Anno | 2021 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Italia |
Durata | 100 minuti |
Regia di | Marco Bellocchio |
Uscita | giovedì 15 luglio 2021 |
Tag | Da vedere 2021 |
Distribuzione | 01 Distribution |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 4,15 su 23 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento sabato 17 luglio 2021
Marco Bellocchio, attraverso la sua famiglia, fa rivivere la storia di suo fratello, senza filtri o pudori, quasi una indagine, che ricostruisce un'epoca storica e tesse il filo rosso di tanto suo cinema. Il film ha ottenuto 1 candidatura ai Nastri d'Argento, 1 candidatura a David di Donatello, In Italia al Box Office Marx può aspettare ha incassato 215 mila euro .
ASSOLUTAMENTE SÌ
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Il 27 dicembre 1968 Camillo Bellocchio, fratello gemello del regista Marco, si è tolto la vita, all'età di 29 anni. Oggi i fratelli superstiti - oltre a Marco ci sono Piergiorgio, Letizia, Alberto e Maria Luisa - ripercorrono quella tragedia insieme ad altri componenti della grande famiglia Bellocchio ricordando la vita e la morte dell'"angelo": il risultato è una confessione collettiva imbevuta di rimpianto, eppure espressa con feroce e mai sentimentale lucidità. Un modo per il regista di restituire l'immagine di quel fratello che si sentiva invisibile accanto a personalità più forti e più affermate della sua.
Marx può aspettare è un document(ari)o straordinario, sintesi del cinema di Marco Bellocchio e al contempo rivelazione profondamente intima della personalità del regista e di "quel manicomio che era la nostra casa", dove "ognuno pensava a se stesso".
Alla fonte, come in ogni opera di Bellocchio, c'è la figura materna ossessionata dalla religione, che il regista ha descritto fin dal suo primo film come cieca di fronte alle individualità dei suoi figli. Agli antipodi c'è la figura di Camilllo, bellissimo e fragile, privo delle capacità intellettuali elevatissime dei fratelli Piergiorgio, fondatore della rivista "Quaderni Piacentini", e Marco, ma anche dell'ironia e consapevolezza del sindacalista Alberto, o del conforto della fede di Letizia e Maria Luisa.
Simile fisicamente a James Dean anche nella malinconia dello sguardo, o al giovane Lou Castel che ne è stato l'alter ego cinematografico, Camillo era un eterno escluso in una famiglia di personalità autonome. Le foto e i filmati di famiglia ricostruiscono tutta la sua breve vita, e i brani dei film di Marco Bellocchio - I pugni in tasca, ma anche L'ora di religione o Gli occhi, la bocca - lo evocano ripetutamente, anche con quella frase che dà il titolo al documentario, e che Camillo pronunciò quando Marco cercò di conferirgli un'identità attraverso l'impegno politico. Ma riproducono anche le distorsioni di una famiglia complicata in cui la falsificazione era la regola - secondo l'imprinting materno - e in cui il senso di colpa è diventato un rimosso collettivo.
Con quel senso di colpa Marco Bellocchio fa qui i conti, a suo modo e da par suo, mantenendo quel distacco formale e quella ironia espositiva che sono argini evidenti ad un dolore e ad una responsabilità faticosamente riconosciuti, che tuttavia diventano - per noi spettatori - uno tsunami emotivo.
"Io mancai", dice il regista, ed è evidente che questo suo "j'accuse" a se stesso, ben lontano dal "famiglia ti odio" sessantottino, non finirà quando si spengeranno le luci. La pietas che Bellocchio riserva ai suoi è contraddetta dallo sguardo severo e sorpreso dei figli Pier Giorgio ed Elena mentre Marco racconta loro il suo ruolo nella vita di Camillo. Il senso di fallimento con cui ha convissuto "l'angelo" diventa allora lo specchio dei dubbi del regista sul suo essere "meritevole": di un successo pluridecennale, dell'amore della propria famiglia.
Bellocchio entra nel lato oscuro proprio e della sua famiglia con un coraggio da kamikaze e ce lo espone con la generosità che caratterizza tutto il suo cinema, eterno evocatore di ombre e di fantasmi. Per tutta la durata del documentario le verità, scomode e dolorose, riaffioreranno e scompariranno come un fiume carsico: lettere nascoste e ricomparse, anime perse che tornano a reclamare il loro spazio. Questo è il cinema: rendere visibile l'invisibile, dissotterrare il rimosso e mettercelo davanti agli occhi.
Marx può aspettare dà voce all'urlo silenzioso di Camillo, alla sua bestemmia trattenuta, al suo bisogno disperato di essere riconosciuto. E Marco chiede, incalza, svela verità parziali (o contradditorie) in tempo reale, riceve messaggi dall'aldilà, raccoglie testimonianze dolorose, dinieghi, rancori latenti, in quel teatro che è il cinema ma anche in quella sua famiglia ingannevole in cui tutti "vivevano una vita di arida infelicità". Ma la rappresentazione di questa apparente aridità lascia intravvedere la lava incandescente che scorre dietro ai Bellocchio, soprattutto a Marco, apologeta di ciò che ha sempre ostinatamente negato, penitente senza possibilità di definitiva redenzione.
La famiglia, e i difficili e complicati rapporti fra i suoi membri, sono le tematiche trattate da Marco Bellocchio in tutti i suoi film. Con “Marx può aspettare” il regista piacentino confeziona un emozionante film-documentario che traccia la storia del suo bellissimo gemello che si è ucciso a 29 anni, il 27 dicembre del 1968.
Camillo, gemello di Marco, nato il 9 novembre 1939, ma tre ore dopo, incontra il fratello, già affermato nel cinema, in una data imprecisata del 1968. Camillo, dolce e insicuro, pluri-bocciato, chiede aiuto a Marco. E’ spaventato dal futuro: Marco lo invita a sciogliere i suoi problemi nel calderone della rivoluzione, che metterà tutto a posto. Camillo, gentile ma fermo, risponde che Marx può aspettare. [...] Vai alla recensione »
Protagonista assoluto è il lutto, causato dalla morte improvvisa per suicidio del proprio fratello. A distanza di cinquanta anni di distanza da quella tragedia, un regista famoso decide di approfondire le ragioni che portarono il congiunto a quella decisione definitiva, ricorrendo all’espediente cinematografico della riunione di famiglia.
Marx può aspettere va al di là della esibizione di sè stesso nel più profondo,che non può mai slegarsi dalla esibizione del contesto famigliare. Nella famiglia di Bellocchio campeggia la storia del fratello gemello di Marco morto suicida e mai compreso colpevolmente nel suo dramma interiore da nessuno del nulceo famigliare.
Da un'idea interessante, un pranzo organizzato dall'anziana famiglia Bellocchio prima di morire, riemerge forte il ricordo di Camillo, gemello del grande regista, morto suicida nel 1968 all'età di 29 anni. Ne è uscito un film bellissimo, dove il fantasma di Camillo appare rarefatto nei ricordi degli atteggiamenti di quel tempo. Emerge il ricordo e lo stupore davanti a un fatto che ha il suo alone di [...] Vai alla recensione »
IL FARDELLO di Marco , commento mauridal al film : Marx può aspettare di Marco Bellocchio. Quando una persona , colta ,intellettuale fa il mestiere di regista di cinema , a differenza di tutti gli altri , ha un privilegio , poter raccontare ad un vasto pubblico, la storia privata della sua famiglia, con mille risvolti ,particolari e tante sfumature [...] Vai alla recensione »
Certo, Bellocchio è diventato uno dei grandi Vecchi del cinema italiano e il suo film è un ottimo manufatto e mi sarebbe anche piaciuto molto se non si fosse trattato di un racconto dentro la sua famiglia e in particolare del suicidio di suo fratello gemello. Se voleva essere un omaggio al fratello drammaticamente scomparso, non lo è stato.
Si vede che nelle foto e video che e malinconico, triste. La famiglia, le amicizie, la gente.......inutile girarci intorno, se le cose non si provano non si capiscono, sembrano solo parole al vento che non vengono colte.
Troppo privato negli ultimi film di Bellocchio in modo diretto e indiretto e francamente questa necessità di confessare questo suo dramma devastante non me lo spiego. Questo mettersi a nudo rivelando una insensibilità rara rispetto ai disagio del fratello sgomenta un po'. Nella sua narrazione algida, distaccata non vedo sussulti di rimprovero [...] Vai alla recensione »
Film profondo che fa pensare Non è assolutamente triste ma riesce a scavare le difficoltà del vivere e dei rapporti familiari
Il piacere e l' orgoglio. La Palma d' oro alla carriera conferita dal Festival di Cannes a Marco Bellocchio ne ha, certo, confermato il prestigio e l' autorevolezza, ma non è stato certo secondario l' impatto ottenuto dall' anteprima fuori concorso del docufilm Marx può aspettare attualmente nelle sale. Sul quale, invece, si sono alternate le recensioni autorevoli e acuminate con quelle generiche e [...] Vai alla recensione »
Tutto inizia con una festa il 16 dicembre 2016, con un nutritissimo gruppo patriarcale che si riunisce data l'età avanzata di diversi membri della famiglia, dove troviamo, tra gli altri, dai giovani figli di Marco Bellocchio, Letizia e Pier Giorgio, a Maria Luisa e Alberto, le sorelle e i fratelli di Bellocchio superstiti. Da quella riunione di cinque anni fa, prima in maniera confusa poi in modo sempre [...] Vai alla recensione »
La potenza travolgente dell'ultimo film di Bellocchio, tra i film più emozionanti che abbiano popolato i nostri schermi da un bel po' di tempo a questa parte, è evidente a colpo sicuro, ed è stata immediatamente notata già a ridosso della trionfale presentazione a Cannes. Vale dunque la pena provare a fare un passo indietro, e ripensare a mente il più possibile fredda a questo documentario sul suicidio [...] Vai alla recensione »
Piergiorgio Bellocchio è il famoso fondatore dei "Quaderni piacentini", rivista che fu cuore pulsante della Nuova sinistra e spauracchio delle destre bigotte. Ma non tutti sanno che Marco Bellocchio aveva anche un fratello gemello, CamiIlo, il cui suicidio a 29 anni ha segnato profondamente il suo cinema, modernamente autobiografico, come dimostra questa confessione, striata di affetto, cinismo, umorismo [...] Vai alla recensione »
Ognuno di noi può avere due heimat, come spiega Edgar Reitz: una è quella in cui siamo nati e cresciuti, che non abbiamo scelto, la seconda è quella invece dove abbiamo deciso di vivere da adulti per vari motivi, lavoro, famiglia. Per Marco Bellocchio la prima di queste è rappresentata dalla zona del piacentino, nella val Trebbia, da cui si è allontano da giovane per inseguire la carriera cinematografica [...] Vai alla recensione »
Camillo Bellocchio nacque tre ore dopo Marco e poiché la madre temeva che morisse lo fece battezzare. Tre volte per sicurezza, mamma Bellocchio era molto religiosa come sa chi conosce i film del grande piacentino. Una delle sorelle non aveva neanche capito che la mamma era incinta, credeva che i due nuovi bambini «fossero due poveri, alla porta venivano sempre a bussare dei poveri».
Fare i conti con le cose del passato non ancora comprese. Dopo un'intera carriera a scavare nella ferita famigliare, si libera di ogni schermo e affronta l'ultimo nodo ancora non sciolto: il suicidio del fratello gemello Camillo, nato dopo di lui di poche ore e da quel momento lasciato sempre un po' indietro rispetto agli altri fratelli. Marx può aspettare, presentato nella nuova sezione Cannes Premiere, [...] Vai alla recensione »
Ci sono varie e feconde contraddizioni in Marx può attendere di Marco Bellocchio, piccolo (per definizione del regista) ma grande (per qualità) film che ha debuttato al Festival di Cannes e insieme sugli schermi italiani in questi giorni, in parallelo alla consegna al regista piacentino della Palma d'Oro alla carriera, premio assai raro, sicuramente prestigioso, nonché meritato, da uno dei grandi autori [...] Vai alla recensione »
La famiglia Bellocchio riunita a tavola è già uno spettacolo, al circolo dell' unione che era stato fondato dal padre ( al referendum aveva votato "monarchia", come le donne di famiglia). Grande assente, il fratello Camillo morto suicida nel 1968, a 29 anni. Gemello, nato tre ore dopo Marco, battezzato tre volte perché era gracilino. "Allora le fiamme dell' inferno spaventavano anche i non credenti, [...] Vai alla recensione »
Mentre il Festival di Cannes si avvia verso la conclusione, tra le visioni più toccanti di questi ultimi giorni c'è stata senza dubbio «Marx può aspettare», nuova pellicola di Marco Bellocchio inserita tra le Proiezioni Speciali della kermesse. Si tratta di un documentario tra i più emozionanti visti negli ultimi anni, in cui il regista di Bobbio racconta la figura di suo fratello gemello, Camillo, [...] Vai alla recensione »
Prendendo in prestito le parole di un altro Maestro, Franco Battiato, possiamo dire che "è uno sguardo feroce e indulgente" quello che Marco Bellocchio rivolge a se stesso e alla sua famiglia in Marx può aspettare, documentario dedicato al mistero insondabile del suicidio del fratello gemello Camillo, avvenuto il 28 dicembre del 1968. E a pensarci bene non poteva essere che questo il film da proiettare [...] Vai alla recensione »
"La stele di Rosetta del cinema di Bellocchio": così un conoscitore della sua opera ha definito Marx può aspettare, documentario sulla famiglia e le origini del regista piacentino. Il testo che permette di comprendere appieno la sua opera, insomma, che ne contiene la cifra segreta. In realtà si tratta piuttosto di una quieta e dolorosa rilettura a posteriori, declinata sul privato ma in cui si affacciano [...] Vai alla recensione »
Alla fine del 1968, in piena euforia rivoluzionaria, Camillo Bellocchio, gemello di Marco, che sta muovendo i primi passi, già entusiasmanti, come regista, si uccide a 29 anni. Su questa tragedia che il regista piacentino ha già affrontato in modo più o meno esplicito più volte, a partire da "Gli occhi, la bocca", oggi prende forma questo documentario familiare, ritratto intimo di una confessione, [...] Vai alla recensione »
Il titolo più bello di Cannes 74 è Marx può aspettare di Marco Bellocchio, già nelle nostre sale. "È il mio film più privato ma libero, leggero, anche spiritoso: mi sento liberato però non assolto, inquadra qualcosa di molto comune di fronte a certe tragedie". Il 16 dicembre 2016 il regista, Letizia, Pier Giorgio, Maria Luisa e Alberto, le sorelle e i fratelli Bellocchio superstiti, si riuniscono [...] Vai alla recensione »
Cinquantasei anni fa, in quel film-manifesto che fu "I pugni in tasca", la famiglia per Marco Bellocchio era il luogo fisico e metaforico della rabbia e della rivolta. "Allora - dice il regista - i miei capirono in ritardo che parlavo di loro e di me". Oggi la famiglia è il luogo in cui rintracciare emozioni censurate e sepolte, per condividere e capire - senza tribunali, con leggerezza e serenità [...] Vai alla recensione »
La vecchiaia può accendere una nuova creatività e favorire il compimento della propria conoscenza e realizzazione. Il vissuto illumina allora il processo creativo. Ne è folgorante manifestazione "Marx può aspettare" l' ultimo film di Marco Bellocchio in cui partendo da una riunione famigliare, con una drammaturgia coralmente cecoviana, si porta alla luce, attraverso memorie e stati d' animo, un episodio [...] Vai alla recensione »
Nel dicembre del 2016 la famiglia Bellocchio si riunisce al Circolo dell' Unione di Piacenza, come consuetudine, per festeggiare i compleanni dei diversi fratelli, Marco, Piergiorgio, Alberto, le due sorelle, Letizia e Maria Luisa, che abbiamo conosciuto nei film precedenti del regista - Sorelle (2006) e Sorelle mai (2010) - in cui comparivano, come in questa occasione, i suoi figli, Elena e Piergiorgio, [...] Vai alla recensione »
Vedi "Marx può aspettare" di Marco Bellocchio, da oggi nelle sale italiane con Rai Cinema, domani a Cannes dove il regista riceverà la Palma d'oro alla carriera, e sgorgano spontanee alcune domande. Almeno nel sottoscritto. Quanto siamo stati distratti, se non egoisti, nella nostra esistenza? Perché talvolta non abbiamo saputo ascoltare chi ci chiedeva aiuto? Dove abbiamo sbagliato, col risultato di [...] Vai alla recensione »
Il 27 dicembre del 1968, Camillo Bellocchio, fratello gemello del regista Marco, si suicidò. Aveva 29 anni, «era un angelo», come dice di lui uno dei nipoti, bello e un po' vitellone, ma era anche il figlio fallito della numerosa e complicata famiglia Bellocchio, vittima silenziosa dei successi dei fratelli Piergiorgio, fondatore dei Quaderni piacentini e figura di riferimento dell'estrema sinistra [...] Vai alla recensione »
Il 16 dicembre 2016 tutta la famiglia Bellocchio si riunisce per un pranzo di festeggiamento. I fratelli ancora vivi, Letizia, Pier Giorgio, Maria Luisa, Alberto, insieme alle mogli, i figli, i nipoti... L'idea di Marco è di partire da lì per ritornare ancora una volta riesplorare la trama e il gorgo familiari, ciò che da sempre nutre le sue immagini.
"Ho sempre avuto la sensazione che il tuo fosse il cinema di un penitente. E vedendo i tuoi film mi sembrava di essere al di qua della grata del confessionale". È l'incontro chiave tra il gesuita Virgilio Fantuzzi (poi scomparso nel settembre 2019) e Marco Bellocchio, dialogo che il regista piacentino inserisce nel suo ultimo lavoro, Marx può aspettare, in sala da oggi e in Premiere al Festival di [...] Vai alla recensione »
Marco Bellocchio è un uomo onesto e non indulge con se stesso. Il suo docufilm sulla morte del gemello Camillo, preda della depressione, lo chiama in causa direttamente. Lui non si sottrae e confida «di non averlo saputo amare». Un'autoaccusa severa che si fatica a credere possibile. E un viaggio in una famiglia borghese piacentina tra bigottismo, fede e politica negli anni del Sessantotto, facendo [...] Vai alla recensione »