Titolo internazionale | Thou Shalt Not Hate |
Anno | 2020 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia, Polonia |
Durata | 96 minuti |
Regia di | Mauro Mancini |
Attori | Alessandro Gassmann, Sara Serraiocco, Luka Zunic, Lorenzo Buonora, Cosimo Fusco Antonio Scarpa, Lorenzo Acquaviva, Gabriele Sangrigoli, Paolo Giovannucci, Maurizio Zacchigna, Lucka Pockaj, Luca Dimulescu, Andrea Dodero, Alexander Faganel, Damjan Gasperini, Mateusz Górski, Paolo Malvisi, Tommaso Piccolo, Pierpaolo Sovran, Luca Notarfrancesco. |
Uscita | giovedì 10 settembre 2020 |
Distribuzione | Notorious Pictures |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,92 su 11 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 29 ottobre 2021
Un uomo non presta soccorso a un ferito di un incidente. La famiglia gli presenterà il conto da pagare. Il film ha ottenuto 4 candidature ai Nastri d'Argento, 3 candidature a David di Donatello, In Italia al Box Office Non odiare ha incassato 404 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Simone Segre è un chirurgo con una ferita aperta. Impossibile per lui ricucire. Da qualche parte nel suo background c'è un dolore che non passa e un padre ingombrante, sopravvissuto alla Shoah. L'omissione di soccorso alla vittima di un pirata della strada con la svastica tatuata sul petto, travolge la sua vita e lo conduce fino a Marica, una giovane donna, figlia della vittima. Per mettere a tacere il senso di colpa assume Marica come collaboratrice domestica e si scontra con suo fratello, giovane camerata che non vuole saperne di ebrei ed emigrati. Ma la vita fa giri imperscrutabili e li sposta dal loro centro.
È una storia vera quella che racconta Mauro Mancini al suo esordio. È il racconto dell'impossibile perdono di un uomo, il cui rifiuto continua a turbarlo.
Appoggiato sulle spalle del suo protagonista, Non odiare sonda i limiti del perdono e affida ad Alessandro Gassmann il suo ruolo più bello e viscerale. L'attore abita il dolore e lo restituisce con una performance rigorosa e implacabile nel rifiutare la grazia. Il percorso, lungo e doloroso, incrocia quello di un fascista in erba che non ha davvero idea di quello che dice e di quello che fa.
Alla maniera di Simon Wiesenthal ("Il Girasole"), di cui per caso o forse per intenzione porta il nome, Simone Segre non cessa di combattere un fascista quando ne vede uno, di 'farsi giustizia' almeno fino al giorno in cui qualcosa si spezza. La crisi annuncia una possibilità, quella di confrontarsi con quell'odio sempre attuale, sempre terribile. È possibile perdonare l'imperdonabile? Il titolo del film sembra indicare la via migliore, una strada percorribile a doppio senso. Ma le cose non sono così semplici, al cinema come nella vita.
L'impossibilità di dimenticare è il fondamento che costituisce il protagonista, cresciuto da un padre che vediamo solo nel prologo. Un prologo che risale il tempo e la memoria dichiarando allo spettatore che non c'è niente altro che la sofferenza a fondare Simone. La riva di un fiume, dove è costretto a scegliere chi salvare e chi annegare, diventa il suo luogo d'origine. Su quello stesso fiume, diversi anni dopo scivola 'navigando' a vista. Sarà il destino, meglio, un 'incidente' del destino a costringerlo a guardarci dentro, a guardare sotto, ad addomesticare il dolore come il cane mordace del padre lasciato come un'eredità feroce.
L'origine ebraica, come il suo passato, finiscono per riprenderlo attraverso lo sguardo atono di un ragazzino fanatico. L'ebraicità del protagonista serve invece al regista una riflessione sulla nuova eruzione di antisemitismo e sul vecchio antisemitismo di estrema destra. Un segno barbaro che è necessario sorvegliare per evitare che abbia un'avvenire politico.
Il regista pesca tra le mille espressioni di razzismo e vandalismo (fisico o virtuale), 'attaccando' un emigrante al lavoro o assediando l'ingresso di una questura, mettendo in scena la perversione più o meno latente che agita oggi le nostre società. Società sovraeccitate che inventano capri espiatori per far dimenticare la responsabilità del proprio fallimento, che sottostimano l'odio, disponibile, accessibile e attivato dalle tecnologie digitali o da politici complottisti.
Mancini al debutto punta in alto e diluisce la rappresentazione dell'odio sociale in un romance che resta per fortuna ai margini. Politicamente corretto, Non odiare lavora sulla 'rottura' e contro la ri-legittimazione della violenza nello spazio pubblico. La buona intenzione non produce però nessun guizzo formale, nessuna rivelazione rilevante sul tema. Generosamente drammatizzata e deformata rispetto ai 'fatti' di partenza, la narrazione resta dentro i codici dello psicodramma ordinario. La decisione di giocare coi grigi, incarnati da Sara Serraiocco, intrappolata tra il 'bianco' e il 'nero'. mare.
NON ODIARE disponibile in DVD o BluRay |
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Non odiare. Presentato alla Settimana della Critica nel corso del Festival di Venezia 2020, la pellicola che segna l'esordio alla regia di Mauro Mancini parla di temi, purtroppo, ancora attuali: l'esistenza a distanza di oltre 75 anni dall'ultima guerra di sentimenti neonazisti, e lo fa, senza dare o evocare giudizi frettolosi e rigorosi, evitando una facile retorica, scegliendo [...] Vai alla recensione »
Un film intenso e attuale, nonostante vari commenti precedenti lo derubrichino a storia surreale e fantasiosa. Un film che bisognerebbe commentare con serenità di giudizio storico e non con la contaminazione delle ideologie. “Non odiare” fa bene comprendere quanto sia facile abbracciare la violenza e cristallizzarsi su posizioni inconciliabili, alimentate dall'odio reciproco. [...] Vai alla recensione »
Una storia vera accaduta in Germania, ha ispirato lo sceneggiatore - regista Mauro Mancini che l'ha trasferita in Italia. Un tema attuale sulla problematica coesistenza di ebrei e neonazisti che vede ogni giorno atteggiamenti di una volta e violenze. Tema delicato che però è stato affrontato nella sua drammaticità, quasi con pudore, senza toni forti, ricorrendo a lunghi [...] Vai alla recensione »
Ha il tocco di classe e la sensibilità giusta Mauro Mancini alla sua prima opera cinematografica. Dosa con garbo e senza profonda retorica, temi assai delicati e profondi come il labile confine tra ciò che è giusto e sbagliato all’interno di tematiche razziali, nascoste sotto una scorza di profondo dolore. Di dolore, Non odiare, presentata al recente Festival del cinema [...] Vai alla recensione »
Gli ebrei italiani sono trentamila su cinquantanove milioni di residenti: in termini statistici è improbabile conoscerne qualcuno nel corso della vita. I naziskin ululanti "da film" con tuta mimetica, stivaloni, saluto fascista (e naturalmente cattivissimi) sono probabilmente ancora meno, ammesso che davvero ve ne siano. In "Non odiare" le due ultra-minoranze s'incontrano [...] Vai alla recensione »
Si avverte fin troppo bene l'esordio di Mancini. I temi cupi di questo film, richiedono una particolare scaltrezza e maturità; purtroppo con "Non odiare" si sprofonda in sequele fatte di lunghi silenzi e peraltro poco credibili. Alle volte si ha come la sensazione di assistere ad uno spettacolo teatrale, distaccandoci dalla realtà.
Sapevo che Alessandro Gassman era un bravo attore, ma in questo film siamo nella sua piena maturità. Bravissimo! La vera sorpresa per me è stata Sara Serraiocco, che vedo per la prima volta. VERAMENTE STRAORDINARIA!!! Spero di vederla ancora in molti film! Il tema del film non è da prendere con le molle, MA CON LE MOLLONE, ma la regia di Mancini è stata perfetta.
Durante un giro in canoa il chirurgo Simone Segre assiste a un incidente fra un'auto e un pirata della strada. Accorso immediatamente per soccorrere un uomo che sta agonizzando Simone s’accorge che questi ha il corpo segnato da numerosi tatuaggi inneggianti il nazismo e per questo decide di non aiutarlo. Eroso dal rimorso Simone decide però quasi immediatamente di avvicinare la famiglia [...] Vai alla recensione »
Davvero un bel film con un ottimo Alessandro Gassmann, perfetto in quel ruolo. La storia prende molto, stai sempre li a dire chissà che succede. Ottimi i dialoghi brevi che trasmettono una certa tensione e un certo ddistacco tra i protagonisti. Ottimo il finale che a dire il vero mi aspettavo diverso. A me è piaciuto e lo consiglio.
Bell'esordio del promettente regista Mauro Mancini. Film senza sbavature, secco, duro, come il tema affrontato, dialoghi rarefatti, musiche discrete. ma forti emozioni rese con implacabile fermezza da un Gassman ora maturo come attore, e con umana tenerezza dalla giovane Serraiocco. Finale molto bello, non scontato, che apre le speranze ad un possibile perdono. Da vedere.
Un bel film. Stile limpido e asciutto. Il tema si sarebbe prestato alla retorica, invece è ben recitato: le pause, gli sguardi e i silenzi aiutano a far capire il percorso che fanno i protagonisti per cercare di superare un dolore antico nel caso di Gasmann e tanti radicati pregiudizi nel caso della ragazza.
Ho trovato un buco nella storia a livello di un rolex in un film Western. Come è possibile che nè i protagonisti, nè chi gira intorno a loro, non individuano in Segrè (Gassman) un coinvolto, anche se positivo, nell'incidente che determina la morte dell'uomo. Avverte la polizia, dà spiegazioni sul suo intervento anche se non a buon fine, racconta come si sono [...] Vai alla recensione »
Dialoghi inesistenti o banalissimo. Messaggio più che banale Mi chiedo se c'è stata sovvenzione statale per questo film piu che mediocre in tutto...
Il film inizia con una scena terribile. In riva a un fiume, un padre ordina a suo figlio di scegliere solo un gattino tra una cucciolata. Gli altri dovrà infilarli in una busta e lasciarli andare alla deriva. Molti anni dopo quel bambino è diventato Simone Segre (Alessandro Gassmann), un affermato chirurgo, ebreo praticante. Un giorno si trova a dover soccorrere un uomo vittima di un pirata della strada. [...] Vai alla recensione »
Non odiare, recita il titolo del film d' esordio di Mauro Mancini che è stato chiamato a inaugurare la Settimana della Critica all' ultima Mostra di Venezia. Tutto prende le mosse da una situazione banale: un incidente d' auto, un uomo messo male, con il sangue che fuoriesce copioso, poi un medico che arriva casualmente sul posto pronto a intervenire in soccorso del ferito.
Simone Segre è un chirurgo di mezza età, che a Trieste vive un'esistenza in apparenza tranquilla. Figlio di un sopravvissuto alla Shoah che lo ha educato con distaccata severità (come si evince dalla crudele sequenza d'apertura), un giorno si trova a soccorrere la vittima di un pirata della strada, un automobilista ferito in modo grave: osservato che ha dei simboli nazisti tatuati su petto e braccia, [...] Vai alla recensione »
Trovandosi unico testimone di un incidente stradale, Simone Segre viene bloccato da un dilemma etico. E' un chirurgo coscienzioso, ma quando vede che il ferito porta tatuata sul petto una svastica, resta indeciso: lui, che è di evidente origine ebraica, con un padre sopravvissuto al lager, è tenuto a rispettare il giuramento di Ippocrate? Decide di no, e lascia morire dissanguato l'uomo.
Il chirurgo Segre interviene sul luogo di un incidente. Mentre esamina un ferito, si accorge che questi ha tatuato sul petto una svastica e lo lascia morire. Il senso di colpa, però, non lo abbandona. Fa in modo di assumere, come sua colf, la figlia dell' uomo che non ha salvato, subendo l' aggressione del fratello di lei, convinto naziskin. Film a rischio retorica che, invece, mantiene un approccio [...] Vai alla recensione »
Non odiare sembra schierarsi con la forza di una dichiarazione urgente alla Settimana della Critica di Venezia77 e insieme in sala, nelle stesse terribili giornate del vile omicidio di Willy Monteiro Duarte a Colleferro, di Black Lives Matter che infuoca la strade d'America sotto campagna elettorale e ancora in cui le braccia ad X sul petto ricordano dalle foto profilo Chadwick T'challa Boseman, mentre [...] Vai alla recensione »
Un chirurgo di origine ebraica, Simone Segre, soccorre la vittima di un incidente d'auto. Quando sul petto di questi vede un tatuaggio nazista, si rifiuta di aiutarlo e lo lascia morire. Divorato dai sensi di colpa, Simone cerca di rimediare aiutando i figli rimasti orfani e in bancarotta e assume la sorella maggiore, Marica, come aiutante domestica.
In una città del nord-est vive Simone Segre, affermato chirurgo di origine ebraica: una vita tranquilla, un appartamento elegante e nessun legame con il passato. Un giorno si trova a soccorrere un uomo vittima di un pirata della strada, ma quando scopre sul suo petto un tatuaggio nazista, lo abbandona al suo destino. Preso dai sensi di colpa, rintraccia la famiglia dell'uomo: Marica, la figlia maggiore; [...] Vai alla recensione »
"Non odiare", l'opera prima di Mauro Mancini, è l'unico film italiano presentato in concorso alla Settimana Internazionale della Critica di Venezia. Un imperativo, quello del titolo, quanto mai attuale in un'epoca in cui la tensione sociale è alle stelle e si affida la propria identità a tifoserie preconfezionate. Simone Segre (Alessandro Gassmann, tanto più carisma quanto più lavora di sottrazione) [...] Vai alla recensione »
Non è mai un'espressione felice né particolarmente originale, quella del "film scomodo", e tuttavia per Non odiare non appare affatto fuori luogo. Unico italiano (in coproduzione con la Polonia) in concorso alla 35esima Settimana Internazionale della Critica a Venezia 77, l'esordio di Mauro Mancini dimostra anzitutto un bel coraggio nel toccare i nervi scoperti di un'Italia per sempre ostaggio del [...] Vai alla recensione »