American Sniper |
||||||||||||||
Un film di Clint Eastwood.
Con Bradley Cooper, Sienna Miller, Jake McDorman, Luke Grimes.
continua»
Azione,
Ratings: Kids+16,
durata 134 min.
- USA 2015.
- Warner Bros Italia
uscita giovedì 1 gennaio 2015.
MYMONETRO
American Sniper
valutazione media:
3,84
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
|
||||||||||||||
|
||||||||||||||
|
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Eastwood non sbaglia il tirodi Stefania RestaFeedback: 100 |
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
venerdì 2 gennaio 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Eastwood torna sui campi di guerra e questa volta lo fa in modo ancor più struggente rispetto alle sue altre opere su questo tema. Non “sbaglia” mai una inquadratura, un passaggio, una parola. Come ci sia riuscito è quasi prodigioso, anche lui è un buon spiner, proprio come il suo eroe. Chris Kyle,un soldato americano che in 1000 terribili giorni di guerra in Iraq non sbaglia mai un colpo. Si tratta di un uomo attento, acuto e premuroso in campo come con i suoi colleghi durante una guerra che non prevede tregue. Anch’essa non sbaglia un colpo. Eastwood ci fa conoscere poco di lui oltre alla sua missione di salvare il suo paese. Cosa lo muova veramente non è chiaro, ma di fatto il protagonista è tutto interiormente dentro quei bombardamenti, quegli assalti, quel pericolo. Ha una vita familiare, ma gli è molto difficile sentirla e viverla veramente. Ah, quanto facilmente si sarebbe facile cadere nella retorica americana a buon mercato, ma non per Eastwood. Siamo di fronte a una pellicola emotivamente intensissima dal primo fotogramma all’ultimo in cui regnano scene molto dure che non possono non far scuotere e sobbalzare lo spettatore. Bombe, sparatorie, brutture disumane di ogni genere macchiano senza sosta la pellicola di tinte crude e feroci. Questa è la guerra, ma anche per chi come ‘la leggenda’ è retto da una cieca fede in quella missione a volte è difficile vivere quel ruolo. Eastwood è stato capace di dirci tutto della guerra, di quella guerra, forse di tutte le guerre. E lo fa seguendo sempre con costante e teso pathos tutti i punti di vista: dei soldati americani, della moglie di Chris sola e preoccupata per il loro destino, in parte anche degli iracheni e solo in parte di Chris. Solo a guerra terminata sono tratteggiati in modo molto chiaro e realistico gli strascichi di tutta quella violenza facendo capire, anche ai non addetti ai lavori, in cosa consista il disturbo post traumatico da stress. E nel momento più sereno per lui, la sua ritrovata famiglia qualcuno mette fine per sempre al suo futuro. Non c’è futuro oltre la guerra. Forse. Stefania Resta
[+] lascia un commento a stefania resta »
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||