Freud e l'iconico autore C.S. Lewis aprono un un dibattito sull'esistenza di Dio. Espandi ▽
Freud, famoso psicanalista, discorre di massimi sistemi con C. S. Lewis, futuro autore di "Le cronache di Narnia". Uno non crede e non ha fede, l'altro sì profondamente. Nel frattempo intorno a loro tutto si disgrega, gli allarmi di bombardamento fanno tremare. C'è anche Anna Freud, figlia omosessuale di Sigmund Freud, con cui quest'ultimo ha un rapporto morboso e complesso. Sarà la pioniera della psicanalisi infantile.
Un film che si regge completamente sull'ennesima maestosa interpretazione di Anthony Hopkins.
Il film si attesta su un livello di didascalismo spinto, interessante giusto su un piano di puro approfondimento, e anche per delle chicche che riporta alla memoria dello spettatore, come la descrizione puntuale della curiosa collezione privata di reperti storici di Freud. Troppo ambizioso sulla carta, il film manca di coinvolgere davvero e finisce per sortire l'effetto di un compito senz'altro ben realizzato, studiato e curato in ogni minimo dettaglio, eppure irrimediabilmente senz'anima. Recensione ❯
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Natale 1985. Un devoto padre e commerciante di carbone, Bill Furlong, scopre sorprendenti segreti custoditi dal convento della sua città, insieme ad alcune sue scioccanti verità. Espandi ▽
Nel convento dove consegna il carbone, Bill vede come le suore trattano le ragazze che hanno “in cura”, e un giorno cerca di soccorrerne una, Sarah, che gli ricorda molto la madre scomparsa quando era bambino. Al primo snodo di una nuova fase della sua carriera, quella del post-Oppenheimer, il magnetico attore irlandese sfrutta un po’ di quella visibilità globale per aiutare una piccola opera di straordinaria intimità e ammirevole precisione della messa in scena. Non epopea di sopravvivenza attraverso gli anni per le vittime, né sguardo storico postumo sugli effetti della vicenda; la regia del belga Tim Mielants è un’essenziale parabola natalizia, che nella sua brevità coglie il profondo di un singolo istante: quello in cui una persona come tante si chiede se sia davvero possibile far finta di non vedere cosa accade nel convento in fondo alla strada del paese, in cui le ragazze sono tenute nascoste e trattate come prigioniere. Recensione ❯
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Un giallo ricco di colpi di scena e dal finale imprevedibile. Espandi ▽
Rebecca Zuin, una ricca imprenditrice nel settore framaceutico, viene trovata morta nella sua lussuosa villa, ma il suo corpo sparisce dall'obitorio, e l'ispettore capo Cosser è chiamato a investigare sulla misteriosa sparizione. Bruno, il vedovo, è un uomo più giovane di Rebecca che grazie a lei ha fatto carriera. Dunque comincia a sospettare che la sua scomparsa sia uno scherzo di pessimo gusto della consorte capricciosa, che sembra continuare a lasciargli messaggi che riguardano la loro vita privata.
La svolta finale rende più comprensibili le numerose implausibilità della trama che la precede, ad esempio il fatto che Bruno, per quanto sospetto, possa circolare liberamente all'interno di un obitorio.
Ma la vicenda risulta comunque poco convincente e molto artefatta, e rimane del tutto in superficie anche quando tratta di sofferenze personali profonde e di dilemmi morali. Ed è un peccato, perché la scena iniziale in cui Rebecca, il giorno del matrimonio con Bruno, gli fa un perfido scherzo, avrebbe fatto sperare in una narrazione più ironica e meno improntata al... melodramma noir in salsa asiatica (nonostante la matrice originale fosse ispanica). Recensione ❯
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Una favola gentile sull'importanza di rimanere umani anche quando tutto rema contro. Drammatico, Italia2024. Durata 117 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un film sulle conseguenze della guerra, sul rapporto tra Stati Uniti e Italia raccontato attraverso la relazione tra un padre e un figlio. Espandi ▽
Napoli, 1944. Dean Berry, giovane marinaio americano, si innamora di Lucia. Quando riparte per gli Stati Uniti lei è incinta: lui promette di tornare, ma non lo farà. New Jersey, 1971. Dean è un veterano di tre guerre mezzo alcolizzato. Un telegramma spedito dall’Italia 13 anni prima lo raggiunge a sorpresa e gli ricorda di avere un figlio. Dean parte per Napoli alla ricerca di quel figlio, che ora ha 25 anni.
Hey Joe è un racconto intriso di nostalgia e tenerezza, una sorta di viaggio nel passato alla ricerca delle occasioni perdute. La forza di un film semplice e dalla conclusione sospesa sta in vari elementi: la regia di Claudio Giovannesi, la fotografia sensuale di Daniele Ciprì; la sceneggiatura, dello stesso Giovannesi insieme a due rocce solide come Maurizio Braucci e Massimo Gaudioso. L’altra grande freccia all’arco è la sinfonia di ottimi su tutti svetta un inedito James Franco che non sbaglia un’espressione o un movimento, creando un’interpretazione memorabile. Recensione ❯
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La prima parte della trilogia horror diretta da Renny Harlin. Espandi ▽
Un uomo fugge nel mezzo di un bosco: inseguito e raggiunto dai suoi mascherati inseguitori, viene ucciso con un colpo d'ascia. Una giovane coppia felice giunge nel paesino di Venus, tra i boschi dell'Oregon. La comunità sembra essere molto religiosa e contrariata dal fatto che la coppia non sia ancora sposata. A causa di un improvviso guasto automobilistico i due sono costretti a fermarsi in un Bed and Breakfast di Venus, ma la casa a noleggio si rivelerà presto una trappola mortale: tre individui mascherati giocheranno infatti con la coppia come il gatto con il topo.
Il reboot del cult movie di Bryan Bertino lo vuole riscrivere facendone una trilogia, ma il primo capitolo non sembra avere nuove idee e, per quanto ben condotto, ripropone la formula con una sola banale variante finale.
La regia di Renny Harlin e i brani in colonna sonora, non sono comunque banali. Se la formula è risaputa, per lo meno è condotta con una certa grazia, restituendo la paura di un'invasione dello spazio domestico da parte di maniaci che non hanno alcuna motivazione. Avrebbe probabilmente funzionato meglio se gli assassini non fossero stati silenziosi come dei ninja, capaci di muoversi senza essere visti né sentiti in modo pressoché soprannaturale. Recensione ❯
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La storia di un uomo senza più memoria alla ricerca di un vecchio amore di gioventù. Espandi ▽
Professore di etnomusicologia, Gian si affaccia ormai alla terza età e viene tradito dalla memoria. A volte non riconosce Miriam, sua figlia, che è venuta a vivere con lui assieme al figlioletto Elyas, e tenta perfino il suicidio. Vedendolo perso nei frammenti di un passato che non riesce più a tenere insieme, Miriam gli consegna un diario da lui scritto in gioventù, raccontando l'incontro con il suo primo amore, Leila. Dal fatidico incontro fino all'appuntamento che i due ragazzi si erano dati in Tunisia per rivedersi, Gian deve ripercorrere le tappe di quell'amore per ritrovare se stesso.
Film d'amore nel senso più profondo del termine, il primo lungometraggio di Sara Fgaier pone il sentimento amoroso come base di tutto, non solo del rapporto con l'altro ma come mappa di noi stessi.
L'idea del film è avvolgerci nella percezione sfuggente del Gian di Andrea Renzi, che è giocoforza ossessiva e limitata perché quel rapporto è l'unica cosa a cui può aggrapparsi nel tentativo di non scivolare nell'oblio. Fgaier lo segue con convinzione, dimostrando di avere una sua voce autoriale che non aspetta altro di evolversi e prendere il volo. Recensione ❯
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Il terzo lungometraggio di Alfonso Bergamo, tra noir e revenge movie . Espandi ▽
In un luogo imprecisato del Sud Italia un netturbino che si fa chiamare Man trascorre un'esistenza solitaria. Vive con la madre invalida, di cui si prende cura e che porta i segni dei traumi dovuti ai soprusi subiti dal marito in passato. Quando l'amico e collega più anziano di origini americane Christopher - con il quale si diverte a scovare nella spazzatura oggetti ancora integri e dotati di una qualche bellezza - gli fa conoscere la figlia e la nipotina, Man intravede una luce nuova, una speranza di cambiamento. Dovrà prima però fare i conti con il boss criminale Rosario, a cui Man versa regolarmente denaro per estinguere un debito contratto anni prima dal padre defunto.
Tra noir e revenge movie, il film tenta di affidarsi alla forza delle immagini. Ma l'atmosfera suggerita non basta a raggiungere la tensione necessaria, né a rendere il dramma e la vendetta abbastanza coinvolgenti.
Non giovano la risoluzione frettolosa dei momenti chiave in cui culminano il dramma e la vendetta, il taglio grottesco di certe scene o di alcuni personaggi, la presenza di una colonna sonora invasiva e ridondante a voler sottolineare la crescita del pathos ma ottenendo l'effetto contrario. Recensione ❯
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La vicenda, non ancora conclusa, della reporter Katsaryna Andreyeva perseguitata dal regime bielorusso. Espandi ▽
Katsaryna Andreyeva e la sua camerawoman Darya Chultsova sono finite in carcere a Minsk solo per aver fatto giornalismo d’inchiesta e, in particolare, per aver ripreso le manifestazioni antigovernative represse dalla polizia del premier Lukashenko. Il film testimonia la sua azione e ciò che il marito ha messo in atto per difenderla. L’opera prima della regista polacco-bielorussa Mara Tamkovic è stata realizzata grazie ad un finanziamento del governo polacco nell’ambito di un progetto denominato Microbudget per registi esordienti. Il regolamento stabilisce che la cifra a disposizione non è alta. Ciò spiega le costrizioni necessarie che hanno finito con il divenire la forza del film. Tamkovic, su cui non si trovano notizie in rete (e non è un buon segno) compie un’operazione coraggiosa che merita la visione. Ogni volta che un/una regista mette la propria creatività al servizio della denuncia di un sopruso (da qualsiasi parte provenga) va sostenuto/a. Si tratta di un tipo di cinema di cui abbiamo bisogno che rischia invece di essere soffocato da un mercato saturo di altri tipi di narrazione. Recensione ❯
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Un horror metafisico che non sorprende ma con una buona impronta gangsteristica. Thriller, Italia2024. Durata 93 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un viaggio inquietante e avvincente che si muove nella linea sottile che separa la vita dalla morte. Espandi ▽
Due banditi - Richard e Grant - sono in fuga, inseguiti dalla polizia dopo una rapina con un morto. Richard è ferito a una mano e tra i due c'è una certa tensione. Nascosto il bottino in un bosco, riescono a farsi dare un passaggio da Martin, un dottore che vive in una casa isolata poco distante. I due criminali hanno in realtà pessime intenzioni, ma Martin prima li nasconde quando viene fermato da un amico poliziotto e poi se li porta in casa con l'intenzione di curare la ferita di Richard. In questo modo, il dottore vince la fiducia dei due che però hanno ben presto modo di pentirsene. Messi fuori combattimento da qualcosa nel cibo offerto loro da Martin, i due criminali si ritrovano infatti nel sotterraneo della casa a fare da cavie per un misterioso esperimento tendente a scoprire cosa succede dopo la morte.
La prima parte, di impronta gangsteristica, è ben condotta e sviluppa una situazione tipica, ma nel complesso interessante.
La confezione è pregevole, con la curata fotografia dello stesso regista e le suggestive e appropriate musiche di Sergio Cammariere. Nel complesso positiva anche la prova del cast nel quale, oltre al citato veterano Paré, spiccano il sempre affidabile Louis Mandylor e il vivace Yonv Joseph nel ruolo dei gangster che vanno inaspettatamente incontro al loro destino. Recensione ❯
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Tratto dal romanzo best seller in Germania "Töchter" di Lucy Fricke. Espandi ▽
Dopo anni di relazioni turbolente con il padre Kurt, Martha si prepara ad accompagnarlo in un ultimo viaggio: quello verso la clinica Svizzera in cui dovrebbe ricevere l'eutanasia. Gravemente malato di cancro ai polmoni, Kurt desidera infatti trascorrere i suoi ultimi momenti accanto alla figlia, con cui per tutta la vita ha avuto rapporti altalenanti, costellati da reciproche incomprensioni. Martha, però, non se la sente di affrontare la situazione da sola e chiede alla sua migliore amica Betty di farle compagnia durante il viaggio.
Betty, Martha e Kurt partono così su una vecchia Golf impolverata alla volta di un'avventura che li costringerà a fare i conti con solitudini nascoste, conflitti irrisolti e fantasmi del passato.
La regista tedesca Nana Neul dedica il suo terzo lungometraggio all'indagine del rapporto disfunzionale tra due padri assenti e due figlie sull'orlo di una crisi di nervi. Il risultato è un tragicomico road movie dal ritmo serrato, indebolito da una sceneggiatura a tratti caotica e frammentata. Recensione ❯
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Il racconto, attraverso questa particolare forma di opera musicale moderna, del percorso personale, umano e artistico che ogni figura partecipante alla realizzazione attraversa durante le varie fasi, fino al debutto, la cosiddetta "sera della prima". Recensione ❯
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Un tripudio visivo che sviluppa con grande convinzione le premesse del primo capitolo. Animazione, Avventura, Commedia - USA, Canada2024. Durata 100 Minuti. Consigli per la visione: Film per tutti
In viaggio con Vaiana, Maui e un nuovo gruppo di improbabili navigatori. Espandi ▽
Oceania 2 riunisce Vaiana e Maui per un nuovo grande viaggio insieme a un gruppo di improbabili navigatori. Dopo aver ricevuto un inaspettato richiamo dai suoi antenati, Vaiana deve viaggiare verso i lontani mari dell’Oceania, in acque pericolose e dimenticate, per un’avventura diversa da qualsiasi cosa abbia mai fatto. Il sequel del fortunato film d’animazione del 2016, ci riporta nel fantastico e divertente mondo dell’eroina Vaiana (Moana nell’originale) che, ormai maggiorenne, ha su di sé ancora una volta il peso del mondo da salvare. Oceania 2 sviluppa con grande convinzione le premesse del primo capitolo con una sceneggiatura scritta a sei mani, da Jared Bush (l’unico dei tre che ha anche scritto il primo), Dana Ledoux Miller e Bek Smith, che immagina un ulteriore e periglioso viaggio della protagonista che così conclude il suo coming-of-age, forse e nonostante la sequenza da guardare sui titoli di coda. Forse la parte musicale è meno riuscita di quella del primo capitolo mentre invece l’animazione è un ulteriore tripudio visivo con la sua incredibile fusione, spesso anche molto repentina e quindi più difficile da gestire visivamente, tra i diversi quattro elementi che caratterizzano l’immaginario collettivo di quella civiltà (e non solo), acqua-terra-fuoco-aria. Recensione ❯
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Esasperata dal padrone del locale in cui lavora, Amanda fugge nella Mole Antonelliana dove trova Martino, custode del Museo del Cinema di Torino segretamente innamorato di lei. Espandi ▽
Torino. Angelo è un ladro d'auto. È fidanzato con Amanda, che lavora in un fast-food frequentato da Martino, custode del Museo Nazionale del Cinema che si trova nella Mole Antonelliana dove si è ricavato un locale dove abita. Martino è segretamente innamorato di Amanda. Una sera i loro due destini s'incrociano. La ragazza infatti reagisce all'ennesima intimidazione del suo principale gettandogli dell'olio bollente addosso e poi si dà alla fuga trovando rifugio proprio nella Mole. Tra loro sta per nascere qualcosa ma poi Amanda torna da Angelo.
Dopo mezzanotte, che ritorna in sala in versione restaurata a circa vent'anni dalla sua realizzazione, è un affascinante film di fantasmi ambientato in una Torino notturna che, idealmente, è come se nascondesse le azioni e custodisse i segreti dei suoi protagonisti.
Le loro storie sono come la polvere. Cominciano e finiscono mentre il cinema non finisce mai. I risvegli a volte sono un po' bruschi come il manifesto di Berlusconi che è ancora qualcosa di troppo in un cinema che punta alla purezza assoluta ma trova sulla sua strada sempre qualche ostacolo - pedagogico, simbolico - che glielo impedisce del tutto. Recensione ❯
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Paolo Cognetti debutta alla regia di un film con il racconto del suo amore per il Monte Rosa. BIGLIETTI QUI »Espandi ▽
Cognetti, insieme a Laki, il cane con cui si fanno reciproca compagnia, sale verso le quote più alte del Monte Rosa spinto dal desiderio di comprendere per quale ragione non arrivi più acqua nella casa in cui abita. Lungo il percorso incontra persone che conosce da tempo che raccontano quale senso abbia per loro il vivere in montagna.
Cognetti in questa prima totalmente personale ci mostra senza retorica una montagna che vive e tiene in vita."Mio padre aveva il suo modo di andare in montagna. Poco incline alla meditazione, tutto caparbietà e spavalderia". Così inizia "Le otto montagne", il romanzo che ha ampliato in maniera esponenziale la notorietà di Paolo Cognetti. In Fiore mio il suo è un passo che deve tenere conto della presenza di Laki e che si propone allo spettatore come un'occasione di incontri. Recensione ❯
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Quando un uomo e una ragazza rimangono bloccati nell'ascensore dell'hotel in cui soggiornano, nei rispettivi partner, rimasti fuori, s'insinua il dubbio che nel tempo trascorso dentro sia accaduto qualcosa. Espandi ▽
Fabrizio è un manager italiano sposato all'olandese Emilie: vivono all'estero, sono sposati da vent'anni, e per la prima volta si concedono una vacanza a Roma, dove si erano incontrati e innamorati. Daniele e Giulia sono ventenni comaschi, e anche loro hanno scelto di trascorrere nella Capitale qualche giorno da turisti. Le due coppie soggiornano nello stesso albergo, ma Fabrizio e Giulia rimangono bloccati in ascensore per un tempo che pare interminabile. In quel tempo sospeso accadono (forse) cose che metteranno in pericolo i loro rapporti di coppia, in un crescendo di rivelazioni (e di segreti) che creerà un vortice da cui sarà difficile tirarsi fuori.
Suspicious Minds è il minuetto scritto e diretto da Emiliano Corapi che deve molto ad un certo cinema francese allo stesso tempo delicato e crudele, molto parlato e pronto a muoversi per cerchi concentrici che si stringono intorno ai personaggi, come le spire di un boa constrictor.
Il regista-sceneggiatore dimostra, con semplicità e rigore, che anche in Italia può esserci spazio per un cinema adulto e raffinato, per dialoghi credibili e non scontati, per dinamiche relazionali non strillate e riflessioni non banali. Recensione ❯
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