Il docu-show Netflix in 6 episodi, prodotto da Fremantle, di cui Cattelan è autore e protagonista. Espandi ▽
Scoprire come si fa ad essere felici è un viaggio ed Alessandro Cattelan se lo è fatto tutto. Dalla panda di Roberto Baggio alla regia di Paolo Sorrentino, passando per i campi da golf con Gianluca Vialli e la tenda con Geppi Cucciari. Un supermercato chiuso aspetta Ale e Francesco Mandelli, mentre Elio sarà il suo coach per X Factor Ungheria. Recensione ❯
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Un esplosivo racconto di formazione, una commedia dark-rock immersa nella cultura pop degli Anni 80. Espandi ▽
Nord Italia, scintillanti anni 80. Per amore della figura paterna perduta, Alice si trova catapultata nel mondo del crimine, nel quale impara a sopravvivere anche grazie all'uso dell'immaginazione, alimentata da riferimenti, televisivi, cinematografici e musicali degli anni 80. Come la fortunata Stranger Things, che fa dell'esplicita citazione di un determinato immaginario letterario e cinematografico (King e Spielberg, primi fra tutti), il suo principale marchio di fabbrica, anche Bang Bang Baby si segnala per la spudorata volontà di citare, e nel caso della serie Prime video di far suo, un determinato contesto e trasformarlo in una vera e propria impalcatura su cui costruire ogni puntata. Insomma, a prescindere da difetti e inciampi, c’è da rimanere affascinati di fronte a Bang Bang Baby e alla sua voglia di sperimentare… Voglia che la presenza delle SVOD non fa che incentivare e che, anche se a piccoli passi, era ora travolgesse i prodotti seriali italiani. Recensione ❯
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Un complesso edilizio della periferia milanese diventa teatro di una storia d'amore, di vendetta, di libertà e di affermazione personale. Espandi ▽
Prodotta da Sky Studios Italia, con la supervisione musicale del rapper Salmo (che interpreta anche un piccolo ruolo), una serie che racconta le nuove conformazioni urbane e sociali di Milano, pur costruendo un paesaggio totalmente fittizio e irreale. Il quartiere del film è una città immaginaria, composta da tante periferie che insieme vanno a formare il quadro astratto di una città in rapidissima trasformazione, attraversata per davvero dall’impazienza e dalla rabbia di chi – figlio di immigrati, giovane disilluso, criminale senza alternativa – chiede di occupare un posto nella società. La serie è figlia di questo movimento metropolitano: mescola i generi, il noir, il gangster movie, il melodramma, il coming of age in una cornice da graphic novel, visivamente connotata e geograficamente indefinita.
Niente in Blocco 181 è nuovo, né la scelta di Milano come paesaggio metropolitano attraversato dai conflitti della società contemporanea – sperequazione della ricchezza, speculazione edilizia, dominio incontrastato della criminalità organizzata –; né il racconto delle giovani generazioni sedotte dal crimine come condizione di vita. Recensione ❯
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Poetica, ritmica, più divertente di prima, e perciò paradossalmente commovente, la quarta stagione rende di nuovo visibile l'invisibile. Commedia, Italia2022. Durata 25 Minuti.
Tornano le vicende della troupe televisiva che lavora alla sdolcinata soap Gli Occhi del Cuore. Espandi ▽
Dopo 11 anni dal capitolo cinematografico che chiudeva le vicende della troupe di René Ferretti, ritroviamo sul set Arianna e Alessandro, Lopez e Sergio, Stanis e Corinna, i tre sceneggiatori, Biascica, Duccio, lo schiavo. Ritroviamo persino Itala (Fiorentini - scomparsa nel 2019 e omaggiata nel primo episodio). Tutti riappaiono, pieni, a occuparsi del nostro presente e di conseguenza sono alle prese con le piattaforme streaming: omogeneamente, come se quegli 11 anni non fossero passati, seppure lo siano - come testimonia il nuovo ruolo di Alessandro come responsabile di piattaforma.
Nella sua quarta stagione Boris torna forte come alla prima; non rinnovata, non un semplice revival, più che originale: ancora sé stessa, pienamente capace di raccontare dove siamo, cosa e come raccontiamo... o ci raccontiamo.
La serie è poetica, è ritmica, è più divertente di prima, e perciò paradossalmente commovente. La crasi tra ironia e poesia viene raggiunta più che nel passato, forte di un bagaglio emozionale costruito in oltre una decade di meme e frasi cult. Recensione ❯
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Un supernatural crime drama con il vincitore del David di Donatello Edoardo Pesce, ambientato in una Roma ultra-periferica di Corviale, un edificio lungo 986 metri. Espandi ▽
La serie Christian è liberamente ispirata alla graphic novel “Stigmate” di Lorenzo Mattotti e Claudio Piersanti, dalla quale Roberto “Saku” Cinardi aveva già tratto un cortometraggio. La (nutrita) squadra di sceneggiatori ha il compito non facile di far accettare al pubblico un livello alto di sospensione dell’incredulità, e affronta questa difficoltà radicando la storia in una realtà urbana degradata e mantenendo un linguaggio estremamente concreto, con atmosfere a metà fra il Dogman di Matteo Garrone e Lo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti (peraltro attore protagonista del corto Christian da cui è gemmata la serie). Funziona? Dipende dai diversi livelli di tolleranza di chi guarda: per l’improbabilità della situazione; per il romanesco insistito; per la reverenza ai mondi di Garrone e Mainetti, che tolgono originalità alla messinscena; per gli eccessi melodrammatici, dato che Christian flirta con “Romeo e Giulietta” e con “Macbeth”, per citare solo due titoli scespiriani. La sua chiave più efficace resta l’ironia crudele, alternata ad una tenerezza autentica (ma non necessariamente omni perdono) fra madri e figli, amanti, amici e fratelli. Recensione ❯
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Nei casermoni della Città-Palazzo, Christian è il numero uno a menare le mani. Sta a lui fare il lavoro sporco per Lino, che Christian considera un fratello maggiore, perché entrambi sono stati allevati dalla stessa donna, Italia, ora malata di Alzheimer. Ma un giorno su quelle mani che sono il suo strumento di lavoro spuntano due stimmate, e Christian si scopre in grado di operare miracoli. Matteo è un postulatore del Vaticano che ha perso la fede e ha il compito di definire l'autenticità dei fenomeni soprannaturali, con la missione personale di smascherare ogni tentativo di frode ai danni della Chiesa. Inevitabilmente, le strade di Christian e Matteo saranno destinate ad incrociarsi. Recensione ❯
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La serie, nata da un progetto di Alice Rohrwacher, è scritta dalla regista insieme a Marco Pettenello. Espandi ▽
La fiaba è per sua natura seriale: nasce nel racconto orale e si tramanda poi in antologie, raccolte, collezioni.
Seguendo le avventure di una famiglia di cantastorie che viaggiano per il nostro paese alla fine degli anni 50, ci immergeremo nel mondo della fiaba italiana. Lo faremo nelle piazze, nelle masserie, nei bordi delle città in crescita e per le strade di quell'Italia agli albori del boom economico. La fiaba si riferisce ad un tempo immaginario: se oggi sembra normale ambientarle in un antico passato "medievalesco", forse alla fine degli anni 50 il rifugio dell'immaginazione non era il passato, bensì l'avvenire, il tempo futuro. E così ogni volta che i nostri cantastorie arriveranno in una piazza e metteranno il loro cartellone, non inizieranno da "c'era una volta", ma dalla frase "ci sarà una volta"... Recensione ❯
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Dal problematico rapporto col sesso e gli affetti si snodano le vicende dei protagonisti: un delicato mosaico che racconta con dolcezza un passaggio all'età adulta più intimo e profondo. Espandi ▽
Il racconto, ambientato a Torino ai giorni nostri, segue le vicende della sedicenne Nina e del suo gruppo di amici, alle prese con il sesso, l'amore, l'amicizia, la costruzione della propria identità, ripercorrendo le dinamiche che rendono l'adolescenza il momento piu` potente ed esplosivo delle nostre esistenze.
Se la vita ci pone tutti di fronte a scelte difficili, l'adolescenza riesce nell'impresa di moltiplicare le pressioni, le aspettative, le difficoltà di vivere in società, in famiglia, con i nostri affetti. Le prime volte sono tante e ovviamente la "prima volta per eccellenza" non si scorda mai. Che raramente va come immaginato, ma riesce ad essere uguale per tutti: nell'esperienza di ognuno, infatti, risiede un ricordo goffo e tragicamente comico della scoperta del sesso. Una soglia che gli adolescenti di ogni generazione aspettano di superare con trepidazione, unica tappa che non passera` mai di moda.
La prima volta di Nina tarda ad arrivare, si blocca, le viene il panico e non capisce perché, mentre i suoi amici le appaiono tutti molto più grandi e ricchi di esperienze. Tra percezioni, omissioni e bugie, diversi gusti e disinibizioni sessuali, il mondo che circonda Nina la porta a conoscersi, a capire quali sono le sue vere volontà e come affrontare le sue paure. Non solo sul sesso, ma innanzitutto nelle complicate relazioni umane. Recensione ❯
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La serie, partendo dal terribile caso di cronaca del 1975, ripercorre tutte le fasi del processo, raccontando quanto abbia cambiato radicalmente la società italiana dell'epoca e contribuito alla lotta per i diritti delle donne. Espandi ▽
La serie rielabora il processo contro gli aguzzini di Donatella Colasanti (Ambrosia Caldarelli) e Rosaria Lopez, due giovani amiche che, nella notte tra il 29 e il 30 settembre 1975, vennero rapite e brutalmente seviziate, attirate con l'inganno da Gianni Guido (Marco Tè), Angelo Izzo (Guglielmo Poggi) e Andrea Ghira (Leonardo Mazzarotto) a San Felice Circeo (LT). Delle due, solo una ne uscirà salva e la sua testimonianza, durante il processo conseguente al suo ritrovamento, sarà un momento fondamentale nella giurisprudenza italiana e nella lotta per i diritti delle donne.
Sin dal primo episodio, infatti, il racconto - affidato alla regia di Andrea Molaioli - si concentra sull'importanza storica e giurisprudenziale dell'evento, rendendo la serie un raro esempio di legal drama italiano ben riuscito.
Da notare l'eccelsa recitazione di Pia Lanciotti nel ruolo dell'avvocata Tina Lagostena Bassi, figura e personaggio che funge da catalizzatore nel processo di acquisizione di una consapevolezza sociale sullo stupro - fino ad allora considerato un reato morale. Recensione ❯
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Una serie importante ed estremamente appassionante su un sistema perverso. Per tutti, non solo gli amanti dello sport. Drammatico, Sportivo, Thriller - Italia2022.
Una serie thriller tratta dall'omonimo libro di Ilaria Bernardini. Espandi ▽
Corpo libero, nell'indagare il rapporto mai sano tra adolescenza e agonismo, propone a chi guarda il viaggio (tutt'altro che solo sportivo) di una squadra di ginnaste artistiche verso il loro agognato torneo. Classificarsi altro che prime non è un'opzione pensabile: l'imperativo categorico è vincere e per arrivare allo scopo è dichiaratamente percorribile ogni mezzo. Delitto compreso.
Siamo di fronte ad una serie appassionante anche per i non amanti dello sport, perché denuncia un sistema corrotto non solo dal doping, ma dalla stessa determinazione a trattare gli adolescenti come degli oggetti da modellare per i propri scopi, ignorandone i sentimenti, le esigenze e le metamorfosi di una crescita inevitabile.
Una serie importante per riflettere non sole sulle storture dell'agonismo contemporaneo, ma sulla discrepanza incolmabile tra mondo degli adulti e mondo degli adolescenti. Recensione ❯
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Le storie e le emozioni di un gruppo di compagni di classe di seconda media raccontate attraverso gli occhi, in ogni puntata, di uno degli otto protagonisti. Espandi ▽
Ogni episodio è raccontato dal punto di vista di uno degli otto protagonisti, che diventa voce narrante e offre agli spettatori una sorta di diario personale con il suo sguardo sugli avvenimenti della classe: i ragazzi parleranno direttamente allo spettatore mostrando i loro sentimenti senza filtri. In questo modo, da un episodio all'altro, le vicende di Pietro, Livia, Isabel, Daniele, Monica, Giulio, Mirko e Arianna si intrecciano in un racconto corale capace di restituire le diverse sfaccettature della vita dei preadolescenti: è il racconto di un'età delicata in cui sbocciano le individualità dei ragazzi e al tempo stesso cresce la loro identità di gruppo.
Di4ri entrerà quindi nella vita e nelle emozioni di tutti i giorni dei ragazzi della 2D tra gioie, drammi, primi amori, primi baci divertimento e qualche volta qualche litigio. Tra i temi della serie ci saranno anche il coming out, le ricadute di un matrimonio in crisi, le aspettative dei genitori, la dislessia, l'ansia di crescere, la solitudine e l'accettazione. La colonna sonora della serie sarà sulle note di "Isole", il nuovo singolo di Tancredi (Warner Music) che sarà anche guest star in due episodi.
I giovanissimi otto protagonisti di Di4ri sono Andrea Arru (Pietro), Flavia Leoni (Livia), Sofia Nicolini (Isabel), Biagio Venditti (Daniele), Liam Nicolosi (Giulio); Federica Franzellitti (Monica), Francesca La Cava (Arianna), Pietro Sparvoli (Mirko). Nel cast della serie è presente anche Fortunato Cerlino, nel ruolo del simpatico bidello Paolo. Special guest sara' anche Larissa Iapichino, campionessa juniores di salto in lungo, in una puntata che avrà al centro una gara di triathlon. Recensione ❯
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La seconda stagione prende le mosse nel febbraio del 2020 quando un nuovo virus arrivato dalla Cina sconvolge l'Italia. Intanto Doc sta facendo di tutto per tenere la sua squadra ancora unita. Ma Giulia vorrebbe trasferirsi a Genova, invece Lorenzo sta pensando di lasciare medicina e Gabriel è in partenza per l'Etiopia. Infine Elisa vorrebbe specializzarsi in malattie tropicali. Nello sviluppo della stagione si possono osservare le conseguenze della pandemia. Ora il reparto di Andrea può essere riaperto, ma per Lorenzo il Covid-19 è stato fatale. Recensione ❯
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Uno spettacolo teatrale in cui Argentero parla di Luisin Malabrocca, Walter Bonatti e Alberto Tomba, tre sportivi italiani che hanno fatto sognare, tifare, ridere e commuovere varie generazioni di italiani. Espandi ▽
Luisin Malabrocca, "l'inventore" della Maglia Nera, il ciclista che nel primo Giro d'Italia dopo la guerra si accorse per caso che arrivare ultimo faceva simpatia alla gente. Walter Bonatti, l'alpinista che dopo aver superato incredibili sfide con la roccia, il clima e la montagna, arrivato a oltre ottomila metri d'altezza, scoprì a sue spese che la minaccia più grande per l'uomo, è l'uomo stesso. Alberto Tomba, il campione olimpico che ha fermato il Festival di Sanremo con le sue vittorie. L'insolito sciatore bolognese che con la sua leggerezza nella vita e aggressività sulla pista è arrivato a essere conosciuto in tutto il mondo come "Tomba la bomba". Luca Argentero racconta le loro gesta. Recensione ❯
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Bellocchio affronta la serialità come il più geniale degli showrunner. Una pagina 'ignobile' della nostra storia raccontata con impeto sanguigno e indignazione. Drammatico, Italia2022. Durata 330 Minuti.
Una serie interamente dedicata al rapimento e all'assassinio di Aldo Moro. Espandi ▽
“Aldo Moro è l’Italia”, si dice in Esterno Notte, la serie in sei puntate con cui Marco Bellocchio rimette mano al racconto del caso Moro, vent’anni dopo il suo Buongiorno, notte. Ed è proprio come cartina di tornasole del nostro Paese che Bellocchio affronta di nuovo quel vulnus, rifrangendo la vicenda attraverso vari prisma. Bellocchio affronta la serialità come il più geniale degli showrunner, perché invece di puntate crea stazioni della Via Crucis per un morituro predestinato dalle sue scelte politiche e personali: e il ticchettio con cui comincia il racconto segnala l’inizio del conto alla rovescia della sua parabola cristica. La maestria di Bellocchio e dei suoi cosceneggiatori sta nel raccontare con impeto sanguigno e indignazione, nel giustapporre momenti e immagini (il montaggio impeccabile è di Francesca Calvelli), nell’evocare fantasmi, nel trovare gli accompagnamenti musicali giusti (compresa un’Internazionale “wagneriana”), nell’intessere immagini di archivio e frammenti di TG che ci ricordano lo stupore annichilito con cui tutti abbiamo seguito la vicenda. Il registro con cui Bellocchio ripercorre questa “storia ignobile” da par suo si muove fra il grottesco e il ridicolo, fra l’impasse istituzionale e il delirio ideologico delle BR. Un mondo che “si ci fosse luce sarebbe bellissimo”, ma che invece è l’esterno notte della nostra coscienza. Recensione ❯
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