Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro 2023
59esima Mostra Internazionale del Nuovo Cinema, il programma dei 45 film. Pesaro - 17/24 giugno 2023. Le recensioni, trame, listini, poster e trailer, ordinabili per:
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Amarcord in dialetto romagnolo (il dialetto di Fellini) vuol dire "mi ricordo", e il regista ricorda gli anni della sua infanzia, gli anni Trenta. Espandi ▽
Amarcord in dialetto romagnolo (il dialetto di Fellini) vuol dire "mi ricordo", e il regista ricorda gli anni della sua infanzia, gli anni Trenta, al suo paese. Passano dunque i miti, i valori, il quotidiano di quel tempo: le parate fasciste, la scuola (con l'insegnante prosperosa che stuzzica i primi pensieri), la ragazza "che va con tutti", la prostituta sentimentale, la visita dell'emiro dalle cento mogli, lo zio perdigiorno che si fa mantenere, la Mille Miglia, i sogni ad occhi aperti, il papà antifascista che si fa riempire d'olio di ricino, il paese intero che in mare, sotto la luna, attende il passaggio del transatlantico Rex. Recensione ❯
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Un film che si interroga sull'atto del vedere partendo dalla folla fedeli accorsi da tutta la Spagna per assistere in prima persona ai cosiddetti "fatti di Ezkio" del 1931, presunte apparizioni della Vergine a due fratellini. Espandi ▽
Che cosa stanno guardando, rapiti, questi spettatori sui cui volti si sofferma a lungo la macchina da presa? E chi sono queste folle grigie e malvestite ritratte in consunte fotografie in b&n? Sì, a un certo punto saranno un vero pubblico di uno spettacolo cinematografico. Prima, invece, si tratta dei fedeli accorsi da tutta la Spagna per assistere in prima persona ai cosiddetti "fatti di Ezkio" del 1931, presunte apparizioni della Vergine a due fratellini che parlavano solo basco. Recensione ❯
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Un affresco corale sulla memoria collettiva che diventa un omaggio al cinema del passato. Drammatico, Italia, Francia2009. Durata 150 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +16
Attraverso le vicende di tre generazioni di una famiglia di Bagheria, il film racconta un secolo di storia italiana, con le Guerre Mondiali e l'avvicendarsi, sulla scena politica, di Fascismo, Comunismo, Democrazia Cristiana e Socialisti. Espandi ▽
La storia di una famiglia siciliana che prende le mosse dal ventennio fascista in cui Cicco, sin da bambino apertamente contestatore, è un pastore che ha la passione per la letteratura epica. Suo figlio Peppino, cresciuto durante la guerra, entrerà nelle file del Partito Comunista divenendone un esponente di spicco sul piano locale e riuscendo a sposare, nonostante la più assoluta opposizione della famiglia di lei, Mannina. Recensione ❯
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Ritratto intimo e pubblico di Dario Bellezza che diventa il mosaico collettivo di una storia italiana irripetibile. Documentario, Italia2023. Durata 78 Minuti.
Il ritratto di un poeta "maledetto" e di una stagione culturale irripetibile, nell'Italia del secondo Novecento. Espandi ▽
Dario Bellezza, poeta italiano del secondo Novecento, morì di Aids il 31 marzo 1996. 27 anni dopo viene ricordato e celebrato in un documentario che, attraverso le testimonianze di amici, ammiratori ed esperti, ne racconta la vita, il lavoro e gli amori ricostruendo anche la straordinaria scena poetica e artistica della Roma anni '60 e '70, la tremenda stagione dell'Aids, la «Sodoma» notturna degli omosessuali spinti prima a nascondersi e poi via via a mostrarsi sempre più e a rivendicare il proprio piacere. A emergere dal film è un uomo orgoglioso e solo, capace di parole potenti e di sentimenti fragili, di impudicizia e di timidezza, autore di una vita tormentata, povera, triste. Bellissima.
Il ritratto di una grande figura della cultura italiana del secolo scorso diventa il mosaico collettivo di una storia italiana irripetibile, segnata dalla grandezza dei suoi protagonisti e perseguitata da un cupo sentimento di morte.
La figura stessa di Bellezza, vanitosa e tragica, resiste a ogni tentativo di santificazione, imprigionata, come si sente dire, in un «teatro dal quale era impossibile uscire» e condannata, come diceva lui stesso fin da giovane, da un sentimento di cupio dissolvi, di angoscia e di morte. «Credo che l'unica speranza sia Dio. Ma siccome non ci credo...». Recensione ❯
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Un film ispirato al romanzo "Le onde" di Virginia Woolf che prova a interrogarsi su cosa sia il cinema. Espandi ▽
Gli "occhi di vetro azzurro cisposi" che fanno da titolo a questo cortometraggio sperimentale riprendono un'immagine verbale tratta dal romanzo "Le onde" di Virginia Woolf, opera letteraria considerata la più sperimentale fra quelle dell'autrice novecentesca britannica, a cui il giovane regista si è ispirato per il suo film, utilizzandone frasi e visioni per "spiegare", anche a sé stesso, che cosa è il cinema. Film che gioca con l'acqua - appunto - e la luce, eppure in un b/n molto scuro illuminato da rari lampi di colore, compiendo un viaggio nella notte in cui l'ombra di un uomo mano mano acquisisce sostanza. Recensione ❯
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I due registi vanno alla ricerca della mitica isola di San Borondón che, secondo la leggenda, appare e scompare in mezzo al mare. Espandi ▽
Secondo una leggenda popolare c'è un'isola mitica, San Borondón, che da molti secoli appare e scompare in mezzo al mare. La forza del mito ha spinto a organizzare, fra il Cinquecento e il Settecento, spedizioni alla sua scoperta, tanto che è stata registrata in diverse mappe dell'epoca. I registi Girón e Delgado si sono imbarcati a loro volta per una poetica esplorazione a caccia dell'isola, armati di pellicola in 16mm, videocamera digitale e ROV (Remotely Operated Vehicle), il quale non si limita a "rubare immagini" degli enigmatici abissi ma asporta campioni di flora e rocce subacquee dal monte sottomarino Tropico. Che sia la sua vetta, situata a 970 metri sotto il livello del mare, la mitica isola che riaffiorava dai flutti? Recensione ❯
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Sergio (Verdone), imbranato e grigio venditore porta a porta, assume l'identità di un affascinante viveur per far colpo sulla bella Nadia. Espandi ▽
Un complessato venditore a domicilio di enciclopedie, scambiato da una collega carina per un uomo di mondo, si infila in un carosello di equivoci. Recensione ❯
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Un'opera di approfondimento importante ed originale sull'uso delle immagini nel processo di colonizzazione. Sperimentale, Belgio2023. Durata 75 Minuti.
Un'analisi sul nostro intrinseco sguardo coloniale, come persiste nel tempo e plasma il nostro modo di vedere, di pensare e di parlare del passato. Espandi ▽
Gli studi post-coloniali incontrano la storia della visualità. Così si potrebbe sintetizzare il film-saggio che con notevole estro visivo ma serio approccio antropologico indaga sulla natura e le modalità dello sguardo e della costruzione dell'altro. In particolare si parte dall'invenzione della lanterna magica, e come questa sarebbe stata impiegata per "vendere" il progetto coloniale, non solo nel regno belga ma anche ai colonizzati stessi. Per quanto fragili, queste immagini di vetro sono giunte a migliaia fino a noi. Riccamente colorate a mano, corrotte, orribilmente affascinanti, sono la materia principale del film, insieme a diapositive, fotografie e filmati d'epoca, illustrando la tensione fra esperienza estetica e ricaduta dell'ideologia coloniale. L'autore tenta di mappare lo sguardo coloniale da una broken view, una veduta incrinata, analizzando come esso persista nel tempo e plasmi il nostro modo di vedere, di pensare e di parlare del passato. Recensione ❯
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Un film che ci riporta indietro in una Firenze antica dove la favola senza lieto fine dei Ciompi si sovrappone alle vicende contemporanee. Espandi ▽
Un film che con il Super8 e 16mm scorre sulla Firenze antica, senza troppo preoccuparsi di quella moderna che a volte vi si sovrappone; sugli affreschi, sugli arazzi, sui particolari, iconografici e materici. Due voci narranti si alternano portandoci, come in una favola senza lieto fine, alla rivolta dei Ciompi, una vera rivoluzione che si è svolta proprio qui, fra le pietre e i vicoli e le chiese che vediamo. Ma alla protesta del popolo minuto del Trecento fa da contraltare una vicenda contemporanea straordinariamente somigliante. Recensione ❯
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Nel 1993, il giovane Loris Riccardi è l'art director del locale notturno destinato ad essere il più trasgressivo d'Italia: il Cocoricò. Creò il concetto di locale-notturno-teatro trasformando la pista da ballo in un luogo di provocazione. Espandi ▽
Gli anni '90 sono iniziati con la caduta del muro di Berlino e si sono conclusi con gli attentati dell'11 settembre. Anni di creatività e distruzione, in cui tutto sembrava possibile e allo stesso tempo prossimo al collasso. Erano anche gli anni d'oro del turismo italiano: la costa adriatica era la meta di una generazione che rispondeva al richiamo della musica dance. E lì apparve l'iconica discoteca a forma di piramide chiamata Cocoricò. Il Cocoricò non era solo una discoteca, era un tempio del divertimento, un teatro di espressioni artistiche, politiche e sociali: un luogo che accoglieva le emozioni e le angosce dei tempi passati e presenti. Cocoricò Tapes è la sua storia raccontata attraverso i filmati inediti di quegli anni e attraverso le parole - di oggi e di allora - dell'ex direttore artistico Loris Riccardi, del suo staff e di coloro che ogni settimana frequentavano il locale in un rito collettivo. Recensione ❯
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Oreste s'innamora di Adelaide, bella fioraia. Tutto fila liscio finché appare sulla scena Nello, pizzaiolo toscano. Espandi ▽
Muratore con moglie vecchiotta e figli non suoi a carico, Oreste si innamora della bella fioraia Adelaide. Per lei lascia la famiglia, ma l'idillio d'amore è presto interrotto dall'entrata in scena del più giovane e aitante Nello, pizzaiolo di origine toscana che, dopo essere diventato amico della coppia, finisce con l'innamorarsi, riamato, di Adelaide. All'iniziale trambusto, segue il tentativo dei tre di trovare una specie di grottesco accordo, ma la gelosia farà finire tutto in tragedia. Recensione ❯
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Lo spazio urbano di una città apocalittica in cui la realtà si sdoppia e tutto diventa mistico. Espandi ▽
Una città apocalittica - Mosca nella realtà - si trova in un inspiegato stato di emergenza, con voci dagli altoparlanti che impartiscono ordini senza senso ai cittadini. Il film si richiude poi in appartamenti asfittici dai suoni misteriosi. Un uomo solitario va in cerca del cane in uno spazio desolato, sullo sfondo rovine (o cantieri?) di edifici brutalisti. Esplorando lo spazio urbano trova un luogo in cui la realtà si sdoppia. Rievocando la fede russa in tutto ciò che è mistico e calandola nel presente, Karelina dà corpo a un elegante film cyberpunk che è al tempo stesso una poetica dichiarazione contro la guerra. Recensione ❯
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Tra aneddotica e archivio cinematografico, uno svelamento seducente che non si vorrebbe finisse mai. Documentario, Italia, Belgio, Cina, Giappone2021. Durata 150 Minuti.
Un documentario sul leggendario compositore Ennio Morricone. Espandi ▽
Giuseppe Tornatore ha collaborato col Maestro - definizione per una volta appropriata - in un arco temporale che va da Nuovo Cinema Paradiso (1988) a La corrispondenza (2016), frequentandolo per circa trent'anni. Nel 2018 ha scritto "Ennio. Un maestro" (Harper Collins), intervista fluviale e conversazione franca, a trecentosessanta gradi: in Ennio ne riprende argomenti, andamento cronologico e tono disteso, modesto, autocritico con cui Morricone si era concesso alle sue domande. Attorno a lui, nel film, una schiera di musicisti, registi, colleghi ed esperti portano testimonianze rilevanti e inerenti una carriera straordinaria, che supera il concetto di prolifico: centinaia le opere firmate, da Il federale (1961) all'unico Oscar vinto per una colonna sonora, The Hateful Eight nel 2016, a 87 anni. Morricone - che, come tutti i classici, non morirà mai e di cui è quindi legittimo parlare al presente - vive perennemente con la musica in testa e va a tempo anche quando fa esercizio fisico sul tappeto di casa. Miniera di osservazioni stilistiche e curiosità legate alla storia del cinema (tra tutte, la collaborazione mancata con Stanley Kubrick per Arancia meccanica), non scevro di momenti di pura commozione, Ennio è racconto fluido, documento ricercato, filologico, che si mette a disposizione di curiosi, cinefili e studiosi, anche per eventuali indagini integrative. Un esempio di economia di narrazione, di contrappunto studiato e sudato che traccia la differenza tra mera compilazione d'intrattenimento e pura opera di (ri)creazione. Recensione ❯
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Frammenti di altri film, di archivi e di musei. Stralci di testi e biografie. Un ritratto del desiderio e della violazione che medita sull'affermazione e sul rifiuto della soggettività. Espandi ▽
In Exhibition - raccolta di immagini riprodotte da altri film, musei e archivi, per non parlare del calembour in apertura "Love Laughs at Locksmiths - Houdini" - si intrecciano testi e biografie eterogenei: una donna sposa il Muro di Berlino e fa della propria casa in Svezia un museo di miniature architettoniche per «conservare le linee parallele delle mura». Mary Richardson per solidarietà con una suffragetta in carcere squarcia la Venere e Cupido di Velázquez. A questo punto subentra la narrazione in prima persona e si succedono citazioni dalla pittrice Agnes Martin, dai casi studio di Freud e sul paradosso dell'otre di Klein.
Frammenti, copie e stralci sono volti a delineare un ritratto del desiderio e della violazione, diventando una meditazione sull'affermazione e rifiuto della soggettività, oltre che affrontare il cortocircuito the tormenta l'opera d'arte nell'epoca della riproducibilità tecnica: «Il film come bene ha necessità di essere visto. Una volta mostrato, è facile riprodurlo senza limitazioni d'accesso. Nel diritto d'autore, tale vulnerabilità si chiama "analog hole"». Visivamente affascinante, in contrasto con la voce narrante volutamente monocorde, il film al pari di un saggio è anche dotato di fonti bibliografiche. Recensione ❯
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