Maria Palliggiano, una giovane pittrice napoletana, vive la stagione sperimentale degli anni Sessanta con slancio ed entusiasmo. È una donna che non rinuncia ai suoi ideali di perfezione e di giovinezza, si lancia nei progetti e fa della ricerca e dell'amore le sue ragioni di vita. Nel 1957 sposa Emilio Notte, direttore dell'Accademia delle Belle Arti di Napoli e importante protagonista dell'avanguardia artistica, da cui ha già avuto un figlio, Riccardo. Maria decide di non abbandonare la pittura e cerca di coniugare il suo ruolo di artista con quello di madre e moglie. Le sue scelte non vengono capite e lei viene duramente giudicata e costretta a subire delle torture psichiatriche. I pregiudizi che si sono formati su di lei spingono la società a cercare di "normalizzarla", rendendola meno pericolosa. Maria, sempre in cerca di emozioni, si innamora di un artista con cui crea azioni e performance di successo. Ma, quando scopre il disinteresse sentimentale dell'uomo, il duro colpo la conduce in uno stato depressivo e, nonostante le cure psichiatriche, i farmaci e l'elettroshock, Maria non sente più motivazioni e si toglie la vita a soli 36 anni.