Il cinema di Tsai Ming-liang continua ad essere spazio di riflessione personale e puro piacere estetico. Sperimentale, USA, Taiwan2024. Durata 79 Minuti.
Un monaco cammina tra le vie del Museo Nazionale di Arte Asiatica a Washington D.C.. Espandi ▽
Un monaco buddista avvolto in un abito di un rosso acceso si muove camminando con una lentezza esasperante, avulso da tutto ciò che lo circonda. Il territorio di marcia stavolta sono gli Stati Uniti, in particolare l’area attorno a Washington D.C., dove ha sede il Museo Nazionale di Arte Asiatica. Una serie di “quadri” a inquadratura fissa si susseguono mostrando i vari ambienti e cortili del museo, mentre il monaco li percorre in una sorta di esercizio meditativo. Guardando Abiding Nowhere si entra in contatto con quella che Guy Debord chiamava “deriva psicogeografica”, e lo spazio urbano si ri-configura davanti a noi. Meditazione per immagini, spazio di riflessione personale, puro piacere estetico: ciascuno troverà il suo punto d’ingresso preferito nel film, ma ciò che più conta è che Tsai Ming-liang continui a fare cinema di livello così assoluto anche in progetti di secondo piano. Recensione ❯
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Il titolo è preso da un'opera cinese dei primi del Novecento, scritta da Mei Lanfang. Il regista cinese Chen Kaige vive a New York, trapiantato da ver... Espandi ▽
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Nelle mani di Wong Kar-wai il wuxia si mescola con il mélo e diviene un lirico grido d'amore perduto. Espandi ▽
In mezzo a un deserto si trova la dimora di Feng Ou-yang (Leslie Cheung), esperto di arti marziali divenuto sicario a noleggio. Gli fanno visita diversi personaggi, ognuno con le sue storie e le sue bizzarrie: uno spadaccino che sta diventando cieco ed è pronto al suo destino (Tony Leung Chiu-wai), uno spadaccino esuberante in cerca di un'identità (Jackie Cheung), un fratello iperprotettivo e relativa sorella (Brigitte Lin), un fascinoso e solitario individuo che misteriosamente sembra recitare un ruolo in tutte le diverse vicende (Tony Leung Kar-fai). Da questi incontri Ou-yang verrà anche a conoscenza di informazioni relative a un passato, in particolare a una donna (Maggie Cheung), che cerca disperatamente di dimenticare. Recensione ❯
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I cittadini del Bhutan si devono confrontare con le prime elezioni democratiche. Espandi ▽
Bhutan 2006. Il re rinuncia a parte dei suoi poteri decidendo di indire per la prima volta elezioni democratiche. Alcuni funzionari statali vengono mandati nei villaggi per spiegare direttamente le dinamiche elettorali. In uno di essi un Lama decide di dotarsi di almeno un fucile per 'mettere le cose a posto'…
Al suo secondo film Pawo Choyning Dorji affronta le tematiche legate al suo popolo con uno stile diverso rispetto a Lunana - Il villaggio alla fine del mondo. Dal punto di vista occidentale un corpo elettorale formato da unità familiari e non da individui non può costituire un esempio di democrazia completamente attuata ma il film riesce ad offrire, con semplicità ma anche con sguardo acuto, la lettura di quali fossero le aspettative della monarchia e quanta confusione regnasse tra i sudditi.
Ci viene chiesto di interrogarci, senza che nessuno pretenda di farci la morale, su scelte e valori molto differenti dai nostri. Recensione ❯
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Kang vive da solo in una grande casa. Non invece vive in un piccolo appartamento, in città. Si incontrano, poi si lasciano, e le loro vite tornano a scorrere come prima. Espandi ▽
Lo scorrere dei giorni accomuna due personaggi molto diversi tra loro e lontani l'uno dall'altro. A Taiwan, Kang vive in una casa immersa nella natura, con grandi vetrate attraverso le quali fissare lo sguardo, e trascorre giornate di contemplazione tra una seduta di fisioterapia, un massaggio, e altri tentativi di curare il male che lo affligge. A Bangkok risiede invece Non, un immigrato di Laos che cucina nel suo angusto appartamento. I due si incontrano in una camera d'albergo prima di tornare alle rispettive vite. Recensione ❯
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Un malinconico e sublime coming of age, una perla dell'immacolata filmografia di uno dei maestri della storia del cinema. Drammatico, Taiwan1986. Durata 109 Minuti.
Due ragazzi sono cresciuti insieme. Quando uno deve partire per il servizio militare, l'altra gli scrive una lettera per ogni giorno di assenza. Espandi ▽
Dust in the Wind apre la cosiddetta “trilogia di Wu Nien-jen”, così denominata perché si avvale delle straordinarie sceneggiature di Wu, che scriverà per Hou anche due capolavori come Città dolente e Il maestro burattinaio, con un tocco autobiografico, ispirato alla vita reale di Wu. In Dust in the Wind lo stile di regia di Hou appare già consolidato nelle sue caratteristiche principali: macchina da presa spesso ferma, in piani fissi e prolungati, con uno sfruttamento massimo della profondità di campo. Wan sembra avere le idee chiare sul proprio futuro e porta avanti con determinazione un percorso fatto di certezze, salvo scontrarsi con l’impredicibilità del fato che, come in una tragedia greca, si dimostra superiore a qualsiasi volontà dell’uomo, per quanto tenace. Negli scherzi di un destino beffardo rimane solo il cinema e la sua magia. Questo è un malinconico coming of age di sublime levità. Recensione ❯
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Ultima fatica di Tsai Ming-Liang, Goodbye Dragon Inn e un omaggio al cinema e, prima ancora, ai luoghi dove il cinema si consuma e si condivide. Espandi ▽
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Hsiao-Kang, cameriera in un bar, ritrova Shiang-chyi durante una carestia che paralizza la Malesia. Espandi ▽
Cantore della solitudine urbana, con I don't want to sleep alone, Tsai Ming-Liang costruisce un'opera densa e inquietante.
Girato a Kuala Lumpur, in Malesia, paese d'origine del regista, il film segue le traiettorie dei suoi personaggi: un senza tetto cinese pestato a sangue, ospitato da un lavoratore del Bangladesh, e una cameriera di un coffee shop. Recensione ❯
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Una commedia strampalata capace di riflettere sui rapporti umani nel nostro presente. Commedia, Taiwan2020. Durata 95 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
La love story più eccentrica dell'anno arriva da Taiwan, è stata girata con un iPhone ed è già destinata a diventare un cult movie. Espandi ▽
Chen Po-ching soffre di disturbo ossessivo-compulsivo (DOC): deve continuare a lavarsi le mani e a disinfettare e pulire l'ambiente domestico, oltre a uscire solo un giorno al mese, adeguatamente "protetto" dagli agenti esogeni, per recarsi in un negozio di alimentari. Un giorno trova il suo negozio di fiducia con le serrande abbassate ed è costretto a cambiare: conosce così Chen Ching, una ragazza simile a lui in tutto e per tutto, DOC compreso. Ching deve evitare la luce del sole, che le causa irritazioni alla pelle. In breve tempo i due capiscono di essere fatti l'uno per l'altra e credono di essere stati uniti dal destino. Giurano di non voler cambiare mai, solo che le patologie talora possono anche essere curate. Recensione ❯
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Si tratta del quarto lungometraggio del regista Lee, taiwanese di nascita. Sono però molti anni che l'autore si è trasferito negli Stati Uniti e infatti la produzione è anche americana. Il protagonista è Wai-Tung, cinese trapiantato a New York. Espandi ▽
Si tratta del quarto lungometraggio del regista Lee, taiwanese di nascita. Sono però molti anni che l'autore si è trasferito negli Stati Uniti e infatti la produzione è anche americana. Il protagonista è Wai-Tung, cinese trapiantato a New York. Ha intrapreso con successo la carriera di imprenditore, è instabile psicologicamente e di tendenza omosessuale. Il suo uomo, Simon, gli consiglia di prendere in moglie Wei-Wei, che ha problemi finanziari. La situazione però precipita perché, per partecipare al matrimonio, i parenti di lui approdano a Manhattan. La storia è una miscela tra Green Card di Peter Weir e Il vizietto di Molinaro. Recensione ❯
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Uno Tsai Ming-Liang quasi pornografico che riesce ad essere profondamente "morale": la storia di un venditore di orologi che diventa attore porno e non può amare una sua ex cliente se non col corpo. Espandi ▽
Si può essere "morali" portando sullo schermo l'erotismo più estremo? Si può. Ce lo dimostra Tsai Ming-Liang con questo suo ultimo film.
In una Taiwan prosciugata da una calura improvvisa un ex venditore di orologi divenuto attore porno incontra una ex cliente che abita al piano sottostante l'appartamento in cui si girano i film. I due potrebbero e forse vorrebbero amarsi ma l'amore è impossibile per il regista taiwanese. Perché? Perché deve servirsi del corpo, un corpo che la pornografia non rende "vitale" come propaganda vorrebbe, ma riduce a carne morta, incapace di reazioni che non siano meccaniche. (Vietato ai minori di 14 anni)Recensione ❯
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Un monaco tibetano cammina pianissimo lungo vicoli, strade, piazze e scale di Marsiglia. Espandi ▽
In un pugno di scene gestite con camera fissa un monaco cammina pianissimo, in maniera quasi impercettibile, per le strade, i vicoli e le scale di Marsiglia. Esplodendo la performance portata dall'attore Lee Kang-Sheng (qui nel ruolo del monaco) di una camminata dalla durata di 30 minuti, già vista al Teatro Nazionale di Taipei, Tsai Ming-Liang ha realizzato una serie di film brevi in cui il suddetto monaco attraverso pianissimo diversi luoghi prima dell'Asia e ora del mondo. Recensione ❯
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Ang Lee racconta Taiwan agli occidentali in una storia "marziale" agile ed elegante. Avventura, Taiwan, USA2000. Durata 119 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Li Mu Bai è un maestro di arti marziali la cui spada viene ritenuta dotata di poteri magici. Li Mu Bai ama la bella e coraggiosa Yu Shu Lien, ma non può rendere espliciti i suoi sentimenti perché la ragazza è stata fidanzata al suo fratello di sangue. Espandi ▽
Li Mu Bai è un maestro di arti marziali la cui spada viene ritenuta dotata di poteri magici. Li Mu Bai ama la bella e coraggiosa Yu Shu Lien, ma non può rendere espliciti i suoi sentimenti perché la ragazza è stata fidanzata al suo fratello di sangue. Un giorno decide di consegnare la spada a Shu Lien perché la porti al signor Tè che dovrà custodirla. Ma il dignitario se la fa rubare. Recensione ❯
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