Anno | 2023 |
Genere | Thriller |
Produzione | Italia |
Regia di | Carlo Carlei |
Attori | Elena Sofia Ricci, Gianluca Gobbi, Giuseppe Spata, Lorenzo McGovern Zaini Tosca Forestieri, Ruben Santiago Vecchi, Luigi Petrucci, Massimo Rigo, Maria Sole Mansutti, Mario Ermito, Christian Burruano, Urs Remond, Eva Cela, Filippo Velardi, Enea Barozzi, Emma Benini. |
MYmonetro | Valutazione: 2,50 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 2 marzo 2023
Un'esperta profiler si trova tra le mani una serie di delitti sempre più inquietanti.
CONSIGLIATO NÌ
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Quando nel paese di montagna di Travenì viene trovato sulla neve un cadavere nudo e senza occhi, Letizia Battaglia, una profiler della sezione omicidi di Udine e la sua squadra, vengono incaricati di seguire l'indagine che porterà in breve tempo ad una serie di macabri misfatti. La donna, già sofferente di diabete, si accorge che la sua mente inizia a cedere ai primi sintomi di Alzheimer, ma il suo essere tenace ed orgogliosa la spinge a dedicarsi al caso con ancora maggiore dedizione. L'Ispettore-Capo Giacomo Parisi e il nuovo arrivato dalla Sicilia, Massimo Marini, l'affiancheranno nella caccia al killer che terrorizza il paesino e faranno i conti con le preoccupazioni e le spigolosità di Teresa. L'uomo assassinato è il padre di Diego, un bambino di 10 anni che insieme ai suoi tre amici, Mathias, Oliver e Lucia saranno misteriosamente al centro di una serie di efferati omicidi.
La serie firmata da Carlo Carlei e creata da Ilaria Tuti, è ispirata al primo best-seller della scrittrice (da cui trae il titolo) e si sviluppa nell'arco di sei puntate grazie alla sceneggiatura di Carlei stesso, Donatella Diamanti, Valerio D'annunzio e Mario Cristiani.
La fiction ha raggiunto con l'ultima puntata uno share del 24.8%, ottenendo un buon consenso di pubblico.
Fiori sopra l'inferno si avvale di splendide location di montagna, con un assetto nevoso che richiama un thriller scandinavo e solo potenzialmente grottesco come Fargo per una crime story che poteva avere tutte le carte in regola per sedurre lo spettatore ma che, di fatto, non sempre convince del tutto. Il primo aspetto sono i bambini, protagonisti, in parte vittime e in parte co-investigatori, come nel più classico dei film anni ottanta, evocano I Goonies e Stand by me, rimanendo sull'onda di Stranger Things; questo gruppo, soprannominati "gli sfigati", ha i personaggi più caratterizzati in Lucia con riflessioni da piccola donna e il protettivo e sensibile Mathias. La loro presenza e le loro peculiarità sono il perno narrativo della storia, ma la recitazione convince solo a tratti e gli elementi evocati sono tali da creare un effetto déjà-vu che limita, talvolta, la suspense.
Si riconosce, inoltre, il valore di mostrare le storie di queste piccole vittime (Lucia ha i genitori tossicodipendenti, Oliver è figlio di un collaboratore di giustizia e Mathias subisce maltrattamenti dal padre), che cercano in tutti i modi e per varie ragioni di non gravare suoi loro genitori con il messaggio importante che i bambini sono sacri; però la caratura dei dialoghi unita ad una guida attoriale un po'didattica assume in alcuni momenti le tonalità e le caratteristiche di una campagna legata al tema. Questo elemento fa perdere l'incanto della storia e l'efficacia del messaggio che invece era fondamentale sfruttare al massimo della sua potenza.
Poi il trio dei protagonisti, Teresa Battaglia con la coppia Marini e Parisi, sono tutti bravi nel loro ruolo con protagonista assoluta Elena Sofia Ricci che tratteggia bene con la recitazione la complessità del suo personaggio, le sue pregresse esperienze traumatiche e il momento così delicato che sta vivendo. Le dinamiche tra loro sono piacevoli con le preoccupazioni dei due commissari per la loro profiler e si poteva forse giocare un po' di più sulle loro evoluzioni.
Nel finale, che non si vuole svelare, sarebbe interessante capire quanto gli studi dello psicoanalista René Spitz sulla deprivazione materna siano stati di ispirazione. Si ribadisce, in ogni caso, il pregio del palinsesto della Rai di sensibilizzare a tematiche come queste che producono e generano orrori e mostri. Peccato che i colpi di scena risultino abbastanza prevedibili anche se la rappresentazione dei diavoli alla festa di San Nicola ha un aspetto scenografico interessante e in grado di creare un clima infernale, grazie soprattutto ai costumi così ben rifiniti. Per questa ragione si rimane un po' delusi quando li si paragona a quelli del "fantasma" con una maschera di corteccia che invece risulta nella sua realizzazione banale e, forse per via del periodo, quasi carnevalesca.