Una serie comica con Fabio De Luigi protagonista di una storia tutta da ridere, piena di imprevisti e sketch. Espandi ▽
Fabio De Luigi, icona della comicità italiana con 30 anni di carriera alle spalle, ha deciso di festeggiare in grande stile. Come? Attraverso un innovativo one prank show su Amazon Prime Video: in Amazing il comico si mette in gioco come mai prima d'ora. Tuttavia, c'è da chiedersi se questo show sia davvero all'altezza delle aspettative.
Il pretesto per Amazing - Fabio De Luigi, prodotto da Fremantle, è la consegna dell'"Amazing Award", un premio immaginario. Tuttavia, questo traguardo si rivelerà essere un'impresa molto più complicata di quanto De Luigi potesse immaginare, a causa dei "bastardi" che gli si frappongono lungo il cammino.
Dalla spassosa Virginia Raffaele alla Gialappa's Band, passando per Diego Abatantuono, il cast di amici che cerca di mettergli i bastoni tra le ruote è stellare. Ma questo basterebbe a rendere lo spettacolo davvero "amazing"? Siamo di fronte sicuramente a un esperimento interessante, ma la sua combinazione di nostalgia e comicità potrebbe non essere sufficiente a mantenere l'interesse del pubblico attuale. Recensione ❯
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La storia della mitica dinastia di armatori e imprenditori protagonista di un'epoca d'oro della Sicilia dell'800. Espandi ▽
1802. Paolo Florio fugge da Bagnara Calabra devastata dal terremoto insieme alla moglie Giuseppina e al fratello Ignazio. La famiglia si rifugia a Palermo dove i Florio aprono un'aromateria che raggiunge il successo nonostante l'ostilità dei potenti locali. Alla morte di Paolo suo figlio Vincenzo rileva una tonnara ed espande i suoi affari - compresi i prestiti ad alto interesse - accrescendo la sua reputazione di imprenditore di intuito. L'incontro con Giulia Portalupi, giovane di estrazione borghese, gli farà mettere in discussione il proposito di acquisire un titolo nobiliare.
Nella figura di Florio si concentra il divario sociale insanabile nella Sicilia dell'Ottocento, e il desiderio di rivalsa di chi ritiene di meritare dalla vita un risarcimento per ciò che non ha avuto in dote. Il suo personaggio è ben delineato in sceneggiatura e molto bene interpretato da Michele Riondino, che tiene sempre a mente il Gattopardo di Burt Lancaster ma non se ne lascia dominare, proprio come farebbe Vincenzo Florio.
In generale, pur gestendo con coraggio il ricco materiale del romanzo su cui è basata, la sceneggiatura sembra non approfittare fino in fondo del respiro ampio della serialità televisiva, affidando più agli attori che al testo il compito di inserire nuance e scollineamenti. Recensione ❯
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Le vicissitudini di una potente agenzia di spettacolo e le storie dei suoi soci, alle prese con le carriere delle più grandi star del cinema italiano, per un viaggio ironico e dissacrante dietro le quinte del nostro showbiz. Espandi ▽
La serie mostra il dietro le quinte della produzione audiovisiva italiana attraverso l’attività degli agenti della CMA. Le loro vicende personali alle prese con le vite e i capricci dei loro clienti (nei panni di sé stessi) per i quali sono manager, amici e confidenti. Sky porta in Italia un grande esempio di originalità narrativa europea. Dix pour cent (Chiami il mio agente!, ideata da Fanny Herrer) è andato in onda per France 2 nel lontano 2015, e per ben quattro stagioni ha mostrato il dietro le quinte del sistema produttivo, di scouting e di gestione della maestranza cinematografica e televisiva francese. L'operazione svolta da Sky e Palomar è difficile e perciò, a discolpa di alcune pecche, doveva essere raffinata: da un lato è necessario mantenere l’intento narrativo, quello di raccontare il mondo dello show business europeo, le sue incrinature, i complessi processi di definizione della celebrity di un divo o di una diva. Ciò non giustifica l’assenza, quasi totale, di intervento sulla narrazione: le storie sono esattamente le stesse; gli intrecci che uniscono il racconto dietro le quinte con le vite dei volti noti italiani chiamati a partecipare non si svincolano mai dalla struttura originale. Dall’altro lato però, l’Italia conta una storia cinematografica e caratteristiche uniche, che rendono così l’operazione di rilocazione oggettivamente squisita. Recensione ❯
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Un'inchiesta originale in quattro puntate che racconta il caso Claps, con nuove testimonianze e immagini inedite. Espandi ▽
Quella di Elisa Claps è una storia incredibile, un mistero iniziato trent'anni fa e risolto, in parte, nel marzo del 2010 quando venne ritrovato il corpo della giovane studentessa, ormai mummificato, nel sottotetto della Santissima Trinità, una chiesa nel pieno centro di Potenza. Una vicenda ricca di colpi di scena, depistaggi, segreti ed errori commessi durante le indagini. Un caso che probabilmente si sarebbe potuto chiudere dopo pochi giorni, ma che si è trasformato in un giallo durato più di diciassette anni, permettendo al killer, Danilo Restivo, di uccidere ancora. Recensione ❯
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Crescere per diventare cosa, per assomigliare a chi? Il nuovo romanzo della scrittrice amata in tutto il mondo diventa una serie. Espandi ▽
Anni '90. Giovanna è un'adolescente "confusa e stupefatta" cresciuta nei quartieri alti di Napoli. La madre le dice che sta diventando brutta come la zia Vittoria, quella sorella del padre di cui a casa non si parla e che vive nel Pascone. Giovanna cerca di incontrare la donna cancellata dal passato del padre, per capire quanto di sbagliato e deprecabile rischia di esserci anche in lei stessa. Attraverso la zia Vittoria la ragazza si accorgerà di quanto siano bugiardi gli adulti, compresi i genitori, e di quanto la vita sia complicata, compreso l'amore, che "non è pulito ma opaco, come le finestre dei cessi".
Di puntata in puntata, o meglio di capitolo in capitolo, la serie si gonfia di significati e trova la sua direzione in un universo di strade interrotte, come quella su cui Giovanna fa break dance.
Le interpretazioni sono precise e potenti. La regia di De Angelis gestisce bene sia i momenti intimi che le scene corali e tiene salda in pugno la materia magmatica e sfuggente di cui è fatta questa storia minima e massima: un racconto di disfacimento e formazione che culmina nel dito medio alzato del poster che la promuove. Recensione ❯
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Una rilettura in chiave light procedural della storia vera di Lidia Poët, la prima avvocata d'Italia. Espandi ▽
Mentre combatte con una società ancorata ai privilegi maschili e maschilisti, Lidia Poët si fa largo nel mondo dell'Avvocatura risolvendo casi spinosi per conto di suo fratello Edoardo, co-adiuvata dall'appassionato giornalista Jacopo.
Intelligente, originale, leggera, la serie si permette licenze poetiche e anacronismi, lessicali e strutturali, per realizzare un'operazione interessante: rileggere in chiave contemporanea un personaggio iconico, un po' come fece Sofia Coppola per la sua Marie Antoinette. Anche qui spicca il carisma della protagonista: Matilda De Angelis diventa sempre più brava ad ogni progetto, qui sa tenersi sulle spalle lo spessore di un personaggio anticonvenzionale che non fa sconti a nessuno, neanche a se stessa.
La regia di Matteo Rovere e Letizia Lamartire si rivela impeccabile, come anche i costumi firmati Stefano Ciammitti, allievo di Piero Tosi, un incanto per chi guarda. Recensione ❯
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Uno dei più sconvolgenti casi di cronaca nera recenti: gli omicidi di Elisa Claps ed Heather Barnett ad opera di Danilo Restivo. Espandi ▽
Potenza, il 12 settembre del 1996 la sedicenne Elisa Claps, dopo aver concordato con il fratello Gildo il rientro per pranzo, esce per un appuntamento con un ragazzo di cui non gli rivela il nome. La sua migliore amica, a conoscenza dell'incontro, cerca di dissuaderla accompagnandola fino al sagrato della chiesa della Santissima Trinità dove l'attende Danilo Restivo, un uomo più grande di lei che in città è spesso oggetto di scherno. Elisa non farà più ritorno e per Gildo, la sua fidanzata Irene, Luciano e i genitori Filomena e Antonio sarà una sfida di resistenza nella ricerca della verità.
A distanza di anni, nel 2002, e di chilometri, a Bournemouth in Inghilterra, l'omicidio brutale di Heather Barnett farà riaprire le indagini. La donna, infatti, abitava vicino allo stesso Restivo, trasferitosi lì con la compagna Fiamma. Gildo informa la polizia inglese del materiale che ha raccolto, ma solo il ritrovamento del corpo di Elisa, 17 anni dopo, nella stessa chiesa in cui era misteriosamente scomparsa, avvierà il processo per fare luce su questa drammatica vicenda.
La Rai dedica una miniserie di sei puntate al caso Claps che il regista Marco Pontecorvo ha realizzato con la consulenza della famiglia: un atto di denuncia puntuale e meticoloso che evidenzia tutti i depistaggi, le lungaggini e le vicende giudiziarie che hanno contribuito ad una verità tardiva e sofferta. Recensione ❯
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Un'opera corale e sfaccettata che racconta la storia vera di tre donne, cresciute all'interno dei più feroci e ricchi clan della 'Ndrangheta, che decidono di collaborare con una coraggiosa magistrata. Espandi ▽
Lea Garofalo, testimone di giustizia, porta sua figlia Denise a Milano dal padre, un boss della ‘ndrangheta, e scompare nel nulla. Giuseppina Pesce si occupa degli affari di famiglia ma s’innamora di un uomo che non è suo marito, altro capo di una potente famiglia malavitosa. Maria Concetta Cacciola ha il marito in carcere, ma vive in prigione anche lei, segregata tra le mura di casa e oppressa da una famiglia che non le concede alcuna libertà. La p.m. Anna Colace ha un’intuizione: scovare e aiutare queste donne a uscire dalla cerchia delle loro famiglie oppressive per poter abbattere “da dentro” i clan della ‘ndrangheta. Ma collaborare con la giustizia non è facile, richiede una gran dose di coraggio e amore per i propri figli. The Good Mothers, diretta a quattro mani da Julian Jarrold e Elisa Amoruso, è una serie sorprendente. Per il suo spessore narrativo, per l’eleganza della messa in scena, per la raffinatezza del binomio forma e contenuto, per come sa tenere alti ritmo e tensione fino all'episodio finale, e per le ottime interpretazioni che vanta. Ma ancora prima, per l’intento nobile di voler portare a galla le storie delle “invisibili”. Non c’è spettacolarizzazione del crimine, né delle continue violenze verso le donne che pure vengono raccontate. Non c’è neanche l’ombra della seduzione o del fascino del male. C’è, piuttosto, la voglia di mostrare reazioni ed emozioni con autenticità e rispetto, senza retorica o ricatto morale. Recensione ❯
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Un thriller transgenerazionale su un mistero che si dipana fra gli anni '90 e il presente. Espandi ▽
Elio Santamaria è un avvocato con una bella moglie, una figlia affettuosa e una vita soddisfacente. Ma quando la polizia recupera dalle acque un'automobile con dentro il cadavere di una ragazza, Elio compie un salto indietro nel passato: il corpo ritrovato è quello di Arianna, scomparsa quando sia lei che Elio erano adolescenti. Ed è un ritorno immediato all'estate del 1990. Solo che per Elio il ritorno non è solo quello della memoria, poiché a causa di un'amnesia aveva rimosso del tutto quel periodo. Non si limita a ricordare, è proprio lì, con la consapevolezza di quello che poi sarebbe successo nel futuro, ma con il corpo di un ragazzo e, forse, la possibilità di cambiare il destino della ragazza di cui era follemente innamorato.
Un'estate fa riesce ad attingere al cinema, soprattutto di oltreoceano, e adattarlo efficacemente ad una realtà italiana quasi scomparsa, sollevando temi per nulla scontati che riguardano l'andamento binario delle nostre vite, le ossessioni che ognuno porta con sé e il rimpianto per le strade non prese e le possibilità non concretizzate. E ci ricorda un'adolescenza meno spaventata e con molto più tempo a disposizione, immersa in una dimensione fisica e tattile che molti ragazzi avrebbero poi dimenticato. Recensione ❯
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Una serie profonda, complessa, divisiva. Zerocalcare conferma il suo spirito irriverente e iconoclasta e ci fa sentire meno soli. Animazione, Italia2023.
Zerocalcare affonda il coltello nella piaga della realtà di una città in preda al degrado e ai contrasti politici e sociali, e solleva argomenti potenzialmente divisivi. Espandi ▽
Nel quartiere in cui Zerocalcare abita da sempre la tensione aumenta: è nato un centro di accoglienza profughi e i bulli locali ne approfittano per montare la solita polemica contro i migranti. Fra i residenti la reazione è mista: c'è chi è favorevole ad un'inclusione dei profughi, chi invece, come Cesare, amico di Zero fin dall'infanzia, si unisce agli intolleranti. E c'è anche chi si ritrova nel mezzo, senza sapere più da che parte stare.
Michele Rech, alias Zerocalcare, racconta la vita a Roma Est illuminandone le criticità. Con Questo mondo non mi renderà cattivo affonda molto più profondamene il coltello nella piaga della realtà di una città in preda al degrado e ai contrasti politici e sociali, e solleva argomenti potenzialmente divisivi, anche perché dà un volto (la donna bionda sui manifesti sovranisti) e un nome ai personaggi che racconta.
Nell'"età dei grazie al cazzo" e nell'"inverno del narcisismo" c'è un gran bisogno di elaborazioni artistiche come quelle di Zerocalcare, che non fanno sconti a nessuno e stanno attente a rimanere riconoscibili, fin nei rumori di scena. Perché abbiamo un gran bisogno di sentirci meno soli nella confusione del presente in cui "tutto si cancella, tutto sparisce" e c'è fin troppa gente che "soffia veleno" per farci dimenticare di essere cresciuti insieme, e di poter continuare a farlo. Recensione ❯
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Serie comedy con uno straordinario cast corale. Espandi ▽
La serie Gigolò per caso, che ha solo casualmente lo stesso titolo del bel film di John Turturro di qualche anno fa, vorrebbe essere un tentativo di mettere in discussione in forma comica il cambiamento nei rapporti fra uomini e donne e nella concezione stessa di virilità, ma perde completamente l’occasione di costruire una comicità intelligente e innovativa sull’argomento ripiegando invece su triti stereotipi e antiche macchiette. Lo sguardo e l’immaginario restano quelli maschili vecchio stampo e sorprende anche che a farlo sia una coppia di giovani sceneggiatori, Tommaso Renzoni e Daniela Delle Foglie, entrambi fra i 35 e i 40 anni. Se si ride poco vedendo la serie però non è per “suscettibilità femminista”, ma perché le dinamiche in scena sono così poco aggiornate alla realtà che è difficile ritrovarci qualcosa di comicamente riconoscibile, e i personaggi sono così goffamente strutturati che perdono qualsiasi credibilità, seppur nel contesto comico che deve per sua natura estremizzare i toni. Recensione ❯
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La serie è basata sul libro omonimo di Andreas Eschbach, best seller da un milione di copie. Espandi ▽
John (Philip Froissant) è un giovane rider che gira per Berlino con i suoi amici, senza un centesimo in tasca, godendosi la sua vita e la sua libertà.
Un giorno però riceve una notizia incredibile: è l'unico erede di una fortuna creata oltre 500 anni fa. Nel corso dei secoli, l'eredità è cresciuta fino all'incredibile somma di un trilione di dollari. John diventa così l'uomo più ricco del mondo. Recensione ❯
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Le vicende di una piccola agenzia digital che sogna in grande ma alla fine sopravvive tra clienti stravaganti e le difficoltò di una modesta realtà di provincia. Espandi ▽
Dopo aver tirato uno schiaffo al testimonial Achille Lauro durante una riunione, la manager di un'agenzia di comunicazione viene declassata dalla sede centrale di Milano a quella periferica di Napoli. Qui si ritrova alla guida di un gruppo di lavoro stravagante e sgangherato che si barcamena nel mondo digital e social.
Ispirandosi ai modelli di sitcom più alti (come The Office o Boris) e in perfetto equilibrio tra risate e malinconia, i The Jackal ritraggono il mondo della comunicazione social e il disagio della generazione di trentenni.
L'intesa tra i membri del gruppo funziona perfettamente: Fabio Balsamo (sempre più bravo e aderente al suo modello di riferimento Troisi), Ciro Priello (il più eccentrico, nella sua spassosa incapacità di dire di no agli altri), Gianluca Fru (il più cinico e dall'umorismo spietato) e Aurora Leone (sensibile e intrappolata nella friendzone con un collega) sono complementari, e dialogano bene anche con il resto del cast, a partire da Martina Tinnirello che nel ruolo della manager mostra i giusti spigoli per cozzare comicamente con il quartetto campano. Recensione ❯
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Una serie con Alessandro Preziosi su un gruppo di persone vittime di un destino comune. Espandi ▽
Giovanni Lo Bianco è un ricco imprenditore che decide di trascorrere le vacanze natalizie nella Valle del Vanoi insieme ai suoi due figli Elena e Riccardo. Il tentativo è quello di rafforzare il rapporto con loro in seguito alla morte della madre, quindi Giovanni non bada a spese e affitta la suite più lussuosa di tutto il resort. Durante la Vigilia di Natale, però, un evento inaspettato isola la famiglia e gli altri ospiti della Valle: il distacco di una slavina fa saltare l'elettricità, interrompe le comunicazioni e taglia fuori dal resto del mondo tutti gli abitanti del paese. Tra questi si nascondono anche individui insospettabili, che potrebbero far emergere il passato turbolento di Giovanni. Recensione ❯
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La serie ispirata al "Colpo di Anversa" del 2003, il più grande furto di diamanti al mondo. Espandi ▽
La serie è ispirata al "Colpo di Anversa" del 2003, il più grande furto di diamanti al mondo, nel quale Notarbartolo e il suo squinternato gruppo di ladri riescono ad aggirare il sistema di sicurezza all'avanguardia dell'Antwerp Diamond Centre e a rubare pietre preziose del valore milioni di dollari. Recensione ❯
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