Titolo originale | Norman |
Anno | 2016 |
Genere | Drammatico, Thriller, |
Produzione | USA, Israele |
Durata | 117 minuti |
Regia di | Joseph Cedar |
Attori | Richard Gere, Lior Ashkenazi, Michael Sheen, Steve Buscemi, Charlotte Gainsbourg Dan Stevens, Hank Azaria, Harris Yulin, Josh Charles, Isaach De Bankolé, Jay Patterson, Doval'e Glickman, Maryann Urbano, Andrew Polk. |
Uscita | giovedì 28 settembre 2017 |
Tag | Da vedere 2016 |
Distribuzione | Lucky Red |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,09 su 7 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 29 settembre 2017
L'incontro tra Norman e un politico in ascesa che diventerà un leader mondiale capace di influenzare radicalmente la vita del negoziante. In Italia al Box Office L'incredibile vita di Norman ha incassato nelle prime 2 settimane di programmazione 762 mila euro e 360 mila euro nel primo weekend.
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CONSIGLIATO SÌ
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New York. Norman Oppenheimer si qualifica come uomo d'affari. La sua vita consiste nel cercare di soddisfare le necessità altrui sperando di ricevere in contraccambio rispetto e ammirazione. Un giorno riesce ad avvicinare un uomo politico israeliano e a comprargli un costoso paio di scarpe. Quando diverrà il premier del suo Paese Norman potrà ricevere quella considerazione che ha sempre desiderato. Ma per quanto?
Le radici di questo film affondano nella storia della cultura ebraica e nella letteratura. Joseph Cedar, che è nato a New York ma dall'età di sei anni vive a Gerusalemme, ha studiato la figura dell' "Ebreo cortigiano" cioè di colui che mette il suo talento al servizio di un potente per poi ritrovarsi vittima di invidie e ostilità. È un personaggio che si trova nella Bibbia (vedi Giuseppe e il Faraone) per poi ripresentarsi nel "Mercante di Venezia" di Shakespeare, nel Fagin dell'"Oliver Twist" dickensiano o nel Leopold Bloom dell'"Ulisse" di Joyce.
Come trasferire nell'attualità questa figura quasi archetipa? Trasformandolo in un 'faccendiere', una persona che aiuta gli uomini di potere ad ottenere ciò che vogliono ma a cui non possono arrivare direttamente. Non molti registi e produzioni avrebbero pensato a Richard Gere per questo ruolo.
Cedar lo ha fatto e ha centrato l'obiettivo. Gere si cala nei panni e nella psicologia di Norman con un mimetismo straordinario. Nei panni perché la sua eleganza ha sempre dei tratti di inadeguatezza; il suo cappotto, le sue camicie , la sua giacca non sono mai 'davvero' giusti. Così come non lo è mai il credito che si attribuisce millantando conoscenze e contatti ai livelli più elevati del mondo degli affari. Ma Norman non è un imbroglione con il cosiddetto pelo sullo stomaco. È un uomo profondamente solo che ha bisogno, per sentirsi vivere, di essere accettato e riconosciuto come necessario dagli altri. Questo comporta frustrazioni (quando le sue supposte relazioni si rivelano inesistenti) ma anche momenti di esaltazione e di trionfo quando chi detiene il potere lo ammette nella propria cerchia ristretta. Chi però dipende dall'approvazione altrui, dal bisogno che gli altri hanno dei suoi servigi (reali o presunti che siano) non assurge mai, anche se si illude che non sia così, alla dignità di persona. Perché è solo trovando la giusta misura di autostima che un essere umano può riconoscersi come tale oppure compiendo scelte che dipendano esclusivamente da se stesso. Norman si troverà ad affrontare la questione e dovrà prendere una decisione che coinvolgerà molti di coloro per i quali si è messo in gioco.
Chi è Norman Oppenheimer? Alla fine del film non lo sappiamo, così come non lo sanno neanche gli investigatori che cercano di ricostruire la sua vita. Eppure Norman non si nasconde, anzi, fa di tutto per essere notato, per partecipare, per organizzare, per aiutare. La mancanza di un passato rende Norman un personaggio difficile da capire, con una, cento, mille interpretazioni.
Norman Oppenheimer, lo sfuggente protagonista di questo film dal sapore dolce-agro che ha l’aspetto di una tragedia,è come un agnello fra i lupi. Ha una predisposizione alla nobiltà d’animo che tradisce il suo untuoso agire e, a ben vedere, è un uomo semplice, buono, dominato da una solitudine severa e mortificante.
Joseph Cedar ha dedicato fino ad oggi la sua filmografia - ancora breve, costituita da 3 film - al potere politico che muove i fili di Israele. Tutti gli intrecci che avvengono nel retroscena, invisibili a chi guarda dall'esterno. Pur avendo consapevolezza che certe cose sicuramente accadano.Protagonista della vicenda è Norman Oppheneimer, persona onesta, spesso ingenua e fin troppo disponibile.
“L’incredibile vita di Norman” (Norman: The Moderate Rise and Tragic Fall of a New York Fixer, 2016) è il quinto lungometraggio del regista di New York Joseph Cedar. “Sono come un burattino nelle vostre mani”. Un uomo qualunque questo Norman, un uomo che non ha un luogo questo metropolitano, un [...] Vai alla recensione »
"L'Incredibile Vita di Norman" è un film in cui il protagonista, il suddetto Norman appunto, è un faccendiere di New York di origini israeliane che si pone al servizio delle persone, cercando di accontentarle in ciò che vogliono o, meglio, di dare loro ciò che più desiderano e che invece hanno difficoltà ad ottenere.
Gli ultimi film che ho visto di Richard Gere mi sembrano un po’ inconsistenti. Invecchiando Gere ha anche imparato a recitare, ma mi pare che siano proprio i film nei quali recita che non vanno. Franny di Andrew Renzi del 2015, ad esempio poteva essere una tematica anche interessante e Gere ce l’ha messa tutta, ma il film era proprio scarso! Qui poi è totalmente fuori luoghi così [...] Vai alla recensione »
Tutto nella presentazione del film è fuorviante. Dal titolo italiano, che alterando l’originale “Norman”, evoca eventi strani e straordinari, al manifesto, dove il protagonista pare vestito da dandy, con un cappotto blu e un foulard, che nel film si riveleranno essere indumenti scialbi e sempre fuori luogo (il cappotto che non cambierà mai è marroncino e il foulard [...] Vai alla recensione »
Una sorpresa , il film è simpatico , interessante , originale e ben realizzato . Richard Gere è bravissimo . Forse questa è la sua migliore interpretazione . Mezzo voto in più per la sua prova d'attore .
due le cose su cui si basa il film, credibilità dell'ex fascinoso gere, bravissimo nel diventare un ometto grigio, un signor nessuno, che nella sua vitalistica esigenza di essere qualcuno, qualcosa, tra bluff, sotterfuggi e qualità reali insospettabili è capace di metere in moto gli eventi fino a diventarne il fulcro vitale, il vero deus ex machina di cose più grandi [...] Vai alla recensione »
Se Richard Gere voleva togliersi i panni dei suoi personaggi di successo, c'è perfettamente riuscito. Ha dimostrato di essere un vero grande attore. Condiderando che il film è di un regista ebreo, mi sembra che ci sia molta critica per il relativo ambiente degli affari newyorkese.
Il film si basa esclusivamente sulla pedanteria, la pena e il fastidio che pervadono la pellicola grazie alle straordinarie qualità di attore di Richard Gere. Oltre allo stupore suscitato dalla bravura del protagonista tutto il resto dopo un po' perde di interesse.
Il miglior film della stagione senza alcun dubbio,inteliggente, politico,sarcastico,originale e con un Gere sorprendente.La colonna sonora è protagonista,il cast di tutto rispetto,la regia superiore.Una storia correttamente scorretta.Merita di essere visto.
E' una vera impresa rimanere svegli per 2 ore . Altro che pop-corn, qui ci vuole adrenalina endovena per arrivare alla fine e avere una mezza idea della trama inesistente e contorta. Sembra proprio che un grande Gere sia costretto, pur di far cassa, a prestare la sua immagine per quella che si é rivelata una storia scontata e a tratti irritante nella sua banalità.
NOOOOOOOOOOO!!!!!! Non mi fate vedere Richard col cappottone, la sciarpetta, la coppola, e gli occhiali! Aridateme il Gigolò, il Pretty Woman, o anche L'Angolo Rosso! Che shock vederlo in questo film come un pensionato al minimo come Aldo, Giovanni e Giacomo negli sketchs appunto dei pensionati... Del film poco da dire... storia inverosimile con l'intenzione di mettere a fuoco il sottobosco [...] Vai alla recensione »
Occorre una vera forza morale ed una resistenza oltre il limite per sopportare un film del genere. Caotico, in molte parti incomprensibile con un Norman che non si sa chi sia, dove abiti e chi lo campi. Richard Gere gigioneggia come nei suoi peggiori momenti, la sceneggiatura è apocalittica e la noia regna sovrana. Solo la certezza di una bella cena all' uscita mi ha dato la forza di resistere. [...] Vai alla recensione »
Il film parte in salita, nel senso che ci metterete almeno dieci minuti per entrare nell'ordine delle idee e capire di cosa tratti il soggetto, sommersi da frenetiche informazioni sul lavoro del protagonista, decisamente più confusionarie che utili. Tenete duro perché, pagato lo scotto iniziale e prima di rimpiangere i soldi sborsati per il biglietto, entrerete in un meccanismo coinvolgente che vi [...] Vai alla recensione »
Negli ultimi tre anni Richard Gere ha legato la propria carriera al regista israeliano Oren Moverman, che lo ha diretto negli Invisibili e in The dinner oltre a produrre questa Incredibile vita di Norman. Film interessante e originale sotto più punti di vista. Norman Oppenheimer è un ebreo newyorkese che vive in margine al mondo degli affari, ignorato o disprezzato dalla gente di successo (il titolo [...] Vai alla recensione »
Richard Gere è Norman Oppenheimer: un uomo che mette in contatto delle persone importanti. Potremmo dire un faccendiere. Un tempo, non lontano, si sarebbe detto un ruffiano. Oggi c'è il gentile foresterismo «fixer». Ad accompagnarne la moderata ascesa, e la rovinosa caduta annunciata dal titolo originale (Norman: The Moderate Rise and Tragic Fall of a New York Fixer), c'è Michael Sheen nel ruolo di [...] Vai alla recensione »
Cappotto di cammello, sciarpa di cashmere, Norman Oppenheimer è, come da titolo originale, un «fixer», ovvero colui che nel mondo politico/finanziario crea contatti, media, agisce per conto altrui. Un tipo così dovrebbe essere ben introdotto, ma Norman vanta amicizie che non ha, promette cose che non può fare e nell'influente comunità ebraica di New York, di cui ambirebbe far parte, nessuno lo prende [...] Vai alla recensione »
Forse Norman Oppenheimer (Richard Gere) è un discendente di quel leggendario ebreo errante che non prestò aiuto a Gesù Cristo. Forse Dio lo sta punendo. Fatto sta che lo vediamo vagare come un dannato, al freddo e al gelo, nella Manhattan di oggi, senza casa, passato e legami familiari concreti, nei panni di un facilitatore (o "collegatore di intelligenze" come ama definirsi Luigi Bisignani) fissatosi [...] Vai alla recensione »
Norman Oppenheimer lavora 24h/24. Nessuno sa donde viene né dove andrà, ma chi lo conosce non può che ammetterne la buona fede in qualunque cosa "si affaccendi". Il fixer, ovvero il faccendiere, è infatti il suo agire dentro i labirinti della ricca e intricata New York ebraica. "Strategies", contatti, doni costosi, raccomandazioni: la qualunque per sopravvivere ma soprattutto con la convinzione di [...] Vai alla recensione »