici mai decollate, ex soubrette della tv, ricchi, nobili a pagamento.
Roma, Paese per Vecchi, per parafrasare Cormac Mc Carthy: una città fatti di monumenti e sepolcri, una bellezza regalata dalla storia e della natura, in qualche modo abusata dai Romani stessi. Non c’è veramente una trama, ma scene che si susseguono legati dalla narrazione di Jep, un incrocio tra Gabriele D’Annunzio e Oscar Wilde, un esteta che affronta la vita come una discesa inevitabile nelle miserie umane, alla ricerca della Bellezza, nella sua forma più pura ed ideale, che pure una volta lo aveva toccato, tanto tempo fa… col suo Primo Amore, che lo aveva portato a scrivere il suo unico e celebratissimo libro.
Bellezza ed Amore, come nella mitologia di Afrodite ed Eros, sono la spinta verso la vita, l’unica cosa che ci salvi dal susseguirsi inutile di giorni senza scopo. Tutto quella Bellezza (comportamento) che non ispira Amore (emozione), o viceversa quell’Amore che non ispira Bellezza ci porta verso la decadenza, così come il Fiore se non diventa un frutto, marcisce e muore inutilmente.
Sono memorabili alcune scene, su tutte forse il salone stile Eyes Wide Shut del santone al botox che ringiovanisce a colpi di siringa e 700 euro (in nero), e l’atterraggio dei fenicotteri sul balcone di Jep con vista Colosseo… che poi ripartono all’albeggiare sospinti dal soffio di una Santa e che porterà lo scrittore a ritornare alle proprie radici, e a capire che non esiste Bellezza esteriore, ma solo quella filtrata attraverso la purezza delle nostre emozioni. La Bellezza è ovunque e da nessuna parte, inutile cercarla nella notte con le lanterne come fanno Jep e Ramona (una Sabrina Ferilli in forma smagliante e dagli occhi espressivi come non mai).
Che dire del film? Prolisso e certamente non poco pretenzioso, La Grande Bellezza ha però il dono di evocare grazie ad immagini straordinari e commenti musicali davvero azzeccati un mood di amarognola e stupita sospensione del giudizio (aspettate i titoli di coda per credere) e, in qualche modo esaspera il concetto di dilatazione del tempo già visto in This Must Be The Place. Grazie anche ad alcune interpretazioni notevoli (ovviamente Toni Servillo, ma anche Sabrina Ferilli, Carlo Verdone, Massimo Popolizio, Isabella Ferrari, Iaia Forte, Carlo Buccirosso, Roberto Herlitzka…), indipendentemente dal tempo loro concesso (a volte brevissimo), contribuiscono in modo decisivo a quell’affresco di follia che è la Roma di Sorrentino, le atmosfere de La Dolce Vita che si fondono con Cabaret. Un viaggio di ritorno alle sorgenti della bellezza, attraversando le miserie umane. (www.versionekowalski.it)
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liliana971
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domenica 9 giugno 2013
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la grande patacca
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Non ho mai scritto recensioni di film. Sono una semplice fiscalista e non capisco molto di cinema. Tuttavia, credo di riuscire a distinguere un bel film da una patacca. E questa grande bellezza mi sembra una gran bella patacca. Ho visto molti film brutti, ma nessuno mi ha mai indispettita come questo. Penso di aver già detto tutto nella frase di lancio di questa recensione. film noioso fatto da un regista presuntuoso. in tutta la lunghissima! durata del film, non mi sono mai neppure per un attimo commossa. non mi sono mai sentita coinvolta. il film è algido e senza pathos. il protagonista poi è detestabile. sempre così lapidario quando parla. e temo sia l'alter ego del regista.
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Non ho mai scritto recensioni di film. Sono una semplice fiscalista e non capisco molto di cinema. Tuttavia, credo di riuscire a distinguere un bel film da una patacca. E questa grande bellezza mi sembra una gran bella patacca. Ho visto molti film brutti, ma nessuno mi ha mai indispettita come questo. Penso di aver già detto tutto nella frase di lancio di questa recensione. film noioso fatto da un regista presuntuoso. in tutta la lunghissima! durata del film, non mi sono mai neppure per un attimo commossa. non mi sono mai sentita coinvolta. il film è algido e senza pathos. il protagonista poi è detestabile. sempre così lapidario quando parla. e temo sia l'alter ego del regista. Qualcuno dovrebbe ridimensionare l'ego di questo sorrentino. la moglie, gli amici, il cane, non lo so. ma quest'uomo ha seri problemi. lo dico per il suo bene. Il suo ego, poi, è del tutto ingiustificato. basta, mi sono scocciata di scrivere.
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gloria78
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domenica 9 giugno 2013
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mah..
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una trama un film dovrebbe averla, questo film é un'accozzaglia di scene. Poi è ripetitivo triste e brutto
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andreafalci
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sabato 8 giugno 2013
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l'unica bellezza del film: roma
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Un cast eccelso per parlare di debosciati snob che hanno la fortuna di vivere, scusate di abitare, la città più bella e carica di storia, che ha fondato il diritto e la civiltà occidentale . . . . come siamo caduti in basso.
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alexandra mann
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sabato 8 giugno 2013
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in cerca della grande bellezza.
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Ma come si fa ad avere la forza di criticare un'opera così bella e maestosa come "La grande bellezza"? Fa VIBRARE (e non uso questo termine a caso) le corde dell'anima. E' un film che mi è entrato dentro, non lo dimenticherò mai. Non fatevi abbindolare dalle critiche... andate a vederlo! SOLTANTO voi siete in grado di dire se vi piace o no.
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Ma come si fa ad avere la forza di criticare un'opera così bella e maestosa come "La grande bellezza"? Fa VIBRARE (e non uso questo termine a caso) le corde dell'anima. E' un film che mi è entrato dentro, non lo dimenticherò mai. Non fatevi abbindolare dalle critiche... andate a vederlo! SOLTANTO voi siete in grado di dire se vi piace o no.
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moviesaddicted
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sabato 8 giugno 2013
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sorrentino al quadrato
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Non mi dilungherò molto, giusto il tempo di dire che questo film è bellissimo. Non comprendo questo gioco dei critici a trovare le cadute di stile di un film che fa della caduta di stile la sua filosofia e fotografa con stile una realtà (di una specifica classe) che stile non ha. Fotografia meravigliosa, dialoghi dissacranti, qualcuno stucchevole è vero, ma nel complesso un film che è un libro. Nonostante io ami immensamente Servillo, l'avrei voluto un pò meno forzato.Metafore belle, pezzi di Roma così ben fotografati che valgono il prezzo del biglietto. Il ritratto di un uomo che vive nel vuoto della rendita, ostenta sicurezza che non ha e lascia intravedere barlumi di umanità solo quando parla con la sua governante.
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Non mi dilungherò molto, giusto il tempo di dire che questo film è bellissimo. Non comprendo questo gioco dei critici a trovare le cadute di stile di un film che fa della caduta di stile la sua filosofia e fotografa con stile una realtà (di una specifica classe) che stile non ha. Fotografia meravigliosa, dialoghi dissacranti, qualcuno stucchevole è vero, ma nel complesso un film che è un libro. Nonostante io ami immensamente Servillo, l'avrei voluto un pò meno forzato.Metafore belle, pezzi di Roma così ben fotografati che valgono il prezzo del biglietto. Il ritratto di un uomo che vive nel vuoto della rendita, ostenta sicurezza che non ha e lascia intravedere barlumi di umanità solo quando parla con la sua governante.
Sorrentino lascia sempre una firma: la suora.
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