Punta Sacra

Film 2020 | Documentario, +13 96 min.

Regia di Francesca Mazzoleni. Un film Da vedere 2020 con Franca Vannini, Silvia Fontana, Giulia Fontana (II), Stefania Fontana, Francesca Bianchi. Cast completo Genere Documentario, - Italia, 2020, durata 96 minuti. Uscita cinema giovedì 10 giugno 2021 distribuito da Morel Film. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 - MYmonetro 3,39 su 7 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento giovedì 10 giugno 2021

Un racconto fra realismo e proiezioni nell'immaginario, fra nostalgia ed inevitabile pragmatismo. Il film è stato premiato ai Nastri d'Argento, ha ottenuto 1 candidatura a David di Donatello, Il film è stato premiato a Roma Film Festival, In Italia al Box Office Punta Sacra ha incassato nelle prime 3 settimane di programmazione 3,1 mila euro e 2,2 mila euro nel primo weekend.

Consigliato sì!
3,39/5
MYMOVIES 4,00
CRITICA 3,50
PUBBLICO 2,67
CONSIGLIATO SÌ
Il racconto di una comunità guerriera e della propria terra, di cui nessuno ha saputo intuire la bellezza .
Recensione di Ilaria Ravarino
lunedì 27 aprile 2020
Recensione di Ilaria Ravarino
lunedì 27 aprile 2020

"Sta a uscì fòri casa de Nadia". È una delle prime battute pronunciate da Franca, la pasionaria dell'Idroscalo, la Anna Magnani di Punta Sacra, e in questa manciata di parole, sospirate davanti a resti di stracci e oggetti restituiti dal mare, c'è già tutto il manifesto del documentario di Mazzoleni, sincopato racconto per capitoli su un mondo ontologicamente al limite - alla foce del Tevere, alle soglie della Capitale, in bilico sul mare.

C'è innanzitutto il senso di qualcosa che si porta via all'improvviso un pezzo di vita, come un'onda che travolge senza preavviso la spiaggia, e che restituisce alla terra scomposti avanzi capaci di risvegliare, per metonimia, memorie e ricordi in chi li ha vissuti.

Uno strappo brutale, come quello subito dalla comunità dell'Idroscalo di Roma, autonominatasi "Punta Sacra", quando nel 2010 per effetto di un'ordinanza dell'allora sindaco Gianni Alemanno, furono sgomberate da centinaia di poliziotti le case costruite dagli occupanti nel corso degli anni Sessanta.

Case abusive come quella di Nadia, che la gente di Ostia chiamava baracche, abitate dagli occupanti quando erano solo quattro mura senza tetto: "Ci chiamano i cani sciolti, i baraccati, i brutti sporchi e cattivi", spiega con un sorriso amaro Franca, mai scesa dalle barricate ("È 'n attimo che se rimettemo l'elmetto"), con la maglietta del Che addosso e un grande amore per Pier Paolo Pasolini, che proprio all'idroscalo, nel novembre del 1975, trovò la morte. "Non a Punta Sacra", precisano gli abitanti, per i quali il poeta è parte di un bagaglio di ricordi ancora fresco e non filtrato, ma "alla Lipu" - l'oasi naturalistica sorta negli anni Novanta, proprio alla foce del Tevere, sui resti di quella disgraziata discarica.

Insieme trauma e atto fondativo, data a partire dalla quale segnare un "prima" e un "dopo" a Punta Sacra, lo sgombero del 2010 è il punto di partenza per il racconto di una comunità - poco più di 500 famiglie - che da allora lotta per affermare la propria identità. Come "casa de Nadia" è riconoscibile solo agli occhi di Franca nei resti riportati dal mare, così la comunità di Punta Sacra è per i suoi abitanti un territorio preciso, con le sue regole e le sue dinamiche, ma per il resto della città resta una propaggine degradata, una periferia dimenticata, una frontiera da sgomberare per fare spazio alle magnifiche sorti e progressive del Porto Turistico di Ostia.

È una questione di appartenenza, come riflette il rapper Chicky Realeza nelle uniche interviste in camera che concede il film: "Se la guardi con appartenenza, Ostia ti sembra bella". Se la guardi con appartenenza, questa lingua di terra abbracciata dal Tevere e dal mare non è più una baraccopoli con le strade polverose, ma una borgata con un cuore autentico e popolare, e l'aspirazione al passaggio - lessicale ed economico - a borghetto.

Borghetto di pescatori, come quello più antico, creato a Ostia dalle baracche dei pescatori napoletani a fine Ottocento, perché qui i ragazzi cominciano a pescare a 13 anni e il mare lo conoscono meglio di chiunque altro. Ma se restare e resistere è una questione di vita o di morte per gli adulti, che quel luogo lo hanno conquistato, per i loro figli offesi dallo stigma della periferia è difficile resistere alle attrattive social e sociali del mondo fuori dalla spiaggetta. Anche per questa tensione irrisolta tra appartenenza e rifiuto, emancipazione e tradizione, cosa sarà di questa terra e dei suoi abitanti è un interrogativo destinato a rimanere - nel film come nella realtà - senza risposta.

Resta certamente il sapore di una meravigliosa scoperta e di una grande bellezza: quella del mare, del fiume e dei tramonti languidi accarezzati dalle riprese aeree di Mazzoleni, e quella umana, di donne e uomini che dal nulla hanno costruito l'appartenenza a una terra di cui nessuno, prima, aveva saputo intuire la ricchezza.

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STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
giovedì 21 marzo 2024
Massimo Causo
Duels.it

La linea dell'orizzonte è quella che si impone, questione di contatto tra cielo e mare, e di variazioni di blu che verso il tramonto tendono al cobalto delle nuvole. Siamo all'Idroscalo di Ostia, sulla foce del Tevere, tra gli abitanti del quartiere che resistono all'assalto del demanio, delle ruspe che hanno demolito un po' di case e del Porto Turistico che sta lì senza dare nulla a nessuno.

giovedì 10 giugno 2021
Matteo Galli
Close-Up

Studentessa del Centro Sperimentale di Cinematografia, diplomata nel 2015, la regista siciliana Francesca Mazzoleni (classe 1989) è da annoverarsi fra i più promettenti talenti del cinema italiano, soprattutto di stampo documentaristico, anche se la regista non disegna pure la finzione, come dimostra il suo primo lungometraggio intitolato Succede tratto da un romanzo della scrittice e YouTuber Sofia [...] Vai alla recensione »

martedì 8 giugno 2021
Giona A. Nazzaro
Film TV

Come si racconta una comunità oggi? E cosa significa documentario e messa in scena? A queste domande - che sono anche questioni teoriche - Francesca Mazzoleni offre una risposta a dir poco entusiasmante. Nel raccontare la vita delle famiglie che popolano l'Idroscalo di Ostia, la giovanissima regista adotta un registro empatico, che le permette di mettersi all'ascolto delle storie che le sono offerte. [...] Vai alla recensione »

sabato 5 giugno 2021
Federico Pontiggia
Il Fatto Quotidiano

Dopo troppi film di finzione girati, e talvolta spacciati, quali documentari, un documentario girato come un bel film di finzione: è Punta Sacra di Francesca Mazzoleni, catanese, classe 1989, in carnet Succede (2018, dal romanzo di Sofia Viscardi). Pluripremiato e dal 10 giugno in tour tra sale e arene accompagnato dalla regista, prende il titolo dall' ultimo triangolo abitato alla foce del Tevere [...] Vai alla recensione »

venerdì 23 ottobre 2020
Paolo Mereghetti
Il Corriere della Sera

Francesca Mazzoleni, invece, per Punta Sacra si è integrata con la sua cinepresa tra gli abitanti di quella lingua di terra a rischio sgombero che a Ostia sconfina nel mare. E ne fa rivivere con passione le tante facce, dalla «pasionaria» che cita Pasolini alla ragazza schiacciata da un destino di povertà che crede immutabile fino agli sforzi di tutti per dimenticare almeno a Natale i loro tanti problemi. [...] Vai alla recensione »

lunedì 27 aprile 2020
Lorenzo Ciofani
La Rivista del Cinematografo

Sono cinquecento le famiglie che ancora vivono a Punta Sacra, l'ultimo triangolo di spazio abitabile alla foce del Tevere. All'Idroscalo di Ostia, dov'è morto Pasolini ("Ma non è morto qua, diglielo alla maestra"). Una comunità che resiste a coloro che per quel posto hanno altri progetti, certo non corrispondenti a chi l'associa all'unica idea di casa possibile.

NEWS
NEWS
mercoledì 9 giugno 2021
 

Un racconto fra realismo e proiezioni nell'immaginario, fra nostalgia ed inevitabile pragmatismo. Vai all'articolo »

[LINK] FESTIVAL
lunedì 4 maggio 2020
 

Punta Sacra di Francesca Mazzoleni, vince il premio principale, il Sesterce d'Or La Mobilière, come miglior film a Visions du Réel, uno dei più importanti festival internazionali dedicati al genere documentario.

[LINK] FESTIVAL
lunedì 27 aprile 2020
Ilaria Ravarino

Il sapore di una meravigliosa scoperta: quella del paesaggio e quella umana. In concorso al Festival Visions du Réel. Vai all'articolo »

TRAILER
venerdì 24 aprile 2020
 

Un racconto fra realismo e proiezioni nell'immaginario, fra nostalgia e pragmatismo. In programma a Visions du Reél. Guarda il trailer »

winner
miglior doc. - premio valentina pedicini
Nastri d'Argento
2021
winner
alice nella città - premio speciale della giuria
Roma Film Festival
2020
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