fabio1957
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martedì 25 febbraio 2014
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notevole
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E' un film di emozioni,che ispira sensazioni, di nostalgia, di rimpianto, di ricordo, di dolore. Difficile descriverlo, la trama quasi non esiste, ma ha una sua forza, capace di grandi suggestioni. Immagini di grande fascino , con musiche adeguate. Toni Servillo come sempre è grande, ma anche gli altri attori non scherzano. Alcune frasi restano scolpite nella memoria e sono di grandissimo effetto . Cito a memoria questa perché la condivido pienamente: Sono arrivato ad un'età in cui non posso permettermi il lusso di perdere tempo a fare cose che non mi piacciono.
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frabcescodb
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sabato 22 febbraio 2014
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presuntuoso e irreale...
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Dalle prime battute ho pensato di esser lì a perdere due ore del mio tempo.
Un film senza una trama, senza uno sfondo attendibile (Roma non è certo quella raccontata nel film), senza un minimo di interpretazione, con attori presi solo ad interpretare ed adulare se stessi, e con la presunzione da parte di regista e staff di evocare atmosfere e scenografie Felliniane, tentativo per altro inevitabilmente fallito. Personaggi noiosi e antipatici, che non rappresentano che una minuta ed odiosa minoranza nella nostra città, alla quale non possono e non devono appartenere. Chi lo premia è, sempre secondo me, in malafede, o ha il comune vizietto di "spingere" a favore per qualcosa di diverso dal piacere estetico ed artistico
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alpacino73
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lunedì 17 febbraio 2014
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orrendo
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che un film del genere vinca dei premi, è l'unica spiegazione al cinema davvero di basso livello degli ultimi anni.
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pura formalit�
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sabato 15 febbraio 2014
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la grande bellezza
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La Grande Bellezza
Tanto per cominciare posso dire che non me lo aspettavo.
Penso di aver passato i primi 15 minuti del film a bocca aperta.
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La Grande Bellezza
Tanto per cominciare posso dire che non me lo aspettavo.
Penso di aver passato i primi 15 minuti del film a bocca aperta.
A poco a poco assistevo a qualcosa che sapeva certamente di già visto, ma allo stesso tempo ero certa di non avere mai visto in Italia nulla di simile finora.
Palesi, certo, i continui richiami a Fellini, soprattutto a Giulietta degli Spiriti, e naturalmente alla Dolce vita... eppure c'è anche qualcosa di completamente diverso: sembra infatti di assistere alla vita dei reduci della Dolce vita.
Sebbene Servillo sia bravissimo ma sempre un pò rigido, sebbene Herlitzka non si possa più vedere (è impostato da attore consumato anche mentre racconta le ricette), sebbene ci sia qualche calo di ritmo, e qualche scena un poco forzata (come quella della bambina nella cripta che dice a Servillo "non sei nessuno" e quella del botulino di gruppo - che trovo comunque pur sempre richiami Giulietta degli Spiriti), questo film è un film da vedere, anzi, direi addirittura da rivedere. I particolari, i contrasti esasperati anche dalle scelte musicali particolarmente azzeccate, le citazioni, le riflessioni, sono tante. Il virtuosismo lussureggiante della fotografia e della regia può forse sembrare presuntuoso e può far pensare che il tutto sia un pò troppo patinato; ma la qualità, trovo, non è mai da sminuire quando la si può avere a disposizione e soprattutto quando è efficace per il contesto della narrazione e per l'espressività del fine. Per una volta il livello di qualità delle immagini e immaginifico è al pari se non superiore a quella dei migliori film internazionali e ciò trovo sia ben fatto, così come è motivo di orgoglio la messa in mostra di Roma con ostentata fierezza. E come dare torto a Sorrentino? Roma è la più bella città del mondo, la più ricca di angoli particolari, scorci mozzafiato, pezzi di storia, cultura antica, sapienza e bellezza ancor nascosta, ritrovata o esposta.
La scena dei fenicotteri (che non posso raccontare per chi legge e non ha visto il film) mi ha fatto venire la pelle d'oca. E' un momento di onirica contemplazione, di riflessione, di profondità molto toccante. Può sembrare assurda, ma non potrebbe esser sembrato assurdo anche Fellini, quando Anita Ekberg dal cartellone pubblicitario invitava De Filippo fra i suoi opulenti seni? Eppure era poesia. Poesia che ne La Grande Bellezza, non manca di certo.
Certo, c'è da andare con i guanti di seta a paragonare Fellini a qualsiasi altra cosa sia stata fatta dopo di lui, e che lo richiami. Eppure... eppure... "le radici sono importanti". Le radici del nostro cinema, le radici della nostra cultura, della nostra anima, della nostra famiglia, della nostra vita sentimentale, sessuale, sociale.
Misurarsi con le proprie radici, raccontare, svelare la miseria, il chiacchiericcio che ricopre ogni cosa, lo squallore e la superficialità, le emozioni e gli "sparuti incostanti sprazzi di bellezza"; toccare le radici, i nodi della nostra anima, quelli che non permettono al flusso delle emozioni di scorrere liberamente, quelli che non ci consentono a volte di vedere la bellezza davanti ai nostri occhi... quei nodi induriti dal tempo, per una bellezza negata, per un momento di purezza tradito agli occhi della memoria, scavare nei sentimenti di ognuno di noi: perché quella grande bellezza è in ognuno, ognuno di noi può viverla e vederla ...
Narrare la grande bellezza, non è certo facile compito.
Ma trovo che Sorrentino questa volta sia riuscito nel suo intento.
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pura formalità
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sabato 15 febbraio 2014
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la grande bellezza
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Tanto per cominciare posso dire che non me lo aspettavo.
Penso di aver passato i primi 15 minuti del film a bocca aperta.
A poco a poco assistevo a qualcosa che sapeva certamente di già visto, ma allo stesso tempo ero certa di non avere mai visto in Italia nulla di simile finora.
Palesi, certo, i continui richiami a Fellini, soprattutto a Giulietta degli Spiriti, ma anche a 8 1/2 e naturalmente alla Dolce vita... eppure c'è anche qualcosa di completamente diverso: sembra infatti di assistere alla vita dei reduci della Dolce vita.
Sebbene Servillo sia bravissimo ma sempre un pò rigido, sebbene Herlitzka non si possa più vedere (è impostato da attore consumato anche mentre racconta le ricette), sebbene ci sia qualche calo di ritmo, e qualche scena un poco forzata (come quella della bambina nella cripta che dice a Servillo "non sei nessuno" e quella del botulino di gruppo - che trovo comunque pur sempre richiami Giulietta degli Spiriti), questo film è un film da vedere, anzi, direi addirittura da rivedere.
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Tanto per cominciare posso dire che non me lo aspettavo.
Penso di aver passato i primi 15 minuti del film a bocca aperta.
A poco a poco assistevo a qualcosa che sapeva certamente di già visto, ma allo stesso tempo ero certa di non avere mai visto in Italia nulla di simile finora.
Palesi, certo, i continui richiami a Fellini, soprattutto a Giulietta degli Spiriti, ma anche a 8 1/2 e naturalmente alla Dolce vita... eppure c'è anche qualcosa di completamente diverso: sembra infatti di assistere alla vita dei reduci della Dolce vita.
Sebbene Servillo sia bravissimo ma sempre un pò rigido, sebbene Herlitzka non si possa più vedere (è impostato da attore consumato anche mentre racconta le ricette), sebbene ci sia qualche calo di ritmo, e qualche scena un poco forzata (come quella della bambina nella cripta che dice a Servillo "non sei nessuno" e quella del botulino di gruppo - che trovo comunque pur sempre richiami Giulietta degli Spiriti), questo film è un film da vedere, anzi, direi addirittura da rivedere. I particolari, i contrasti esasperati anche dalle scelte musicali particolarmente azzeccate, le citazioni, le riflessioni, sono tante. Il virtuosismo lussureggiante della fotografia e della regia può forse sembrare presuntuoso e può far pensare che il tutto sia un pò troppo patinato; ma la qualità, trovo, non è mai da sminuire quando la si può avere a disposizione e soprattutto quando è efficace per il contesto della narrazione e per l'espressività del fine. Per una volta il livello di qualità delle immagini e immaginifico è al pari se non superiore a quella dei migliori film internazionali e ciò trovo sia ben fatto, così come è motivo di orgoglio la messa in mostra di Roma con ostentata fierezza. E come dare torto a Sorrentino? Roma è la più bella città del mondo, la più ricca di angoli particolari, scorci mozzafiato, pezzi di storia, cultura antica, sapienza e bellezza ancor nascosta, ritrovata o esposta.
La scena dei fenicotteri mi ha fatto venire la pelle d'oca. E' un momento di onirica contemplazione, di riflessione, di profondità molto toccante. Può sembrare assurda, ma non potrebbe esser sembrato assurdo anche Fellini, quando Anita Ekberg dal cartellone pubblicitario invitava De Filippo fra i suoi opulenti seni? Eppure era poesia. Poesia che ne La Grande Bellezza, non manca di certo.
Certo, c'è da andare con i guanti di seta a paragonare Fellini a qualsiasi altra cosa sia stata fatta dopo di lui, e che lo richiami. Eppure... eppure... "le radici sono importanti". Le radici del nostro cinema, le radici della nostra cultura, della nostra anima, della nostra famiglia, della nostra vita sentimentale, sessuale, sociale.
Misurarsi con le proprie radici, raccontare, svelare la miseria, il chiacchiericcio che ricopre ogni cosa, lo squallore e la superficialità, le emozioni e gli "sparuti incostanti sprazzi di bellezza"; toccare le radici, i nodi della nostra anima, quelli che non permettono al flusso delle emozioni di scorrere liberamente, quelli che non ci consentono a volte di vedere la bellezza davanti ai nostri occhi... quei nodi induriti dal tempo, per una bellezza negata, per un momento di purezza tradito agli occhi della memoria, scavare nei sentimenti di ognuno di noi: perché quella grande bellezza è in ognuno, ognuno di noi può viverla e vederla ...
Narrare la grande bellezza, non è certo facile compito.
Ma trovo che Sorrentino questa volta sia riuscito nel suo intento.
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beppe baiocchi
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mercoledì 12 febbraio 2014
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la ricerca della grande bellezza
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Jep Gambardella, inguaribile dandy, scrittore di un capolavoro letterario, ma con un blocco dello scrittore che dura da troppi anni, indaga in un mondo fatto di feste faraoniche e grandi banchetti su cosa sia la vera bellezza. La ricerca della grande bellezza, dell'ispirazione per contemplare la vita è da sempre parte di Jep ( un maestoso Tony Servillo, forse il miglior attore italiano dei nostri anni) pensando di averla trovata in una Roma tanto bella quanto vuota. Ma con l'età, con la stanchezza di vivere una vita bella ma priva di significato capisce che si sbagliava, che la bellezza che la vita dona non si trova in un puro estetismo, ma in altro.
Sorrentino si mette in luce con questa pellicola mostrando una capacita registica degna dei migiori registi di Hollywood.
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Jep Gambardella, inguaribile dandy, scrittore di un capolavoro letterario, ma con un blocco dello scrittore che dura da troppi anni, indaga in un mondo fatto di feste faraoniche e grandi banchetti su cosa sia la vera bellezza. La ricerca della grande bellezza, dell'ispirazione per contemplare la vita è da sempre parte di Jep ( un maestoso Tony Servillo, forse il miglior attore italiano dei nostri anni) pensando di averla trovata in una Roma tanto bella quanto vuota. Ma con l'età, con la stanchezza di vivere una vita bella ma priva di significato capisce che si sbagliava, che la bellezza che la vita dona non si trova in un puro estetismo, ma in altro.
Sorrentino si mette in luce con questa pellicola mostrando una capacita registica degna dei migiori registi di Hollywood. Una fotografia magistrale, una forza delle immagini che vanno oltre le parole forbite e inutili che i personaggi di questa pellicola raccontano una descrizione di un mondo tanto surreale quanto grottesco, ma di incredibile fascino.
Un film fondamentalmente debole nella trama, ma fortissimo nel contenuto lo spettatore infatti pian piano, insieme al protagonista si allontanerà da quel mondo così pieno di fascino rinnegando quel mondo ovattato e superficiale.
Per fare un bel film c'è bisogno di un buon cast. Il già citato Servillo non riesce proprio a fare una prova deludente riesce sempre a fare prove superlative, quasi stupisce come i produttori di Hollywood non l'abbiano ancora notato. Ma la sorprese vengono dai comprimari, un Carlo Verdone e una Sabrina Ferilli che non ti aspetti, risultando credibili, e non caricaturali come i personaggi che di solito interpretano.
Un film davvero consigliato, certo, magari non riuscirà a piacere a tutti avendo un ritmo pacato ( ma mai noioso, aiutato da movimenti continui di macchina e cambi di inquadratura) e forte troppo critico per questa "estetica" società italiana, ma sicuramente degna come "opera" di essere vista.
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nerò77
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mercoledì 12 febbraio 2014
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se avesse almeno una trama...
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Colpisce il pubblico per l'atmosfera e per le ambientazioni assolutamente di elevata qualità.
I personaggi sono però traballanti (a partire dal protagonista che sarebbe uno scrittore quasi fallito ma che vive una vita segnata dal lusso sfrenato e da amicizie di alto livello).
Manca la trama, manca il punto di non ritorno, manca persino un finale.
Un'accozzaglia di stereotipi e di scene didascaliche che col trascorrere del tempo addirittura annoiano lasciandoti solo la speranza che prima o poi accada qualcosa.
Diciamo che l'atmosfera che trasmette poteva essere narrata con una semplice spot di 30" (in perfetto stile Martini che è anche sponsor principale con un mastodontico product placement) o al massimo con un cortometraggio.
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Colpisce il pubblico per l'atmosfera e per le ambientazioni assolutamente di elevata qualità.
I personaggi sono però traballanti (a partire dal protagonista che sarebbe uno scrittore quasi fallito ma che vive una vita segnata dal lusso sfrenato e da amicizie di alto livello).
Manca la trama, manca il punto di non ritorno, manca persino un finale.
Un'accozzaglia di stereotipi e di scene didascaliche che col trascorrere del tempo addirittura annoiano lasciandoti solo la speranza che prima o poi accada qualcosa.
Diciamo che l'atmosfera che trasmette poteva essere narrata con una semplice spot di 30" (in perfetto stile Martini che è anche sponsor principale con un mastodontico product placement) o al massimo con un cortometraggio...non con un film di due ore.
Manca del tutto la sostanza e se fosse stato diretto ed interpretato da personaggi anonimi non avrebbe neppure trovato un distributore disposto a portarlo nelle sale cinematografiche italiane.
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alpacino73
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domenica 9 febbraio 2014
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sopravvalutato
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In assoluto, uno dei film più sopravvalutati del cinema. Le ragioni per cui ho letto potrebbe vincere un oscar e ha vinto un golden globe, sono tanto futili quanto il motivo che mi fanno considerare questo film come in assoluto un fil decisamente mediocre. Mi spiego, con un attore come Servillo, uno sfondo come roma, ed un focus come la decadenza di tutto questo, non ci si aspetta due ore di tedioso, lento, inutile srotolarsi di scene senza senso e costrutto. Non è un occasione sprecata, e un occasione per capire cosa non dovrebbe essere il cinema. Questa è la mia opinione. Salvo il sorriso di Servillo, ma quello l'ho visto in film immensamente sottovalutati, sopratutto dopo aver visto questo.
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alpacino73
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domenica 9 febbraio 2014
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sopravvalutato
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In assoluto, uno dei film più sopravvalutati del cinema. Le ragioni per cui ho letto potrebbe vincere un oscar e ha vinto un golden globe, sono tanto futili quanto il motivo che mi fanno considerare questo film come in assoluto un fil decisamente mediocre. Mi spiego, con un attore come Servillo, uno sfondo come roma, ed un focus come la decadenza di tutto questo, non ci si aspetta due ore di tedioso, lento, inutile srotolarsi di scene senza senso e costrutto. Non è un occasione sprecata, e un occasione per capire cosa non dovrebbe essere il cinema. Questa è la mia opinione. Salvo il sorriso di Servillo, ma quello l'ho visto in film immensamente sottovalutati, sopratutto dopo aver visto questo.
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sarkina68
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domenica 9 febbraio 2014
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semplicità
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Fa piacere un altro bellissimo film che insieme al "Capitale umano" rispecchia la nostra società, il nostro modo di vivere "selvaggio" e annoiato. "De mode'", ha detto qualcuno. "Offensivo" per le donne, mentre Gepp fa affettuosamente la bellissima analisi della vita della sua amica Stefania, durante la quale non tralascia la propria autocritica, ed è quello che dobbiamo fare tutti, guardandoci dentro, lasciando perdere l' indignazione e rabbia. Il film quindi non è assolutamente " de mode'"..anzi attualissimo, per tutti i ceti sociali.Cambia magari di scenografia, di ricchezza...ma la bolgia selvaggia e il modo di non voler comprendere, che la Grande belezza esiste, ma sta nella Semplicità, è per l'uomo di oggi innacettabile.
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Fa piacere un altro bellissimo film che insieme al "Capitale umano" rispecchia la nostra società, il nostro modo di vivere "selvaggio" e annoiato. "De mode'", ha detto qualcuno. "Offensivo" per le donne, mentre Gepp fa affettuosamente la bellissima analisi della vita della sua amica Stefania, durante la quale non tralascia la propria autocritica, ed è quello che dobbiamo fare tutti, guardandoci dentro, lasciando perdere l' indignazione e rabbia. Il film quindi non è assolutamente " de mode'"..anzi attualissimo, per tutti i ceti sociali.Cambia magari di scenografia, di ricchezza...ma la bolgia selvaggia e il modo di non voler comprendere, che la Grande belezza esiste, ma sta nella Semplicità, è per l'uomo di oggi innacettabile. "E ora che fatte"? " Dopo che ha stirato, ci beviamo un bicchiere di vino, vediamo un film e poi andiamo al letto insieme"." Che belle persone che siete!". Appunto! Chi di noi ha la fortuna di vivere felice la semplicità? Bravo Sorrentino. Bravissimo Tony Servillo!.
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