Titolo originale | Les choses humaines |
Anno | 2021 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Francia |
Durata | 138 minuti |
Regia di | Yvan Attal |
Attori | Charlotte Gainsbourg, Mathieu Kassovitz, Pierre Arditi, Ben Attal, Suzanne Jouannet Audrey Dana, Benjamin Lavernhe, Judith Chemla, Réjane Kerdaffrec, Gérard Watkins. |
Uscita | giovedì 24 febbraio 2022 |
Tag | Da vedere 2021 |
Distribuzione | Movies Inspired |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,35 su 25 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 21 febbraio 2022
Un caso di stupro, un'accusa e una difesa, un processo che distrugge due vite, una verità giudiziaria da trovare. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Cesar, In Italia al Box Office L'accusa ha incassato 43,1 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Studente d'ingegneria a Stanford, Alexandre torna a Parigi per partecipare a un'importante cerimonia in onore del padre, un celebre giornalista televisivo. Invitato a cena dalla madre, intellettuale femminista che ha da poco lasciato il marito, Alexandre fa la conoscenza di Mila, la figlia diciassettenne del nuovo compagno della madre. Quella stessa sera, Alexandre e Mila partecipano a una festa e il giorno dopo lui viene arrestato per stupro ai danni della ragazza: cos'è successo tra i due? Alexandre, persona impulsiva e capricciosa, ha approfittato della fragilità di Mila o Mila, come sostiene Alexandre, è sempre stata consenziente durante il rapporto che hanno avuto?
Un caso di violenza sessuale affrontato in tutte le sue implicazioni razionali, irrazionali, umane, giudiziarie. La domanda attorno a cui ruota il racconto non è tanto se c'è stato o meno uno stupro ai danni di una giovane donna, ma da dove nasce e come si sviluppa il desiderio; dove inizia la cultura maschile della prevaricazione; dove, ancora, la legge può intervenire per dirimere le "cose umane".
Le choses humaines è il titolo originale fin troppo esplicativo del film di Yann Attal: il più generico L'accusa, che traduce la versione internazionale The Accusation, sposta sul piano legale una vicenda che ha sì un risvolto giudiziario, ma riguarda prima di tutto la natura dei rapporti fra uomo e donna; gli impulsi, i pensieri, le azioni proprie degli umani che la legge è chiamata a regolare. Assolvere o accusare qualcuno di violenza sessuale, in casi in cui le versioni delle parti discordano - o meglio, come dice l'avvocato di Alexandre quando «non c'è una verità, ma due percezioni diverse della realtà» - non è una questione di morale: la giustizia deve andare oltre la morale, giudicare in base alla legge superando paradossalmente l'individualità dell'uomo e della donna.
È proprio questa individualità che il film si preoccupa di costruire nella sua lunga prima parte, in cui ogni gesto o parola è sottolineato per definire la morale dei personaggi (la visione maschile di predominio, la superiorità etica della donna colta e benestante, l'ingenuità della ragazzina spaventata da tutto...) e fare in modo che il caso di stupro metta ciascuno di fronte alle proprie responsabilità.
La sceneggiatura dello stesso Attal descrive in modo programmatico figure in contrasto per sesso, classe sociale e cultura, con il mondo altolocato e privilegiato di Alexandre (interpretato dal figlio del regista e della coprotagonista Charlotte Gainsbourg, Ben Attal) opposto a quello piccolo-borghese e ultrareligioso di Mila.
Ogni scena o particolare - per esempio, la relazione di Alexandre con una ex fidanzata, in cui il ragazzo mostra un atteggiamento possessivo e aggressivo - ritorna in fase processuale dando al racconto il medesimo principio della giustizia: se manca una verità condivisa, la sola forma di regola esistente diventa la verità giudiziaria o narrativa - la verità giudiziaria (come sottolineava già Storia di un matrimonio a proposito di un divorzio) è anch'essa una forma di narrazione, cerca cioè una traccia coerente, va a caccia di conferme credibili.
La parte processuale del film è dunque il fulcro della storia (il momento del presunto stupro è significativamente lasciato nell'ombra): Attal richiama tutti i personaggi coinvolti - l'accusato e la vittima, i genitori e gli amici di Alexandre, i periti di parte, gli avvocati, il pubblico ministero - e ha la finezza di concentrarsi sulle parole, come nel precedente film Quasi nemici, filmando le testimonianze senza sottolinearne l'effetto drammatico con piani di reazione o eccessivi stacchi di montaggio. Dove c'è solo la parola a testimoniare un crimine - «qui c'è la parola di una contro la parola dell'altro», dice ancora l'avvocato di Alexandre - il cinema ha il compito di non aggiungere altro, di non dare risposte e lasciare la soluzione del caso alla voce fuori campo.
L'accusa è per questo un'operazione fin troppo scritta a tavolino, figlio dei tempi che viviamo e attento a dare profondità alle situazioni per evitare di essere accusata di superficialità. Non ha però la pretestuosità gratuita di Una donna promettente, e per quanto sia chiaramente - e giustamente - dalla parte delle vittime (vittime di uomini che credono nell'impunità del proprio desiderio), è soprattutto un film sull'impotenza della ragione e sulla necessità della giustizia.
L'ACCUSA disponibile in DVD o BluRay |
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ATTENZIONE, SPOILER. Il solito film "ruffiano" che strizza l'occhio a tutti...e a nessuno. Sto cominciando ad odiare i film senza un vero finale. Si, perchè anche in "L'Accusa" alla fine della fiera non si capisce dove si vuol andare a parare se non a mettere in piedi il solito dibattitino teatrale giuridico e le varie incongruenze delle persone inserite [...] Vai alla recensione »
La pelicula"les choses humaines"(Yvan Attal, del libro de Karine Tuil, 2021)monstra como la cosa importante, para el sistema mediatico y muchava vez tambien judical sea no tanto la verdad pero la construcion tambien opostiiva (de dos familias rivales o mejor dicho que se vuelven asi')de una"verdad"bien diferente de la verdad objectiva.
Un film sicuramente bello e terribile. Bello soprattutto perché tocca allo spettatore ancora una volta finire il film, cioè dargli un significato, un’interpretazione che in quanto tale non può che essere molto soggettiva. L’argomento è indubbiamente minato. Il film è insidioso per la scabrosità del tema trattato e potenzialmente rischia di [...] Vai alla recensione »
L'accusa è quella di stupro: la muove la diciassettenne Mila al ventiduenne Alexandre, figlio della compagna del padre di lei. Trepidano per lo scandalo i genitori di lui, un famoso giornalista e una femminista che lotta contro la violenza alle donne, e di lei, un insegnante e un'ebrea tradizionalista. Al processo Alexandre si dichiara innocente, spergiurando che Mila era consenziente, ma lei nega [...] Vai alla recensione »
Il titolo originale de L'Accusa, presentato fuori concorso a Venezia 78, tratto dal romanzo di Karine Tuil, è Le choses humaines. La connotazione generica di questo titolo è in realtà puntuale nel cogliere il carattere sociale, essenzialmente politico delle conseguenze dell'evento sul quale si impernia l'opera, un presunto stupro. Lo stesso fatto colto da due percezioni diverse; la stessa realtà ma [...] Vai alla recensione »
L'accusa o Les choses humaines, come recita l'originale e il romanzo dal quale il film è tratto, è un film limpido come un cristallo, geometrico e simmetrico come un manufatto rinascimentale e giudiziariamente paradigmatico come un testo di diritto processuale penale. In questa perfezione quasi raggiunta, per trovare il classico pelo nell'uovo, ciò che difetta in questa copia anastatica della realtà, [...] Vai alla recensione »
Missione impossibile: raccontare un caso di stupro senza prender parte né per la vittima né per l' accusato, anzi dedicando loro due parti distinte del film. Per esplorare i rispettivi punti di vista. Ma anche «perché lo spettatore abbia il tempo di affezionarsi a loro. Volevo sapere da dove venivano, chi erano, come entrambi avevano passato la serata che precede il dramma, perché lei riteneva che [...] Vai alla recensione »
Film da #MeToo studiato a tavolino per congegnare il massimo dei dilemmi etici, femministi, familiari. Ascoltate. L' attivista femminista Charlotte Gainsbourg era sposata con Pierre Arditi, insieme hanno avuto il figlio Alexander (l' attore è Ben Attal, figlio del regista Yvan Attal che nella vita è il compagno di Charlotte Gainsbourg, a sua volta figlia di Serge Gainsbourg e Jane Birkin).
Dalla prestigiosa università di Stanford, il ventiduenne Alexandre torna a Parigi per qualche giorno. Una mattina suona alla sua porta la polizia: è stato accusato di stupro dalla diciassettenne Mila. La situazione si complica perché la ragazza è figlia del nuovo compagno di Claire, la madre di Alexandre; la quale è peraltro una intellettuale femminista, ora chiusa nella morsa del conflitto fra ideali [...] Vai alla recensione »
La verità, termine già di per sé complesso, non combacia con la verità giudiziaria: ecco un' altra tematica che ha permesso al cinema una serie d' incursioni tra cui molte finite in cineteca. Nonostante il peso dei precedenti, anzi ispirandosi proprio a un maestro come il Lumet di La parola ai giurati, il regista francese Attal in L' accusa (pessimo titolo italiano dell' originale Les choses humaines) [...] Vai alla recensione »
Alexandre (Ben Attal) ha violentato Mila (Suzanne Jouannette), la figlia della nuova fiamma di sua madre? La ragazza lo accusa, lui nega. Alexandre è uno studente arrogante, figlio tormentato di una saggista femminista (Charlotte Gainsbourg, più interessante come madre distrutta che come pasionaria universalista) e di un giornalista televisivo (Pierre Arditi) famoso e ripugnante.
Ci sono tante verità. C'è quella sostanziale che, il più delle volte, non appartiene agli uomini. Quella giudiziale, che non sempre coincide con la prima, risultato di ciò che viene concretamente accertato davanti a un tribunale oltre ogni ragionevole dubbio. E poi ci sono le verità filtrate dai media e quelle "intime" che vengono percepite come tali dai protagonisti di un fatto.
Una materia ostica, di cui la cronaca offre continui esempi, abita «L'accusa» di Yvan Attal. Ispirato al romanzo «Le cose umane» di Karin Tuil, baciato in Francia da un fragoroso successo (in Italia edito da La Nave di Teseo), racconta il dramma che sconvolge tre nuclei intrecciati tra loro: il brillante studente Alexandre - di ritorno a Parigi per assistere alla cerimonia in cui il padre, celebre [...] Vai alla recensione »
Claire e il suo nuovo compagno ospitano a cena i rispettivi figli. I quali vanno poi insieme a una festa. Il mattino dopo, la ragazza, in lacrime, dice di essere stata violentata dal ragazzo. Sarà vero? Perché il giovane parla di rapporto consensuale, mentre la giovane afferma il contrario... Un film soprattutto processuale, troppo schematico e raramente empatico.
Brillante rampollo di una coppia di intellettuali, Alexandre porta a una festa la figlia, appena conosciuta, del nuovo compagno della madre. Il giorno dopo la ragazza lo denuncia per stupro. In selezione ufficiale all' ultima Mostra veneziana, un film di aula-di-tribunale più complesso del caso giudiziario che tratta. Sullo sfondo ci sono le differenze di classe, il femminismo, i limiti del consenso [...] Vai alla recensione »
La prima reazione è quella di ogni madre: «È mio figlio, lo conosco, è impossibile». Poi la storia va avanti, il processo per stupro si snoda nel suo iter doloroso, nella ricerca di una verità che, per le due parti contrapposte, è unica e chiara, ma, davanti alla legge, ha bisogno di prove e controprove. Nell'Accusa di Yvan Attal, Charlotte Gainsbourg è Claire, intellettuale femminista, madre di Alexandre [...] Vai alla recensione »
Ogni cinematografia ha degli aspetti unici e facilmente riconoscibili. Per quanto riguarda il cinema francese, ad esempio, si tratta della capacità di raccontare gli ambienti borghesi di cultura progressista senza cadere nel manierismo di forme ed espressioni, ma utilizzando sempre un forte senso del reale. Per ottenere questo effetto le immagini e la narrazione utilizzano uno stile minimal, privo [...] Vai alla recensione »
Tratto dal romanzo - in versione orginale il film ha lo stesso titolo - Les Choses humaines (2019, Le cose umane, edito in Italia da La Nave di Teseo) di Karine Tuil sceneggiato dal regista con Yaël Langmann, è un dramma incentrato su un caso di stupro, su come viene affrontato dalle famiglie coinvolte. Il regista Yvan Attal "da padre di due maschi e una femmina" ha detto «di essersi identificato [...] Vai alla recensione »
Il titolo originale (Les choses humaines) suggerisce sia che "siamo tutti sulla stessa barca" sia l'inevitabile "comédie humaine". Ambientato ai piani alti della borghesia parigina, vede protagonisti Claire (Charlotte Gainsbourg), autrice femminista, e Jean (Pierre Arditi), dinosauro dei media ancora influente. Il figlio Alexandre (Ben Attal) torna in Francia dagli Stati Uniti dove studia e lì conosce [...] Vai alla recensione »
Un ragazzo, una ragazza, una festa, una scommessa stupida, un bicchiere di troppo, una passeggiata nel buio. Alexandre, che è ricco, intelligente, di sofisticate letture, madre e padre intellettuali e una ex amante più grande e disinibita, è convinto che Mila sia consenziente. Mentre Mila, un po' più giovane, inesperta, di estrazione borghese, madre ebrea ortodossa, il giorno dopo lo denuncia per stupro. [...] Vai alla recensione »
Alexandre Farel (Ben Attal) è il figlio perfetto di un mondo perfetto: diligente, studioso, beneducato, il ragazzo vive girovagando fra la prestigiosa università di Stanford e la vecchia Parigi, nella quale risiedono i genitori. Come ogni giovane pupillo dell'alta società, Alex si trascina sul dorso un milieu familiare piuttosto ingombrante: il padre (Pierre Arditi), celebre opinionista radiofonico, [...] Vai alla recensione »
Che ne è dei nostri principi e delle facoltà di giudizio che riteniamo di possedere quando le astrazioni si fanno strada nella nostra esistenza e assumono concretezza? Come giudicare un presunto stupro quando l' accusa ricade sul proprio stesso figlio? Queste le domande che sembrano aver ispirato Yvan Attal, regista e sceneggiatore con Yaël Langmann di Les choses humaines (titolo internazionale The [...] Vai alla recensione »
Infine Fuori concorso è passato il francese "Les choses humaines" a firma Yvan Attal, attore regista di origine israeliana. Racconta la denuncia di stupro della giovane Mila da parte del coetaneo Alexandre, la cui madre separata oggi è la compagna del padre della ragazza. Diviso sostanzialmente in tre parti (Lui, Lei, il processo) porta in scena l'ambiguità della verità, in un ambiente sociale borghese [...] Vai alla recensione »
Il movimento del #MeToo è qualcosa che, in tempi recenti, ha fatto discutere molto. Perché, di fatto, se è vero che per molto tempo le violenze sulle donne non sono state punite e riconosciute come avrebbero meritato, dall'altro canto è anche vero che, in alcuni casi, non si sa mai dove si situi il confine tra violenza vera e propria e rapporto consensuale.
All'origine c'è il romanzo di Katerine Tuil che ha affascinato Attal per la sua complessità, che il regista sa trasferire nel suo film scandagliando i molteplici livelli dello stupro come atto violento e disturbante, frutto avvelenato di una cultura più complessiva che pretende che l'atto sessuale debba costituire il compiersi di un presunto diritto sull'altro in una malintesa estensione dell'erotismo [...] Vai alla recensione »
Tratto dall'omonimo libro di successo di Karine Tuil, Le choses humaines è diretto da Yvan Attal. Fuori concorso a Venezia, è interpretato, tra gli altri, da Ben Attal, Suzanne Jouannet, Charlotte Gainsbourg, Pierre Arditi, Mathieu Kassovitz, Benjamin Lavernhe, Audrey Dana e Judith Chemla. Nella Parigi bene distingue una (ex) coppia), i Farel: Jean (Arditi) è un importante giornalista, assertivo, [...] Vai alla recensione »
Anche il francese "Les choses humaines", qui fuori concorso, si chiude in un tribunale, ma per fortuna non si tratta di processo-farsa. Tratto dal romanzo "Le cose umane" di Karine Tuil, edito in Italia da "La nave di Teseo", il film di Yvan Attal è di quelli "da dibattito", partendo da una prospettiva che il regista sintetizza così: "L'idea è quella di calare il pubblico nei panni di un giurato che [...] Vai alla recensione »