Bentornati nell’universo mucciniano concitato e ansiogeno in cui ogni conversazione è un match di pugilato verbale: il che, nel caso della serie A casa tutti bene, è un complimento. Nella serialità da piccolo schermo Muccino sembra infatti aver trovato la sua cifra e la sua dimensione migliore, perché gli è consentito entrare nel dettaglio delle lacerazioni interiori di ognuno dei suoi personaggi e raccontarle con maggiore profondità: questa seconda stagione in particolare sembra una lunga seduta psicanalitica che va alla radice traumatica di rapporti famigliari ulcerati e irrisolvibili, dei quali dipanare tutte le conseguenze. Un po’ feuilleton e un po’ melò, un po’ soap opera e un po’ sceneggiata, e codifica fino in fondo quello stile “mucciniano” che, piaccia o non piaccia, è istantaneamente riconoscibile, e si presta molto bene ad una serialità che ha il tempo di elaborare le conseguenze dei comportamenti (nevrotici) individuali. Muccino alza continuamente la posta e l’asticella, ma non dimentica la coazione a ripetere in cui tutti ci dibattiamo, all’interno di quella “gabbia in cui siamo nati” e per uscire dalla quale ci tocca diventare adulti. Recensione ❯
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Una serie comica con Fabio De Luigi protagonista di una storia tutta da ridere, piena di imprevisti e sketch. Espandi ▽
Fabio De Luigi, icona della comicità italiana con 30 anni di carriera alle spalle, ha deciso di festeggiare in grande stile. Come? Attraverso un innovativo one prank show su Amazon Prime Video: in Amazing il comico si mette in gioco come mai prima d'ora. Tuttavia, c'è da chiedersi se questo show sia davvero all'altezza delle aspettative.
Il pretesto per Amazing - Fabio De Luigi, prodotto da Fremantle, è la consegna dell'"Amazing Award", un premio immaginario. Tuttavia, questo traguardo si rivelerà essere un'impresa molto più complicata di quanto De Luigi potesse immaginare, a causa dei "bastardi" che gli si frappongono lungo il cammino.
Dalla spassosa Virginia Raffaele alla Gialappa's Band, passando per Diego Abatantuono, il cast di amici che cerca di mettergli i bastoni tra le ruote è stellare. Ma questo basterebbe a rendere lo spettacolo davvero "amazing"? Siamo di fronte sicuramente a un esperimento interessante, ma la sua combinazione di nostalgia e comicità potrebbe non essere sufficiente a mantenere l'interesse del pubblico attuale. Recensione ❯
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Una serie con Alessandro Preziosi su un gruppo di persone vittime di un destino comune. Espandi ▽
Giovanni Lo Bianco è un ricco imprenditore che decide di trascorrere le vacanze natalizie nella Valle del Vanoi insieme ai suoi due figli Elena e Riccardo. Il tentativo è quello di rafforzare il rapporto con loro in seguito alla morte della madre, quindi Giovanni non bada a spese e affitta la suite più lussuosa di tutto il resort. Durante la Vigilia di Natale, però, un evento inaspettato isola la famiglia e gli altri ospiti della Valle: il distacco di una slavina fa saltare l'elettricità, interrompe le comunicazioni e taglia fuori dal resto del mondo tutti gli abitanti del paese. Tra questi si nascondono anche individui insospettabili, che potrebbero far emergere il passato turbolento di Giovanni. Recensione ❯
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Blanca Ferrando, promossa come consulente della Polizia di Genova, torna al Commissariato San Teodoro con dei nuovi casi da risolvere. Sebastiano Russo, in carcere, sta per essere processato per il tentato omicidio della protagonista, che, contro il parere di tutti, è decisa ad aiutarlo per farlo rilasciare. Sarà proprio lui a cercare di proteggerla quando una serie di attentati alle auto della polizia getteranno la città nel caos e l'attentatore, "PoliBomber", sceglierà Blanca come pedina di un'inquietante vendetta. Intanto, una figura del passato torna nella vita della ragazza facendosi assumere come colf.
Blanca, prodotta da Rai Ficion e Lux Vide, si conferma come una serie innovativa che giovedì 9 novembre, con la sesta puntata finale, ha fatto il record di ascolti. Una stagione ricca di colpi di scena con la regia sapiente di Jan Maria Michelini che ha reso Blanca un personaggio ormai amato e atteso, per cui sembra confermata anche la terza stagione.
Una seconda stagione scoppiettante non solo perché ha fatto dell'attentatore "PoliBomber" il filo conduttore delle diverse puntate ma anche perché ha inserito nuove figure e tanti punti di svolta che hanno reso l'intreccio narrativo molto denso. Recensione ❯
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Le vicissitudini di una potente agenzia di spettacolo e le storie dei suoi soci, alle prese con le carriere delle più grandi star del cinema italiano, per un viaggio ironico e dissacrante dietro le quinte del nostro showbiz. Espandi ▽
La serie mostra il dietro le quinte della produzione audiovisiva italiana attraverso l’attività degli agenti della CMA. Le loro vicende personali alle prese con le vite e i capricci dei loro clienti (nei panni di sé stessi) per i quali sono manager, amici e confidenti. Sky porta in Italia un grande esempio di originalità narrativa europea. Dix pour cent (Chiami il mio agente!, ideata da Fanny Herrer) è andato in onda per France 2 nel lontano 2015, e per ben quattro stagioni ha mostrato il dietro le quinte del sistema produttivo, di scouting e di gestione della maestranza cinematografica e televisiva francese. L'operazione svolta da Sky e Palomar è difficile e perciò, a discolpa di alcune pecche, doveva essere raffinata: da un lato è necessario mantenere l’intento narrativo, quello di raccontare il mondo dello show business europeo, le sue incrinature, i complessi processi di definizione della celebrity di un divo o di una diva. Ciò non giustifica l’assenza, quasi totale, di intervento sulla narrazione: le storie sono esattamente le stesse; gli intrecci che uniscono il racconto dietro le quinte con le vite dei volti noti italiani chiamati a partecipare non si svincolano mai dalla struttura originale. Dall’altro lato però, l’Italia conta una storia cinematografica e caratteristiche uniche, che rendono così l’operazione di rilocazione oggettivamente squisita. Recensione ❯
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La serie mostra il dietro le quinte della produzione audiovisiva italiana attraverso l'attività degli agenti della CMA. Le vicende personali di Lea (Sara Drago), Gabriele (Maurizio Lastrico), Vittorio (Michele Di Mauro) ed Elvira (Marzia Ubaldi) si intrecciano a quelle delle assistenti Monica (Sara Lazzaro), Pierpaolo (Francesco Russo), Camilla (Paola Buratto) e Sofia (Kaze), alle prese con le vite e i capricci dei loro clienti (nei panni di sé stessi): Paola Cortellesi, Paolo Sorrentino, Pierfrancesco Favino, Matilde De Angelis, Stefano Accorsi e Corrado Guzzanti, per i quali sono manager, amici e confidenti. Recensione ❯
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La seconda stagione spinge sull'acceleratore sul surreale, mantiene la qualità palindroma e presenta un triangolo tarantiniano di notevole efficacia. Drammatico, Italia2023. Durata 50 Minuti.
Città-Palazzo è rimasto privo di un capo dopo la morte del boss Lino ucciso da Christian, suo fratellastro ed ex picchiatore diventato "'na mezza specie de santo". La sua coscienza è Rachele, un'ex prostituta che Christian stesso ha riportato in vita, e i suoi alleati sono Penna e Davide, il figlio di Lino, che invece le gambe le ha perdute ad opera dell'ex fidanzata Michela. Intanto il postulatore del Vaticano Matteo si trasferisce a Città-Palazzo per indagare su quello che potrebbe essere un falso profeta, e l'eterno conflitto fra il Bene e il Male trova nei casermoni del quartiere il suo teatro di guerra.
La seconda stagione di Christian spinge ulteriormente l'acceleratore sul surreale, confortata dal successo della prima stagione, ma mantiene quella qualità palindroma, incarnata appunto dalla dicotomia fra Bene e Male e dalla presenza di due dei ex machina, il Biondo (già presente nella prima stagione) e la Nera (che compare invece nella seconda).
I valori di produzione continuano ad essere notevoli, così come il montaggio di Roberto Di Tanna e le musiche originali di Giorgio Giampà. Le interpretazioni restano di prim'ordine, in particolare quella di Edoardo Pesce che rifiuta qualsiasi facile istrionismo, e quella di Silvia D'Amico nel ruolo sfaccettato di Rachele, e le interazioni fra i due sono i momenti più riusciti della serie, cui si aggiunge a tratti Antonio Bannò nei panni di Davide, formando un triangolo tarantiniano di notevole efficacia. Recensione ❯
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Che cosa è successo ai ragazzi della 2°D dopo l'occupazione? Saranno rimasti in classe insieme nella scuola di Marina Piccola? E Livia avrà perdonato Pietro dopo aver scoperto della scommessa? La seconda stagione di DI4RI riparte dalle risposte a queste domande e dall'arrivo di un nuovo personaggio, quello di Bianca, la cugina di Giulio, una ragazza talentuosa e solare che saprà integrarsi nel gruppo con la sua vitalità e la capacita` di capire gli altri.
In questa seconda stagione i nostri protagonisti affronteranno il loro terzo e ultimo anno di medie. Un anno indimenticabile e carico di sfide, che si chiuderà con la prima prova importante della loro vita, l'esame di terza media, e con una scelta determinante: che cosa fare dopo? Se ognuno dovrà prendere la propria strada, l'amicizia sopravviverà alla separazione?
Anche in questa stagione il racconto dei protagonisti rompe la quarta parete e si rivolge direttamente allo spettatore: ogni episodio si concentra su uno dei nove protagonisti, raccontando le dinamiche scolastiche attraverso il suo punto di vista e, allo stesso tempo, affrontando con taglio moderno e realistico la sua storia personale che diventa tematica e universale. I temi affrontati sono diversi: la ribellione, l'ansia per il proprio futuro, l'affermazione di sé, il bullismo femminile, il senso di appartenenza ad un gruppo, l'accettazione dei nuovi partner dei genitori, l'amore e l'amicizia. La verità e il realismo con cui sono state raccontate le storie e le emozioni dei ragazzi durante la prima stagione saranno il punto di forza anche della seconda. Recensione ❯
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Una rivisitazione del West molto interessante ma altrettanto dispersiva. Che adatta (e abbandona) il cult di Corbucci. Western, Italia, Francia2023. Durata 60 Minuti.
Il classico del cinema western Django rivisitato in una serie internazionale liberamente tratta dal film di Sergio Corbucci. Espandi ▽
Ambientata nel 1872, sette anni dopo la Guerra di Secessione, la serie segue le vicende di Django, un ex soldato confederato che si muove alla ricerca della verità sul massacro che ha totalmente distrutto la sua famiglia. Nelle sue peregrinazioni l'eroe raggiungerà New Babylon, una comunità utopica: una vera e propria oasi di libertà, fondata dall'enigmatico John Ellis, un uomo di colore. Nella comunità risiede anche Sarah il cui passato si intreccia amaramente con quello del protagonista, la quale dovrà fronteggiare la signora - e guida spirituale - della città rivale di Elmdale, Elizabeth Thurmann, donna tanto potente quanto crudele.
La miniserie Django è un'interessante operazione di "revisionismo": d'altronde di questo dobbiamo parlare se inseriamo all'interno di una trama originariamente caratterizzata per la sua violenza e ambientata in un periodo storico del tutto respingente le contemporanee politiche "di piattaforma".
Una rivisitazione del West molto interessante, ma altrettanto dispersiva e controproducente, dal momento che si perdono totalmente le affinità col prodotto originario - rendendo la miniserie solo l'ennesimo sequel ufficioso del brand "Django" - di cui si trascurano la durezza e la violenza. Recensione ❯
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Un colpo di pistola alla testa. È stato questo a mandare in frantumi la vita di Andrea Fanti, primario di Medicina Interna del Policlinico Ambrosiano di Milano. Anche se è sopravvissuto, una volta uscito dal coma ha dovuto fare i conti con una terribile scoperta: gli ultimi dodici anni della sua vita sono svaniti nel nulla, come se non fossero mai esistiti. Non ricorda la fine del suo matrimonio, l'inizio di una nuova storia con una collega, la morte di suo figlio. Insomma, tutte le cose che, nel bene e nel male, l'hanno reso chi era. Una ferita da cui non è stato facile riprendersi, ma che si è rivelata un'inaspettata opportunità: perché se mentre prima dello sparo era freddo e distante, ora, grazie all'amnesia, Andrea ha avuto modo di avvicinarsi ai pazienti, capirne le esigenze e i bisogni, diventando un medico, ma anche un uomo migliore. È diventato Doc. Almeno così lo chiamano i colleghi e gli specializzandi del reparto.
E ora, dopo aver scoperto la verità dietro allo sparo che gli è costato la memoria, nella prima stagione, e dopo aver combattuto insieme al resto dello staff durante la pandemia, nella seconda stagione, Doc in questa terza stagione si trova ad affrontare una nuova sfida. Reintegrato nel ruolo di primario, fa del suo meglio per gestire il reparto, cercando di raggiungere gli obiettivi fissati dalla Direzione, senza però rinunciare alla qualità e all'attenzione che pretende nei confronti dei suoi pazienti. Recensione ❯
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Un'inchiesta originale in quattro puntate che racconta il caso Claps, con nuove testimonianze e immagini inedite. Espandi ▽
Quella di Elisa Claps è una storia incredibile, un mistero iniziato trent'anni fa e risolto, in parte, nel marzo del 2010 quando venne ritrovato il corpo della giovane studentessa, ormai mummificato, nel sottotetto della Santissima Trinità, una chiesa nel pieno centro di Potenza. Una vicenda ricca di colpi di scena, depistaggi, segreti ed errori commessi durante le indagini. Un caso che probabilmente si sarebbe potuto chiudere dopo pochi giorni, ma che si è trasformato in un giallo durato più di diciassette anni, permettendo al killer, Danilo Restivo, di uccidere ancora. Recensione ❯
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La serie ispirata al "Colpo di Anversa" del 2003, il più grande furto di diamanti al mondo. Espandi ▽
La serie è ispirata al "Colpo di Anversa" del 2003, il più grande furto di diamanti al mondo, nel quale Notarbartolo e il suo squinternato gruppo di ladri riescono ad aggirare il sistema di sicurezza all'avanguardia dell'Antwerp Diamond Centre e a rubare pietre preziose del valore milioni di dollari. Recensione ❯
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Un'esperta profiler si trova tra le mani una serie di delitti sempre più inquietanti. Espandi ▽
Quando nel paese di montagna di Travenì viene trovato sulla neve un cadavere nudo e senza occhi, Letizia Battaglia, una profiler della sezione omicidi di Udine e la sua squadra, vengono incaricati di seguire l'indagine che porterà in breve tempo ad una serie di macabri misfatti. La donna, già sofferente di diabete, si accorge che la sua mente inizia a cedere ai primi sintomi di Alzheimer, ma il suo essere tenace ed orgogliosa la spinge a dedicarsi al caso con ancora maggiore dedizione.
L'Ispettore-Capo Giacomo Parisi e il nuovo arrivato dalla Sicilia, Massimo Marini, l'affiancheranno nella caccia al killer che terrorizza il paesino e faranno i conti con le preoccupazioni e le spigolosità di Teresa. L'uomo assassinato è il padre di Diego, un bambino di 10 anni che insieme ai suoi tre amici, Mathias, Oliver e Lucia saranno misteriosamente al centro di una serie di efferati omicidi.
Fiori sopra l'inferno si avvale di splendide location di montagna, con un assetto nevoso che richiama un thriller scandinavo e solo potenzialmente grottesco come Fargo per una crime story che poteva avere tutte le carte in regola per sedurre lo spettatore ma che, di fatto, non sempre convince del tutto. Il primo aspetto sono i bambini, protagonisti, in parte vittime e in parte co-investigatori. Recensione ❯
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Serie comedy con uno straordinario cast corale. Espandi ▽
La serie Gigolò per caso, che ha solo casualmente lo stesso titolo del bel film di John Turturro di qualche anno fa, vorrebbe essere un tentativo di mettere in discussione in forma comica il cambiamento nei rapporti fra uomini e donne e nella concezione stessa di virilità, ma perde completamente l’occasione di costruire una comicità intelligente e innovativa sull’argomento ripiegando invece su triti stereotipi e antiche macchiette. Lo sguardo e l’immaginario restano quelli maschili vecchio stampo e sorprende anche che a farlo sia una coppia di giovani sceneggiatori, Tommaso Renzoni e Daniela Delle Foglie, entrambi fra i 35 e i 40 anni. Se si ride poco vedendo la serie però non è per “suscettibilità femminista”, ma perché le dinamiche in scena sono così poco aggiornate alla realtà che è difficile ritrovarci qualcosa di comicamente riconoscibile, e i personaggi sono così goffamente strutturati che perdono qualsiasi credibilità, seppur nel contesto comico che deve per sua natura estremizzare i toni. Recensione ❯
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