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Ultimo aggiornamento venerdì 21 luglio 2017
La USS Indianapolis affonda in seguito ad un attacco, e l'equipaggio rimane senza aiuto in un mare infestato di squali. In Italia al Box Office USS Indianapolis ha incassato nelle prime 2 settimane di programmazione 1,1 milioni di euro e 0 milioni di euro nel primo weekend.
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CONSIGLIATO NÌ
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Nel 1945, agli sgoccioli della Seconda Guerra Mondiale, l'incrociatore USS Indianapolis che trasportava in gran segreto una delle due bombe atomiche destinate a mettere fine al conflitto venne affondato da un siluro giapponese al largo delle Filippine. Fu un disastro epocale, oltre che uno smacco terribile per una nave che veniva definita "il carro armato galleggiante" e che si proponeva come un simbolo della potenza bellica americana. USS Indianapolis racconta quel naufragio e la figura del capitano Charles Butler McVay, che si trovò a gestire una situazione tragica da ufficiale di Marina convinto che senza di lui i suoi uomini non contassero niente, ma anche che lui non contasse niente senza di loro.
Mario Van Peebles, figlio di quel Melvin Van Peebles che fu uno dei primi (e rarissimi) registi di colore ad affermarsi negli anni Settanta, dirige un war disaster movie ambientato in un mare infestato da squali e popolato da un cast di attori di medio livello (fra cui suo figlio Mandela, che interpreta uno dei marinai) sotto la guida di un capitano che ha il volto impassibile di Nicolas Cage.
Purtroppo USS Indianapolis sconta almeno due paragoni ingombranti: quello con Titanic, evidente pietra di paragone nelle scene del naufragio, e quello con Sully, ritratto di un comandante il cui eroismo viene messo in discussione da chi non accetta che un potente mezzo yankee dia pubblica prova della sua fragilità. La differenza, nel come vengono raccontate le storie citate, è la cifra autoriale di chi sta dietro la cinepresa.
Laddove James Cameron e Clint Eastwood imprimevano alla narrazione la loro personalità cinematografica, Van Peebles allinea una serie di inquadrature convenzionali, di figurine stereotipate e di dialoghi artificiosi che rendono USS Indianapolis non tanto un film "vecchio stile", come era nelle intenzioni del regista, quanto un film dallo stile superato. Il confronto fra la fissità di Nicolas Cage in questo film e la sottigliezza interpretativa di Tom Hanks nel capolavoro di Clint Eastwood risulta ancora più schiacciante.
Raccontare la vicenda dell'USS Indianapolis è di per sé meritevole, perché questa storia poco conosciuta nel resto del mondo rappresenta un vulnus nella memoria di molti statunitensi: c'era bisogno di ricordare come sono andate veramente le cose e di riabilitare pubblicamente la figura del capitano McVay, come già fece il presidente Clinton nel 2000. Ma proprio per questo sarebbe stato necessario sollevare interrogativi e suscitare riflessioni alte (come fa Sully) e sintonizzarsi con la dimensione metaforica della storia narrata (come fa Titanic), facendo leva sull'enorme valenza simbolica di un incrociatore apparentemente inaffondabile, per di più nel contesto di un conflitto mondiale. Van Peebles perde questa occasione limitandosi a cercare inquadrature originali (buone, ad esempio, le scene di incubo bruscamente interrotto) e a dare spazio ad un cast numeroso che comprende anche Tom Sizemore nei panni di un "secondo" cinematograficamente "cattivo" e Thomas Jane, altrettanto stereotipato, in quelli di un eroico pilota d'aereo.
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"Voi senza di me non contate nulla, io senza di voi non conto nulla", cosi esordice il comandante dell'incrociatore pesante Indianapolis McVay (Nicolas Cage) ai suoi uomini nel luglio 1945 alla partenza da San Francisco per una missione segreta. Il film è tratto da un fatto reale l'affondamento dell'incrociatore Indianapolis che aveva portato nella base di Tinian il 26 [...] Vai alla recensione »
Il film racconta un fatto storico realmente avvenuto: la "USS Indianapolis" è stata la corazzata statunitense che trasportò la prima bomba atomica via mare (quella che sarebbe poi stata sganciata da un aereo B-17 sul Giappone). La missione (segreta e veloce) si svolse senza la consueta scorta di cacciatorpediniere e la corazzata rimase quindi indifesa nei confronti dei [...] Vai alla recensione »
Il regista sceglie di realizzare un film corale: i ragazzi dell’equipaggio vengono presentati come un insieme unitario e le singole storie lasciate in superficie. In questo modo lo spettatore non riesce ad affezionarsi a nessuno di loro in particolare e così USS Indianapolis, nonostante le enfatiche musiche, risulta privo della carica di empatia che sarebbe stata necessaria.
INDIANAPOLISOVVEROUNO “SCHETTINO” AL CONTRARIOPremesso che il raccomandato di Cage non mi è mai piaciuto. Premesso che trovo il suo gusto a dir poco pantagruelico, come conferma con l’altro suo film in uscita Cane mangia cane, semplicemente inqualificabile. Premesso che pare in estate diano lavoro solo al suo viso raggrinzito da smorfie assurde, spesso inutili.
I bombardamenti nucleari che portarono alla fine della guerra tra il Giappone e gli Stati Uniti d’America, hanno un prologo che fino a pochi mesi fa non era conosciuto al mondo non-diplomatico, al grande pubblico internazionale. Un prologo eroico e disumano al contempo, patriottico e dissacratore, crudele e cinico. Come in tutte le guerre.
Film sullo stile dei war movie degli anni 50 e 60, con molti personaggi e storie grandi e piccole che s'intrecciano. Nulla di particolarmente approfondito o geniale, ma scorre bene e racconta una storia che non tutti conoscono. Cage è molto buono, nei panni di un uomo che sa che la propria vita è quella dei suoi uomini è legata a un filo, ma compie il suo dovere fino [...] Vai alla recensione »
Il film si apre con una ridicola scena di una rissa, e gia' quindi dalle prime sequenze si capisce a cosa stiamo andando incontro. Un Nicholas Cage inespressivo come suo solito e' il Comandante dell'Uss Indianapolis, siamo ai tempi di Truman, e la missione e' quella di portare un carico importante (la bomba atomica) nel mar delle Filippine presidiato dai Giapponesi.
Un film inguardabile ! Non so se sia peggio il film o la recensione . Un cumulo di inesattezze(siluri umani,missili,il numero dei siluri,il numero degli uomini dell'equipaggio ecc.) Molto meglio leggere uno dei molti libri scritti sull'argomento.Vorrei ricordare che il Comandante dell'USS INDIANAPOLIS fu ingiustamente condannato dalla corte marziale(l'unica nella storia della Marina [...] Vai alla recensione »
Questo film dimostra che d'estate, almeno in Italia, non conviene perdere tempo al cinema: è molto meglio andare al mare.
Tutti sanno delle bombe sganciate su Hiroshima e Nagasaki, ma pochi conoscono i retroscena di quell'attacco che mise fine alla Seconda guerra mondiale. Uno dei due ordigni nucleari fu trasportato dall'incrociatore USS Indianapolis, ma durante la traversata top secret di ritorno la nave venne affondata da un sommergibile giapponese e l'equipaggio abbandonato per cinque lunghi giorni nel mare delle Filippine [...] Vai alla recensione »
L'incrociatore USS Indianapolis è incaricato di una missione segretissima: trasportare una delle due bombe atomiche che devasteranno il Giappone mettendo fine alla Seconda guerra mondiale. Il comandante McVay ne soffre, ma gli ordini sono ordini. Effettuata la macabra consegna, la nave, priva di scorta, è colpita dai siluri umani nipponici. Dei 1.100 uomini dell'equipaggio restano vivi in 900; si ridurranno [...] Vai alla recensione »
La differenza tra «noi» e «loro» è quella che passa tra chi dopo la guerra, cioè dopo aver compiuto il proprio dovere, vuole tornare a casa dalla propria famiglia e chi invece, con una missione suicida, non pensa proprio a riappropriarsi della vita quotidiana. Questo è il pensiero del capitano Charles McVay (Nicolas Cage), espresso tramite una lettera scritta alla moglie.
Occupa un posto d'onore nella storia della Marina americana l'incrociatore pesante Uss Indianapolis, varato nel 1931 e affondato nel mare delle Filippine il 30 luglio 1945, silurato da due missili giapponesi. Dei 900 uomini (su 1196) che riuscirono ad abbandonare la nave, solo 317 si salvarono dopo quattro giorni in balia dei flutti, fra fame, disidratazione e attacchi di squali richiamati dal sangue [...] Vai alla recensione »