Titolo internazionale | No Country for Young Men |
Anno | 2017 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 105 minuti |
Regia di | Giovanni Veronesi |
Attori | Filippo Scicchitano, Giovanni Anzaldo, Sara Serraiocco, Sergio Rubini, Nino Frassica Luis Rielo, Claudio Corinaldesi, Linda Messerklinger, Barbara Clara, Ernesto Fioretti, Isabel Cutrim, Maria Teresa Pina Cabrera, Clarita Gatto, Bernardo Otero Alvarez, Felix Beaton, Valentino Campitelli, Evelyn Milian Chirino, Alessio D'Amico, Lisandra Delgado, Cecilia Delle Fratte, Osmin Lima Espinosa, Yessica Borroto Perryman, José Salas, Vito Scrimieri, David Sef, Lucio Veronesi, Giulio Volpe, Kelvis Zurita. |
Uscita | giovedì 23 marzo 2017 |
Distribuzione | 01 Distribution |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,36 su 7 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 23 gennaio 2020
Sandro e Luciano si mettono in viaggio. Destinazione Cuba. Sull'isola troveranno una ragazza che metterà completamente a soqquadro la loro vita. Il film ha ottenuto 3 candidature ai Nastri d'Argento, In Italia al Box Office Non è un paese per giovani ha incassato 898 mila euro .
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CONSIGLIATO NÌ
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Sandro e Luciano fanno i camerieri in un ristorante ma coltivano sogni più grandi: Sandro, figlio di un edicolante pugliese che si improvvisa fruttivendolo abusivo, vorrebbe diventare uno scrittore, mentre Luciano, figlio di un giornalista, vorrebbe vedere i suoi orizzonti allargarsi, anche se non sa bene in quale direzione. È Luciano a trovare l'occasione giusta per entrambi: la possibilità di aprire il mitico chiringuito sulla spiaggia a Cuba, dove il mare è trasparente e la connessione Internet è centellinata dallo Stato. A Cuba i due amici troveranno ad aspettarli Nora, un'espatriata italiana stramba ma a suo modo autentica e profonda.
L'idea di Non è un paese per giovani è nata dall'esperienza di Veronesi a Radio 2 con la trasmissione omonima (condotta insieme a Massimo Cervelli) che lo mette in contatto con i ragazzi espatriati per trovare quel lavoro che in Italia, almeno per loro, non c'è più.
Il problema paradossalmente è proprio la ricchezza delle testimonianze che Veronesi ha raccolto (alcune delle quali vengono riportate in video all'inizio e alla fine del film) e che il regista e sceneggiatore (insieme a Ilaria Macchia e Andrea Paolo Massara) cerca di convogliare tutte in un unico film. Ci sono almeno quattro trame all'interno di Non è un paese per giovani, ognuna delle quali avrebbe meritato un film a sé: la storia di Sandro, quella di Luciano, quella di Nora e anche quella di Euro60, un emigrato siciliano interpretato da Nino Frassica con la consueta capacità di rubare la scena a tutti gli altri.
Non è un paese per giovani ricorda da vicino L'estate addosso di Gabriele Muccino sia per la libertà creativa che l'excursus cubano ha regalato ad entrambi i registi, sia per una sorta di cannibalismo involontario nei confronti dei soggetti che entrambi i film raccontano: le storie dei ventenni di oggi andrebbero raccontare dai loro coetanei con una videocamera in mano, e invece sono due registi cinquantenni ad averne la possibilità e il privilegio, in qualche modo succhiando la linfa vitale dai loro giovani protagonisti per trasformarla nel proprio rinnovamento espressivo. È un vampirismo di cui né Muccino né Veronesi sono consciamente colpevoli, e non dubitiamo delle loro buone intenzioni: ma davvero questa Italia non è un Paese per giovani nemmeno a livello di industria cinematografica.
Rientrando nel merito di Non è un paese per giovani, la sua forza è la freschezza delle immagini e delle interpretazioni di Sara Serraiocco, ormai pronta per la serie A, e Filippo Scicchitano, mentre Giovanni Anzaldo sconta un'impostazione eccessivamente teatrale (anche se dal punto di vista della presenza fisica non ha nulla da invidiare agli attori hollywoodiani). La sottotrama dedicata al suo Luciano sembra mutuata da Il cacciatore, ma il lavoro di Christopher Walken in quel film (che infatti gli valse un meritatissimo Oscar) era tutto in levare e scansava ogni eccesso melodrammatico. È un peccato soprattutto perché l'intuizione più azzeccata di Non è un paese per giovani è che la rabbia dei ventenni di oggi, umiliati nella dignità e persino nella virilità, può far loro riscoprire una ferocia animale, contemporaneamente vitale e mortifera. Un messaggio pop di una certa risonanza fra i giovani, visto che anche Francesco Gabbani in Occidentali's Karma canta: "Quando la vita si distrae cadono gli uomini e la scimmia si rialza".
L'altra freccia all'arco di Veronesi è una certa fluidità narrativa sbullonata e picaresca alla Marrakech Express o alla Puerto Escondido, già rilevata come nota positiva nel suo Che ne sarà di noi. Ma la proliferazione delle linee narrative e dei riferimenti ad altro cinema (oltre a Il cacciatore c'è ad esempio Fight Club, sempre nella sottotrama dedicata a Luciano) invece di riprodurre la bella polifonia della trasmissione radiofonica generano qui una sorta di caos disarmonico.
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ULTIMA VERSIONE Non è un paese per giovani è un film mediocre che racconta in modo superficiale e stereotipato i giovani italiani e il delicato tema della loro fuga all'estero in cerca di un lavoro. I due protagonisti non possiedono nessuna delle qualità che contraddistinguono tanti ragazzi di oggi; non c'è traccia in essi di quel coraggio, vitalità [...] Vai alla recensione »
Mi sono fatto influenzare dalla grande simpatia ed oserei dire empatia che Giovanni Veronesi trasmette via etere e che ha dato spunto per realizzare questa pellicola. Purtroppo però la storia fa fatica a procedere, imperniata sul tema attualissimo e sentito della mancanza di lavoro per i giovani (ma anche per tanti maturi e attempati a prescindere.
Non è un paese per giovani è un film mediocre che racconta in modo superficiale e stereotipato i giovani italiani e il tema della loro fuga all'estero in cerca di un lavoro. I due protagonisti non possiedono nessuna delle qualità che contraddistinguono tanti ragazzi di oggi; non c'è traccia in essi di quel coraggio e determinazione che caratterizzano coloro che decidono di emigrare in cerca di un futuro. [...] Vai alla recensione »
Il film di Veronesi parte dallo spunto delle testimonianze dei ragazzi italiani, che, non vedendo un futuro che li gratifichi nel loro paese, sono felici e realizzati in varie parti del mondo. Questo è solamente il punto di partenza per la storia dei due protagonisti Sandro e Luciano. Al regista interessa in particolare raccontare i due personaggi, alle prese con un futuro incerto, una vita [...] Vai alla recensione »
Argomento di attualità, tema accattivante, attori in parte: tutto sembrava far presagire un film piacevole e divertente. ma il tutto non funziona. non si sviluppa la chimica giusta e rimane un' opera piuttosto fredda, con una seconda parte sicuramente migliore, ma che non porta mai ad un assoluto coinvolgimento. Peccato! un' occasione sprecata per il cinema italiano.
Cuba è un paese serio con una storia pesante e sofferta . E' anche un Paese "napoletano " ove i problemi (grossi ) vengono coperti dal sorriso cui si ricorre per dignità appresa . Il film ne da una caricatura fra l'altro densa di falsità ( non si vende ne si consuma droga, quanto meno pesante; chi [...] Vai alla recensione »
Una delle tracce più frequenti nei temi scolastici, la fuga di cervelli, finalmente è affrontata da un pusto di vista un pò più originale, ma soprattutto realista, dato che i giovani per finire gli studi e inseguire i propri sogni si recano fuori patria accompagnati dalla speranza, che a volte si trasforma in illusione altre nel conseguimento degli obiettivi. [...] Vai alla recensione »
Il titolo dell'ultimo film di Giovanni Veronesi, "Non è un Paese per Giovani", esplicitamente denuncia la difficile situazione dal punto di vista professionale che si trova in Italia in questi ultimi tempi: e, cioè, la mancanza di lavoro o la difficoltà a trovarne uno stabile e consono al proprio iter scolastico.
A me il film è piaciuto. Le mie aspettative erano molto alte poichè ho imparato ad apprezzare il regista soprattutto ascoltandolo alla radio e, poichè gli riconosco una sensibilità non comune, immaginavo che avrebbe trattato il tema con tutte le sue doti di delicatezza e lucidità. E così è stato,almeno per me.
Il film per sè potrebbe anche passare, clichet stra-abusato dei giovani in fuga, ma va bene diciamo che può andare...... L'ambientazione è a metà tra il fantastico e il fantasioso... La Cuba che si vede nel film assomiglia più ad un paese del sud est asiatico che alla pacifica isola caraibica... Combattimenti clandestini (mai visti a Cuba), musica techno in discoteca [...] Vai alla recensione »
Un valido argomento dal quale trarne fuori una storia interessante diventa invece una commedia piatta ed insensata che si perde nella nullità di uno sceneggiatura scarna, in un Cuba superficiale e aggressiva. La storia non decolla, arranca già dall'incipit, e non porta spunti di riflessione su di un tema (Ragazzi Italiani all'estero per lavoro) così delicato ed importante. [...] Vai alla recensione »
Un film che finge di parlare di tutto ("Fuga di Cervelli", Cuba, Amore, Amicizia, etc, etc. etc.) e che in realtà non racconta nulla. Una storia superficiale con personaggi delineati appena. Una pellicola pensata esclusivamente per fare cassa grazie all'ambietazione caraibica. Non fa ridere, non fa piangere, non fa riflettere e non fa neanche venir voglia di fare un salto a l'Havana [...] Vai alla recensione »
Non e' un fatto male. Il cinema italiano non ha questo problema. Scenografie,fotografia,cast tutto fila ma e' il messaggio veicolato che e' carente. Si salva solo la serraiocco .
Tema ricorrente del coming of age, il viaggio in auto, senza una meta precisa, si sposa da sempre alla perfezione con il cinema americano e con la sua capacità di condurre lo spettatore in spazi aperti e highways apparentemente infinite. Viaggio come rito di iniziazione quindi: alla vita, alla gioia e al dolore; o come ricerca di una persona speciale. Per finire poi, quasi sempre, a scoprire se stessi, come non sarebbe stato possibile senza aver percorso chilometri. È a questo mito a stelle e strisce che guarda anche Giovanni Veronesi in Non è un paese per giovani, mescolando abilmente l'iconografia del road movie con la sempre più difficile situazione dei ragazzi italiani, troppo presto privati di autentiche prospettive per il futuro. La meta scelta da Sandro e Luciano, Cuba, è quanto mai originale, quasi una doppia sovversione di pregiudizi. Da un lato quello che associa i viaggi di italiani a Cuba al turismo sessuale e, dall'altro, quello che vede nei Paesi economicamente dominanti le uniche destinazioni possibili per la "fuga dei cervelli".
Anche il titolo, Non è un paese per giovani, rappresenta una strizzata d'occhio al cinema americano e un ribaltamento di quanto affermato dai fratelli Coen, nella loro amara osservazione del presente di Non è un paese per vecchi, a cui Sandro e Luciano rispondono con entusiasmo e un inconsueto spirito imprenditoriale.
Non è un paese per giovani è anche l'occasione per un excursus in uno dei sottogeneri più ricchi del cinema americano e non solo (in Italia il tema ha sempre attecchito), attraverso sei esempi di viaggi di iniziazione, compiuti da giovani alla ricerca del loro posto nel mondo.
Sandro e Luciano sono due camerieri che decidono di lasciare il posto di lavoro per volare a Cuba, in cerca di fortuna. Tradotto: aprire un ristorante dove ci sia il wi-fi, merce rara. Li aiuterà, a suo modo, Nora, una ragazza dell'Avana; i sogni, però, si scontreranno con la realtà. Il plot (in Italia non c'è futuro per i giovani), si trasforma nella solita avventura, spesso didascalica, di due amici [...] Vai alla recensione »
Cervelli all'estero... Sandro e Luciano mollano il lavoro di camerieri (e un misurato Rubini, genitore) e puntano al chiringuito sul litorale caraibico cubano. Fanno torbida luce nella fotografia patinata di uno sguardo moscio, e a volte ammiccante, sulla generazione dei nipoti, la "lei" tosta e traumatizzata che raggiungono e i combattimenti clandestini nei quali Luciano sfoga frustrazione.
Da qualche tempo Giovanni Veronesi conduce una trasmissione radiofonica quotidiana su Radio2. Titolo Non è un paese per giovani, ribaltamento del titolo coeniano. Lì si racconta dei centomila giovani italiani che ogni anno lasciano il nostro paese. Un esercito in fuga ((in silenzio, senza fare rumore» dice il regista Eppure la faccenda è decisamente dirompente.
È una stagione che ha visto un buon numero di "film medi d'autore" di ispirazione giovanilista, per lo più girati da registi tra i 50 e i 65 anni, con protagonisti tra la maturità e la fine dell'università, romani e piccolo- medio borghesi. Ma, come confermano i due titoli appena usciti, raramente viene davvero fuori qualcosa delle nuove generazioni, nè si scoprono personaggi significativi o qualche [...] Vai alla recensione »
Giovanni Veronesi ha realizzato con Non è un paese per giovani la sua opera più completa, personale e riuscita in capo a trent'anni di esperienza maggioritariamente dedicata alla sceneggiatura per Francesco Nuti (e non Muti come recita il disattento dossier per la stampa), Christian De Sica, Leonardo Pieraccioni, Enrico Oldoini e anche per Carlo Verdone di cui ha scritto C'era un cinese in coma, uno [...] Vai alla recensione »
Sandro (Filippo Scicchitano) e Luciano (Giovanni Anzaldo) partono alla volta di Cuba per aprire un ristorante sulla spiaggia dotato di wi-fi. Incontreranno demoni interiori (Sandro è un aspirante scrittore mentre Luciano è pieno di rancore per la sua famiglia radical chic), paradisi esteriori (spiagge incontaminate, mare cristallino, vecchi cubani idealisti) e una bizzarra connazionale con qualche [...] Vai alla recensione »