Un perfetto neonoir in cui il suo disincantato protagonista è parte del raggiro quanto lo spettatore. Giallo, USA1974. Durata 131 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +16
A Chinatown, il quartiere cinese di San Francisco, un detective ex poliziotto minaccia involontariamente gli interessi di personalità influenti che ce... Espandi ▽
Los Angeles, 1937. L'investigatore privato J. J. Gittes è incaricato da una sedicente signora Mulwray di indagare sulle presunte scappatelle del marito, Hollis Mulwray, ingegnere capo del Dipartimento Acque, oppostosi fermamente alla costruzione di una diga idealmente in grado di mettere fine alla siccità. Ma nulla è come appare in una città in mano alla speculazione edilizia del vecchio magnate Noah Cross, padre della vera signora Mulwray, presto vedova. Insieme ad una corruzione dilagante, dalle indagini di Gittes emergerà, infatti, una sconvolgente e fosca vicenda legata alla famiglia Cross. Recensione ❯
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Un film-dichiarazione che chiude un'epoca della storia del cinema americano e ne apre una nuova e feconda. Drammatico, USA1969. Durata 94 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Due hippies percorrono la strada verso New Orleans in sella alle loro moto. Durante il tragitto incontrano un eccentrico avvocato alcolizzato che decide di accompagnarli. Espandi ▽
Anni Sessanta: siamo alla fine di un decennio le cui utopie rischiavano di franare. Due amici fanno un viaggio in motocicletta per trasportare droga. Il loro anti-conformismo incontra le due facce dell’America: quella anarchica dei figli dei fiori e quella violenta dei reazionari intransigenti. Dennis Hopper, quando realizzò il film più famoso del cinema ribelle di tutti i tempi, voleva solamente esprimere il sentimento di una generazione. Divenne il manifesto di quei giovani, ma incarnò anche la rivoluzione dentro il cuore di Hollywood. Capitan America, per i cinefili, è solo Peter Fonda sulla sua Harley Davidson. E tutta la cultura popolare, dalla musica alla moda, è ancora oggi marchiata a fuoco da Easy Rider. Recensione ❯
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La fantasia apocalittica del maestro del brivido e il film più astratto e più spettacolare della sua filmografia. Drammatico, USA1963. Durata 120 Minuti.
In un paesino a sud di San Francisco accadde un fatto strano: un gabbiano aggredisce una ragazza. Espandi ▽
Bodega Bay sembra un isolato e tranquillo paesino americano, fino a quando un’inspiegabile rivolta di uccelli crea il panico nella popolazione. Sotto attacco c’è anche Melanie, straniera in città, nel posto sbagliato al momento sbagliato. Per alcuni è il testamento di Hitchcock, una fantasia macabra e geniale sul terrore panico della natura. Pieno di significati nascosti, Gli uccelli è quasi un trattato di psicanalisi dove le colpe inconsce dell’uomo si concretizzano nella paura. Si tratta del primo vero horror del Maestro, imitato poi da decine di registi.
Il capolavoro di Hitchcock fu anche uno sforzo tecnico sovrumano, con veri animali e trucchi meccanici. Si rivelò una delle lavorazioni più complesse di sempre, con un risultato tuttavia eccezionale. Recensione ❯
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Una spettacolare fusione di generi, tra sottocultura underground e citazioni classiche. Drammatico, USA1979. Durata 92 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Cyrus propone una riunione di tutte le bande di teppistelli newyorkesi. Ma mentre sta parlando, uno di una banda avversaria gli spara e lo uccide. Espandi ▽
New York, 1979. Cyrus, leader carismatico della gang più agguerrita della città, convoca, in pieno Bronx, una convention notturna delle bande giovanili della città. L'obiettivo è proclamare una tregua delle guerre continue che pongono le gang una contro l'altra e coalizzarsi per mettere sotto scacco l'intera New York. Durante il meeting qualcuno spara al potente Cyrus. La colpa dell'omicidio ricade sulla banda di Coney Island, i Warriors. Le altre gang scatenano, allora, una spettacolare caccia all'uomo, mentre i nove "guerrieri" tentano di tornare nel loro territorio. Recensione ❯
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L'epico racconto di sette samurai che scelgono di difendere gli abitanti di un villaggio dalla violenza di briganti sanguinari. Drammatico, Giappone1954. Durata 207 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +16
Da sempre e per sempre un punto di riferimento, il film vanta tante imitazioni quanti sono i plausi ricevuti negli anni. Espandi ▽
Quando nel 1954 questo film arrivò in Occidente, il terreno era già predisposto. Quattro anni prima Kurosawa, regista massimo, aveva portato a Venezia il suo Rashomon, e aveva sconvolto il cinema. Ci accorgemmo che un cinema lontanissimo per cultura e geografia poteva contenere pronunciamenti morali e stilistici molto alti, con tanto di simboli, che sono indispensabili se si cerca la considerazione della critica. Rashomon era un grande film, affascinante, complicato e un po' contorto. I sette samurai era grande e bello, importante, rapido e divertente. Giappone 1500. Una banda deruba e uccide i contadini di un villaggio nella stagione del raccolto. Recensione ❯
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Un capolavoro leggero, ironico, illogico. Un film imperdibile che è la summa del cinema dei fratelli Coen. Commedia, USA, Gran Bretagna1997. Durata 117 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +16
Drugo Lebowski (Bridges) è un originale che vivacchia senza impegnarsi, dormendo, fumando - moderatamente - marijuana, giocando a bowling coi suoi fidati amici (Goodman e Buscemi). Espandi ▽
Los Angeles Anni Novanta. Jeffrey Lebowski passa la giornata tra una partita di bowling con gli amici Donny e Walter, una visita al supermercato in accappatoio e uno spinello. Un giorno però due brutti ceffi gli orinano sull'unico tappeto del suo appartamento scambiandolo per un ricco omonimo. Lebowski va a cercarlo con l'unico scopo di farsi rimborsare la perdita e finisce invischiato come corriere di un ingente somma di denaro che il magnate,costretto su una sedia a rotelle, deve pagare per riavere la giovane ninfetta che esibisce come trofeo coniugale. Se si vuole assistere a una summa del cinema dei Coen non si può perdere Il grande Lebowski. Quando si dice 'cinema dei Coen' si intende Cinema tout court. Perché solo loro possono condensare in meno di due ore citazioni, riferimenti a generi, surrealismo e analisi della realtà senza un briciolo di quella supponenza cinefila che spesso caratterizza le opere di chi vuole dimostrarci di 'sapere tutto' sulla Settima arte. Le vicende in cui Dude viene coinvolto rotolano via con la leggerezza che è propria di chi sa scrivere e poi controllare e rendere visivamente caleidoscopica una sceneggiatura cinematografica. Recensione ❯
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New York, fine anni Settanta. Il giovane Tony Manero è un ottimo ragazzo, lavora in un colorificio, fa il suo dovere e vive in famiglia. Ma il suo sogno è il ballo. Espandi ▽
New York, fine anni Settanta. Il giovane Tony Manero è un ottimo ragazzo, lavora in un colorificio, fa il suo dovere e vive in famiglia. Ha i normali piccoli contrasti coi genitori, ma non ha particolari grilli per la testa. Poi c'è il sabato sera. Ecco, Tony è il re delle discoteche. Una volta sulla pedana da ballo si trasforma. È affascinante e trascinatore, l'idolo di tutti, ragazzi e ragazze. Ma il sabato non vuol dire solo discoteca, vuol dire bere, correre in macchina, far l'amore. Vuol dire eccessi. Un suo amico, scherzando, cade accidentalmente dal ponte di Brooklyn, e muore. Tony, nel frattempo, ha vinto una gara di ballo e si è innamorato della sua compagna, che però non lo ricambia: è troppo matura per lui. Recensione ❯
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Harry Powell, pastore protestante, uccide alcune vedove per denaro. Uccide anche Willa Harper, ma i suoi due figlioletti gli danno filo da torcere. Espandi ▽
Harry Powell, in prigione per un furto d'auto, viene a sapere dal suo compagno di cella, che è stato condannato a morte, dell'esistenza del bottino della sua ultima rapina. Il denaro è stato nascosto da qualche parte presso la sua abitazione. Una volta uscito dal carcere Powell, che non smette mai di esibire la propria professione di pastore protestante, raggiunge Willa, la vedova dell'uomo, la sposa e cerca di scoprire dove si trovano i soldi. Il segreto però è custodito dai due figli piccoli. Powell inizia a perseguitarli ed avendo già ucciso delle donne per impossessarsi dei loro averi, pensa di liberarsi della donna per avere maggiore possibilità di intimorire i bambini. Recensione ❯
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Un film divertentissimo, consacrazione della coppia Spencer-Hill e punto di rottura per il genere. Western, Italia1970. Durata 117 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
È un film western? Un film comico? Un western comico? Non esattamente: è un film di Bud Spencer e Terence Hill, che fa genere a sé, anche se all'epoca non si poteva sapere. Espandi ▽
Gli ultimi fuochi degli spaghetti-western. Lo chiamavano Trinità…, quarto film della coppia Bud Spencer e Terence Hill, rappresenta nel 1970 un decisivo punto di rottura per il genere. Si esce all’improvviso dal West crepuscolare caratterizzato da protagonisti disincantati e cinici, una cruda violenza e dal ricorrente tema della vendetta. Il genere si contamina con una comicità che ha la velocità incontrollata delle gag del muto. Gli schiaffi e i cazzotti sostituiscono le pistole anche se nella scena della locanda Trinità può esibire le sue doti di pistolero, anticipando gli altri con un colpo d’occhio, un gesto improvviso che non solo vede ma percepisce quello del suo nemico. Il regista valorizza al meglio la coppia Bud Spencer-Terence Hill, che si scambiano i ruoli, si fanno da spalla, agiscono in coppia oppure uno guarda quando l’altro è in azione e interviene solo se c’è bisogno. Sembrano capitati lì per caso, lasciano il segno della loro presenza e poi se ne vanno. Un film che non ha affossato il western all’italiana. L’ha solo cambiato già all’inizio con Trinità trascinato dal cavallo nel deserto e ha inaugurato un’altra fortunata stagione nel cinema italiano. Recensione ❯
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Un'impiegata ruba quarantamila dollari e fugge. Cambia la macchina, si trova nel mezzo di un temporale e decide di passare la notte in un motel. Espandi ▽
Una bella impiegata ruba quarantamila dollari e fugge. Cambia la macchina, si trova nel mezzo di un temporale e decide di passare la notte in un motel. Il proprietario è Norman, all'apparenza un ottimo ragazzo che manifesta soltanto qualche piccola stranezza, come quella di impagliare uccelli. Il motel non ospita nessun altro cliente. Recensione ❯
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Un giovane poliziotto, ingenuo e onesto, rivela ai suoi superiori di aver scoperto le attività illegali di alcuni colleghi. Espandi ▽
Entrato nella polizia di New York, giovanotto italo-americano ne scopre la diffusa corruzione. La denuncia ai superiori. Viene più volte trasferito e rischia la pelle. Un'inchiesta gli dà ragione ma lui dà le dimissioni. Recensione ❯
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Suggestivo film storico magistralmente interpretato dalla Loren e Mastroianni. Drammatico, Italia1977. Durata 105 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +16
6 maggio 1938. La Roma fascista è in festa per l'arrivo del Führer in visita al duce. In un edificio popolare Antonietta, una bella donna distrutta dalle gravidanze e dalle fatiche, moglie di un fanatico fascista Espandi ▽
6 maggio 1938. La Roma fascista è in festa per l'arrivo del Führer in visita al duce. In un edificio popolare Antonietta, una bella donna distrutta dalle gravidanze e dalle fatiche, moglie di un fanatico fascista, conosce (rincorrendo un pappagallo scappato dalla gabbia) il coinquilino Gabriele. È un ex annunciatore della radio, rimosso dall'incarico perché omosessuale. I due fanno amicizia e si confidano i rispettivi problemi. Avranno anche una fugace esperienza amorosa, poi tutto tornerà come prima: lei riprenderà la sua vita di casalinga frustrata, mentre lui sarà inviato al confino. Bellissimo film interpretato magistralmente dalla Loren e da Mastroianni. Recensione ❯
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Una visione, un'esperienza, un viaggio ipnotico che rivela un universo allucinato e fantastico. Vampyr è una tappa fondamentale nella storia dell'horror. Drammatico, Francia1932. Durata 75 Minuti.
Primo film sonoro di Dreyer, liberamente ispirato ai racconti di Sheridan Le Fanu. Espandi ▽
Le sfide più belle e difficili non si vedono subito. Spesso hanno bisogno di anni, o anche di decenni. Vampyr è una di questa. Dreyer lo ha realizzato dopo La Passione di Giovanna d’Arco, che era stato amato dalla critica ma era andato incontro a un insuccesso di pubblico tanto che la Socièté Générale de Films, che aveva prodotto il film, aveva rotto il contratto con il regista. Il flop di Vampyr invece era stato totale. Troppo incompreso perché troppo avanti, già avanguardista, capace già di rivoluzionare le forme dell’horror. Arriva a dieci anni di distanza Nosferatu di Murnau e un anno dopo Dracula di Browning. Ma, tranne che per il tema sui vampiri, è completamente diverso. Le ombre non sono quelle del cinema espressionista. Mostrano invece lo sdoppiamento proprio del cinema di Dreyer, la capacità di mostrare insieme l’anima e il corpo, il desiderio e la morte. Con Vampyr Dreyer disegna una tappa fondamentale nella storia dell’horror. Si tratta del primo film sonoro del cineasta danese anche se era stato pensato come un film muto. Non ci sono molti dialoghi ma i rumori, le voci, i brusii diventano fondamentali. Recensione ❯
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Una ex diva del cinema vive rinchiusa in casa sperando in un ingaggio fortunato. Nella sua dimora finisce uno sceneggiatore a caccia di denaro. Espandi ▽
Joe Gillis (Holden), sceneggiatore di Hollywood, è in un momento di difficoltà professionale. Per sfuggire agli esattori (non sta pagando le rate della macchina) capita in una vecchia casa che sembra abbandonata, ma non lo è. L'abita Norma Desmond (Swanson), vecchia gloria del muto. Joe accetta di rivedere un terribile copione che la diva sta scrivendo, sognando un clamoroso ritorno sul set. L'atmosfera della casa è nera, buia, quasi mortale. La diva proietta continuamente suoi vecchi film, gli ospiti sono mummie sopravissute (c'è Buster Keaton fra i frequentatori). Figura rilevante è il domestico von Mayerling (Stroheim) che, si verrà a sapere, è anche stato il primo marito di Norma. Recensione ❯
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Metafora della civiltà televisiva: il direttore di un'emittente privata capta per caso un programma a base di torture e assassini. Espandi ▽
Max Renn vorrebbe avere sulla sua emittente televisiva i contenuti violenti di Videodrome. Non sa che sta infilandosi in un tunnel di orrori che lo trasformeranno anche fisicamente. David Cronenberg al suo settimo lungometraggio (considerando anche Stereo) pone definitivamente le basi per una rivoluzione dello sguardo che si andava delineando nelle opere precedenti e che qui trova una sua coerenza che costituirà la spinta propulsiva dei suoi film futuri. Chi per comodità ha letto il cinema di Cronenberg come osceno e finalizzato solo ad épater le bourgeois non ha compreso la moralità che ogni suo film ha come proprio dna. Il regista canadese non si compiace di ciò che mostra anche se apparentemente sembrerebbe il contrario. Vuole scuotere lo spettatore obbligandolo ad interrogarsi proprio grazie ad un'estremizzazione che non è mai fine a se stessa anche quando sfiora l'insopportabilità (non dimentichiamo gli anni in cui il film usciva). Recensione ❯
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