Anno | 2020 |
Genere | Azione |
Produzione | USA |
Durata | 113 minuti |
Regia di | Guy Ritchie |
Attori | Henry Golding, Kate Beckinsale, Matthew McConaughey, Hugh Grant, Jeremy Strong Jordan Long, Chidi Ajufo, Charlie Hunnam, Michelle Dockery, Colin Farrell, Jason Wong. |
Tag | Da vedere 2020 |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,97 su 13 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 2 dicembre 2020
Un narcotrafficante britannico vende il suo ricchissimo impero a un gruppo di miliardari dell'Oklahoma. Al Box Office Usa The Gentlemen ha incassato nelle prime 7 settimane di programmazione 36,2 milioni di dollari e 11 milioni di dollari nel primo weekend.
CONSIGLIATO SÌ
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L'investigatore privato Fletcher s'intrufola nella casa del gangster Raymond Smith per raccontargli come il cliente che l'ha assoldato, il re dei tabloid Big Dave, abbia voluto vendicarsi del suo capo, il più importante trafficante di droga d'Inghilterra, l'americano Mickey Pearson. Fletcher riferisce di come Pearson abbia offerto il suo regno al miliardario Matthew Berger, desideroso di mollare tutto e ritirarsi con la moglie e socia in affari Rosalind. Raymond in realtà conosce perfettamente la storia e sa che Fletcher è venuto per ricattarlo con le prove di un omicidio tenuto nascosto. Ma è solo l'inizio di una serie di tradimenti e rivelazioni che coinvolgono anche un trafficante cinese, un miliardario russo ex spia del KGB e lo strambo gangster di quartiere Coach, a capo di una band di rapper e lottatori.
Guy Ritchie riprende toni e personaggi dei gangster movie che l'hanno reso famoso, anche se l'energia e la carica di un tempo appare irrimediabilmente lontana.
Con The Gentlemen Guy Ritchie è tornato a fare quello che gli riesce meglio: raccontare le gesta di criminali spietati e ironici, moderatamente fuori di testa e molto cool. I problemi sono sostanzialmente due: apprezzare o meno il genere e, soprattutto, capire quale spazio possa ritagliarsi nel cinema di oggi.
Per il primo problema si potrebbe anche non trovare una soluzione, dipendendo dal piacere o meno del singolo spettatore; per il secondo, invece, ben sapendo che negli anni film come Lock & Stock - Pazzi scatenati e The Snatch (che a fine anni '90 sull'onda del tarantinismo crearono l'astuta formula del gangster movie ultrapop) hanno avuto infinite ripetizioni, è lo stesso Ritchie a offrire la scappatoia: The Gentlemen è un film di fine anni 90, «old-school, 35 mill, anamorphic, or ratio 2.35 to 1» come dice l'investigatore e narratore interno Fletcher, presentando il suo racconto. Prima ancora, poi, l'apertura sul logo della Miramax, l'ex casa di produzione di Harvey Weinstein ora rilanciata, suona come una reminiscenza: per il cinema di Guy Ritchie il tempo non è passato invano, anche se in passato il suo stile ha fatto scuola.
E dunque The Gentlemen - che comunque prima dell'esplosione della pandemia di covid-19 era arrivato a quasi 120 milioni di dollari d'incasso nel mondo: non male per una produzione da 20 milioni - è per il suo regista (anche autore della sceneggiatura) un ritorno alle origini e per i suoi interpreti una rimpatriata tra amiconi dello showbiz.
Come spesso accade in questi casi, l'impressione dello spettatore è che il divertimento stia più dietro e davanti la macchina da presa che non davanti lo schermo, per quanto gli ingredienti per uno spettacolo in gran stile ci siano tutti: intrigo criminale tra trafficanti di droga, miliardari e mogul della comunicazione; trama con continue rivelazioni; eleganza e coolness dispensate a piene mani; colonna sonora di superlusso (Cream, Roxy Music, Paul Welller, Johnny Rivers). La recitazione farsesca degli interpreti - dal compiaciuto Matthew McConaughey al divertente Colin Farrell, dal duetto efficace Hugh Grant-Charlie Hunnam, agli inglesi Eddie Marsan e Michelle Dockery, unica donna in un cast tutto maschile - non fa che aumentare il livello di eccitazione professionale del film.
L'eleganza dei costumi di Michael Wilkinson, con quei colori autunnali tipicamente british, è forse la cosa migliore di The Gentlemen, che come sostiene il suo protagonista, spietato re del narcotraffico stancatosi delle proprie conquiste, è un prodotto della gentrificazione. Ritchie è felice di mostrare i suoi personaggi sorseggiare tè, chiacchierare attorno a un lussuoso tavolo da barbecue, nascondere laboratori di stupefacenti sotto eleganti tenute aristocratiche. Certo, dietro le apparenze il mondo criminale è ancora quello di una volta: cadaveri nei freezer, pallottole ficcate in fronte, pestaggi e rincorse fra i vicoli: ma più che stanco, il mondo adrenalinico di Ritchie sembra annoiato - da sé stesso, dall'obbligo di andar di corsa, dall'accumulo di personaggi e linee narrative.
Lo fa capire ancora Fletcher, che dice di scattare e analizzare fotografie e registrazioni come Gene Hackman in La conversazione, anche se trova che quel film non faccia per lui: «un po' noioso, a essere sinceri». Difficile non pensare che a parlare sia lo stesso Ritchie, consapevole di desiderare un altro tipo di cinema (e per fortuna nemmeno ci prova a rifarlo, Coppola) ma anche di aspirare al massimo a una rimasticatura del proprio immaginario.
È l'ultimo film del regista inglese Guy Ritchie, noto soprattutto per aver diretto Snatch e i due Sherlock Holmes con Robert Downey Jr. Si tratta di The Gentlemen, tratto da un soggetto originale: si racconta la storia di un americano, Mickey Pearson, che ha fatto fortuna a Londra mettendo in piedi un autentico impero basato sullo smercio illegale di marijuana. Quando Pearson decide di vendere tutto ciò che gli è rimasto e ritirarsi per sempre dal settore, però, la situazione degenera perché in tanti aspirano a sostituirlo e a impadronirsi di tutto ciò che è suo.
Dopo Operazione U.N.C.L.E. (tratto da una serie tv anni 60), il live-action Disney Aladdin e King Arthur - Il potere della spada, Ritchie torna finalmente a dirigere un film che ha scritto in prima persona e che vanta un soggetto completamente originale e non legato a una proprietà intellettuale preesistente o a un progetto di franchise.
La storia alla base di The Gentlemen è stata ideata dallo stesso regista insieme con Ivan Atkinson - suo storico collaboratore di fiducia - e Marn Davies, di fatto consentendo all'ex marito di Madonna di tornare a lavorare come agli inizi della sua carriera. Ma non è solo l'iter produttivo che fa parlare di un ritorno alle origini per Ritchie; il regista inglese torna al tema che gli ha consentito di distinguersi all'inizio della sua avventura da regista: il crimine.
Girato tra la fine del 2018 e l'inizio del 2019, The Gentlemen vanta un cast di primissimo livello che, a eccezione del solo Matthew McConaughey, è composto da soli attori britannici. Accanto all'acclamatissimo protagonista di Dallas Buyers Club e Interstellar, troviamo infatti: Hugh Grant, Charlie Hunnam, Henry Golding, Michelle Dockery, Jeremy Strong e - ultimo ma non ultimo - Colin Farrell. Tra caratteristi molto bravi, star televisive e attori dal grande nome, insomma, il talento a disposizione del regista è veramente tanto e, del resto, Guy Ritchie è molto a suo agio con i film corali.
THE GENTLEMEN disponibile in DVD o BluRay |
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In The Gentlemen ci sono diversi piani di narrazione che vengono portati avanti grazie a un montaggio ipercinetico frenetico, che non fa respirare – o almeno solo quanto basta per star dietro agli avvenimenti. L’esercizio di stile che non nasce con lo scopo di portare originalità a livello di struttura filmica o cambiamento a livello narrativo; anzi, Ritchie riesce a riproporre qualcosa [...] Vai alla recensione »
Il capo di un organizzazione londinese dedita al traffico di droga, decide di ritirarsi dagli affari per andare in pensione, ma egli, avendo molto potere, deve affrontare il giovane e ambizioso capo di un ' organizzazione cinese che vuole prendere il suo posto, in modo da accrescere il suo potere, come se non bastasse, il fidato collaboratore di Mickey Pearson, Raymond Smith, [...] Vai alla recensione »
Mickey Pearson è il Re dello spaccio di marijuana a Londra. Cerca di andarsene in pensione ma si crea una guerra tra fazioni criminali per chi vuole prendersi il suo regno. Come si suol dire :" il più pulito ha la rogna". La trama è un pretesto, Ritchie non riesce a dare linfa alle sue sconclusionate trame "tarantiniane " Made in U.
Mickey Pearson è il Re dello spaccio di marijuana a Londra. Cerca di andarsene in pensione ma si crea una guerra tra fazioni criminali per chi vuole prendersi il suo regno. Come si suol dire :" il più pulito ha la rogna". La trama è un pretesto, Ritchie non riesce a dare linfa alle sue sconclusionate trame "tarantiniane " Made in U.
Non sempre l’andare avanti porta un miglioramento. Ne è prova l’ultimo film di Guy Ritchie, The Gentlemen, che segna il brillante ritorno del regista britannico, dopo le deviazioni dalla sua matrice originale e marchio di fabbrica rappresentati da Aladino (2019), Re Artù (2017) e per certi versi anche Operazione UNCLE (2015), nonché’ dal dittico su Sherlock Holmes, alle origini che avevano decretato [...] Vai alla recensione »
L'ultimo film di Ritchie è una ingegnosa rottura di scatole. Dopo 20 minuti desidereresti già fosse finito.
Un film che mi è piaciuto moltissimo... è lineare, mantiene l'attenzione dello spettatore dall'inizio alla fine con continui colpi di scena... Guy Ritchie molto in versione Tarantiniana ha tirato fuori un gran film , inoltre le interpretazione di tutti i personaggi è magistrale !!! Matthew Mcconaughey (su tutti) , Hugh Grant, Charles Hunnam, Colin Farrell, Jeremy Strong [...] Vai alla recensione »
Discretamente estroso omaggio al gangster movie in alcune delle sue possibili declinazioni, orchestrato dall'ormai inconfondibile, spigliatissimo stile cool di Ritchie, che oscilla fra il tagliente e lo stucchevole, esattamente come i dialoghi. La cosa migliore è Grant nei panni del viscido narratore, ma anche i classici colpi di scena finali non sono male, e la colonna sonora diverte.
Cast a parte, inizialmente potrebbe sembrare una sceneggiatura classica, quasi banale, ed è proprio li che colpisce! Non aggiungo altro per non anticiparvi nulla e svilire ciò che a mio pare è un opera d'arte... Complimenti!!
Film assolutamente godibile , belle ambientazioni , giusta velocità , dialoghi scritti bene ed interpretazioni corrette , certo non sarà pulp fiction , ne nulla di nuovo dal mondo di Ritchie , ma i voti visti finora mi sembrano eccessivamente al ribasso.
confermo la recensione di daniel nicolai. La valutazione del film da parte di questo sito è indegna. Il film è assolutamente godibile, sopra la media e in effetti tutti gli altri siti specializzati l'hanno valutato positivamente. Per cui anch'io metto 5 stelle per un film da 4,
Siete veramente indegni, un film del genere con una valutazione del genere (presente infatti unicamente su questo sito). Complimenti Luigi per la doppia recensione da due stelle. Il film merita, stop, se date meno di tre stelle ad un film del genere probabilmente o non avete gli occhi, le orecchie o non avete un cervello per elaborare quello che vedete.
Non tutte le ciambelle escono col buco? Eccone una! Un film perfetto. Sceneggiatura impeccabile, attori strepitosi, regia meravigliosa... Uno di quei film in cui non puoi cambiare nulla senza peggiorarli. Mi dispiace dirlo, ma chi ha dato 3 stelle, evidentemente, non l'ha capito. Si ricrederà negli anni...
Sono passati ventidue anni da quando nei cinema inglesi arrivò Lock, Stock and Two Smoking Barrels, film d'esordio del britannico Guy Ritchie. Come The Gentlemen gangster movie ambientato nella Londra non da cartolina, Lock & Stock lanciò una generazione di attori e soprattutto uno stile, caratterizzato da un montaggio frenetico, accelerazioni improvvise seguite da repentini ralenti, dialoghi serrati [...] Vai alla recensione »
Ma quanto erano belli gli anni '90, al cinema? Un decennio magico e selvaggio in cui si poteva dire e fare qualunque cose, senza il rischio di offendere nessuno... Bene, se la pensate così, allora The Gentlemen di Guy Ritchie è il film che fa per voi. Se invece ritenete che, riflettendoci meglio, forse gli anni '90 non erano mica così "ganzi" come volevano farci credere, e magari certe battute erano [...] Vai alla recensione »
Matthew McConaughey è Mickey Pearson, diminutivo di Michael, americano trapiantato a Londra, un uomo sì fattosi da solo ma sporcandosi le mani - ha dato vita a un impero della droga, diventando il 're della marijuana'. Il suo giro clandestino coinvolge nobili inglesi grazie al suo padroneggiare su un prodotto di alta qualità; giunto al successo, però, decide di mollare e vendere una parte del suo impero [...] Vai alla recensione »
Nella seconda metà degli anni novanta Guy Ritchie fu salutato come il Tarantino britannico. I suoi primi successi (Lock & Stock e Snatch) erano ambientati nel mondo della criminalità e si distinguevano per dialoghi affilati e sceneggiature movimentate. Poi, con qualche eccezione, Ritchie ha preferito languire nei territori dei remake e dei sequel, infilando accenti londinesi e pugilato a mani nude [...] Vai alla recensione »
Michael Pearson entra nel più tipico pub inglese con tavoli e bancone in legno scuro. Oltre il finestrone sullo sfondo il cielo è grigio e un autobus rosso a due piani attraversa la strada. Non ci sorge alcun dubbio sul luogo in cui ci troviamo. "Boss!" viene chiamato con reverenza dall'uomo dietro al bancone. Tutte le coordinate spaziali e temporali ci vengono presentate già al primo minuto di pellicola, [...] Vai alla recensione »
«Voglio che immagini un personaggio. Un personaggio drammatico, come quelli dei libri, del teatro o dei film. Ma non digitale, non su una penna USB. Analogico, nato da un processo chimico, un po' sgranato. Vecchia scuola, 35 millimetri. (...) Non è Tv, Raymond. È formato cinematografico: vecchia scuola. (...) Voglio che ti unisca a me in questo viaggio cinematografico.
C'è un dettaglio che, più della trama sornionamente attorcigliata, più degli sgangherati piani da gangster, più dell'ambientazione londinese, dice tanto della visione di Guy Ritchie del cinema: è il superbo barbecue del protagonista, Raymond/Charlie Hunnam, dove buona parte del film si svolge. Un barbecue progettato da Ritchie in persona, emblema dello stile ricercato e posh dei protagonisti, e palesemente [...] Vai alla recensione »
La droga non è faccenda da gentiluomini e nemmeno ciò che le gravita intorno lo è. Quindi il titolo è provocatorio come il tono che scuote The gentleman di Guy Ritchie, un progetto nato a Cannes nel 2018 e in Italia approdato su Prime video ma inizialmente destinato alle sale. La storia è raccontata da una prospettiva voyeuristica, l'osservatore di turno è Fletcher (Hugh Grant, un cattivo da commedia [...] Vai alla recensione »
I gangster previdenti, desiderosi di trascorrere più tempo con la consorte, programmano la pensione e il passaggio di consegne. Matthew McConaughey, americano di origini non eccelse rimpannucciato con panciotti e tweed, rifornisce Londra di marijuana grazie a un ingegnoso sistema di coltivazione. Con la complicità dei nobili decaduti che non hanno soldi per rifare il tetto della loro "Downton Abbey" [...] Vai alla recensione »
Mickey vuol cedere il suo traffico di droga, ma qualcuno cerca di tirare il prezzo, tra omicidi, vendette, inganni e un investigatore che conosce i suoi segreti. E' il marchio di fabbrica di Guy Ritchie, quello di narrare, a modo suo, le «imprese» di criminali sopra le righe, che sanno essere violenti, ma anche ironici. Qui, il campionario è ben rappresentato tra trafficanti inglesi e cinesi, gangster [...] Vai alla recensione »
Nonostante faccia di tutto per apparire smart, aggiornato e brillante, flamboyant e irriverente, c'è qualcosa di vecchio, stantio e ripetitivo nel film di Guy Ritchie, qualcosa che somiglia alla boria adolescenziale saputella e sbruffona dei suoi personaggi, come se si trattasse di un ragazzino mai cresciuto, o male invecchiato, che voglia fare mostra della sua brillante sfrontatezza riproducendo un [...] Vai alla recensione »