Sorretto dall'ottima prova dei due protagonisti, un film evocativo che sa toccare le corde della nostalgia. Drammatico, Slovenia, Italia2020. Durata 85 Minuti.
Una storia d'amore romantica e delicata tra Bruno, anziano e affetto da Alzheimer e Duša, ospite della
stessa casa di riposo. Espandi ▽
Le giornate di Bruno, un uomo anziano malato di Alzheimer che vive in una casa di riposo, si somigliano. Ogni tanto riesce a uscire dalla struttura perché vuole tornare a casa dalla moglie, che in realtà è morta tre anni prima, e dal suo vecchio cane che non c'è più da tempo. Riceve ogni tanto le visite della figlia e partecipa senza troppa voglia alle attività ricreative del gruppo, come quella di ritagliare foto. Un giorno vede dalla finestra Duša, anche lei ospite dell'istituto affetta da Alzheimer, mentre si sta facendo bagnare dagli irrigatori che innaffiano il giardino. Si incontrano a colazione, trascorrono del tempo insieme, flirtano come se si conoscessero per la prima volta oppure si ignorano del tutto. La presenza della donna riesce momentaneamente a frenare il desiderio di fuga di Bruno e a renderlo meno cupo. Ma poi, ogni volta che si sente solo, ripensa continuamente al suo passato.
Mandic sa toccare le corde della nostalgia del passato soprattutto attraverso il brano "Non ho l'età" (il collegamento con il titolo del film), che accomuna i due protagonisti.
Sanremo è un film evocativo che non esibisce la malattia ma ne mostra soltanto i segnali intermittenti e dove i rumori ricorrenti (il vento, le onde del mare, il temporale) diventano una silenziosa colonna sonora. Forse la distanza voluta dai due personaggi porta talvolta il film a rifugiarsi nella ricerca della 'bella immagine' ai limiti dell'autocompiacimento. Recensione ❯
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Un mélo accademico che flirta col thriller ma non riesce ad accendere la passione. Drammatico, Francia2020. Durata 102 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Tra Lisa e il suo ex si riaccende una passione tanto irruenta quanto pericolosa. Espandi ▽
Lisa e Simon si amano a Parigi. Lei è allieva di una scuola alberghiera, lui pusher dei 'piani alti'. Una serata finita male a casa di un cliente facoltoso, costringe Simon a lasciare precipitosamente la Francia e ad abbandonare Lisa in un Café. Tre anni dopo Lisa ha sposato Lèo e vuole adottare un bambino. Lèo è ricco e può darle tutto. O quasi. A mancarle è la passione che ritrova ritrovando Simon. Il destino li ha riuniti e adesso nessuno potrà più separarli. Tranne, forse, un marito geloso. Recensione ❯
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Giovanni e Michele sono alla ricerca del terzo coinquilino per il proprio appartamento da studenti. Tra esami rimandati, discussioni ambiziose incurabili malinconie e troppi caffé, i protagonisti incedono verso un futuro incerto, Espandi ▽
Giovanni è uno studente di medicina che rimanda spesso gli esami da dare e preferisce occuparsi della messa in scena amatoriale del proprio spettacolo teatrale "Lavanderia da Sigmund" dove sono protagonisti i più importanti filosofi della storia. Ride poco, è spesso malinconico e si è da poco lasciato con la sua ragazza. Convive con Michele, che sta sempre con una ragazza diversa ed è alla ricerca di un terzo inquilino. Un giorno si presenta al loro appartamento Asia, una studentessa che si sta per laureare in economia che riesce ad entrare gradualmente in confidenza con Michele.
Quel che conta è il pensiero è un omaggio insistito a Nanni Moretti ma venuto male. Non c'è l'alba di Ecce bombo ma sono riprodotte le giornate che si consumano stancamente, i volti spenti e i tentativi di un'autoironia che cercano la carica di Io sono un autarchico ma poi mancano il bersaglio. In una scena Giovanni dice a una studentessa: "Ti prego, non piangere" proprio come Don Giulio alla madre in La messa è finita.
Poi, nel momento in cui il protagonista getta una radio nel cestino, c'è un'imitazione così forzata di Michele Apicella che rischia il plagio. A Zambianchi non manca la ricerca di uno sguardo personale e critico sulla realtà generazionale che lo circonda. Il suo film però non ha mai avuto la forza di camminare con le gambe sue. Recensione ❯
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un film di banlieue che è uno straordinario viaggio attraverso le conseguenze della Storia. Drammatico, Francia2020. Durata 95 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un ragazzo cerca di salvare il complesso residenziale dove vive dalla demolizione. Espandi ▽
Bell'esordio dei registi Fanny Liatard e Jérémy Trouilh, Gagarine è la straordinaria rappresentazione di un viaggio attraverso le conseguenze della Storia, ma è anche lo sfondo cinematograficamente ricco alle peripezie di Youri, adolescente timido però capace di sfidare gli ispettori del comune lampadina dopo lampadina, con l'obiettivo di ritardare la cancellazione del suo mondo. Girato in toni freddo-cemento che i registi iniettano di rossi accesi - rispecchiando gli interventi con cui Youri cerca di rivitalizzare i muri che lo circondano - Gagarine sa andare oltre la semplicità narrativa di un esordio promettente per innalzare un edificio al centro dell'universo, esponendo i retaggi umani e architettonici di cui non sappiamo cosa fare, e documentando con nostalgia e speranza come di essi ci si possa spogliare. Recensione ❯
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Attraverso un incredibile video-diario di guerra il regista Fariborz Kamkari racconta il "segreto" dell'identità curda. Espandi ▽
La giornalista Berfin Kar con il fotografo Baran Yasak testimoniano con immagini e parole l'assedio da parte delle forze armate e paramilitari turche della città di Cizre nel sud della Turchia. Cizre rappresentava un modello di gestione definito "confederalismo democratico" (nato dalle lotte del popolo curdo) che il governo di Recep Tayyip Erdogan non poteva tollerare. Dopo un ultimatum al consiglio comunale affinché si sciogliesse si è proceduto all'assedio che ha devastato la città.
Il materiale girato da due coraggiosi free lance finiti quasi per caso nella tragedia vissuta dalla città curda nel 2015/16 diviene occasione di riflessione sulla tenacia di un popolo che non vuole farsi sottomettere.
Grazie a un mix di materiale girato sul campo e a una grafica che focalizza alcuni momenti della storia del popolo curdo riesce ad informare anche chi non è a conoscenza di quello che si può definire un genocidio pianificato con determinazione del quale però il governo turco si vergogna. Recensione ❯
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Un misto di opera e animazione per raccontare lo scorso secolo russo. Espandi ▽
Animazione e opera si uniscono per raccontare il ventesimo secolo russo. Su un aereo, i classici del cinema sovietico si snodano sui monitor, mentre due signori discutono della novella proto-surrealista di Gogol del 1836 e di cosa significhi essere civilizzati oggi. Recensione ❯
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Buon dramma israeliano che va dritto al cuore di una storia essenziale e straziante. Drammatico, Israele, Italia2020. Durata 94 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un road movie israeliano firmato dal creatore di In Treatment, Nir Bergman. Espandi ▽
Uri è un ragazzo israeliano affetto da autismo. Vive con il padre Aharon, che si prende cura di lui e di ogni suo bisogno con dedizione totale, al punto da aver messo da parte la carriera per stare a fianco del figlio. La madre di Uri, Tamara, vive lontano e non ha lo stesso rapporto con il ragazzo, ma insiste perché Uri si trasferisca in un istituto specializzato per farlo stare a contatto con persone della sua età. Padre e figlio però hanno una relazione troppo stretta, e Aharon fa di tutto per impedire che Uri gli venga portato via.
Pur senza brillare dal punto di vista dell'inventiva e del rigore formale, tra le mani di Bergman il materiale viene trattato con delicatezza e con la capacità di mettere da parte tutto ciò che non è necessario, andando dritto al cuore di una storia essenziale e straziante.
Il rapporto tra Uri e Aharon è denso e sempre tangibile, con particolare attenzione ai gesti quotidiani: lo dimostrano le scene che ritraggono i due in bicicletta, o nudi davanti allo specchio mentre si radono cantando "Gloria" di Umberto Tozzi. Recensione ❯
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Quattro storie di scioccante violenza: un esordio maturo dallo stile rigoroso. Drammatico, Ucraina2020. Durata 100 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Quattro storie che si intrecciano a Donbass durante la guerra. Espandi ▽
Quattro storie ambientate nel Donbass, terra martoriata da anni dal conflitto tra l'esercito ucraino e le forze separatiste filorusse: a un posto di blocco, un uomo ubriaco che ha dimenticato i documenti, preside della locale scuola, crede di scorgere una delle sue studentesse tenuta prigioniera; alla fermata di un autobus, una ragazzina orfana litiga con le amiche e poi parla con la nonna, mentre in lontananza si sentono le bombe deflagrare; una ragazza ucraina viene violentata da un soldato filorusso, ma si vendica nel modo più crudele; una signora di città, colpevole di aver investito la gallina di una coppia di contadini, è vittima delle ritorsioni dei due campagnoli.
Da un pièce teatrale andata in scena a Londra, la drammaturga e regista esordiente Natalya Vorozhbit ha tratto un film a episodi che comunicano l'uno con l'altro e costruiscono l'immagine di un paese diviso tra la realtà del conflitto e una normalità ormai irrecuperabile.
La guerra, in Bad Roads, è il convitato di pietra, il fuoricampo, l'elefante nella stanza troppo grosso per essere visto nella sua interezza. La maturità di Natalya Vorozhbit, che anche nello stile oggettivo e rigoroso non mostra le classiche incertezze di un esordio, sta proprio nel mettere a tema la gravità di una situazione che in realtà nessuno riesce a comprendere. E ora che l'elefante ha distrutto la stanza uscendo allo scoperto, potrebbe essere troppo tardi per misurarne le reali dimensioni. Recensione ❯
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Un trattato sui rapporti fra uomini e donne che si attraggono ma che continuano a non capirsi. Drammatico, Germania, Ungheria, Italia2020. Durata 169 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un capitano di mare fa una scommessa in un caffè con un amico che sposerà la prima donna che entra. Espandi ▽
Storia di mia moglie è un film smaccatamente sentimentale, ma è anche un trattato sui rapporti fra uomini e donne che si attraggono irresistibilmente ma continuano a non capirsi, nonché sulla tendenza di certe persone a rifiutare l'aspetto fragile e volubile dell’esistenza. La messinscena è sontuosa, magnificamente fotografata da Marcell Rév e abbigliata dai bellissimi costumi di Andrea Flesch, e i due protagonisti, l'attore olandese Gijs Naber e soprattutto l'attrice francese Léa Seydoux, sono fisicamente ed emotivamente perfetti nei ruoli di Jakob e Lizzy. Il paragone inevitabile è con Eyes Wide Shut di Stanley Kubrick e soprattutto con il "Doppio Sogno" di Arthur Schnitzler, il romanzo breve del 1925 cui era ispirato. La regia di Enyedi è fluida come il mare che il capitano attraversa, come l'acqua sotto i ponti di Parigi e di Amburgo e come il nostro destino inconoscibile. A porte chiuse però tutto si raggela, diventa immobile e claustrofobico, la compostezza formale prende il sopravvento interrotta solo dal movimento sensuale del corpo di Lizzy, che si sottrae alle costrizioni intorno a lei. Recensione ❯
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Un viaggio in India che è anche un percorso interiore su quanto il vissuto passato influisca sul presente. Documentario, Italia2020. Durata 60 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un viaggio fantasioso e inconsueto alla ricerca di un'antica leggenda indiana, che parte dalla Sardegna e arriva fino alle pendici dell'Himalaya. Espandi ▽
Stefano Deffenu nel 2011 fece un viaggio in India con l’obiettivo di cambiare se stesso avendo cambiato mondo. Fece tantissime riprese video che gli vennero rubate da un bambino. Tre anni dopo se le vide recapitare in un pacco privo di mittente. Trascorsi altri tre anni il regista ha trovato la forza per vedere quelle immagini e suddividere la narrazione in capitoli con un prologo ed un epilogo. Alla base del viaggio con un amico c’era la ricerca dei misteriosi Ananda, dei bambini che avevano sovvertito le regole imposte dagli adulti ribellandovisi e creando una comunità. Ananda è un percorso nell’India contemporanea che, alla disordinata curiosità del turista quasi per caso, aggiunge una ricerca interiore sul proprio vissuto di fratello gemello. Recensione ❯
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Un accorato e potente documentario su Vincenzo Agostino, monumento vivente al dolore di Palermo. Documentario, Italia2020. Durata 65 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Vincenzo Agostino da ormai trentuno anni si batte con forza e determinazione nella richiesta di verità e giustizia sull'uccisione da parte della mafia del proprio figlio e della nuora. Espandi ▽
Io so chi siete: il documentario del regista Alessandro Colizzi e della sceneggiatrice Silvia Cossu, prende il titolo dalle parole che Ida Castelluccio, prima di morire per via di una pallottola nel cuore, urla agli assassini del marito. Da quel momento l'omicidio Agostino rimane avvolto per troppi anni nel mistero e nel silenzio, e da pochi anni è stato ripreso e ridiscusso in processo. a a muoversi nell'immobilità e a urlare a gran voce la necessità di un cambiamento, in Sicilia ci sono da anni i parenti delle innumerevoli vittime di omicidi a stampo mafioso; figli, genitori e nipoti di persone che si sono battute nel silenzio contro Cosa Nostra. Uno di questi è Vincenzo Agostino, vero e proprio “monumento vivente al dolore di Palermo” come viene definito nel documentario. Io so chi siete è un documentario privo di particolari picchi registici o pretese estetiche, è potente l'impatto. Perché il punto centrale è davvero l'urgenza del messaggio e della storia raccontata che, molto più che sulle immagini o sulle interviste riportate, passa attraverso il corpo e gli occhi di Vincenzo Agostino. Recensione ❯
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Per far fronte al trauma quotidiano di vivere in una zona di guerra, Anna e i suoi quattro figli girano un film sulla loro vita in questo ambiente surreale. Espandi ▽
Anna, madre single, insieme ai suoi quattro figli, vive al confine della zona di guerra di Donbas, in Ucraina. Nonostante il mondo esteriore sia pieno di bombardamenti e di caos, la famiglia riesce a mantenere la propria casa un rifugio sicuro, pieno di gioia e di vitalità. Ciascun membro della famiglia ha una passione per il cinema, passione che li spingerà a riprendere alcune scene della propria vita quotidiana durante il periodo di guerra. Per Anna e i suoi bambini, la conversione del trauma in arte è il modo migliore per rimanere umani. Recensione ❯
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Un film che parla al cuore e alla mente di chi ha voglia di interrogarsi sulla pena di morte. Drammatico, Germania, Repubblica ceca, Iran2020. Durata 150 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Quattro storie per riflettere sulla possibilità di esprimere la libertà individuale in un regime dispotico. Espandi ▽
Heshmat è un buon padre e un buon marito attento ai bisogni della famiglia. Ogni mattino si alza presto per andare al lavoro. Quale lavoro? Pouya non se la sente di essere colui che legalmente dovrà sopprimere una vita umana. Cosa dovrà fare per evitare questo compito? Javad non sa che insieme alla sua ufficiale dichiarazione d'amore in occasione del compleanno della fidanzata dovrà confrontarsi con un evento che l'ha scossa profondamente. Bahram è un medico che esercita in una località sperduta e che ha deciso di incontrare per la prima volta la nipote, che vive in Germania, per rivelarle un segreto. Recensione ❯
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Un viaggio nella memoria famigliare della regista ma anche nella Storia della Rivoluzione iraniana. Documentario, Norvegia, Iran, Svizzera2020. Durata 80 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Una storia d'amore, due modi di intendere la vita e la fede, una figlia divisa tra un padre laico e una madre religiosa praticante negli anni che hanno cambiato la storia dell'Iran. Espandi ▽
Hossein, iraniano occidentalizzato, sposa Tayl, una donna del suo Paese che non ha mai lasciato la famiglia di origine. Insieme si trasferiranno in Svizzera, conducendo una vita lontana anni luce da quella che avrebbero vissuto in Iran, anche se il rapporto fra marito e moglie mostra qualche segno di disparità anche in terra straniera. Quando la coppia tornerà a Teheran le tradizioni avranno tuttavia il sopravvento e le difficoltà per Tayl aumenteranno: la sua casa diventerà una prigione dorata per sottrarsi alla quale, e per recuperare la propria identità e indipendenza, la donna si unirà ai movimenti fondamentalisti che hanno preso piede nel suo ritrovato Paese. Radiograph of a family ricrea le difficoltà di una donna mediorientale calata in due culture diverse ma in qualche misura discriminatorie nei confronti del genere femminile, e soprattutto apre uno squarcio su una realtà poco conosciuta in occidente: la militarizzazione delle donne nell'esercito della Rivoluzione iraniana del 1979. La regista contestualizza i documenti personali lasciati dai suoi genitori con filmati d'archivio e Radiograph of a family compie un viaggio nella memoria famigliare ma anche nella Storia, ricostruendo quelle dinamiche esplosive che ancora oggi sfociano in violenza e ribellione, sia all'interno del nucleo domestico che sui campi di battaglia. Recensione ❯
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La storia di un uomo che si è introdotto alla National Gallery di Londra per rubare un pregiato quadro di Goya. Espandi ▽
Nel 1961, Kempton Bunton, un tassista di 60 anni, rubò dalla National Gallery di Londra il Ritratto del duca di Wellington di Francisco Goya. Kempton chiese un inconsueto riscatto: avrebbe restituito il dipinto solo se il governo si fosse impegnato di più a sostegno degli anziani, per i quali si era già battuto in precedenza.Solo 50 anni dopo si è scoperto che Kempton aveva intessuto una rete di bugie. L'unica verità era che era un brav'uomo determinato a cambiare il mondo e a salvare il suo matrimonio. Il racconto di come "il Duca" lo abbia aiutato in questo è una storia meravigliosamente ispiratrice. Recensione ❯
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