Anno | 2022 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Italia |
Durata | 65 minuti |
Regia di | Alessandro Colizzi |
Uscita | lunedì 21 marzo 2022 |
Distribuzione | Mescalito Film |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,88 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 24 maggio 2024
Vincenzo Agostino da ormai trentuno anni si batte con forza e determinazione nella richiesta di verità e giustizia sull'uccisione da parte della mafia del proprio figlio e della nuora. In Italia al Box Office Io lo so chi siete ha incassato 15,3 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Il 5 agosto del 1989, il poliziotto Nino Agostino viene brutalmente ucciso a Villagrazia di Carini, sul Lungomare Colombo di Palermo, insieme alla moglie Ida Castelluccio, incinta di due mesi. I due si trovavano a casa dei genitori di Nino, Vincenzo e Augusta, per festeggiare i diciotto anni della sorella Flora. È da trentatre anni ormai che Vincenzo Agostino, insieme alla moglie Augusta Schiera (morta tre anni fa), si batte con forza e determinazione nella richiesta di verità e giustizia sull'uccisione del figlio e della nuora. Alessandro Colizzi e Silvia Cossu seguono così nel loro documentario Io so chi siete, Vincenzo Agostino, che dal 1989 non si taglia la barba, come forma di protesta contro l'occultamento della verità.
Io so chi siete segue Vincenzo Agostino in giro per le strade palermitane, facendo passare attraverso l'immagine del suo corpo-monumento, l'urgenza della sua battaglia.
Io so chi siete: il documentario del regista Alessandro Colizzi e della sceneggiatrice Silvia Cossu, prende il titolo dalle parole che Ida Castelluccio, prima di morire per via di una pallottola nel cuore, urla agli assassini del marito. Da quel momento l'omicidio Agostino rimane avvolto per troppi anni nel mistero e nel silenzio, e da pochi anni è stato ripreso e ridiscusso in processo. D'altronde, come racconta il giornalista Attilio Bolzoni intervistato a più riprese nel film, l'omicidio Agostino viene subito spacciato come un "omicidio di femmine", una storia d'amore e di sangue. Insomma si segue una pista passionale, giusto il tempo di distogliere l'attenzione, di modo che alcuni "ignoti uomini dello Stato" possano entrare in casa Agostino e far sparire documenti e appunti sulle indagini che il giovane poliziotto stava conducendo.
Nino Agostino infatti di giorno era un poliziotto e la sera un cacciatore di latitanti, e in quel periodo stava indagando sul fallito attentato dell'Addaura del 21 giugno 1989, quando sulla spiaggia sulla quale sorgeva la villa di Giovanni Falcone, alcuni agenti di scorta trovarono un borsone contenente cinquantotto candelotti di tritolo. Fu proprio partendo dall'Addaura che il magistrato palermitano, come è noto, parlò del possibile coinvolgimento di persone esterne a Cosa Nostra.
Connessioni con i killer d'eversione nera su cui si è indagato per anni, connessioni che, come viene detto nel documentario di Colizzi e Cossu, hanno avuto il ruolo di destabilizzare un paese, di tenerlo bloccato sotto una costante morsa di stress volta a impedirne i cambiamenti e a tenerlo nell'immobilità. Ma a muoversi nell'immobilità e a urlare a gran voce la necessità di un cambiamento, in Sicilia ci sono da anni i parenti delle innumerevoli vittime di omicidi a stampo mafioso; figli, genitori e nipoti di persone che si sono battute nel silenzio contro Cosa Nostra. Uno di questi è Vincenzo Agostino, vero e proprio "monumento vivente al dolore di Palermo" come viene definito nel documentario.
Colizzi segue Vincenzo con la macchina da presa, ovunque. La definizione di monumento gli calza a pennello, già solo per il fatto che gli basta camminare per le strade palermitane per farsi memoria di ciò che è stato, dell'orrore vissuto contro il quale occorre ancora lottare.
D'altronde il documentario, girato nel 2020, si apre con una citazione di Amado: "Noi siamo la memoria che abbiamo e la responsabilità che ci assumiamo". Ma Vincenzo Agostino è monumento anche e soprattutto perché è un uomo che nonostante l'età ci appare immenso, un uomo dalle mani forti e lo sguardo battagliero, anche quando più volte, pensando al figlio, si commuove. Lo vediamo mentre porta avanti la battaglia iniziata con la moglie Augusta, documentata attraverso foto e ritagli di giornale, in cui i due sono ritratti fieri e imponenti nella lotta. Milita accanto a Libera, associazione contro le mafie, va a parlare nelle scuole e cammina per il cimitero, dove va a trovare i propri cari defunti. E anche se Io so chi siete è in fin dei conti un documentario privo di particolari picchi registici o pretese estetiche, è potente l'impatto. Perché il punto centrale è davvero l'urgenza del messaggio e della storia raccontata che, molto più che sulle immagini o sulle interviste riportate, passa attraverso il corpo e gli occhi di Vincenzo Agostino.
Vincenzo Agostino è un'incarnazione della lotta alla mafia: da quando il 5 agosto 1989 suo figlio Antonino, poliziotto di Palermo, e sua nuora Ida furono uccisi di fronte alla sua abitazione, non taglia barba e capelli per conoscere la verità. La sua figura scapigliata e omerica è un'accusa al fallimento della giustizia, incapace di trovare i responsabili dell'omicidio e svelare gli intrighi fra la [...] Vai alla recensione »
La guerra alla mafia ha rappresentato e rappresenta ancora oggi una delle pagine più importanti e anche dolorose della storia italiana. In questo turbine di sangue e violenza è stato coinvolto Antonino Agostino, detto Nino, poliziotto della Questura di Palermo, ucciso insieme alla moglie incinta da colpi d'arma da fuoco il 5 agosto 1989. Una morte che per oltre trent'anni ha tormentato il padre Vincenzo, [...] Vai alla recensione »
Il 5 agosto 1989 Nino e la giovane moglie Ida vengono uccisi a Villagrazia di Carini, in Sicilia, di fronte la casa dei genitori dell'uomo. Lui è un poliziotto, lei sta aspettando un bambino. Sposati da poco e di ritorno dal viaggio di nozze, si trovano a condividere la fine delle loro vite sulla strada di fronte al mare. Nino viene colpito da più colpi nel tentativo di proteggere sua moglie, mentre [...] Vai alla recensione »
Vincitore del premio del pubblico nella sezione documentari della 2a edizione del Mescalito Biopic Fest, lo lo so chi siete di Alessandro Colizzi e Silvia Cossu riporta sullo schermo uno spaccato oscuro eppure colmo di speranza della nostra storia: sono gli anni della lotta alla mafia e delle stragi, quelli di Falcone e Borsellino. Il 5 agosto 1989, tre anni prima delle stragi di Capaci e di via d'Amelio, [...] Vai alla recensione »