Gloria Bell

Film 2018 | Commedia, +13 102 min.

Regia di Sebastián Lelio. Un film Da vedere 2018 con Julianne Moore, John Turturro, Caren Pistorius, Michael Cera, Brad Garrett. Cast completo Titolo originale: Gloria. Genere Commedia, - USA, 2018, durata 102 minuti. Uscita cinema giovedì 7 marzo 2019 distribuito da Cinema. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 - MYmonetro 3,24 su 16 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento mercoledì 27 marzo 2019

Dinamica e indipendente, Gloria Bell canta in auto a squarciagola, si stordisce di cocktail e di danza nei dancing di Los Angeles e, tra un amante e l'altro, non smette di credere all'amore. In Italia al Box Office Gloria Bell ha incassato 511 mila euro .

Consigliato sì!
3,24/5
MYMOVIES 3,50
CRITICA 3,43
PUBBLICO 2,79
CONSIGLIATO SÌ
Julianne Moore è Gloria Bell, una donna forte e fragile insieme che sa risolversi quando tutto sembra affondare, che ha la capacità di ripartire, di ritornare in pista e di danzare. Ancora.
Recensione di Marzia Gandolfi
martedì 19 febbraio 2019
Recensione di Marzia Gandolfi
martedì 19 febbraio 2019

Gloria Bell ha cinquant'anni, un marito alle spalle e due figli che non hanno più bisogno di lei. Dinamica e indipendente, canta in auto a squarciagola e si stordisce di cocktail e di danza nei dancing di Los Angeles. Una notte a bordo pista incrocia Arnold, un uomo separato che sogna un cambiamento. Gloria si lancia, Gloria ci crede. Arnold ci prova ma poi improvvisamente non è più là. Volatilizzato fino alla prossima promessa. Per lui il passato è una prigione. Tra amplessi e abbandoni, Gloria finisce al tappeto ma si rialza e balla. C'è sempre nell'idea di un remake la ricerca di un gesto artistico. La necessità di rifare l'originale non è (soltanto) un semplice esercizio di stile e sta lì tutta la sua bellezza, nella vertigine metafisica che rivela: rifacendo la stessa opera non otteniamo mai lo stesso film.

Con Gloria Bell, Sebastián Lelio fa (di) nuovo il suo Gloria, riscrivendo in buona compagnia (Jim McBride, All'ultimo respiro, Gus Van Sant, Psycho, Michael Haneke, Funny Games e molti altri prima di lui) una storia del cinema che racconta sempre la prima volta. Uscito in sala nel 2014, Gloria vince l'Orso d'argento a Berlino e ottiene un consenso plebiscitario.

Al centro del film una donna forte e fragile insieme che sa risolversi quando tutto sembra affondare e risollevarsi quando cade con un bicchiere e una dignità rara. Gloria, interpretata da Paulina Garcìa, incarna nella versione originale la faccia moderna del Cile. Gloria è portatrice sana di un movimento vitale di giovinezza che esplode a Santiago durante una manifestazione studentesca.

Sequenza capitale del film che incrocia sull'Alameda una nuova generazione, che non ha ancora il suo posto, e una vecchia, che non ha più il suo. In questa conciliazione e in questa emergenza di forze vive, come negli ancheggiamenti di Gloria sulla pista, l'autore sogna l'avvenire del Cile. Ma traslocando la sua Gloria a Los Angeles, dentro un'altra cultura e un altro tempo, Sebastián Lelio firma un remake più universale e testimonia la vitalità di un genere più libero di quello che appare. Dirige e prolunga un'opera che lo ossessiona, dandogli un'altra possibilità e facendola risuonare con l'attualità. A restare irriducibile è la donna in primo piano. L'empatia che film e personaggio generano nasce dalla considerazione di una stagione della donna relegata abitualmente in subordine.

Con un movimento fluido e deciso, il piano sequenza del debutto cerca Gloria in fondo alla sala di un night-club, la camera si fa largo tra la folla di avventori fino a trovarla, a strapparla all'anonimato e a elevarla al rango di protagonista. Nel remake come nel suo modello, Gloria si fa portavoce di tutte quelle madri di famiglia che rifiutano di essere un mero accessorio. Ma se in Gloria la protagonista è incarnazione del pensiero del suo autore, che dagli esordi (La sagrada familia) soffia vita al corpo inerte del Cile, in Gloria Bell trova con Julianne Moore una femminilità meno desueta e perde coi vestiti fuori moda e gli occhiali alla Tootsie la frenesia dei paesi emergenti.

Dentro una Los Angeles indolente e a colori intensi si muove una donna e si consuma una relazione che fallisce l'incontro amoroso e non trova una maniera (altra) di stare insieme. Trasferita nell'America di Trump e dell'onda #MeToo, Gloria non è 'corpo del Cile' ma corpo di rottura storico che spara 'palline di gelatina' sull'ultimo rappresentante della pusillanimità maschile e dei modelli patriarcali. Se i marker ad aria compressa impugnati in Gloria rievocano i militari durante la dittatura, quelli del suo remake armano una 'guerra tra sessi' in cui gli uomini si defilano, tradendo il proprio disagio, e le donne prendono coscienza, ridefinendo la propria identità. Gloria Bell ha il volto diafano di Julianne Moore, che flirta da sempre con quell'abisso che chiamiamo intimità. Sotto il cielo blu della California, Sebastián Lelio fa corpo con la sua protagonista come aveva già fatto con le precedenti (Gloria, Una donna fantastica). Un'unione sacra che rende tutto possibile lontano dal paradiso e dalla compagnia degli uomini, perchè Gloria balla da sola e spera di andarsene ballando. L'autore cileno aggiunge pennellate di biondo al rosso(re) di Julianne Moore, cucendole un ruolo che indossa ogni volta come una seconda pelle: l'altra donna, la donna interiore non la donna d'interno.

John Turturro, amante divorziato ma incapace di disfarsi dei legami che lo allacciano a una ex morbosa, dona la replica reazionaria alla resilienza incandescente di Gloria. Gloria, senza essere un omaggio o una rivisitazione, ha il nome del film meno sperimentale di John Cassavetes, col quale condivide solamente echi lontani e il ritratto di una donna. Eppure quel titolo e quel nome, che nel remake guadagna simbolicamente il cognome, suonano come un'interferenza, una magnifica coincidenza umana. L'eroina porta quel nome glorioso come una scelta irreversibile sulle note della hit di Umberto Tozzi e sul refrain con cui ostinatamente si identifica: "Gloria, Glo-ria.". D'altro canto non si cancellano trent'anni di dittatura (Gloria) e nemmeno secoli di dominazione maschile (Gloria Bell) senza l'energia di Gloria. Quella capacità di ripartire, di ritornare sulla pista e di danzare. Ancora.

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Julianne Moore e John Turturro protagonisti del remake americano di Gloria.
Overview di Marzia Gandolfi
martedì 15 gennaio 2019

Per Jorge Luis Borges quattro sono le storie, quattro gli archetipi della letteratura (Iliade, Odissea, il mito di Giasone, il mito di Odino) a cui si rifanno tutte le altre e per tutto il tempo che rimane continueremo a raccontarle trasformandole. Per Nicola Lagioia di storie ne nascono sempre di nuove e diverse. Di storie insomma ce n'è per una vita intera. La sfida di Sebastián Lelio, autore cileno e faro della nouvelle vague cilena con Pablo Larraín, contempla e combina le due posizioni, rivisitando la scena di un film già girato. Cinque anni prima, Lelio realizza Gloria, commedia sferzante che alterna al verso malinconico un ritornello euforico come la canzone (italiana) del titolo. Hit di Umberto Tozzi del 1979, il regista ne fa l'inno e il colore di un film che oscilla tra afflizione e vitalità. Un'emozione paradossale a immagine della sua Gloria, una donna affamata di vita ma 'separata' e consumata dalla solitudine. Ma Gloria è anche il nome di Gena Rowlands nel film omonimo di John Cassavetes anche se la sua protagonista indossa il 'costume' di Dustin Hoffman in Tootsie.

Sebastián Lelio, giocando con l'impossibilità di essere originali, fa girare e rigirare la ruota delle storie del cinema perché ci sono storie che lo spettatore sa ma che vuole gli vengano raccontate ancora e ancora.

Così rifà il suo cinema e rievoca echi di capolavori (ir)ripetibili col desiderio di rivedere le stesse immagini e di aggiornare insieme lo sguardo. In barba ai critici, generalmente affetti da monogamia del gusto e dal senso ossessivo della prima volta, non resiste alla tentazione del remake, donando un cognome alla sua Gloria e traslocando il suo film dal Cile agli Stati Uniti.

Nel passaggio cambiano i 'connotati', cambia l'attrice. A Paulina García, star del teatro e della televisione cilena premiata a Berlino per il ruolo di Gloria, subentra Julianne Moore, portandosi irriducibilmente dietro e a Los Angeles, dove il film è dislocato, la traccia dei ritratti più rilevanti della città: Il grande Lebowski, America oggi, Maps to the Stars. Dopo aver ottenuto un riconoscimento internazionale nel 2017 con Una donna fantastica, per cui vince l'Oscar nella categoria Miglior Film Straniero e aver consolidato il successo nel 2018 con Disobedience, sublimato dalle solide performance di Rachel Weisz e Rachel McAdams, Sebastián Lelio gira il remake del suo Gloria.

Al cuore del film c'è sempre una donna energica e indipendente alla ricerca di amori (e amanti) passeggeri. La notte nei dancing si stordisce di avventure e disco music flirtando dietro ai cocktail. Poi a bordo pista incontra Arnold, che sembra dissimulare un segreto pesante, e si abbandona a una folle passione, oscillando tra speranza e disperazione. Tra alti e bassi perché non sempre apprendiamo dagli errori passati. Attraverso una relazione 'in assetto variabile', che la lascia come un relitto sulla spiaggia, Gloria scopre una forza insospettata che le permette di affrancarsi e simboleggiare 'da sola' la libertà recentemente conquistata dal suo paese. Sulla carta il cambiamento più appariscente è la geografia e il sottotesto politico che quella geografia implica, la versione originale è ficcata nel Cile moderno e modernista sorto dalle ceneri della dittatura di Pinochet, macchia che i personaggi faticano a cancellare. Il rifacimento americano resta tuttavia ancorato a una working girl e alla sua resilienza.

Resta ora da vedere se la ripresa dell'autore, inglobata nella sua poetica e arricchita di invenzioni, produrrà modifiche radicali all'opera originale, spingendola verso nuove direzioni. Al fianco di Julianne Moore, che interpreta una cinquantenne divorziata cultrice della canzone sentimentale al volante, c'è John Turturro, attore imprevedibile e sempre in bilico tra spassoso e lirico, che incarna un amante egoista e pavido. Un uomo che sogna il cambiamento ma è troppo debole per cambiare. Jesus Quintana nel Grande Lebowski, Turturro ha (già) battuto le strade di Los Angeles e incrociato Julianne Moore con cui scende in pista e in un film che non potrà prescindere dal confronto con l'originale, con la versione già realizzata per cui il suo autore inventa nuove avventure e nuove suggestioni.

Aggrappato al suo mito e ai miti radicati dell'immaginario collettivo, Gloria guadagna il cognome (Gloria Bell) e trova probabilmente nel cognome un valore aggiunto, uno spazio di manovra e una storia da qualche parte tra Borges e Lagioia, tra riutilizzo narrativo e storie mai raccontate.

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RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
domenica 10 marzo 2019
CineFoglio

L’opera si presenta sul grande schermo come un remake, ad opera dello stesso autore Sebastián Lelio, della preziosa Gloria (2013), avvalendosi di un cast e di un’ambientazione tutta americana dove spicca la talentuosa e pluri-premiata Julianne Moore. Il regista cileno ripropone a noi pubblico uno dei suoi lungometraggi più riusciti, mantenendo invariata la storia e [...] Vai alla recensione »

venerdì 8 settembre 2023
Felicity

Non succede un granché in Gloria Bell. La protagonista avrebbe potuto più convenzionalmente essere l’eroina di una commedia romantica, con tanto di scene zuccherose e tutto il resto, oppure il personaggio di un thriller, magari al centro di una relazione tormentata. E invece niente: se vi aspettate colpi di scena amorosi o rivelazioni inquietanti rimarrete delusi.

lunedì 11 marzo 2019
Giuseppe

Mi trovo molto d’accordo con la recensione di Cine foglio, molto meno con quella “ufficiale” di Marzia Gandolfi che insiste molto, troppo, sul remake di Gloria da cui Gloria Bell trae spunto. La ragione del mio dissenso è che il film del 2013 è girato in Cile in una situazione ed in un contesto socio politico totalmente diversi da quelli di Gloria Bell, Los Angeles [...] Vai alla recensione »

sabato 12 settembre 2020
enzo70

L’amore ai tempi della mezza età è sempre difficile, diviso tra passione ed abitudini, una breve vita nuova davanti e troppa storia alle spalle. Gloria, ma quanto è bella Julianne Moore, è una donna di cinquanta anni con un divorzio alle spalle e due figlie sempre più indipendenti. Gloria è una donna intelligente, forte che la sera cerca conforto nelle [...] Vai alla recensione »

giovedì 19 settembre 2019
frascop

 Il regista cileno Sebastian Lelio (1974), sodale dell'altro Pablo Lorrain qui produttore, fa il remake del suo film "Gloria" premiato a Berlino  nel 2014. La storia è sempre quella,  una donna di 50 anni , ma portati benissimo come Jiulianne Moore, rimasta sola a Los Angeles con due figli grandi e un nipotino, in cerca ancora di qualcosa.

domenica 15 settembre 2019
no_data

 Molti dipingono la protagonista come forte, attiva, indipendente. E' una tipica distorsione moderna dove la forza sta per debolezza, attività è sinonimo di iper-attivismo nevrotico, indipendenza come necessità da cui non ci si può emancipare. La vita di questa americana di mezza età, inserita in una società di borghesi divorziati, freddi e formali, [...] Vai alla recensione »

domenica 10 marzo 2019
marinella

Questo film non mi è piaciuto. L'ho trovato superficiale e malato. Un film che si prende molto sul serio ma non risulta credibile. 

FOCUS
FOCUS
giovedì 7 marzo 2019
Roy Menarini

Il lungo percorso di Gloria Bell non nasce solamente da Gloria, l'originale cileno da cui lo stesso Sebastian Lelio ha tratto il proprio remake americano con Julianne Moore e John Turturro. Prima ancora c'era Gloria di Umberto Tozzi, 45 giri pubblicato nel 1979, di enorme e immediato successo mondiale sia nella versione italiana sia in altre versioni - quella spagnola fu cantata dallo stesso Tozzi, mentre quella americana (che risuona in Gloria Bell) da Laura Branigan. La facile melodia del pezzo, basato su ritmiche che mescolavano pop e dance di fine anni Settanta, a quanto sostiene la leggenda fu apprezzata persino da von Karajan e amata spudoratamente dalla musica colta. Ecco perché Lelio volle omaggiarla fin dal titolo del capostipite del 2013, con una scena madre difficilmente dimenticabile. Ma l'anno dopo l'uscita del disco di Tozzi, il nome Gloria entrò anche nei cuori cinefili grazie al talento di John Cassavetes e Gena Rowlands, con il film omonimo del 1980.

In modo indiretto e ironico, la versione cilena omaggiava anche quella Gloria, visto che questa, in fondo - proprio come il personaggio della Rowlands - imbraccia le armi, sia pure in modo assai innocuo.

Come se non bastasse, nel 1999, Sidney Lumet dedicò a Cassavetes un remake omonimo, questa volta con una Sharon Stone in cerca di pedigree autoriale, e di un (proibitivo) confronto con l'attrice e compagna di Cassavetes.

Tutto questo per dire che, quando ci avviciniamo a Gloria Bell, non ci troviamo di fronte solamente a un auto-remake di un bel film cileno, ma a una costellazione molto più ampia, dove persino il confronto tra Julianne Moore e tutte le donne citate diventa un piccolo piacere interno alla narrazione. Sì, perché se dovessimo accontentarci del minimo confronto Cile/Hollywood, dovremmo effettivamente ammettere che Lelio ha trasferito tutta la dolente letteratura umana e malinconica di Gloria dentro un meccanismo più dramedy e adeguato allo spettatore statunitense e occidentale in Gloria Bell.

CELEBRITIES
domenica 3 marzo 2019
 

Essere rossa è già incarnare un personaggio. Specialmente a Hollywood. Un colore che fonda un canone di eleganza e rende per forza diversi.
L'attrice fa del suo essere rossa il centro del suo mistero. Che prepari una torta in The Hours o aspiri una sigaretta in A Single Man, che tiri di coca in Boogie Nights o trattenga una sciarpa come fosse una mano mentre innamora il giardiniere Lontano dal paradiso, il rosso diventa fulcro della messinscena, oscurando le altre forze in campo.
A farne le spese questa volta è l'amante ignavo di John Turturro, oscurato dalla sua incandescenza in Gloria Bell.

L'autore cileno rifà il suo film e offre a Julianne Moore un ruolo che testimonia l'evoluzione della sua immagine: l'attrice approda sulla pista da ballo e infila l'abito di una donna consapevole che avanza in solitudine, senza averne paura.

In occasione dell'uscita al cinema di Gloria Bell (guarda la video recensione), Veronica Bitto legge il testo di Marzia Gandolfi.

FOCUS
domenica 3 marzo 2019
Marzia Gandolfi

Mai veramente una superstar, John Turturro ha una lunga e prolifica carriera dietro di lui. Se il suo nome è poco noto al grande pubblico, la sua silhouette dinoccolata, il naso pronunciato, gli occhi ardenti e il sorriso gentile sono stati immortalati da una pletora di registi e celebrati dai cinefili del mondo. Attore caleidoscopico, ha recitato tutto. Dal gotha del cinema indipendente (Tom DiCillo, Noah Baumbach) ai blockbuster (Transformers), la sua carriera è eclettica e impressionante. Formatosi a teatro, diplomato alla Yale School of Drama, fa i primi passi al cinema in punta di piedi, ottenendo piccoli ruoli in grandi film. Figurante nel capolavoro di Martin Scorsese (Toro scatenato) nel 1980, l'autore americano gli offre sei anni dopo un ruolo in Il colore dei soldi, a cui si sommano in prestigio Hannah e le sue sorelle di Woody Allen e Il siciliano di Michael Cimino.

Ma a lanciare la sua carriera è Spike Lee. Il nuovo padre del cinema nero americano lo recluta per interpretare un piazzaiolo razzista che vive nel quartiere nero di Brooklyn in Fa' la cosa giusta. Negli anni di Bush senior, lo spettatore prendeva atto del punto di vista radicale di Spike Lee, dell'emergenza del rap, della coscienza maturata delle minoranze e dell'alba di un giovane attore italo-americano che girerà altri otto film con Lee, con cui condivide il medesimo terreno d'infanzia.

Nato a Brooklyn da una cantante jazz siciliana e un muratore pugliese, John Turturro cresce nel Queens, a un passo dall'aeroporto John Fitzgerald Kennedy. E la sua infanzia ispira i suoi primi film: Mac, Caméra d'or a Cannes nel 1991 mette in scena tre fratelli italo-americani che provano ad aprire un'impresa di costruzione nei nuovi quartieri residenziali della New York degli anni Cinquanta e Romance & Cigarettes nel 2005 evoca i tormenti di una famiglia proletaria del Queens.

CELEBRITIES
venerdì 1 marzo 2019
 

Mai veramente una star, John Turturro è poco noto al grande pubblico, ma la sua silhouette dinoccolata e gli occhi ardenti sono stati celebrati dai cinefili di tutto il mondo. Attore eclettico, ha recitato tutto: dal cinema indipendente ai blockbuster. Nato a Brooklyn da una cantante siciliana e un muratore pugliese, Turturro cresce nel Queens e viene lanciato da Spike Lee. A imporlo nel '91 è Barton Fink (foto), Palma d'oro che gli vale il premio per la migliore interpretazione. Ma è il cult Il grande Lebowski a restare scolpito nella memoria.

Ma Turturro ha altre carte nel mazzo oltre all'eccentricità: in coppia con Julianne Moore in Gloria Bell, l'attore trova una performance decisamente più sobria, cui regala lo spirito dei suoi latin lover, distillando le piccole cose della vita alla maniera di un chimico.

In occasione dell'uscita al cinema di Gloria Bell, Francesco Buttironi legge il testo di Marzia Gandolfi.

FOCUS
martedì 26 febbraio 2019
Marzia Gandolfi

Essere rossa è già incarnare un personaggio. Specialmente a Hollywood. È quasi un genere letterario che distingue e classifica una specifica qualità. È precisamente una pigmentazione che fonda un canone di eleganza e rende per forza diversi. Julianne Moore è rossa, dalla testa ai piedi come sanno bene tutti quelli che hanno visto America oggi. Frontale e senza slip stirava il suo vestito e stirare non è stato più lo stesso da allora. L'attrice newyorkese fa del suo essere rossa il centro del suo mistero, l'origine del suo mondo. Integralmente rossa per Robert Altman, luccicante per Todd Haynes, energicamente isterica per David Cronenberg, Julianne Moore appartiene a quella categoria di attrici ancora capaci di ispirare un film, di suscitarne l'invenzione (Paul Thomas Anderson, tra gli altri, ha scritto pensando a lei), di esserne insieme nutrimento ed essenza.

Che prepari una torta in The Hours o aspiri una sigaretta in A Single Man, che tiri la coca in Boogie Nights o trattenga una sciarpa come fosse una mano mentre innamora il giardiniere Lontano dal paradiso, il suo corpo si dispiega, lentamente, in slow motion, senza un legame apparente con gli oggetti e le persone che la circondano.

Il solo (r)accordo è lo sguardo, quello di un'attrice che viene dal teatro e ha per questo una coscienza molto forte dello spettatore, che afferra e seduce come Mark Wahlberg in Boogie Nights. Il (suo) rosso, indossato con rigogliosa e insolente fotogenia, diventa autentico punctum visivo della messinscena oscurando le altre forze in campo. A farne le spese questa volta è l'amante ignavo di John Turturro, oscurato dalla sua incandescenza in Gloria Bell, remake a carbone di Sebastián Lelio (Gloria). L'autore cileno rifà il suo film e offre a Julianne Moore un ruolo che testimonia l'evoluzione della sua immagine. Dalla fragilità dei debutti (Safe, A Single Man) ai personaggi dal carisma e l'ego smisurati (Game Change, Maps to the Stars), l'attrice approda sulla pista da ballo e infila l'abito di una donna consapevole che avanza in solitudine senza averne paura.

CELEBRITIES
venerdì 22 febbraio 2019
Fabio Secchi Frau

Sebastián Lelio ha sentito ripetere il suo nome nelle principali premiazioni cinematografiche a partire dal suo quarto film, Gloria. L'anno era il 2013. Ma è con il suo ritorno nel circuito dei festival, nel 2017, che ha definitivamente segnato la sua storia e, parzialmente, anche quella del cinema.
Il merito va a due interessanti pellicole girate e uscite nello stesso anno: Una donna fantastica e Disobedience. La prima gli ha fatto avere l'Oscar al miglior film straniero. La seconda è invece stata il suo debutto in lingua inglese, con tanto di star nel cast (Rachel Weisz e Rachel McAdams).
Ma di cosa parla il cinema di Lelio? La risposta la troviamo proprio nelle tre opere appena citate. Dopo Gloria, il regista aveva deciso di dedicare un po' di tempo alla scrittura ed era rimasto coinvolto emotivamente nella stesura di Una donna fantastica. Nel frattempo, continuava a ricevere offerte di lavoro dagli Studios. Disobedience fu la proposta dalla quale si sentì più attratto e accettò. Ma prese la drastica decisione di scrivere e dirigere due pellicole nello stesso anno. Il risultato fu la creazione di un filo conduttore, voluto o meno, che riguardava vite femminili che, solitamente, non si vedevano al cinema. Una sorta di trilogia sulle "donne ai margini" della società. La divorziata cinquantenne di Gloria, la transgender di Una donna fantastica e le due amanti ebraico-ortodosse di Disobedience.
In comune, hanno tutte la provenienza da un luogo "organico" della Settima Arte che proprio perchè raramente rappresentato al cinema diventa oggetto intrigante, rivelato solo intuitivamente allo spettatore.

L'idea di Gloria partì da un'esperienza privata. Lelio notò, a un semaforo rosso di una strada cilena, una donna dell'età di sua madre che cantava dentro un'auto. Senza conoscerne il motivo, si sentì connesso con lei, con le sue lotte, con quel processo sociale che rende oggi invisibile una donna matura, all'interno di una società ossessionata dai giovani.

VAI ALLA BIOGRAFIA COMPLETA

FOCUS
giovedì 14 febbraio 2019
Ilaria Ravarino

Orso d'Argento alla protagonista Paulina Garcia durante la Berlinale del 2013, Gloria del cileno Sebastian Lelio è stato un successo in patria e un trionfo fuori dai confini nazionali. Passato in Canada al Festival di Toronto, premiato in Europa (al festival di Berlino, ma anche a San Sebastian), in Messico, in Argentina, in Perù e in India, negli Stati Uniti il quarto film di Lelio (primo regista cileno a ricevere l'Oscar, nel 2018, con Una donna fantastica ha ricevuto l'attestato di stima più grande che Hollywood possa consegnare a un regista non americano: l'offerta di un remake, identico all'originale, ma girato con attori statunitensi. Una proposta che sarebbe arrivata a Lelio direttamente da Julianne Moore, coproduttrice dell'operazione, "folgorata" dal racconto della vita quotidiana della cinquantenne Gloria, e decisa a confrontarsi con l'eccellente performance della Garcia. Il risultato, nelle sale italiane dal 7 marzo, è Gloria Bell: un film girato da Lelio come su carta carbone, uguale in ogni inquadratura all'originale, con due importanti differenze. Un nuovo cast (oltre a Moore anche John Turturro, Michael Cera, Brad Garrett) e un'ambientazione diversa, da Santiago a Los Angeles. A Toronto, dove il film è stato presentato a settembre, Lelio ha superato se stesso, battendo - per gradimento - il suo film originale.

Il remake americano di un film straniero è da sempre un grande classico di Hollywood. Eppure è raro che a dirigere il nuovo progetto sia chiamato il regista del film originale (come dimostra di recente Il capitale umano di Paolo Virzì, diretto negli Stati Uniti da Marc Meyers).

Eppure il "caso" Lelio non è isolato. Tra i primi a ricevere l'onore di dirigere il proprio remake a Hollywood (o di sfruttarne la vetrina) fu Alfred Hitchcock, che nel 1956 si fece produrre la versione americana del suo L'uomo che sapeva troppo, già realizzato nel 1934 ma in Inghilterra. Come diretto antecedente del "caso" Lelio c'è senza dubbio l'operazione Funny Games, con cui nel 2007 l'austriaco Michael Haneke riconvertì per gli States - riproducendolo inquadratura per inquadratura - il suo film del 1997.

Frasi
- Perché la vita se ne va in un attimo... così!
- Lo so, mi ripeti la stessa cosa ogni 10 anni
Dialogo tra Gloria (Julianne Moore) - Hillary (Holland Taylor)
dal film Gloria Bell - a cura di MYmovies.it
STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
sabato 9 marzo 2019
Mariarosa Mancuso
Il Foglio

Julianne Moore si era innamorata del film "Gloria". Sicuro, come la canzone di Umberto Tozzi che andava fortissimo nelle balere di Santiago del Cile. Li era ambientato l'originale: la storia di una donna attorno ai cinquanta, bruttina e smaniosa di compagnia. Ha convinto il regista Sebastian Lelio (premio Oscar l'anno scorso con "Una donna fantastica", che in realtà era un uomo travestito) a girare [...] Vai alla recensione »

lunedì 11 marzo 2019
Gianni Canova
We Love Cinema

La macchina da presa scivola fra i corpi. Ondeggia fra le ombre che ballano. La luce in discoteca è bassa, soffusa. Poco più che penombra. Lei appare all'improvviso, confusa fra gli altri. E subito la macchina da presa la stana, la punta. Le piomba addosso, non la molla. Gloria Bell appare così, nel film che porta il suo nome. Elegante, armonica, energica.

sabato 9 marzo 2019
Valerio Caprara
Il Mattino

Impossibile non canticchiare alla fine di "Gloria Bell" l'esplosivo refrain della canzone di Tozzi (qui nella versione inglese della Branigan), così come è impossibile non convenire sulla superba prestazione della versatile Moore. Com'era noto agli addetti il regista cileno Lelio, attirato dalla chance di aprirsi le porte del mercato internazionale, ha rifatto a Hollywood il suo omonimo e premiato [...] Vai alla recensione »

giovedì 7 marzo 2019
Roberto Nepoti
La Repubblica

Cadere sette volte, rialzarsi otto". Il proverbio giapponese, marchio del teatro Daruma, sembra fatto su misura per Gloria Bell. Una signora di Los Angeles, più vicina ai 60 che ai 50, che ha due figli grandi, lavora, ma non ha mai perduto la voglia di ballare e il desiderio d'innamorarsi. In uno dei locali per single che frequenta la sera, Gloria conosce Arnold, uomo tenero ma dipendente dalla ex [...] Vai alla recensione »

giovedì 7 marzo 2019
Silvana Silvestri
Il Manifesto

Dotata di occhialoni per fare pendant con il primo Gloria, Julianne Moore in Gloria Bell del regista cileno Sebastian Lelio prende tutta la scena insidiata dalla presenza insinuante di John Turturro. Sembrerebbe un remake precisamente riproposto del suo precedente successo, ma in realtà ci sembra che Lelio racconti una storia e un'atmosfera completamente differente, pur nei precisi riferimenti con [...] Vai alla recensione »

giovedì 7 marzo 2019
Alessandra Levantesi
La Stampa

L'idea di remake è antica quanto il cinema, ma la peculiarità di Gloria Bell è di essere un rifacimento a opera dell'autore stesso del primo film, Sebastian Lelio, che a distanza di una manciata d'anni è tornato sul copione, trasferendo la storia dall'originaria cornice cilena a quella americana, e facendo di nuovo centro. Anzi, forse Gloria Bell è addirittura meglio di Gloria: la vicenda è essenzializzata, [...] Vai alla recensione »

giovedì 7 marzo 2019
Carlotta Po
Cineforum

In un'epoca segnata dalla dicotomia tra eroi e antieroi, Gloria Bell appare più autentico di un film biografico. L'ultimo lavoro di Sebastián Lelio, remake del suo stesso Gloria (2013), è un'immersione nella straordinaria ordinarietà di un personaggio, non reale né eccezionale, uno scorcio di vita di una normale donna di mezza età, divorziata e con due figli ormai adulti, decisa a godersi ancora la [...] Vai alla recensione »

giovedì 7 marzo 2019
Maurizio Acerbi
Il Giornale

La storia è quella di Gloria (la meravigliosa Julianne Moore), una cinquantenne divorziata, con due figli adulti, che ama ballare. Incontra Arnold (John Turturro), destabilizzante separato che vive in funzione delle figlie. Tanto era dramma Gloria, film cilendo del 2013, quanto è commedia sentimentale questo Gloria Bell, ovvero il suo rifacimento americano.

giovedì 7 marzo 2019
Benedetta Bragadini
Rolling Stone

Non succede un granché in Gloria Bell. La protagonista avrebbe potuto più convenzionalmente essere l'eroina di una commedia romantica, con tanto di scene zuccherose e tutto il resto, oppure il personaggio di un thriller, magari al centro di una relazione tormentata. E invece niente: se vi aspettate colpi di scena amorosi o rivelazioni inquietanti rimarrete delusissimi.

mercoledì 6 marzo 2019
Gianvito Di Muro
Sentieri Selvaggi

Nel 2013, Gloria di Sebastián Lelio (Una Donna Fantastica, Disobedience) partecipava alla competizione ufficiale del Festival di Berlino entusiasmando tutti, tanto che l'attrice protagonista, Paulina García, si aggiudicò l'Orso d'argento per la sua mirabile prova. A distanza di sei anni, allora, l'indimenticabile storia di Gloria, donna divorziata e matura che ama incondizionatamente ballare fino a [...] Vai alla recensione »

martedì 5 marzo 2019
Fiaba Di Martino
Film TV

Proprio come la Gloria cilena, all'inizio anche la sua versione americana ci dà le spalle. Non guarda noi, né le figure di coetanei sussultanti sulle note del tormentone pop di turno nel night club di cui è habitué. Guarda altrove. Sta ai margini della festa. Non balla da sola, ma solo quando le pare; è una splendida cinquantenne divorziata, con ragionevoli speranze e un promettente interesse amoroso [...] Vai alla recensione »

martedì 5 marzo 2019
Andrea Chimento
La Rivista del Cinematografo

Sebastián Lelio rifà... se stesso. Il regista cileno entra nel novero di quegli autori (tra i più importanti ricordiamo Alfred Hitchcock, Leo McCarey, Cecil B. De Mille o, più recentemente, Michael Haneke) che hanno firmato il rifacimento di una pellicola da loro diretta in precedenza. È avvenuto con Gloria Bell, (auto)remake americano di quel Gloria, che al Festival di Berlino del 2013 aveva regalato [...] Vai alla recensione »

domenica 17 febbraio 2019
Luigi Paini
Il Sole-24 Ore

La notte è piccola per Gloria, troppo piccolina. A cinquant'anni è ancora una donna bella e vitale, ma qualcosa la tormenta. Divorziata da dodici, i due figli ormai fuori di casa, è come se fosse minacciata da un male oscuro. Di notte balla e sorseggia cocktail, di giorno lavora e canta a squarciagola: dov'è il problema? Si sente sola, troppo sola. Finché non arriva Arnold, anche lui divorziato (o [...] Vai alla recensione »

NEWS
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giovedì 27 giugno 2019
 

Gloria Bell ha cinquant'anni, un marito alle spalle e due figli che non hanno più bisogno di lei. Dinamica e indipendente, canta in auto a squarciagola e si stordisce di cocktail e di danza nei dancing di Los Angeles.

VIDEO
sabato 9 marzo 2019
 

Gloria Bell è ora al cinema, a sei anni di distanza dall'originale Gloria. Perché girare un remake del proprio film, ma soprattutto come riuscire a farlo continuando a stupire, a rinnovarsi, a emozionare? A spiegarlo è l'autore delle due opere, Sebastián [...]

PLAYLIST
domenica 10 marzo 2019
Emanuele Sacchi

Al brano eponimo di Umberto Tozzi infine si arriva, anche se sotto le sembianze della cover di successo internazionale di Laura Branigan. È la catarsi finale, in cui Gloria Bell (guarda la video recensione) sente per l'ennesima volta il richiamo di una [...]

CELEBRITIES
domenica 3 marzo 2019
 

Essere rossa è già incarnare un personaggio. Specialmente a Hollywood. Un colore che fonda un canone di eleganza e rende per forza diversi. L'attrice fa del suo essere rossa il centro del suo mistero.

GUARDA L'INIZIO
sabato 2 marzo 2019
 

Gloria Bell ha cinquant'anni, un marito alle spalle e due figli che non hanno più bisogno di lei. Dinamica e indipendente, canta in auto a squarciagola e si stordisce di cocktail e di danza nei dancing di Los Angeles.

VIDEO RECENSIONE
venerdì 1 marzo 2019
A cura della redazione

Gloria Bell ha un marito alle spalle e due figli che non hanno più bisogno di lei. Dinamica e indipendente, si stordisce di cocktail e di danza a Los Angeles. Una notte incrocia Arnold, uomo separato che sogna un cambiamento.

CELEBRITIES
venerdì 1 marzo 2019
 

Mai veramente una star, John Turturro è poco noto al grande pubblico, ma la sua silhouette dinoccolata e gli occhi ardenti sono stati celebrati dai cinefili di tutto il mondo. Attore eclettico, ha recitato tutto: dal cinema indipendente ai blockbuster. Nato [...]

CELEBRITIES
venerdì 22 febbraio 2019
Fabio Secchi Frau

Sebastián Lelio ha sentito ripetere il suo nome nelle principali premiazioni cinematografiche a partire dal suo quarto film, Gloria. L'anno era il 2013. Ma è con il suo ritorno nel circuito dei festival, nel 2017, che ha definitivamente segnato la sua [...]

POSTER
giovedì 14 febbraio 2019
 

Gloria è una donna dallo spirito libero, la sua passione è il ballo. In un club conosce Arnold e se ne innamora. Un ritratto femminile di stupefacente onestà e sensibilità. Remake americano dell'omonimo film del regista.

TRAILER
sabato 26 gennaio 2019
 

Gloria Bell è una donna energica e indipendente alla ricerca di amori (e amanti) passeggeri. La notte nei dancing si stordisce di avventure e disco music flirtando dietro ai cocktail. Poi a bordo pista incontra Arnold, che sembra dissimulare un segreto [...]

TRAILER
martedì 13 novembre 2018
 

Gloria è una donna dallo spirito libero, la sua passione è il ballo. In un club conosce Arnold e se ne innamora. Un ritratto femminile di stupefacente onestà e sensibilità. Remake americano dell'omonimo film del regista.

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