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spaziofortunato
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venerdì 24 maggio 2013
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spettacolare
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un film fantastico,che per essere compreso a pieno dovrebbe essere preceduto dal documentario su umberto pizzi che fotografa la roma interpretata da sorrentino,capirete così quanto davvero il film si avvicina all'attuale roma.
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valet89
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venerdì 24 maggio 2013
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la sensibilità che non trova spazio
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La Roma contemporanea,ormai vecchia,vissuta,assiste e guarda da vera spettatrice la vicenda che le si svolge in grembo,un grembo ormai consumato,non piu fertile.
In un ambiente di serra,claustrofobico da discoteca, fra feste che lasciano solo l amaro di una sbronza, lo sporco di un algida "sveltina", l effimera gioia di una striscia di coca, il protagonista, re di questi baccanali si erge unico,o quasi, osservatore della realta vuota che lo circonda. Scrittore solo d un libro giovanile,non vuol /puo piu scrivere se non di fatti futili,d artisti che si definiscon tali senza ragione,che creano il nulla che attira critici e finti intenditori d arte. Unico ad aver mantenuto la sensibilita critica per la realta e la vita, non e in sintonia con nessuno dei suoi invitati, se non con pochi i quali scompaiono o si dissolvono nella morte,anche lui vorrebbe scomparire,come la maestosa giraffa,apparsa fra antichi resti dell antica roma(,giraffa che ricorda il mostro marino della "dolce vita"), protagonista d un numero di prestigio che la dovra far volatizzare.
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La Roma contemporanea,ormai vecchia,vissuta,assiste e guarda da vera spettatrice la vicenda che le si svolge in grembo,un grembo ormai consumato,non piu fertile.
In un ambiente di serra,claustrofobico da discoteca, fra feste che lasciano solo l amaro di una sbronza, lo sporco di un algida "sveltina", l effimera gioia di una striscia di coca, il protagonista, re di questi baccanali si erge unico,o quasi, osservatore della realta vuota che lo circonda. Scrittore solo d un libro giovanile,non vuol /puo piu scrivere se non di fatti futili,d artisti che si definiscon tali senza ragione,che creano il nulla che attira critici e finti intenditori d arte. Unico ad aver mantenuto la sensibilita critica per la realta e la vita, non e in sintonia con nessuno dei suoi invitati, se non con pochi i quali scompaiono o si dissolvono nella morte,anche lui vorrebbe scomparire,come la maestosa giraffa,apparsa fra antichi resti dell antica roma(,giraffa che ricorda il mostro marino della "dolce vita"), protagonista d un numero di prestigio che la dovra far volatizzare.ma e solo un trucco,un trucco come tutto cio che circonda il protagobista. Tenta di esternare i suoi dubbi,le sue emozioni,la sua sensibilita ma viene sempre interrotto,come se tutto cio che riguarda il mondo emotivo debba esser nascosto, ritenuto non interessante non profiquo. Immagine della realta che in parte ci circonda,fatta d apparenza,maschere sempre prestanti e per forza allegre.
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eyesless
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venerdì 24 maggio 2013
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decadentemente barocco
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L'europa, e specialmente l'italia, avevano bisogno di un film del genere. Una decadenza nuova, nella morale, nella condizione esistenziale. Capolavoro.
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andycosworth
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giovedì 23 maggio 2013
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resto allibito dai commenti...
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Accade di rado che all'uscita del cinema io continui per ore a ripensare al film appena visto. Questo film è"il" capolavoro di un Sorrentino più maturo, ardito e complesso affiancato da una fotografia semplicemente perfetta. So già che l'italiano medio dirà che è lungo, senza morale, che i dialoghi sembrano parlare di nulla.
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Accade di rado che all'uscita del cinema io continui per ore a ripensare al film appena visto. Questo film è"il" capolavoro di un Sorrentino più maturo, ardito e complesso affiancato da una fotografia semplicemente perfetta. So già che l'italiano medio dirà che è lungo, senza morale, che i dialoghi sembrano parlare di nulla... In realtà è un film complesso non adatto a tutti, ogni frase non è mai detta a caso nel film, ogni espressione, ogni inquadratura non è mai casuale, e la bellezza dilaga ovunque in un mondo meschino e frivolo. Dalla bellezza di Roma avvolta dalla notte, agli occhi di una sconosciuta che si vedono comparire per un istante da una limousine in corsa. La Bellezza è ovunque.. per dirla con le parole di Göte: la bellezza è negli occhi di chi guarda. Questo vale anche per chi guarda il film stesso, chiedetevi perché non vi piace..
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andycosworth
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giovedì 23 maggio 2013
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evidentemente il pubblico italiano non è pronto...
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Accade ormai di rado che all'uscita del cinema io continui per ore a ripensare al film appena visto. Questo film è un capolavoro, sicuramente "il" capolavoro di un Sorrentino più maturo, ardito e complesso. Affiancato da una fotografia semplicemente perfetta, impeccabile. So già che l'italiano medio dirà che è lungo, che non capisce la morale, che i dialoghi sembrano parlare di nulla.
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Accade ormai di rado che all'uscita del cinema io continui per ore a ripensare al film appena visto. Questo film è un capolavoro, sicuramente "il" capolavoro di un Sorrentino più maturo, ardito e complesso. Affiancato da una fotografia semplicemente perfetta, impeccabile. So già che l'italiano medio dirà che è lungo, che non capisce la morale, che i dialoghi sembrano parlare di nulla... In realtà è un film complesso non adatto a tutti, ogni frase detta non è mai detta a caso nel film, ogni espressione, ogni inquadratura non è mai casuale, e la bellezza dilaga ovunque in un mondo meschino e frivolo. Dalla bellezza di Roma avvolta dalla notte, agli occhi di una sconosciuta che si vedono comparire per un istante da una limousine in corsa. La Bellezza, per dirla con le parole di Göte: la bellezza è negli occhi di chi guarda. Questo vale anche per chi guarda il film stesso, chiedetevi perché non vi piace..
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georgos
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giovedì 23 maggio 2013
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uno dei migliori film italiani degli ultimi anni
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Qualcuno lo ha definito pretenzioso, qualcun'altro meraviglioso, e come sempre accade tra commenti largamente opposti, spesso la verità è nel mezzo. Personalmente ho trovato questo film davvero notevole per sceneggiatura e fotografia, un Servillo di grande spessore e un'atmosfera sicuramente ricercata. Il film è di per sé molto lento, ma volutamente lento. Colmo di simbolismi e dettagli che sarebbero persi se fosse stato anche solo leggermente più veloce. Purtroppo nella sua lentezza è mancato un po' di ritmo, ma tutto sommato posso consigliarlo senza dubbio. Piacerà ai più e non sarà il classico film che verrà dimenticato, anzi. Uno dei migliori film italiani degli ultimi 10 anni, leggere venature Felliniane.
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no_data
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giovedì 23 maggio 2013
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no_data
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giovedì 23 maggio 2013
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2 conti
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Trovo semplicemente ridicolo che la Grande Bellezza abbia come status "consigliato:ni" e fast and furious 6 abbia come status "consigliato:assolutamente sì".
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oldboy2006
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giovedì 23 maggio 2013
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la grande bellezza è...
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Un colpo di cannone, una macchina fotografica che immortala la skyline della città immortale, un volo a pelo d’acqua su una trasparente fontana, che riflette le monumentali e misere macerie della capitale, macerie millenarie e moderne, macerie architettoniche e umane.
La cinepresa ritrae con la dolcezza di un acquerello e con la violenza di uno strappo alla tela, l’avventura di un luogo, di un posto che è anche un’identità, di un posto che è “l’apparato umano” che lo abita.
Sorrentino racconta la storia senza storia di un uomo che è Roma, che è il coro di volti, di corpi, di rughe, di rimpianti, di sogni infranti, di ipocrisie, di mostri che si nutrono di una bellezza pulsante, una bellezza radicata ma evanescente, una bellezza così potente che schiaccia e che viene schiacciata.
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Un colpo di cannone, una macchina fotografica che immortala la skyline della città immortale, un volo a pelo d’acqua su una trasparente fontana, che riflette le monumentali e misere macerie della capitale, macerie millenarie e moderne, macerie architettoniche e umane.
La cinepresa ritrae con la dolcezza di un acquerello e con la violenza di uno strappo alla tela, l’avventura di un luogo, di un posto che è anche un’identità, di un posto che è “l’apparato umano” che lo abita.
Sorrentino racconta la storia senza storia di un uomo che è Roma, che è il coro di volti, di corpi, di rughe, di rimpianti, di sogni infranti, di ipocrisie, di mostri che si nutrono di una bellezza pulsante, una bellezza radicata ma evanescente, una bellezza così potente che schiaccia e che viene schiacciata.
Tra volgari feste mondane e incantevoli sculture senza tempo, tra grotteschi ritocchi al botox e i passi lieti dei bambini, tra le menzogne e i dolci ricordi della giovinezza, tra un millantato impegno civile e un mistico silenzio su ciò “che non si può raccontare ma solo vivere”, tra questi opposti si costruisce un cosmo, si concilia l’inconciliabile, si innesca un meccanismo amaro ed esilarante, si accerta e si accetta una perdita, si ambisce a ritrovare o ricostruire.
La grande bellezza è un pugno allo stomaco, è una dolce carezza, è una lacrima, è uno sguardo, è un ammiccamento, è un rumore feroce, è un’illusione.
La grande bellezza è Roma, è l’Italia, o meglio ancora, gli italiani.
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[+] condivido totalmente... è una grande bellezza....
(di aranciameccanica)
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ilariadisevo
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giovedì 23 maggio 2013
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“gli sparuti incostanti sprazzi di bellezza"
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“La grande bellezza” racconta la storia di uno scrittore di sessantacinque anni, autore di un solo romanzo. La sua vita si muove alla ricerca di “una grande bellezza” che lo riconduca a scrivere nuovamente che gli dia nuova linfa e nuova ispirazione. Ma la “grande bellezza” è irraggiungibile. La bellezza, il protagonista la trova solo nei palazzi romani, nelle chiese barocche, e nel volto di una donna amata in età giovanile. La grande bellezza è eterna ma eterea e sfuggevole, la si può contemplare durante le passeggiate alla luce dell'alba lungo il Tevere ma per poco tempo. Poi si ritorna alla mondanità, alle feste sfarzose e inutili.
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“La grande bellezza” racconta la storia di uno scrittore di sessantacinque anni, autore di un solo romanzo. La sua vita si muove alla ricerca di “una grande bellezza” che lo riconduca a scrivere nuovamente che gli dia nuova linfa e nuova ispirazione. Ma la “grande bellezza” è irraggiungibile. La bellezza, il protagonista la trova solo nei palazzi romani, nelle chiese barocche, e nel volto di una donna amata in età giovanile. La grande bellezza è eterna ma eterea e sfuggevole, la si può contemplare durante le passeggiate alla luce dell'alba lungo il Tevere ma per poco tempo. Poi si ritorna alla mondanità, alle feste sfarzose e inutili. Il protagonista si crogiola nella vuotezza di una vita trascorsa di notte. La notte nasconde la bellezza del giorno e mostra una bruttezza abbellita con un trucco come quello del mago che cerca di far sparire la giraffa. Le persone sono brutte fuori e dentro, vanno da un chirurgo santone alla ricerca del silicone benedetto, l'unica cosa che li fa sentire in pace con lo specchio ma non con se stessi e la propria anima. Il corpo è mostrato e usato. La nudità è dominio di tutti consumata fino a fondo, basta poi un bagno in piscina che pulisce via lo sporco. I loro corpi danno un senso di mortalità al contrario delle statue che conservano la loro eterna bellezza e armonia.
Il personaggio principale è alla ricerca di un puro godimento estetico che sembra un'utopia che lo sleghi dalle vite frivole delle persone che frequenta. Il film appare come un agghiacciante e grottesco studio dei comportamenti umani. La loro comunicazione e relazione è falsa, cinica e retorica. L'inconsistenza dei rapporti umani porta i personaggi a essere tremendamente soli e incompresi. Sorrentino non può avere pietà di questi uomini imbruttiti e decaduti anche se ad alcuni personaggi sembra essere più vicino che ad altri come a quello che interpreta Verdone un attore e regista teatrale innamorato perdutamente ad una brutta e altezzosa attricetta, alla fine però abbandona la gara e se ne va da Roma è come se scegliesse l'esilio e quindi la morte. L'unico personaggio vero e positivo sembra essere Ramona interpretata dalla Ferilli che nella sua ignoranza e goffaggine rispetto a un mondo ricco e borghese sembra l'unica a riuscire a scorgere la cattiveria e l'immoralità intellettuale del protagonista. I personaggi sono giustamente giudicati, perché la pietà non esiste più nel mondo di oggi. Se Enea il fondatore di Roma era l'eroe della pietas, qui non c'è spazio per questo sentimento perché di eroi non ne esistono più e la pietà non è un sentimento dell'uomo moderno. Il protagonista si rifiuta giustamente di compatire una società frivola, imbruttita dove la morale è ribaltata come quando il protagonista guarda la Concordia in mare, esplicita metafora dell'Italia.
La morte è narrata da Sorrentino mai in modo troppo drammatico, essa è repentina fredda e senza alcuna spiegazione. La morte viene subito messa in scena all'inizio del film quando un turista muore d'infarto mentre fotografa Roma la grande bellezza. Il godimento estetico sta solo nell'istante di uno scatto fotografico e poi la morte la decadenza di cotanta bellezza che rimana lì eterea come un sogno. Per questo Sorrentino riprende Roma solo di notte e all'alba perché la bellezza è un sogno, un'utopia.
“Gli sparuti incostanti sprazzi di bellezza. E poi lo squallore disgraziato e l'uomo miserabile." Il significato del film sta in questa frase che dice nel monologo finale Jep Gambardella. Il film mostra in alcune scene sprazzi di bellezza e in altre lo squallore disgraziato di epoca decaduta. Sorrentino compie una grande indagine estetica del ventunesimo secolo dimostrandosi più che all'altezza, superando perfino i personaggi della Dolce Vita troppo belli e utopoci molto lontani dalla sfarzoso abruttimento della borghesia contemporanea.
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[+] 5 stelle anche per me
(di valentina s.)
[ - ] 5 stelle anche per me
[+] hai ragione
(di c.v.b.)
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