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Ultimo aggiornamento venerdì 3 gennaio 2020
Se il secondo episodio della saga, a parte una strana atmosfera depressiva, era già minestra riscaldata, il terzo è quasi insopportabile. L'idea di an... In Italia al Box Office Ritorno al Futuro - Parte III ha incassato 89,7 mila euro .
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1955. Marty è di ritorno da Doc con un messaggio che proviene dal Doc che si trova nel 1885 nel Far West che offre le coordinate per ritrovare la DeLorean. Una volta recuperata l'auto un'altra novità li attende: una lapide cimiteriale che riporta la data in cui Doc è stato ucciso colpito alle spalle rimanendo così nel perpetuo ricordo della sua amata Clara. È allora indispensabile riprendere la macchina del tempo per recarsi nel West dove lo scienziato fa il maniscalco e cercare di impedire la sua morte.
Per l'ultimo capitolo di Ritorno al futuro Zemeckis e il fedele cosceneggiatore Bob Gale affrontano la vicenda su un doppio binario (esemplificazione che si fa appropriata considerando l'importanza che il treno assume nello svolgersi dell'azione). Da un lato prosegue lo sviluppo di un'indagine teorica la cui complessità non è nascosta ma semmai esibita. La riflessione sul cinema e sul suo potere questa volta si fa, se possibile, ancora più esplicita con quella partenza della DeLorean in un drive in nella Monument Valley in cui sotto allo schermo è disegnato un nugolo di pellerossa a cavallo che verrà sfondato dall'auto in corsa per poi trovarsi davanti ad indiani veri che sembrano inseguire Marty mentre in realtà fuggono dal classico 7° Cavalleggeri. Così come ci sarà dato vedere, in un film in cui si ammicca ad Einstein e a Copernico, l'auto rinascere a nuova vita sotto un'altra forma (fantascientifica) che è bene non rivelare.
Tutto ciò però ha modo di integrarsi con quello che si potrebbe definire il più 'umano' degli episodi. Al personaggio affidato a Michael J. Fox non sono ormai lasciati molti spazi di evoluzione. Deve tornare a combattere con un cattivo, deve dimostrare di non avere paura, deve confrontarsi con i suoi antenati (anche se tutto ciò avviene sotto lo pseudonimo di... Clint Eastwood con alcune divertenti conseguenze). È invece su Doc che la sceneggiatura si può permettere di intervenire lasciando allo scienziato la sua vena di follia creativa ma facendogli accadere l'evento più irrazionale che possa capitare a un uomo abituato a calcolare e prevedere: innamorarsi a prima vista. Vedere Christopher Lloyd cedere, come da previsioni, al primo sguardo di una Mary Steenbugen che si diverte nel ruolo dell'innamorata appassionata di romanzi scientifici è davvero divertente. Qui starà però forse l'unica vera difficoltà nell'apprezzare la riproposta del film: è quasi certo che dal 1990 ad oggi il numero degli spettatori che hanno letto (o almeno sentito nominare) Giulio Verne sia sensibilmente diminuito. Potrebbe mancare qualche importante punto di riferimento.
Nel terzo capitolo della trilogia di Ritorno al futuro, si affermano appieno i fattori della serialità e dell’autoreferenzialità: i richiami interni all’universo creato dai due film precedenti sono continui e impegnano la mente, la partecipazione, la conoscenza dello spettatore, come è proprio della serialità dei telefilm, dei film a puntate degli anni ’10-’20, delle saghe della letteratura mondiale. I tre film raccontano di una macchina del tempo, e mostrano come il cinema stesso sia una macchina del tempo, una macchina che costruisce, modifica, dilata, comprime, deforma il tempo. In particolare, il terzo capitolo è una celebrazione del cinema come macchina creatrice di sogni e miti. Se i due precedenti capitoli sono già pieni di rimandi alla storia del cinema, a film, a generi (il cinema hollywoodiano classico, la fantascienza, La vita è meravigliosa, di Frank Capra…), il terzo capitolo è interamente concepito come un omaggio al western, con citazioni dei film di John Ford, di Sergio Leone, di Clint Eastwood (che è il nome che Marty si dà nel 1885).
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Splendido:è l'unico aggettivo che mi viene in mente per descrivere il terzo capitolo di una saga fantascentifica e ridicola allo stesso tempo.Come sempre Zemeckis(appoggiato da uno spielberg in forma produttiva)ridefiisce i ruoli dei protagonisti senza però cambiare gli aspetti di base.Con un Marty meno sentimentale e con un Doc meno razionale il risultato è sempre lo stesso dei primi due film:divertimento [...] Vai alla recensione »
In linea con gli altri 2 capitoli, forse un po' sottotono perchè non universalizza ma si focalizza solo sullo sfondo western ma per il resto è un'ottimo film che diverte, e conclude degnamente una trilogia come ce ne sono ben poche in giro...
"Back To Future Part III"(Robert Zemeckis, anche soggetto e sceneggiatura in collaborazione, 1990), muovendosi nell'ambito della trilogia, non poteva contenere elementi di originalità"totale"rispetto alle prime due partiperaltro originariamente, doveva esserci un film unico e conclusivo, racchiuso nella Prt II, poi, però, questione di lunghezza eccessiva del racconto, [...] Vai alla recensione »
E' una pellicola che, pur inferiore a mio avviso rispetto ai due precedenti episodi della saga, continua a mantenere una sua freschezza espressiva e una meravigliosa capacità di incantare lo spettatore, di farlo sognare. L'idea del viaggio nel tempo, pur se ripresa da moltri altri film, è declinata con originalità ed estrema perizia tecnica e di sceneggiatura.
E col finale della trilogia si va nel vecchio west! Buona idea per i film un po' fumettistici (non in senso negativo!) come la serie di "Ritorno al futuro". Ho definito "fumettistici" questi films perchè questi viaggi nel tempo avanti e indietro si trovano spesso anche interpreteti da Topolino e Pippo non solo nei fumetti recenti di autori italiani, ma anche in vecchi fumetti anni'50 scritti e disegnati [...] Vai alla recensione »
come tutta la trilogia. in effetti la trilogia si potrebbe considerare come un film unico lungo 6 ore...
Voglio innanzitutto precisare, che la saga di Ritorno al Futuro è tra le mie preferite.... ho perso il conto delle volte che ho visto ogni singolo episodio. Vorrei solo soffermarmi sul terzo episodio, e dire che secondo me c'era una soluzione alternativa per tornare nel 1985.... premetto che la mia versione non è cinematograficamente esaltante come la scelta del treno.
La recensione del Morandini è blasfemia. Poverino, deve essere redento.....
rispetto al due che era un po fiacco non ce paragone,molto meglio ora bella l'idea della fantascienza nel western,scene divertenti come alla fine sul treno,coinvolgente e con molte trovate interessanti dopo il primo il più bello della saga,un film che ancora sorprende e di cui il divertimento lo valorizza una degna dconclusione di una trilogia memorabile la cui bellezza oggi è difficilment [...] Vai alla recensione »
Se pensaba, como muchos saben, que"Back to future"de Zemeckis fuera una pelicula"unitaria", quiere decir capaz de tener juntos tiempos diferentes en una sola pelicula, pero, como se vio'despues, la cosa no se realizo'y entonces va muy bien esta Part III, donde el "fisico del futuro"se enamora y su joven amigo lo busca y va ser amigo en cada situacio'n.
terzo episodio, il più sensato e avventuristico, un capolavoro d'ingegneria d'holliwood, istruttivo e diretto... mettendo al bando le cance e buffonate, anche se gli effetti speciali di 20 anni fa non potevano competere ancora con le tecniche e l'apporto migliore... che, solo il progresso odierno... hanno potuto fornire, con trovate pirotecniche e avventure inaspettate.