Un documentario affascinante che tratteggia il suo protagonista con esemplare genuinità. Documentario, Italia2024. Durata 90 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Marcello Lippi, campione del mondo, vincitore di scudetti e di Champions League, innovatore del calcio.
Un racconto appassionato di un allenatore vincente e un uomo coraggioso. Espandi ▽
Nel nostro calcio di figure mitologiche e affascinanti ce ne sono state molte, e tra queste quella di Marcello Lippi, tra gli allenatori più vincenti di sempre, occupa una posizione indubbiamente privilegiata. Il suo palmarès, che conta fra i tanti trofei vinti diversi campionati, una Champions League e un Mondiale, è quello di chi ha saputo vincere e lo ha saputo fare con le proprie idee, radicate nel Lippi uomo prima ancora di quello allenatore.
Adesso vinco io, documentario diretto da Herbert Simone Paragnani e Paolo Geremei, ripercorre la storia di Marcello Lippi attraverso le conquiste sportive e i successi, ma contemplando, così come si fa per le grandi opere, anche l'essenza dietro la superficie, dunque l'uomo e il padre dietro quell'allenatore apparentemente imperturbabile.
Il film è un documentario affascinante che tratteggia il suo protagonista con esemplare genuinità, che racconta ed esamina l'uomo prima della sua immagine pubblica, esaltandone quella straordinaria dedizione che forse ne è la principale specialità. Una storia di successi e trofei, quella di Lippi, di viaggi in giro per il mondo che, come in tutte le narrazioni più avvincenti, finiscono dove tutto è iniziato: dal cielo blu di Berlino all'azzurro del mare, quello di Viareggio, dove la sua grande storia ha avuto origine. Recensione ❯
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La poeta amata da Elsa Morante incarna la modernità anche pop della poesia italiana contemporanea, l'amore per le parole e per la performance. Espandi ▽
Roma, Trastevere. Gli scrittori Annalena Benini e Francesco Piccolo sono a casa dell’amica poeta Patrizia Cavalli per coinvolgerla in un film che la riguardi (la stessa casa filmata da Céline Sciamma nel cortometraggio This Is How a Child Becomes a Poet, presentato ugualmente in Giornate degli Autori 2023). Il tempo incalza, il taglio di capelli - che nelle foto di lei da ragazza sono lunghi e lisci - dichiara una malattia in corso. Lei accetta la proposta di “costruire andando”, cioè di non procedere ordinatamente: non fa parte della sua natura.
Andrà proprio così: a volte restando in campo, anche solo con l’audio, ma per la maggior parte del tempo rimanendone fuori, gli autori, si mettono a sua totale disposizione, catturandone la naturalezza davanti alla macchina da presa.
Se l’amica Elsa Morante la laureò poeta (non poetessa) insistendo per conoscerla attraverso la lettura dei suoi versi, allora qui Cavalli si racconta quasi sempre parlando di altro da sé. Recensione ❯
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Un ritratto d'osservazione quotidiana che conferma la sensibile ricerca cinematografica del suo autore. Documentario, Italia2022. Durata 102 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Gigi è un vigile di campagna dove sembra non succedere mai niente. Un giorno, però, una ragazza si suicida sotto un treno. Non è la prima volta. Comincia un'indagine su questa inspiegabile serie di suicidi. Espandi ▽
Alessandro Comodin prosegue nel suo lavoro di ricerca cinematografica sensibile e percettiva, ai confini tra il documentario, la finzione e la semplice realtà. Erano i tratti dei fortunati film precedenti e tornano oggi nel curioso Gigi la legge, un ritratto d'osservazione quotidiana attorno alla figura di un poliziotto di provincia. Comodin eccelle nel diluire il singolo momento fino a farlo divenire straniante. Qui gli bastano le poche suggestioni fuori dall'ordinario del rapporto del protagonista con la natura per infondere un'atmosfera surreale nel resto della sua esistenza, e in qualche modo far maturare uno sviluppo che arriverà soltanto alla fine, con un ultimo viaggio nell'auto di pattuglia e una sorprendente quanto sommessa conversazione su una panchina. Recensione ❯
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Gianfranco Rosi ripercorre i viaggi del Papa impostando un dialogo a distanza tra il flusso dell'archivio dei viaggi del Papa, le immagini del suo cinema, l'attualità e la storia recente. Espandi ▽
A nove anni dall’inizio del suo pontificato, Papà Francesco ha compiuto trentasette viaggi, dal primo a Lampedusa agli ultimi in Medio Oriente e in Canada. Gianfranco Rosi ripercorre le missioni del Pontefice facendo dialogare le immagini ufficiali con i filmati d’archivio, alcuni frammenti dei suoi film e riprese effettuate per l’occasione. Da documentarista Rosi osserva, confronta, amplia la prospettiva e usa le immagini per confrontarsi con il proprio soggetto. Il suo racconto non sta dalla parte di Francesco, bensì dietro, o di fronte, provando a scorgere debolezze e incertezze che sovente spezzano l’ufficialità dei discorsi scritti e delle riprese ufficiali. Grande comunicatore, Papa Francesco non si tira indietro di fronte ai problemi, soprattutto quando è lui ad avere la parola. E anche Rosi dunque non si tira indietro, accettando l’idea che il suo film prosegua in modo meccanico, di viaggio in viaggio, in modo piuttosto compilativo e didascalico, ma in questo modo riuscendo contestualizzare e verificare le parole del Papa. Recensione ❯
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Una gustosissima cavalcata attraverso l'impresa epica dei Mondiali dell'82. Che coinvolge anche chi di calcio non sa nulla. Documentario, Italia2022. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Il film ripercorre le sette partite, come le tappe di un viaggio, che hanno portato l'Italia, guidata dal CT Enzo Bearzot, ad aggiudicarsi la Coppa del mondo e a compiere questa straordinaria impresa. Espandi ▽
È l'11 luglio 1982, e la nazionale di calcio italiana è stata appena proclamata Campione del Mondo. Tutto il Paese esulta, il presidente Sandro Pertini in prima fila, tutti festeggiano la squadra e il suo mister, Enzo Bearzot, come fossero eroi. Ed è proprio seguendo lo schema classico della narrazione definito come Il viaggio dell'eroe, identificato da Joseph Cambell e codificato per il cinema dallo sceneggiatore Chris Vogler, che Manlio Castagna, sulla base di un soggetto di Manuela Cacciamani che co-firma con lui la sceneggiatura, racconta quel manipolo di giocatori che fecero l'impresa.
Il risultato è un racconto epico più che un resoconto sportivo, in grado di coinvolgere emotivamente anche chi di calcio non sa nulla, e soprattutto chi quel 1982 già c'era e ricorda l'entusiasmo travolgente di un momento elettrizzante della storia italiana.
Castagna ci fa entrare nel vivo dell'azione e dentro quei piccoli schermi che hanno realizzato all'epoca le telecronache dei Mondiali, ricava inquadrature ravvicinatissime che stanno sui volti più che sulle azioni di gioco, e il montaggio di Diego Capitani è un capolavoro di velocità e sintesi, riproducendo quella febbre che ha contagiato tutta l'Italia, ben visibile nel suo esondare in strada, in preda ad una gioia incontenibile e ad un orgoglio patriottico finalmente ritrovato. Recensione ❯
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Un ritratto struggente e intenso di una comunità di amici che si ritrova insieme molti anni dopo per celebrare la vita e la morte prematura dell'amico più emblematico del gruppo. Espandi ▽
Nel 2018 Mauro Fagioli moriva a 47 anni. Da tempo era recluso all’ultimo piano di un palazzo della Roma bene dove esercitava la sua unica attività, portare a termine il film dei suoi sogni con materiali raccolti nell’arco di vent’anni: ore e ore di girato peripatetico cui avevano partecipato volontariamente tutti i suoi amici. Quegli stessi amici si ritrovano sul terrazzo condominiale del palazzo per celebrare la veglia funebre di Fagioli, ricordandone l’impresa mancata. Il documentario di Federica Di Giacomo racconta dal di dentro un mondo specificatamente romano: quello degli aspiranti cinematografari e della corte che si crea loro attorno. E pone infinite domande sull’arte e la sua necessità, sul rapporto fra ego e creazione, sulla differenza fra talento e velleità, sulla capacità di rimanere autentici e concreti di fronte alle sirene di una vocazione mai confermata, lasciando al suo racconto, che cresce nel segno dell’incompiutezza, la possibilità di dipanarsi con calma e precisione per la durata della rielaborazione del lutto. Recensione ❯
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Un'ampia carrellata che prova a raccontare una delle figure artistiche più importanti degli ultimi 50 anni. Documentario, Italia2021. Durata 100 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un emozionante viaggio all'interno della vita e della carriera del più importante uomo di spettacolo italiano. Espandi ▽
All’inizio era un altro progetto. Nel 2018 Edoardo Leo avrebbe dovuto realizzare un documentario su A me gli occhi, please, lo spettacolo che nel 1976 ha cambiato il recente panorama teatrale, con Proietti che è stato seguito per due anni nei camerini, durante le prove e gli spettacoli. Poi, dopo la morte dell’attore il 2 novembre 2020, si cambia strada. Il racconto di questo lavoro è dichiaratamente insufficiente per mostrare quello che ha lasciato Proietti nella sua carriera di oltre 50 anni. Dentro a Luigi Proietti detto Gigi ci sono tre documentari.
Dei tre documentari il primo è quello più compiuto, il secondo è quello più classico, il terzo è quello invece del rimpianto. Una carrellata ampia, segnata da una voce-off che in alcuni momenti è apparsa troppo insistente ma utilizzata da Edoardo Leo per sottolineare quello che è stato il suo rapporto con Proietti e quella che è la sua visione su di lui. In più, anche se ci sono molte informazioni sul suo legame con Roma, non ne è emerso in pieno il rapporto viscerale di dipendenza. C’è tantissimo di Proietti in questo lavoro ma si voleva vedere ancora di più. La sua figura è ancora molto viva e presente nel nostro immaginario. Proprio per questo, forse il valore di Luigi Proietti detto Gigi aumenterà nei prossimi anni. Recensione ❯
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Un film che cattura tutta l'energia di Cecilia Mangini. L'unico possibile che poteva realizzare oggi. Documentario, Italia2021. Durata 89 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un film anomalo che mostra tutta la forza dell'artista Cecilia Mangini. Espandi ▽
Il mondo a scatti cattura tutta la vitalità e l'energia di Cecilia Mangini, scomparsa nel gennaio 2021 a 93 anni. Il dettaglio sul suo occhio mostra il rapporto continuo tra la cineasta e la realtà. Attraversa le fasi della sua carriera ma non è un documentario biografico. Procede piuttosto per frammenti sparsi, dall'influenza di alcune riviste di fotografia come "Tempo" e soprattutto quella di propaganda nazista "Signal", alle immagini scattate alle Isole Eolie nel 1952 a Panarea e Lipari fino a quelle sul set di La legge, realizzato in Puglia da Jules Dassin nel 1958 che non sono state le classiche foto promozionali ma invece un backstage sugli attori e sugli abitanti del posto che vedevano per la prima volta come si faceva un film. Il mondo a scatti, malgrado qualche soluzione leggermente forzata (le foto che ha scattato in Vietnam che si muovono sul rumore dei bombardamenti, il ritocco con le mascherine) oggi è insieme una ricca testimonianza e, insieme, un prezioso testamento. Recensione ❯
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L'avventurosa ascesa di Salvatore Ferragamo, dalla provincia di Avellino all'incontro con Hollywood. Documentario, Italia2020. Durata 120 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un ritratto del celebre stilista che dall'Italia arrivò a Hollywood. Espandi ▽
L'appassionante storia umana, artistica e imprenditoriale di Salvatore Ferragamo, dall'infanzia a Bonito, dove ha realizzato le sue prime scarpe, al viaggio in America in cerca di fortuna, dalle esperienze a Hollywood al ritorno in Italia, dal rischio del fallimento alla rinascita nel suo laboratorio di Firenze fino alla definitiva consacrazione. Carattere, istinto, genio, curiosità e straordinaria intuizione: Salvatore - Shoemaker of Dreams mostra il mistero e il fascino di una figura complessa, un'icona della moda italiana e mondiale che non ha mai perso di vista l'importanza dei legami famigliari. Il docufilm, con la voce narrante di Michael Stuhlbarg, si avvale di immagini inedite e testimonianze che vedono protagonisti, accanto ai membri della famiglia Ferragamo, il regista Martin Scorsese, la costumista Deborah Nadoolman Landis, e numerosi studiosi, docenti, stilisti, giornalisti, critici di moda e cinematografici. Recensione ❯
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Una confessione collettiva imbevuta di rimpianto, espressa con feroce e mai sentimentale lucidità. Documentario, Italia2021. Durata 100 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Marco Bellocchio, attraverso la sua famiglia, fa rivivere la storia di suo fratello, senza filtri o pudori, quasi una indagine, che ricostruisce un'epoca storica e tesse il filo rosso di tanto suo cinema. Espandi ▽
Il 27 dicembre 1968 Camillo Bellocchio, fratello gemello del regista Marco, si è tolto la vita, all’età di 29 anni. Oggi i fratelli superstiti – oltre a Marco ci sono Piergiorgio, Letizia, Alberto e Maria Luisa – ripercorrono quella tragedia insieme ad altri componenti della grande famiglia Bellocchio ricordando la vita e la morte dell'“angelo": il risultato è una confessione collettiva imbevuta di rimpianto, eppure espressa con feroce e mai sentimentale lucidità. Un modo per il regista di restituire l'immagine di quel fratello che si sentiva invisibile accanto a personalità più forti e più affermate della sua. Marx può aspettare è un document(ari)o straordinario, sintesi del cinema di Marco Bellocchio e al contempo rivelazione profondamente intima della personalità del regista e di “quel manicomio che era la nostra casa”, dove “ognuno pensava a se stesso”. Bellocchio entra nel lato oscuro proprio e della sua famiglia con un coraggio da kamikaze e ce lo espone con la generosità che caratterizza tutto il suo cinema, eterno evocatore di ombre e di fantasmi. Recensione ❯
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Un racconto ad ampio raggio che con originalità guarda ad un artista che ha sempre preferito gli ultimi. Documentario, Italia2021. Durata 79 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un ritratto che attinge da un bacino infinito di materiali di repertorio pubblici e privati per creare un viaggio visivo e sonoro nell'immaginario poetico di uno dei nostri cantautori più amati, Lucio Dalla. Espandi ▽
Il ritratto di Lucio Dalla, uno dei più originali cantautori italiani (noto anche al di fuori dei confini nazionali) nasce dalle testimonianze di Umberto Righi detto Tobia, che è stato il suo manager sin dall'esordio, e di Stefano Bonaga che di Dalla è stato amico già dall'infanzia. Il supporto visivo viene fornito da un'ampia quantità di materiale documentaristico oltre che da dichiarazioni dello stesso Dalla. Recensione ❯
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Il racconto di una comunità guerriera e della propria terra, di cui nessuno ha saputo intuire la bellezza
. Documentario, Italia2020. Durata 96 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un racconto fra realismo e proiezioni nell'immaginario, fra nostalgia ed inevitabile pragmatismo. Espandi ▽
L'ultimo triangolo di spazio abitabile alla foce del Tevere: le persone che ci vivono lo chiamano Punta Sacra. Il film racconta la vita della comunità dell'Idroscalo di Ostia, oggi composto da 500 famiglie. Su tutte, quella di Franca, a capo di una famiglia completamente al femminile, narratrice e motore delle storie che rendono vivo quel lembo di terra. Un racconto fra realismo e proiezioni nell'immaginario, fra nostalgia ed inevitabile pragmatismo. E un desiderio su tutto: poter continuare a vivere in quel luogo, che per loro è casa. Recensione ❯
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Il pellegrinaggio meditativo e letterario di Paolo Cognetti, in direzione (e in contemplazione) dell'Alaska di 'Into the Wild'. Documentario, Italia2021. Durata 82 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un percorso originale e dal potente impatto visivo, sulle orme di Ernest Hemingway, Raymond Carver, H.D. Thoreau, Jack London, Herman Melville e Chris McCandless di Into the Wild, in un viaggio letterario ed emozionante dalle Alpi all'Alaska. Espandi ▽
Nel 2019 lo scrittore Paolo Cognetti, autore di "Le otto montagne" (premio Strega 2017) progetta con l'amico Nicola Negrin, illustratore, un viaggio carico di significati. L'itinerario è definito dai luoghi legati agli scrittori più amati da Cognetti: da Milano i due volano verso gli Stati Uniti, a Port Angeles (nello stato di Washington), dov'è sepolto Raymond Carver, passando per i territori dello Yukon in cui Jack London ha composto Il richiamo della foresta, tra suggestioni di Herman Melville ed Ernest Hemingway. Fino al Denali National Park, in Alaska, al Magic Bus che fece da casa a Christopher McCandless, il protagonista di "Nelle terre estreme" di John Krakauer reso celebre dal film Into the Wild di Sean Penn. È infatti attraverso quella visione che Cognetti, classe 1978, a trent'anni ha scoperto Henry David Thoreau e sposato quella scelta, se pur con minor radicalità. Tanto che in apertura rielabora proprio un passo da Walden ovvero vita nei boschi di Thoreau. Recensione ❯
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Alida Valli riscoperta tramite il suo epistolario e un mosaico di voci. Tra cinefilia e amore familiare. Documentario, Italia2020. Durata 105 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un ritratto inedito della grande attrice che ha saputo far emozionare il pubblico italiano e internazionale. Espandi ▽
Nata a Pola il 31 maggio 1921 da padre insegnante di origine nobile e madre musicista, Alida Maria Altenburger è una ragazza non comune, che desidera sopra ogni cosa l'indipendenza. Con il nome di Alida Valli avrà una vita di successo, tesa a cercare, prima del lavoro, l'amore. Per difenderlo dalle speculazioni, proprio come nella canzone Ma l'amore no che la identificò. E a smitizzare la propria immagine di diva. Recensione ❯
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Stessi eccelsi metodi ma nuovi livelli di ambizione. Rosi racconta il Medio Oriente tormentato dalle guerre. Documentario, Italia2020. Durata 100 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un documentario girato nelle zone calde di Siria, Libano e Iran. Espandi ▽
Resoconto per immagini di tre anni di ricerca trascorsi lungo le zone di confine tra Siria, Libano, Iraq e Kurdistan. In nome di un'idea di Medio Oriente privo di linee separatrici ma scavato dalle ferite di guerra e occupazione, varie storie di umanità si intrecciano: un cacciatore in barca tra i canneti e una squadra di guerrigliere in pattuglia, un ragazzo che lavora a giornata per aiutare la famiglia e dei soldati a un posto di blocco. Uno spettacolo teatrale messo in scena dai pazienti di un ospedale psichiatrico e una maestra elementare che fa terapia di classe. Madri che hanno perso figli e figlie prigioniere che comunicano con le madri. Tra luce e oscurità, un mondo che resiste e reclama il suo quotidiano. Recensione ❯
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