Anno | 1974 |
Genere | Giallo, |
Produzione | USA |
Durata | 131 minuti |
Regia di | Roman Polanski |
Attori | Jack Nicholson, Faye Dunaway, John Huston, Perry Lopez, John Hillerman, Darrell Zwerling Diane Ladd, Roy Jenson, Roman Polanski, Richard Bakalyan, Joe Mantell, Burt Young, Bruce Glover, Dick Bakalyan, Nandu Hinds, James O'Rear, James Hong. |
Uscita | lunedì 26 maggio 2014 |
Tag | Da vedere 1974 |
Distribuzione | Cineteca di Bologna |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 4,26 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 3 luglio 2018
A Chinatown, il quartiere cinese di San Francisco, un detective ex poliziotto minaccia involontariamente gli interessi di personalità influenti che ce... Il film ha ottenuto 11 candidature e vinto un premio ai Premi Oscar, 7 candidature e vinto 4 Golden Globes, In Italia al Box Office Chinatown ha incassato nelle prime 2 settimane di programmazione 23,2 mila euro e 22,4 euro nel primo weekend.
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Los Angeles, 1937. L'investigatore privato J. J. Gittes è incaricato da una sedicente signora Mulwray di indagare sulle presunte scappatelle del marito, Hollis Mulwray, ingegnere capo del Dipartimento Acque, oppostosi fermamente alla costruzione di una diga idealmente in grado di mettere fine alla siccità. Ma nulla è come appare in una città in mano alla speculazione edilizia del vecchio magnate Noah Cross, padre della vera signora Mulwray, presto vedova. Insieme ad una corruzione dilagante, dalle indagini di Gittes emergerà, infatti, una sconvolgente e fosca vicenda legata alla famiglia Cross.
Primo titolo di richiamo a riportare sul grande schermo le atmosfere del noir classico con cura quasi filologica, Chinatown flirta con la vecchia Hollywood a partire dai titoli di testa, dal gioco innescato con il mito della femme fatale e con quello di un private eye di indiscutibile ascendenza "marlowiana", soprattutto, con un intrigo memore del Raymond Chandler più ispirato. Aveva ragione da vendere Giuseppe Grazzini, parlando di « [...] un labirinto nel quale lo spettatore si perderebbe se Roman Polanski, che ha messo lo zampino anche nella sceneggiatura, non gli offrisse la bussola d'uno stile ammirevole». (Cinema '74, Biblioteca Universale Laterza, p. 90 - 91). Proprio al cineasta quarantenne, di ritorno in America dopo l'esperienza inglese di Macbeth e quella italiana di Che?, si deve una prova di grande chiarezza espositiva in cui "aggiustamenti" visivamente efficaci asciugano il plot, inizialmente, troppo macchinoso di Robert Towne. Escludendo i disaccordi tra regista e sceneggiatore, in special modo sul finale, siamo alle prese con un'opera di chiara e inequivocabile matrice polanskiana benché sia nata su commissione. È il caso, a livello teorico, di tutto il simbolismo legato al concetto di acqua, una costante di tutto il percorso del cineasta: si pensi alla morte di Mulwray, all'inondazione di cui lo stesso Gittes è vittima oppure alla scelta di attribuire al villain il nome di Noah.
Grazie anche alle luci di John A. Alonzo, che sostituì il veterano Stanley Cortez dopo dieci giorni di insoddisfacente lavoro, e all'inappuntabile impegno recitativo dell'intera squadra, un'atmosfera di malinconico appiglio permea una sequela di sequenze capaci di smentirsi l'una con l'altra, senza mai confondere o irritare, fino al sovrapporsi di dramma sociale e privato. Pur rinunciando alla voce fuori campo, tipica del noir classico, Chinatown rimane una pellicola accordata in prima persona, un perfetto neonoir in cui il suo disincantato protagonista è parte del raggiro quanto lo spettatore.
Il regista compare nel cammeo del gorilla che sfregia Gittes al naso con un coltello. Nel 1990, Jack Nicholson diresse il sequel Il grande inganno con esiti decisamente minori.
Los Angeles, 1937. Il detective privato Jake Gittes viene ingaggiato per indagare sulle presunte infedeltà coniugali di Hollis Mulwray, ingegnere capo del dipartimento idrico della città; ma dopo aver svolto il suo incarico, Gittes si rende conto di essere stato raggirato, e si troverà coinvolto suo malgrado in un'intricatissima serie di complotti, omicidi e doppi giochi, tra corruzione politica e torbidi segreti familiari...
Il grande regista Roman Polanski recupera i soggetti e le atmosfere proprie del genere noir degli anni '40 per dar vita ad un indimenticabile film poliziesco: Chinatown, un'autentica pietra miliare della cinematografia americana, che ha ottenuto il premio Oscar per la miglior sceneggiatura originale e quattro Golden Globe. Ambientato non a caso nella torrida Los Angeles degli anni '30, il film di Polanski presenta tutti gli ingredienti di un tipico hard-boiled: un investigatore cinico e senza scrupoli che sembra fare il verso a Philip Marlowe e Sam Spade; una trama complicata quasi quanto quella de Il grande sonno; il tema di un oscuro passato che non cessa di tormentare i vari personaggi.
Protagonista della pellicola è uno straordinario Jack Nicholson nel mitico ruolo di Jake Gittes, detective dai modi spiccioli e sbrigativi e dotato di un sardonico senso dell'umorismo, con il cerotto sul naso e lo sguardo da duro sotto la visiera del cappello. Nel corso delle sue indagini, che si riveleranno assai più rischiose del previsto, Gittes troverà al proprio fianco l'affascinante Evelyn Mulwray, interpretata dalla splendida Faye Dunaway, una femme-fatale misteriosa e sfuggente che nasconde un terribile segreto. Ad una trama appassionante e ricca di colpi di scena si accompagna un indefinibile senso di minaccia, caratteristica ricorrente nel cinema di Polanski (basti pensare al celeberrimo Rosemary's baby), insieme all'idea di un Male sordido e strisciante, che trova la sua manifestazione concreta nella figura dell'ambiguo milionario Noah Cross, superbamente interpretato da un memorabile John Huston. Ritorna anche l'elemento dell'acqua, centrale all'interno della trama (l'acqua è infatti la chiave dell'intera vicenda) e utilizzato spesso da Polanski in funzione simbolica (vedi Il coltello nell'acqua). La stessa Chinatown, da cui il titolo del film, è un'evidente metafora del caos della condizione umana (il drammatico passato di Gittes è legato proprio al quartiere cinese); un luogo tenebroso e senza legge nel quale i confini tra Bene e Male sono cancellati, e che fungerà da sfondo per il terribile epilogo. Emblematica in questo senso la frase finale della pellicola: "Lascia perdere, Jake... è Chinatown".
La magistrale regia di Roman Polanski (che compare in un breve cameo nella parte del gangster che sfregia il naso di Jack Nicholson), l'eccellente sceneggiatura di Robert Towne, la meravigliosa colonna sonora composta da Jerry Goldsmith, la fenomenale bravura degli attori, l'atmosfera di cupo romanticismo che domina il film... tutte queste componenti hanno contribuito a rendere Chinatown un capolavoro senza tempo, un vero e proprio classico nella storia del cinema. Nel 1990, Nicholson è tornato a indossare i panni di Jake Gittes in un sequel intitolato Il grande inganno, da lui stesso diretto.
A Chinatown, il quartiere cinese di San Francisco, un detective ex poliziotto minaccia involontariamente gli interessi di personalità influenti che cercano di toglierlo di mezzo. Nicholson è credibile; la Dunaway ha una parte che ricorda da vicino quella affidata a Mary Astor nel Mistero del falco.
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Los Angeles, 1937. Jack Gittes (Jack Nicholson) è un investigatore privato, viene assunto da una facoltosa donna per scoprire l'infedeltà del marito. A seguito di questa indagine, Gittes si troverà immischiato in un turbinio di vicende, omicidi, corruzione che hanno come filo conduttore la costruzione di una diga per sopperire alla siccità che sta colpendo la città. [...] Vai alla recensione »
Roman Polanski mescola sapientemente le atmosfere tipiche del noir con una trama che sembra essere degna del maestro Alfred Hitchcock, caratterizzata da un'intrigo che ruota attorno al suo disincantato protagonista e che si trasforma in un vortice di interessi politici, corruzione, tradimenti e drammi familiari, con un'esplicita critica ai primi aspetti e un'amara riflessione sugli ultimi [...] Vai alla recensione »
Film "giallo" che scorre lento ed implacabile come un tango argentino. Un investigatore privato, ex poliziotto, J.J. Gittes, da quello che sembra un banale caso di tradimento extraconiugale finisce con lo scoprire un sistema di corruzione e illegalità messo in piedi dal magnate Noah Cross. Quest'ultimo, uomo di potere senza scrupoli, è pronto a fare fuori chiunque gli ostacoli [...] Vai alla recensione »
Roman ci regala uno dei film più belli della storia del cinema ma sconosciuto ai più. la trama non potrebbe essere più geniale, un neo-noir che parte da un piccolo mistero per poi finire in un complotto diabolico passando per tanti colpi di scena. l'apparato tecnico è formidabile, grazie a lui finiamo in ua San Francisco onirica e oscura: la fotografia è strraordinaria [...] Vai alla recensione »
(Ri) crea , negli anni'70, in cui è nato chi sta scrivendo ma chi gli sono stati descritti come epoca di transizione, un decennio di depressione (almeno economica) come quello degli anni'30 (Ma i protagonisti, nota da ignorante, non vestono troppo moderno?) E' un atmosfera conturbata e conturbante (E'un caso che Veltroni, nello scrivere sul film, abbia citato Chandler?), in cui lo stesso protagonista [...] Vai alla recensione »
E' un film uscito nel 1974che concerne un problema chhe scosse la Los Angeles degli anni '30 la mancanza di acqua in una città che era situata tra il mare e il deserto, figura centrale fu William Mulholland capo del Dipartimento acque pubbliche le cui soluzioni scontentarono gli agricoltori della contea che vedevano le acque di un invaso depauperate a danno delle loro colture.
E' un film uscito nel 1974che concerne un problema chhe scosse la Los Angeles degli anni '30 la mancanza di acqua in una città che era situata tra il mare e il deserto, figura centrale fu William Mulholland capo del Dipartimento acque pubbliche le cui soluzioni scontentarono gli agricoltori della contea che vedevano le acque di un invaso depauperate a danno delle loro colture.
Roman ci regala uno dei film più belli della storia del cinema ma sconosciuto ai più. la trama non potrebbe essere più geniale, un neo-noir che parte da un piccolo mistero per poi finire in un complotto diabolico passando per tanti colpi di scena. l'apparato tecnico è formidabile, grazie a lui finiamo in ua San Francisco onirica e oscura: la fotografia è strraordinaria [...] Vai alla recensione »
Roman ci regala uno dei film più belli della storia del cinema ma sconosciuto ai più. la trama non potrebbe essere più geniale, un neo-noir che parte da un piccolo mistero per poi finire in un complotto diabolico passando per tanti colpi di scena. l'apparato tecnico è formidabile, grazie a lui finiamo in ua San Francisco onirica e oscura: la fotografia è strraordinaria [...] Vai alla recensione »
CHINATOWN (USA, 1974) diretto da ROMAN POLANSKI. Interpretato da JACK NICHOLSON, FAYE DUNAWAY, JOHN HUSTON, BURT YOUNG, BRUCE GLOVER Nell’assolata e deserta Los Angeles del 1937, al detective privato Jacob Gittes si rivolge una donna che si spaccia per la signora Muwlray, moglie del più importante proprietario idrogeologico della metropoli, chiedendogli di indagare su un [...] Vai alla recensione »
Nicholson, Dunaway, Huston(che qui è il"vilain", l'"hjio de puta", per dirla in latinoamericano più che in castigliano puro, con tutte le contrazioni e le variazioni previste...)in questo"Chinatown"di Polanski che rimane un grandissimo film, anche per chi preferisca(di poco, però, come anche chi scrive)il Polanski fantastico, "dark", [...] Vai alla recensione »
Un appassionato del pioniere della letteratura americana Raymond Chandler, la cui mente partorì nel 1939 il detective Philip Marlowe, troverà ogni ingrediente adatto a far rientrare questo film tra i grandi capolavori. L'intera pellicola è costellata da argute e mai scontate battute di spirito, personaggi particolarmente carismatici e, last but not least, la sempre accattivant [...] Vai alla recensione »
Chinatown è uno di quei rari esempi di film,che dopo decenni,continua a comunicare come se fosse un film contemporaneo.Merito del grandissimo regista Roman Polanski,un caposaldo del cinema stesso,capace di regalare mille capolavori come "carnage","rosemary's baby" e molti altri che non starò qui a citare.Incredibile la forza narrativa ed espressiva del film,che [...] Vai alla recensione »
Guardare un film come Chinatown è per certi versi un'impresa: credo sia una delle pellicole in cui la macchina da presa segue maggiormente il protagonista. In pratica non se ne separà mai, e, se è anche vero che ciò si ritrova in parecchi film gialli, è altrettanto vero che Polanski dimostra un'attenzione quasi morbosa nei confronti del suo Jack Gittes. [...] Vai alla recensione »
Anni 30 Los Angeles. Un investigatore privato, ex poliziotto con un brutto ricordo legato a Chinatown, indaga su un crimine non troppo misterioso. La storia non è delle migliori, non si può certo paragonare a una trama alla Hitchcock. Il tutto si svolge piatto, senza suspance ed emozionanti colpi di scena. Anche il finale è piuttosto deludente e sconclusionato.
Un investigatore privato si ritrova incastrato in una situazione dove la riserva d'acqua e la struttura idrica della citta' e' usata da un uomo senza scrupoli ,e come se non bastasse e' anche autore di un incesto,riuscira' l'investigatore a uscire dai guai e a salvare una donna molto misteriosa che tra l'altro lo ha assunto? Polanski adatta la sceneggiatura di robert [...] Vai alla recensione »
Jack Nicholson ha un non so che di grandioso nell'interpretare l'investigatore privato. 1 oscar? No, non hanno capito niente gli oscar, questo sarebbe da migliuor film, miglior regia, miglior attore e anche sceneggiatura originale, per cui l'hanno premiato. Polanski bravissimo, tutto in questo film è uno splendore. Veramente meraviglioso.
La brillante ed infallibile sceneggiatura scritta da Robert Towne (giustamente insignito del Premio Oscar nel 1975) costituisce solamente il punto di partenza di quello che si configura come un (quasi) perfetto neo-noir in cui Roman Polanski esibisce tutte le convenzioni del genere per poi ribaltarle e dissacrarle con abilità ed intelligenza notevoli.
nn ci sono parole per descrivere questo film immortale
Noir in perfetto stile anni '40, curato ei minimi dettagli. A questo film non manca proprio nulla: intrigo, mistero, sensualità, scenografie bellssime, colpi di scena: insomma, è assolutamente da vedere. Grandissimo Jack Nicholson e finale imprevedibile.
Questo è un capolavoro dall'inizio alla fine. C'è poco da dire, tranne vederlo e rivederlo. Fino all'orrore finale del grande John Huston, che riunisce in sé tutti i poteri più feroci, padre, padrone, Capitale, Hollywood...
CHINATOWN di Roman Polanski è un bellissimo film "mistery" in segno dell'miglior stile di R.Polanski. TRAMA:a los Angeles,nell'1937 un investigatore privato di nome J.Gittes(J.Nicholson) si ritrova invischiato in una oscura rete di omicidi,corruzione e scandali occultati insieme a una donna(Faye Dunaway)e dovrà svelarne il mistero...RECENSIONE:il film oltre ad essere recitato in maniera eccellente(tra [...] Vai alla recensione »
un capolavoro del noir senza ombra di dubbio. Jack Nicholson e grandissimo come sempre,la Dunaway e magnifica,il tutto unito con la regia del grandissimo Roman Polansky. Un film che ha fatto scuola in questo genere e resta e rimane tra i 100 migliori film di tutti i tempi. Grande cast e grande Polansky
L'investigatore privato Jack Gittes ci viene presentato come un professionista,con un tocco di pacatezza e stile nel svolgere il suo mestiere in modo risoluto e onesto "per quanto lo si possa rimanere" .Polansky ci tiene sempre in una voglia di scoprire un "di più";quanto lo può essere un viso coperto dal fumo di una sigaretta o il passato di Gittes a Chinatown.Al [...] Vai alla recensione »
mi dispiace...ma il film è si bello...ma nn lo ritengo un capolavoro da 4.5 stelline...e poi che cosa mi significa quel finale...nn l'ho proprio capito
film che aha fatto storia del cinema nero anni 70 un vero gioello che tutti gli amanti del cinema dovrebbero guardare!! jack niconson straordinario faye dunaway pure.
stupendo noir anni 70 con un jack nicholson memorabile. la sceneggiatura è geniale e la storia è molto intrigante.amarissimo il finale.da vedere e rivedere
Un appassionato del pioniere della letteratura americana Raymond Chandler, la cui mente partorì nel 1939 il detective Philip Marlowe, troverà ogni ingrediente adatto a far rientrare questo film tra i grandi capolavori. L'intera pellicola è costellata da argute e mai scontate battute di spirito, personaggi particolarmente carismatici e, last but not least, la sempre accattivant [...] Vai alla recensione »