Anno | 1973 |
Genere | Commedia, |
Produzione | Italia |
Durata | 127 minuti |
Regia di | Federico Fellini |
Attori | Bruno Zanin, Pupella Maggio, Armando Brancia, Giuseppe Ianigro, Gianfilippo Carcano Ciccio Ingrassia, Magali Noël, Nandino Orfei, Alvaro Vitali, Josiane Tanzili, Mario Liberate, Maria Antonietta Beluzzi, Antonino Faa Di Bruno, Francesco Maselli, Lino Patruno, Nando Orfei, Aristide Caporale. |
Uscita | lunedì 14 settembre 2015 |
Tag | Da vedere 1973 |
Distribuzione | Cineteca di Bologna |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 4,50 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 9 ottobre 2023
Amarcord in dialetto romagnolo (il dialetto di Fellini) vuol dire "mi ricordo", e il regista ricorda gli anni della sua infanzia, gli anni Trenta. Il film ha ottenuto 3 candidature e vinto un premio ai Premi Oscar, ha vinto 3 Nastri d'Argento, ha vinto 2 David di Donatello, 1 candidatura a Golden Globes, In Italia al Box Office Amarcord ha incassato 110 mila euro .
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ASSOLUTAMENTE SÌ
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Amarcord in dialetto romagnolo (il dialetto di Fellini) vuol dire "mi ricordo", e il regista ricorda gli anni della sua infanzia, gli anni Trenta, al suo paese.
Passano dunque i miti, i valori, il quotidiano di quel tempo: le parate fasciste, la scuola (con l'insegnante prosperosa che stuzzica i primi pensieri), la ragazza "che va con tutti", la prostituta sentimentale, la visita dell'emiro dalle cento mogli, lo zio perdigiorno che si fa mantenere, la Mille Miglia, i sogni ad occhi aperti, il papà antifascista che si fa riempire d'olio di ricino, il paese intero che in mare, sotto la luna, attende il passaggio del transatlantico Rex.
Fellini nel '76 era ancora in grado di incantare praticamente con niente, confezionando appunto il "niente" con colori, fantasia e sensazioni. Si giova dei soliti collaboratori, a cominciare da Nino Rota sempre importantissimo nell'economia del cinema felliniano.
Amarcord è un capolavoro assoluto nel senso che come “La strada” e “la dolce vita” è entrato nel sentire comune della gente travalicando gli steccati culturali che dividono i popoli diventando universale (ottoemezzo è più per specialisti) Non ha importanza se la cultura da dove nasce questa storia è radicata in un particolare contesto [...] Vai alla recensione »
«Voglio una doooooooooonnaaaaaaaaaaaaaa», grida lo zio Teo (Ciccio Ingrassia) dalla cima di un albero. Sogno e disperazione, follia e comicità. Amarcord (Italia, 1973, 127'), in dialetto romagnolo «mi ricordo»: un viaggio surreale che ripropone la carrellata di ricordi di Fellini e della sua adolescenza nel Borgo (Rimini) negli anni ‘30, attraverso gli occhi del giovane Titta (Bruno Zanin).
Esattamente vent'anni dopo “I vitelloni”, Fellini dipinge un altro affresco dell’Italia provinciale del ‘900. Più geniale ma anche più imperfetto, meno compatto all’interno di una trama volutamente oziosa, formata da un mosaico di situazioni che illustrano i ricordi personali di Fellini. Il collante è assicurato dalla forte connotazione poetica e dalle cadenze ridanciane della farsa, una curiosa miscela [...] Vai alla recensione »
Un tempo, non molto lontano da oggi ma lontanissimo da noi, da queste generazioni, capitava in molte case di aprire delle scatole di cartone, talora di quelle scatole colorate per per savoiardi, piene di fotografie a ricordare il passato. Attorno alla zia o alla nonna uno stuolo di nipoti d’ogni età. Si sentiva chiedere “ tu quale sei? ”, si apriva una gara, le foto passavano di mano in mano e trascorrevan [...] Vai alla recensione »
Il film che riportò Fellini al centro del dibattito internazionale e gli conquistò il quarto Oscar, girato nel più assoluto segreto in una Rimini tutta ricostruita a Cinecittà, è un viaggio nel paese dell'infanzia e dell'adolescenza di Federico, ambientato in un'Italia provinciale durante il fascismo, che il maestro riminese vedeva come il simbolo di una [...] Vai alla recensione »
AMARCORD (IT, 1973) diretto da FEDERICO FELLINI. Interpretato da BRUNO ZANIN, MAGALI NOEL, ARMANDO BRANCIA, PUPELLA MAGGIO, CICCO INGRASSIA, ALVARO VITALI, MARIA ANTONIETTA BELUZZI, LUIGI ROSSI, GIUSEPPE IANIGRO, GIANFILIPPO CARCANO, ARISTIDE CAPORALE, JOSIANE TANZILI, MARIO LIBERATE, NANDO ORFEI, ANTONINO FAA DI BRUNO Amarcord è un intercalare del dialetto romagnolo (la lingua madre di [...] Vai alla recensione »
L'adolescenza di Titta nella Rimini degli anni '30 (tutta ricostruita in studio): le Mille Miglia, il piroscafo Rex, l'olio di ricino e i gerarchi, lo zio matto, la tabaccaia più che maggiorata, la fatale Gradisca che finirà per sposare un carabiniere. Nel 1974 (data di uscita del film) Fellini era ormai una leggenda vivente; ed è in questo periodo che decide di tornare [...] Vai alla recensione »
Amarcord si presenta come il film "più autobiografico" del maestro Fellini seppur non sia certo una novità il portare sè stesso sullo schermo. Il titolo difatti ci aiuta a comprendere quanto Fellini ci sia in questa pellicola (Amarcord è la univerbazione di "Io mi ricordo"). Fellini ci presenta la sua Rimini adolescenziale tramite le avventure degli abitanti [...] Vai alla recensione »
"Amarcord" è uno dei massimi capolavori felliniani e della storia del cinema. Esso contiene un forte moto di viscerale nostalgia, ma Fellini non ne rimane intrappolato. Si avverte un che di ridicolo, spira un'arietta di follia e di morte - come in tutti i film del Fellini maturo - per cui esso più che ricordare smemora, supera, smette i calzoncini corti che il protagonista porta per tutto il film. Vai alla recensione »
Le bella copia restaurata che in questi giorni ( settembre 2015) è sugli schermi mi ha permesso di rivedere sul grande schermo dopo molti anni questo film che vidi al cinema ( allora ero quindicenne) quando uscì al cinema ( Natale del 73) Gli anni passano , il film resta e sarà sempre un capolavoro ma la sensibilità e la percezione del film cambia in funzione dell'et&agr [...] Vai alla recensione »
Anni 30, un piccolo borgo sulle rive dell'Adriatico, sul corso ogni sera si trovano gli studenti, le ragazze, i ricchi notabili. Titta, il giovane protagonista, non appena riesce a sfuggire ai genitori si aggira nelle strade del paese Un film ingrado di incantare con niente, confezionando il "niente" con colori, fantasie, [...] Vai alla recensione »
Difficile esprimere compiutamente un giudizio su un film che ha fatto la storia del cinema italiano.Credo che il suo autore abbia ispirato i registi di tutto il mondo e i nostri migliori autori contemporanei gli sono certamente debitori,vedi Sorrentino nella Grande bellezza.Il racconto sostanzialmente autobiografico di Fellini ha uno spessore poetico elevatissimo,sommando la lirica del ricordo, alle [...] Vai alla recensione »
Film come "Amarcord" restano dentro. Fellini, qui sicuramente all'apice della maturità, riesce a donarci uno splendido affresco della Rimini della sua infanzia, che non può non suscitare in ognuno di noi la voglia di sognare, la voglia di scavare nel passato e di trovare la nostra Rimini, le nostre feste di paese, la nostra severa insegnante di matematica, la nostra [...] Vai alla recensione »
“Amarcord” è un altro grandissimo capolavoro di Fellini, nel quale mette a colori la sua nota autobiografica di una Rimini paesaggistica ed originale, che ricalca i stilemi del borgo che somiglia a paese, tra matti, donne attempate ma piacenti, tabbaccaie dalle forme giunoniche che attizzano i ragazzini in piena fase ormonale, ninfomani, padri brontoloni e tipi fighi spericolati. Il [...] Vai alla recensione »
So bene che il mio titolo può sembrare provocatorio,ma vi prego di leggere bene cosa intendo dire.Ora:il film è indubbiamente una pietra miliare nella storia del nostro cinema e forse anche in quella del cinema mondialeQuesto lo si può notare in più di un'occasione dove si vede molto bene l'abilità registica del maestro Fellini,ad esempio nella ricostruzione [...] Vai alla recensione »
A circa vent' anni da "I vitelloni", suo primo grande successo, Federico Fellini dedica un' altra pellicola alla Romagna, sua terra natale. Più ancora che di una terra però, questo film rievoca le atmosfere di un' epoca, quella in cui il regista ha vissuto la propria adolescenza, ovvero gli anni trenta, gli anni in cui l' Italia sognava di poter tornare agli antichi splendori sotto la guida del duce. [...] Vai alla recensione »
Amarcord **** Produzione: Italia 1973 Genere: Commedia, Drammatico Regia: Federico Fellini Trama: Nella Rimini del ’29 si incrociano le storie di svariati personaggi pittoreschi: il giovane aitante alle prese con gli sbalzi ormonali, la ninfomane, la cosiddetta “Gradisca “che ama fare l’amore per passione, l’antifascista alle prese con lo stato, lo zio pazzo, la tabaccaia [...] Vai alla recensione »
AMARCORD di Federico Fellini è,opinione del sottoscritto,semplicemente uno dei film più belli della cinematografia italiana...quest'opera meriterebbe di essere collocata tra altri "giganti" come LADRI DI BICICLETTE,8 1/2(dello stesso Fellini) e UMBERTO D...anche se apparentemente è un operazione "minore" rispetto a LA DOLCE VITA e 8 1/2 si tratta invece di uno dei più affascinanti e quasi surreali [...] Vai alla recensione »
Come ho scritto anche in altre recensioni, non mi risulta facile recensire un film di Federico Fellini perché considero il regista romagnolo veramente un grande artista, per cui non è troppo facile recensirlo. Innanzitutto il titolo che mi sembrava strano ed ho saputo da un viaggiatore romagnolo, mentre mi trovavo in treno, che significa “Mi ricordo”.
Non si tratta certamente di una Rimini da cartolina quella che è proposta da Fellini. Il ricordo da nostalgico, a tratti diventa disperato, ma a temperare il tutto vi è - come sempre in Fellini del resto - una costante atmosfera onirica. Indubbiamente la Rimini degli anni Settanta doveva già aver completamente perso il volto rurale e contadino che ancora conservava negli anni '30. [...] Vai alla recensione »
Rivedere"Amarcord"è sempre, di per sé un"Amarcord"(1973), dato che vuol dire, in romagnolo,. "Io mi ricordo", con univerbazione che agglomera pronome personale e verbo all'indicativo presente, prima persona singolare. E lo sguardo, però, è quasi"proustianamente universale", possiamo dire.
Uno sconclusionato collage di situazioni pigramente tenuto insieme solo grazie al mestiere del grande regista e al prezioso contributo di Rota. Sostazialmente si tratta di una elegante via di mezzo tra un film di Tinto Brass e una commedia sexy all'italiana.Sono parzialmente d'accordo con quanto affermato nella recensione principale: un "niente" molto bel confezionato che però, se fosse stato girato [...] Vai alla recensione »
Un film che avrebbe potuto essere una noisa narrativa fine a se stessa, se la grande, immensa mano di Fellini non lo avesse fatto diventare quel grandissimo capolavoro che è; in una sola parola: immenso!
Macchina da presa come pennello del pittore: i ricordi dipinti in questo capolavoro assoluto appartengono a tutti noi, anche se siamo vissuti in un’epoca diversa e in una terra diversa. Qui sta la potenza del genio. Evocativo, magico, triste, comico, onirico, una poesia cinematografica: c’è tutta la vita in questa lezione di cinema.
Il miglior film di Fellini (...e ho detto tutto...).
un film a mio avviso stupendo degno della parola CAPOLAVORO,fellini rappresenta la sua rimini mostrandosi poeta insuperato a livello di biografia,rappresenta per la prima volta anche il concetto di famiglia mai affrontato cosi bene in nessun suo film. La rimini della fame,della richezza,il livello di cultura popolare,la famiglia patriarcale,l'epoca fascista sono rappresentate benissimo scavando anche [...] Vai alla recensione »
Il film fi fellini che più mi è piaciuto in assoluto.
eccezionale l'arte del cinema è rappresentata proprio in questo film
Mi è piaciuto molto "la strada"... ma questo film? Visto a pezzi per la noia....Scenette ridondanti (ne vedi una e sono tutte uguali), attori (anche bravi) che si esibiscono in pose manierate e noioise... caricature vuote e pesanti che più che farti sorridere ti fanno sbadigliare. L'unica cosa carina che passa è la nostalgia dell'adolescenza, i tempi d'oro [...] Vai alla recensione »
per questi tipi di film e argomento, si dovrebbe cominciare dal 44, e il periodo bellegerante, in cui distrecarsi e come un labirinto altrettanto e senza esuberanza alcuna gli sbarchi ecc ecc, anche se sono cose che da 100 anni se ne parla e ricordandoci però, nonostante ciò, che se dietro a ogni grande uomo vi è una grande donna altresì dietro a un grande criminale [...] Vai alla recensione »
Assurdo, osceno, volgare. Non capisco perchè sia definito un capolavoro. La tecnica? Dove sta?
Amarcord ha cinquant’anni, ma è presente, ed è futuro.
Non ho mai conosciuto Federico Fellini, ma lo conosco molto bene. Nel 1998 la De Agostini decise di pubblicare in VHS tutti i titoli del regista, 22, e venni chiamato a scrivere un volume su ciascun film. Dunque… conosco Fellini. I volumi sono stati accorpati in un unico libro, "Il grande cinema di Federico Fellini", nel 2020, edito dalla Book Time.
Al di là del legame artistico, chiamiamolo così, ne presento uno… etnico. Anch’io sono emiliano, seppure più occidentale. La mia famiglia viene dai monti piacentini, da un villaggio che si chiama Farinotti. In quel dialetto “mi ricordo” si dice “amarcord”.
Una delle misure della grandezza di un artista è la capacità di creare un proprio mondo, e di farlo accettare al posto della realtà; è, inoltre, la capacità di tradurre la realtà secondo la propria fantasia. Possiamo chiamarla “espressione” o anche “sogno”. La mediazione può anche risultare strana o magari oscura, razionalmente non condivisibile, ma il risultato è talmente forte, o magico, o galeotto, o ipnotico, che ne veniamo completamente catturati.
Veniamo presi in ostaggio e rilasciati quando finisce il film, momento in cui ritroviamo tutto quello che conoscevamo. Lo ritroviamo con fatica e dolore. Il grande artista ha la capacità di creare un precedente di memoria che si installa nella nostra coscienza, e vi rimane per sempre. Fellini è entrato così prepotentemente nella nostra memoria, perché ha mostrato a suo modo le cose che conosciamo bene, attraverso la nostalgia le esperienze fondamentali della vita di tutti. Come si dice: ci siamo identificati.
Tutto questo è sublimato in Amarcord.
Dovendo estrarre un solo momento, che rappresenta il film e il suo creatore, scelgo il Rex. Era il transatlantico più prestigioso del mondo, ed era il modello del regime. Nella memoria e nella cultura del popolo era leggenda e magia. La gente del borgo, su piccole barche raggiunge la zona di mare dove passerà il Rex. In attesa ognuno racconta sé stesso. I sentimenti, le speranze, la vita... è notte, ecco una sirena e la nave appare e tutti salutano commossi. Il Rex si allontana come un sogno. E tutto è invenzione, creazione felliniana. Il rex è una struttura, il mare è plastica. È la realtà rifatta dal genio, detta sopra.
Il film. Il regista ricorda il tempo della sua infanzia, gli anni Trenta, al suo paese. Passano dunque i miti, i valori, il quotidiano di quel tempo: le parate fasciste, la scuola (con l’insegnante prosperosa che stuzzica i primi pensieri), la ragazza “che va con tutti”, la prostituta sentimentale, la visita dell’emiro dalle cento mogli, lo zio perdigiorno che si fa mantenere, la Mille Miglia, i sogni a occhi aperti degli adolescenti che scoprono il sesso, il papà antifascista che si fa riempire d’olio di ricino. Erano anni che il regista pensava di concedersi completamente alla sua memoria. Aveva cinquant’anni e pensò di prendere il toro per le corna. C’era di mezzo un vecchio complesso, la paura di aver tradito la sua terra di esserne fuggito da giovanissimo e di non esserci più tornato. Di averla ignorata.
Ma una parte di pudore c’era sempre: "È giusto che io usi come strumenti luoghi e gente vera, che mi hanno visto nascere, stravolgendoli secondo le mie necessità di artista, che sono complicate? Non è un’ulteriore mancanza di rispetto?” Che lo sia stata o meno, Amarcord rimane l’incanto perenne di un’opera che trascende, da molto in alto, il cinema, per diventare arte.
Il film raccolse riconoscimenti a non finire, compreso il più importante, l’Oscar, il quarto dopo La strada, Le notti di Cabiria, 8 ½. Ne sarebbe seguito un quinto, alla carriera. Amarcord e Fellini sono il cinema.
Federico Fellini's "Amarcord" ("I Remember") is a ravishing memory film in which reminiscence, rumor, legend, local history and male sexual fantasies flow into one another with the ease and grace for which Fellini was justly famous. It is a reminder too of the formidable evocative powers of two key Fellini collaborators, composer Nino Rota and cinematographer Giuseppe Rotunno, who supervised this [...] Vai alla recensione »