Tra le più importanti star di Hollywood della sua generazione, dopo l'esordio come attore teatrale, Val Kilmer divenne popolare a metà degli Anni Ottanta grazie alla pellicola demenziale Top Secret!, che lo portò a ottenere prima dei ruoli di secondo piano in pellicole drammatiche (alcune diventate dei veri e proprio cult) e poi a imporsi come unico protagonista di blockbusters e biopic di enorme successo, fino al ritiro dalle scene per una patologia oncologica, che non gli impedì comunque di apparire per l'ultima volta in quello che fu il sequel del suo film più fortunato Top Gun - Maverick, dove la malattia venne inserita nella trama proprio per comprenderlo all'interno del cast.
Da Jim Morrison a Bruce Wayne, lavorò in set che si rivelarono a dir poco turbolenti, ma dando sempre il massimo davanti alla cinepresa, tanto che il grande critico cinematografico statunitense Roger Ebert, una volta, scrisse di lui: "Se esistesse un premio per l'attore protagonista meno celebrato della sua generazione, Kilmer dovrebbe riceverlo".
Molto amato dai colleghi per il suo spirito indomito e per la sua padronanza nel mestiere, era capace di portare davanti all'obiettivo personaggi rappresentati con intelligenza e con quel pizzico di coraggio e provocazione che resero il suo lavoro molto ricco da un punto di vista creativo.
L'ultima e più vera commemorazione sulla sua persona e sul suo ruolo all'interno dell'industria hollywoodiana fu il documentario del 2021 Val di Leo Scott e Ting Poo, in cui la voce narrante del figlio, Jack Kilmer, esplorò pensieri, azioni ed emozioni del padre. Un ritratto a tutto tondo, intimo, divertente e doloroso dell'attore, considerato tra i più versatili e incompresi.
Un lutto che segnò la sua vita
Val Kilmer nacque a Los Angeles, in California, nel 1959. Dopo il divorzio dei suoi genitori, si trasferì assieme ai due fratelli in Texas per vivere sotto la custodia paterna.
Iscritto alla Chatsworth High School, diventò compagno di classe di Kevin Spacey e Mare Winningham. Poi, dopo aver partecipato ad alcuni spot tv, nel 1977, fu costretto ad affrontare uno dei primi e più gravi lutti della sua vita: la perdita del fratello minore, Wesley Kilmer, che annegò quindicenne in una vasca idromassaggio in cui era caduto nel bel mezzo di un attacco epilettico, questo appena una settimana prima dell'entrata di Kilmer alla Juilliard School, dove sarebbe diventato il più giovane studente a essere accettato lì dentro.
"Quello è stato un periodo molto emozionante per me e, in un certo senso, gli standard estremamente elevati e l'attività della scuola sono stati sicuramente positivi per me, perché sono stato costretto a mettere davvero alla prova me stesso sulla mia stessa vita, su ciò che credo siano la vita e la morte. Per me, è stato un ottimo modo per uscire da quel periodo difficile, essere catapultato in una scuola così fantastica".
La carriera broadwayana
Dopo aver ottenuto alcuni ruoli a Broadway, declinò categoricamente l'offerta di recitare nel film di Francis Ford Coppola I ragazzi della 56ª strada nel 1983, preferendo dare priorità al palcoscenico. Recitò infatti in "The Slab Boys" con Kevin Bacon, Sean Penn e Jackie Earle Haley, andando incontro a un ottimo successo da parte di critica e pubblico.
Andata e ritorno in tv
In seguito, passò alla televisione, apparendo in un episodio del programma televisivo "ABC Afterschool Specials", che gli permise di conoscere Michelle Pfeiffer, diventata una delle sue più care amiche e alla quale dedicò il libro di poesie "My Eden After Burns", che scrisse appositamente per lei.
Dopo aver recitato nei film tv Gli assassinii della via Morgue (1986), Incatenato all'inferno (1987) e La vera storia di Billy the Kid (1989), si dedicò solo e unicamente al cinema, salvo poi ritornare nel piccolo schermo per apparire in alcune serie tv (Entourage, Numb3rs) o diventando protagonista di miniserie come Comanche Moon (2008), XIII - Il complotto (2008), Knight Rider (2008-2009) e lo spassoso The Spoils of Babylon (2014).
L'esordio al cinema
La vera svolta arrivò però dal grande schermo nel 1984, quando Jim Abrahams, David Zucker e Jerry Zucker gli chiesero di esordire come protagonista dello strampalato e demenziale Top Secret!, parodia di certe spy stories ambientate durante la Guerra Fredda e di certe pellicole musicali con Elvis Presley. Kilmer accettò si lanciò in un'avventura in cui era una rockstar americana che viaggiava nella Germania dell'Est e veniva coinvolta nella lotta anticomunista e nella riunificazione delle Germanie, tra coreografie scombinate e pazze canzoni. Malgrado alcune goffaggini, attirò l'attenzione del grande pubblico, che lo seguì anche in Scuola di geni (1985), diretto da Martha Coolidge.
Iceman
Ma il vero momento di gloria arrivò con l'aviatore Tom "Iceman" Kazansky nel cult Top Gun (1986) di Tony Scott, accanto a Tom Cruise. Innegabile fu il fatto che il ruolo di un pilota d'aerei da caccia così sbruffone e beffardo (che in realtà lui non voleva, ma fu costretto ad accettare per obblighi contrattuali) gli fosse riuscito alla perfezione, tanto che, dopo aver ottenuto il plauso della critica per la performance di supporto, venne investito della parte dell'eroe altrettanto sbruffone e beffardo nel cult fantasy Willow (1988), diretto da Ron Howard.
Donnaiolo, quasi sempre ubriaco, ma coraggiosissimo, Kilmer fu lo spassoso guerriero Madmartigan, che combatté contro draghi, eserciti minacciosi e streghe, nel tentativo di salvare una bambina condannata a un sacrificio umano, in un mondo sospeso tra Tolkien e le saghe celtiche.
Il Re Lucertola
Dopo Kill Me Again - Uccidimi due volte (1989) e il rifiuto di interpretare Johnny Castle in Dirty Dancing - Balli proibiti perché non voleva essere percepito come semplicemente come un hunk, ritornò protagonista, venendo diretto da Oliver Stone nel 1991, in The Doors, dove vestì i panni del frontman del gruppo rock, Jim Morrison, accanto a Meg Ryan, impegnandosi completamente nel diventare il defunto Re Lucertola, rocker tormentato, tanto da memorizzare tutte le sue canzoni e da vestirsi come lui ben prima di iniziare la realizzazione del film. Il risultato fu una delle sue prove d'attore più famose e straordinarie, concentrate sul nodo artistico tra creazione di un'opera d'arte e la distruzione di se stessi.
Un Doc Holliday da piccola Storia del Cinema
Scelto da Michael Apted assieme a Sam Shepard, Graham Green, alla debuttante Sheila Thousey e a John Trudell per Cuore di tuono (1992), ritornò su un set diretto da Tony Scott nel non molto fortunato Una vita al massimo (1993), poi seguito da Una bionda tutta d'oro (1993). Vestiti i panni e strette in mano le pistole di Doc Holliday nel western Tombstone, fu lodato per aver restituito il ritratto del celebre protagonista del Selvaggio West con quell'aura di eroe maledetto che divenne la sua specializzazione.
Con un certo grado di carisma, la sua interpretazione decadentista della spalla di Wyatt Earp fece, in qualche maniera, la piccola Storia del Cinema, permettendogli un più ampio respiro nelle scelte dei ruoli che continuarono a offrirgli (Le ali del coraggio, 1995, di Jean-Jacques Annaud).
Il nuovo Batman
In virtù di questo, nel 1995 (dopo aver rifiutato, pentendosi, il ruolo di Ron Hunter in Allarme rosso), diventò quasi la scelta naturale nell'ereditare il ruolo di Batman da Michael Keaton in Batman Forever, andando incontro a un successo senza precedenti al botteghino. Ma questa rimase la sua unica apparizione come supereroe, perché preferì lasciare l'uomo pipistrello di Gotham City nelle mani di George Clooney in Batman & Robin. I motivi erano semplici (anche se non tanto saggi dal punto di vista professionale), non voleva più lavorare con Joel Schumacher con il quale ebbe un rapporto molto teso e gli venne offerta una parte nel classico poliziesco Heat del regista Michael Mann, che lo vide tenere testa a mostri sacri come Jon Voight, Al Pacino e Robert De Niro.
A metà degli Anni Novanta, affrontò un altro mostro sacro, Marlon Brando, nel flop horror L'isola perduta (1996, dove ebbe il ruolo dell'assistente del folle Dottor Moreau ma non senza scontri con il resto del cast, regista compreso), poi fu un cacciatore di leoni accanto a Michael Douglas in Spiriti nelle tenebre (1996). Più caricaturale e telematico il suo Simon Templar in Il Santo (1997) di Phillip Noyce, in coppia con Elisabeth Shue, che però non convinse del tutto la critica, come similmente accadde anche con A prima vista (1999).
Gli Anni Duemila si aprirono con progetti più selezionati, ma non sempre ottimi nella resa. Bene quando scelse di mettersi nelle mani di un Ed Harris passato alla regia con Pollock (2000) o di esplorare la rugginosa fantascienza con Pianeta rosso (2000) di Anthony Hoffman, accanto a Carrie-Ann Moss e Tom Sizemore; male quando scivolò in ruoli da protagonista in pellicole non all'altezza della sua recitazione (Salton Sean - Incubi e menzogne, Hard Cash, Masked and Anonymous, il dimenticabile Wonderland dove fu il pornoattore John Holmes, Blind Horizon - Attacco al potere, Stateside - Anime ribelli).
La rinascita
A rianimare una carriera che rischiò di finire nel dimenticatoio, ci pensò Ron Howard che lo rivolle nel film The Missing (2003), accanto a Cate Blanchett, ma anche David Mamet che lo impose in Spartan (2004) nel ruolo di un milite ignoto. E come non citare il buon Renny Harlin che, affiancandolo a Christian Slater, lo mise al centro dell'ottimo thriller Nella mente del serial killer (2004) con risultati stupefacenti per entrambi (tanto da rivolerlo in Linea nemica - 5 Days of War).
Anche l'amico Oliver Stone avrebbe dovuto far parte di questo gruppo, quando tentò di riportarlo in auge offrendogli il ruolo di Filippo II di Macedonia in Alexander (2004), ma la poca chimica tra lui e i colleghi Angelina Jolie e Colin Farrell (nei rispettivi panni di Olimpiade e di Alessandro Magno) non rese autentica la sua interpretazione, che a riguardarla oggi, pare ridicola e forzata.
Tra le lunghe basette di Kiss Kiss Bang Bang (2005), le ansie di Played - Se non giochi muori (2006), il ritorno da Scott (Déjà vu - Corsa contro il tempo, 2006) e altri titoli non particolarmente significativi e meri B-movies, nei quali però continuò a conservare il ruolo da protagonista, venne scelto da Werner Herzog per il suo Il cattivo tenente - Ultima chiamata New Orleans (2009), mentre ebbe il piacere di recitare accanto alla figlia Mercedes in Paydirt e al figlio Jack nella pellicola di Gia Coppola Palo Alto (questo dopo che un altro Coppola, il Premio Oscar Francis Ford, finalmente riuscirà a dirigerlo in Twixt nel 2011).
Gli ultimi film
Arrivarono, infine, gli ultimi anni di lavoro per lui, prima del ritiro delle scene a causa delle pessime condizioni di salute. Nel 2017, accettò di lavorare con Terrence Malick in Song to Song, poi fu nell'atteso thriller di Tomas Alfredson L'uomo di neve (2017), che però si rivelò un flop carico di delusioni.
L'ultimo ruolo è uno dei primi ruoli
Il suo ultimo ruolo fu un giro di boa. Dopo anni di seri problemi di salute (gli venne diagnosticato un cancro alla gola), che lo spinsero ad allontanarsi dai riflettori, si sottopose a un intervento alla trachea che gli rese la voce rauca e quasi inudibile. Costretto in sedia a rotelle, totalmente afono, decise però di riprendere i panni del pilota Iceman, nel sequel di Top Gun, Top Gun - Maverick, apparendo brevemente in una toccante scena con l'amico Tom Cruise.
Progetti rifiutati
Tra i molti film cui non volle prendere parte, Kilmer rifiutò i ruoli da protagonista in Dune (1984) e in Velluto blu (1986) di David Lynch, entrambi poi andati a Kyle MacLachlan, liquidando l'ultimo come "pornografia pura", ma poi pentendosi amaramente delle scelte fatte, in quanto le versioni in sceneggiatura erano molto diverse da quelle che vide al cinema. A questi si aggiungono Apollo 13 (1995, suo il ruolo che poi andò a Kevin Bacon), Proposta indecente (1993, lasciando la parte a Woody Harrelson), Collateral (2004, cui dovette rinunciare a favore di Mark Ruffalo) e poi anche i ruoli da protagonista in Nel centro del mirino (1993), Fuoco assassino (1991), Sliver (1993) e Linea mortale (1990).
Doppiaggio
Anche doppiatore, Val Kilmer prestò la sua voce a Mosé nel film d'animazione di successo Il principe d'Egitto.
Attivismo
Volontariato di AmeriCares nel 1998, ha visitato l'Iraq nell'aprile 1998 per fornire cibo, medicine e pappe per neonati. Poi con Rosario Dawson, Jessica Alba, Katie Holmes, Gina Gershon e Kerry Washington ha sostenuto il V-Day e lo sforzo globale per porre fine alla violenza contro donne e ragazze.
Vita privata
Val Kilmer fu estremamente discreto sulla sua vita privata. Dopo una brevissima relazione liceale con Mare Winningham, sposò nel 1988 la collega Joanne Whalley, dopo averla conosciuta mentre lavorava sul set di Willow. La coppia ebbe due figli, gli attori Mercedes e Jack Kilmer, prima di divorziare nel 1996.
Fu molto amico di 50 Cent, Michael Fassbender, Frank Whaley, il musicista David Crosby.
Per anni, negò di avere un tumore, dichiarando che invece si faceva spesso ricoverare per complicanze dovute a una pregressa patologia. Solo a partire dal 2015, cominciò a raccontare le sue esperienze oncologiche: i test cui si dovette subire; le operazioni cui si sottopose; la difficile ripresa con la conseguente perdita della voce.
Il primo aprile 2025, morì a causa di una polmonite, circondato dalla sua famiglia, dai suoi quadri (era un appassionato pittore che aveva esposto in diverse gallerie d'arte losangeline) e dai suoi libri scritti da Mark Twain (il suo scrittore preferito).